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sabato 31 luglio 2021

Guerra di Liberazione Gruppo di Combattimento Mantova

 



 

Nasce dai reparti della divisione “Mantova” stanziata in Calabria, alle dipendenze della VII Armata nel settembre 1943. Era al comando del generale Guido Bologna, che era al comando della “Mantova” in Calabria. Vice comandante il gen. Ettore Monacci, e come Capo di Stato Maggiore il ten. col. Antonio Gualano Inquadrava il 76° ed il 114° Reggimento fanteria, il 155° Reggimento artiglieria, il CIV battaglione misto genio, due sezioni di Carabinieri Reali, ed i servizi divisionali (amministrazione, sussistenza, sanitario, automobilistico, munizioni, carburanti ecc.). Era inserito nell’organico il 54° BLU, il nucleo di collegamento composto da ufficiali britannici

 

Dopo la costituzione e l’addestramento svolto in Calabria, a fine novembre ed inizio 1944 si trasferì nel Sannio, con baricentro San Giorgio del Sannio, dove intensificò la sua attività addestrativa. Qui fu visitato da varie personalità, tra cui il Luogotenente del Regno che assistette a importanti esercitazioni a fuoco, dal Ministro della Guerra Brosio e dal maresciallo Alexander comandante delle forze alleate in mediterraneo. Nella seconda metà di aprile 1944 si trasferì per via ordinaria nella zona del Chianti. Ricevette l’ordine di entrare in linea a partire dal 25 aprile 1945 alle dipendenze della VIII Armata Britannica, che avrebbe scelto il settore di impiego diretto. Il Gruppo di Combattimento non ebbe il tempo di essere operativo in quanto sono i giorni finali della guerra in Italia. L’insurrezione generale fu proclamata dal CNLAI il 25 aprile, mentre la resa delle truppe tedesche in Italia, firmata a Caserta il 29 aprile, fu comunicata il 2 maggio 1945. Il contributo del Gruppo di Combattimento “Mantova”, fu essenzialmente nel disimpegno di compiti di lavoro, di vigilanza, e di sicurezza, sia tenendosi a disposizione dei Comandi come forza di riserva, pronta ad intervenire secondo la necessità della battaglia finale che era in corso.

mercoledì 21 luglio 2021

Giovanni Riccardo Battelli.UN VENTENNIO DI PREPARAZIONE ED UNA CONCLUSIONE AMARA

 



Gli ordinamenti del Regio esercito predisposti tra le due guerre

 

Traendo spunto da quanto già evidenziato in diversi studi storici, il volume si prefigge lo scopo di analizzare la situazione ordinativa del Regio esercito dall’armistizio di Villa Giusti fino alla dichiarazione di guerra annunciata da Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia.

Il Regio esercito era entrato nel primo conflitto mondiale con una struttura organica stabilita dall’Ordinamento Spingardi del 1910 ed aveva affrontato i primi due anni di guerra sotto la guida di Cadorna fino al suo esonero, conseguente all’offensiva austro-tedesca di Caporetto dell’ottobre 1917. Con Diaz il Regio esercito non apportò sostanziali modifiche alla sua struttura ordinativa, se non a livello delle unità di livello battaglione e compagnia di fanteria. Dopo la vittoria nella guerra mondiale del novembre del 1918 iniziò la graduale smobilitazione della massa dei combattenti alle armi, a cui fece seguito un periodo di instabilità politica e sociale che culminò, ad ottobre del 1922, con la nomina di Mussolini a Presidente del Consiglio dei Ministri.

Comunque già prima della fine dello stato liberale e dell’avvento del fascismo, il Regio esercito fu sottoposto a dei provvedimenti ordinativi e dei progetti di riorganizzazione quali:

-     l’Ordinamento Albricci, il provvedimento ordinativo si ispirava comunque all’Ordinamento Spingardi del 1910che prese il nome dal suo relatore ed estensore Ministro della Guerra dal 24 giugno 1919 al 13 marzo 1920.;

-     l'Ordinamento Bonomi, dal nome del Ministro della Guerra promotore del provvedimento, che entrò in vigore il 22 aprile 1920;

-     il progetto Gasparotto del 1921.

Nel corso del ventennio in cui il fascismo fu al potere si contarono anche altri provvedimenti strutturali a cui fu sottoposto il Regio esercito che, inevitabilmente, vista la miopia e la iattanza di chi li propose, contribuirono in maniera decisiva alla sconfitta italiano nel secondo conflitto mondiale.

Tra i vari provvedimenti ordinativi intrapresi per la riorganizzazione del Regio esercito durante il ventennio in cui Mussolini fu al potere, vale la pena di ricordare

-     l'Ordinamento Diaz del 1923;

-     l’Ordinamento Mussolini del 1926;

-     l’Ordinamento Baistrocchi del 1934;

-     l’Ordinamento Pariani, con il tristemente famoso provvedimento che istituiva le divisioni binarie che fu, con ogni probabilità, la peggiore misura adottata in ambito militare durante il regime fascista;

-     l’Ordinamento Soddu del maggio 1940 a pochi giorni dall’entrata in guerra.

Lo studio è quindi improntato e rivolto unicamente, per pure ragioni di spazio, allo studio ed all’analisi degli ordinamenti del Regio esercito, rimandando l’analisi degli organici della Regia marina e della Regia aeronautica a ulteriori futuri approfondimenti. Sicuramente, poi, per poter offrire un quadro esaustivo di tutte le istituzioni militari del periodo, sarebbe opportuno ed interessante approfondire anche gli ordinamenti degli altri corpi armati che, benché abbiano fatto parte della storia del ventennio tra le due guerre ed anche della seconda Guerra Mondiale (Regia Guardia di Finanza, Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza, Milizia per la Sicurezza Nazionale, Polizia dell’Africa Italiana), sono stati trattati, ancorché con opere pregevoli, solamente da pochi autori.

Al fine di completare lo studio sugli ordinamenti del Regio esercito, sarebbe opportuno rivolgersi all’analisi degli organici delle unità dal 10 luglio 1940 all’8 settembre 1943. Anche se si cercò di porre rimedio ai gravi errori strutturali, riordinando gli organici delle unità, queste ristrutturazioni organiche non portarono alcun rimedio alla situazione già gravemente compromessa sin dall’entrata in guerra, sia per la mancanza di mezzi, materiali ed equipaggiamenti e sia per il crollo morale di un’intera Nazione.

 

sabato 10 luglio 2021

Le Portaerei giapponesi 1920 - 1945.


 Il Dossier di maggio 2021 è dedicato alle Portaerei Giapponesi frale due guerre. Oltre 200 immagini corredano la tecnica evoluzione e l'attività operativa delle portaerei della Marina Imperiale nipponica nella seconda guerra mondiale



 La raccolta dei Dossier è presente nella 
 Emeroteca dell'Istituto del Nastro Azzurro

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