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giovedì 25 settembre 2014

Rimini. Le linee guida della ricerca sulla crisi armistiziale.


Salvare il Salvabile
La crisi armistiziale del 1943.
Premessa
 
La ricerca, iniziata nel 1989, parte da un presupposto: non si può comprendere la crisi armistiziale del 1943 senza tenere presente i suoi due opposti: la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 e la mancata attuazione di un “processo di Norimberga” in Italia, ovvero la chiamata di responsabilità i una classe di vertice,o parte di essa, che ha tradito popolo, tradizioni,  e ideologia.

La conseguenza è un “unicum” di continuità la cui onda ancora oggi incide nella situazione di crisi etica, morale e politica dell’Italia di cui la crisi economica, il sostanziale impoverimento del popolo italiano è una conseguenza.

Introduzione.

Primo punto: la dichiarazione di guerra del 1940. Perchè siamo entrati in guerra? Quale era lo scopo strategico dell’Italia nel 1940, a fronte della disastrosa situazione economica e la impreparazione delle forze armate. 

La politica estera del fascismo, come presenza italiana nel Mediterraneo, l’attività dell’Istituto Italiano di Cultura per l’Oriente, dal 1934 al 1940, porta a minare la presenza della Gran Bretagna e della Francia in Medio Oriente. Sviluppi e Considerazioni.

Una Gran Bretagna impegna dalla Germania, deve necessariamente ritirarsi dalle sue posizioni imperiali; una politica di neutralità avrebbe dato all’Italia immensi vantaggi.

Consderazione: la prima e la seconda guerra arabo-israeliana sono state combattute anche con armi italiane fornite dal SIM agli arabi.

Secondo Punto: mancata attuazione di una “Norimberga Italiana”. E proprio tutta colpa di Mussolini, o Mussolini è lo scudo dietro al quale si nascondono coloro che furono gli artefici di disastri frutto di errori ma anche di personalismi, tradimenti e doppi-giochi? La commissione di inchiesta per la mancata difesa di Roma e la sua interruzione di lavori è il primo dato da analizzare.

IL profondo dissidio tra Americani e Britannici nella conduzione della guerra a livello strategico porta alla infinita serie di errori nella campagna d’Italia, una campagna inutile, dispendiosa, assurda e quanto mani non incidente sull’andamento della guerra. Una campagna che inizia a luglio con lo sbarco in Sicilia e che continua con lo sbarco a Salerno nel settembre 1943. Errori: sbarco di Anzio, scelta iniziale della direttrice tirrenica con il “cul de sac” di Firenze (agosto 1944); cambio di gravitazione e fallimento dell’offensiva  del settembre 1944.

Tra questi due punti, premessa, si inserisce la crisi armistiziale del 1943 che può essere vista con queste cadenze:

25 luglio1943: Perché il PNF nella sua totalità non difese Mussolini ed il fascismo. La teoria dei traditori non regge in quanto nessuno tradì, ma tutti furono giocati dall’azione del re e da una parte del vertice politico-militare.

Trattative dell’armistizio: una sequela di “incaricati”; tutti si sentono in dovere di andare a trattare con gli alleati. Perché questo polverone? Perché non sono mai stati coinvolti gli ambienti del Ministero degli esteri?

Contenuti dell’Armistizio: Armistizio lungo ed armistizio corto? Un assurdità dal punto di vista della politica della “exit strategy”? Una volta arresi non si ha più alcuna possibilità di negoziazione.

Contenuti delle Clausole: perché si abbandonano 31 divisioni italiane all’estero?. Perché non si chiede la restituzione dei prigionieri; perché si manda un generale che non conosce la lingua inglese a condurre le trattative?

Situazione Militare: Lo schieramento delle forze italiane alla fine di agosto inizi settembre 1943 ha un andamento est ovest, quando il nemico è a sud? Analisi dello schieramento. Concetrazioni di forze terrestri e aeree nell’Italia centrale.

Situazione Politica. Il concentramento di 10.000 uomini della ex MVSN a Chiedi è il preludio dello spostamento di Mussolini dall’Isola di Favignana al Gran Sasso. Il presunto sbarco sulle coste laziali. Il concentramento delle forze corazzate (36 carri tigre a Chiusi) in Toscana. L’appuntamento degli stormi della Sardegna a 15 miglia di fronte a Civitavecchia. La rotta della Flotta e l’affondamento della “Roma”.

Sviluppo degli avvenimenti

Annuncio dell’Armistizio. La questione della data. L’Incidente della diesa di Roma e la 3 divisione paracadutisti. Una scena di un fil “La Spada nella Roccia”. Crecchio. Pescara e la mattinata sul “Baionetta”. L’approdo a Brindisi: il Re in ostaggio degli Alleati.

Chi sapeva dell’8 settembre è finito alle Fosse Ardeatine. Dardano Fenulli ed altri. L’azione della divisine Ariete il 10 settembre. Le testimonianza: il carrista Ramaccia e gli M13 a porta San Paolo.

Un ufficiale fallito: Il cap. Priebke e Tompkins a Roma: la testa di ponte di Anzio salvata da un cattolico austriaco.

La Commissione per la mancata difesa di Roma. Zangrandi e il suo suicidio nel 1970. Le due valige mancanti. La continuità OVRA-SIM- SIFAR. La lotta tra Il SOE e l’OSS, L'

Le altre storie.

Conclusione

Il re e una parte dello Stato Maggiore organizzano una uscita dalla guerra a favore della Germania.

Il precedente di Dieppe. Badoglio e le sue trappole, in cui è il primo a caderci (Caporetto). La teoria di Haushofer e le panregioni mondiali (La vicenda Hesse e il suo volo solitario in  Scozia). Siccome non si può vincere la guerra, occorre una pace con un nuovo ordine mondiale basato sulle panregioni di Hashofer. L’Italia deve fare il primo passo. Che non riesce.

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