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giovedì 26 marzo 2020

Il nuovo ordine europeo dopo l'era napoleonica


                   STORIA DEL RISORGIMENTO                                                                                                                                                                    1815 –  il congresso di Vienna. La restaurazione.
mappa concettuale

Il Congresso di Vienna durò dal 3 novembre 1814 al 9 giugno 1815. Il Congresso si snodò in una serie di riunioni in cui i Principi ed i Ministri dei più potenti Stato d’Europa discussero e decisero l’assetto politico che il Vecchi Continente doveva assumere  dopo ventisei anni di sconvolgimenti portati dalla Rivoluzione Francese e dalle guerre Napoleoniche.

Inghilterra, Russia, Austria, e Prussia, che avevano impedito a Napoleone di divenire l’assoluto padrone d’Europa, furono gli Stati protagonisti del Congresso. La Francia, elemento estremamente significativo, non fu esclusa dai lavori e nel corso dei lavori i suoi rappresentanti assunsero ruoli di rilievo.
Gli uomini che furono i veri protagonisti del Congresso, furono: per l’Inghilterra, lord Castlereagh, per la Russia Nessel’Rode, per l’Austria il principe di Metternich e per la Prussia il principe von Hardenberg; per la Francia Charles-Maurice de Telleyrand, che, pur rappresentando un paese sconfitto, propose uno dei criteri  che il Congresso decise di seguire nella riorganizzazione dell’Europa: il principio di legittimità[1]
Gli altri rappresentanti erano più attratti dalle attività mondane che dalle riunioni politiche,e il loro apporto fu quasi nullo. Quello che riuscirono a costruire fu il fatto che si potesse ricreare L’antico regime” come se la Rivoluzione francese fosse stato un incidente occasionale e che una volta restaurato il vecchio regime assolutistico potesse avere una lunga vita. Questo, vedendo lo splendore della vita mondana messa in scena ai margini del Congresso, impressionò l’Europa  ed in molti cedettero che il tempo fosse tornato al settecento.

Il Congresso di Vienna agisce sulla base di una ideologia controrivoluzionaria, basata sul pessimismo antropologico.
Esponente principe di questa ideologia fu il conte savoiardo Joseph de Maistre (1753-1821)[2]
De Maistre si rilevò estremamente radicale.

Mettendo alla base il pessimismo antropologico[3] de Maistre era d’accordo con i Padri della Riforma un senso acutissimo del peccato originale:l’umanità non aveva fatto altro che peccare perché irresistibilmente attratta dal male.

Questo si contrapponeva alla concezione illuministica secondo cui l’uomo era in grado di costruire il Regno della felicità e della ragione.
De Maistre giudica questa concezione infantile e pericolosa in quando il mondo è costantemente in preda alla violenza ed alla sopraffazione, a cominciare dalla natura umana, così negativa che era intesa come il mezzo con cui Dio faceva espiare alla creazione intera il primordiale atto di ribellione di Adamo ed Eva.

L’uomo dovrebbe solo inginocchiarsi davanti alla maestà divina riconoscere l’autorità del Papa ed accettare i sovrani che Dio ha posto a guida dei Popoli per mettere un freno all’indomabile tendenza umana a compiere il male. .
 I mezzi da usare sono il pubblico supplizio e il boia simboli del’assolutismo del diritto divino e della sua completa negazione dei diritti dell’uomo.
Il pubblico supplizio ed il boia sono gli unici strumenti capaci di imporre un po’ d’ordine e di giustizia nel caos che avrebbe dominato dalla creazione del mondo.

In sintesi il pensiero di Joseph de Maistre, che fu alla base del Congresso di Vienna si può così sintetizzare:

-          presupposto: Il peccato umano ha corrotto irrimediabilmente il mondo
-          obiettivo: Porre un freno al peccato umano ed alla violenza che caratterizza la vita sociale
-          strumento: Restaurazione dell’assolutismo per diritto divino e negazione del concetto di diritti dell’uomo.

I risultati del Congresso di Vienna.
Diede un ordine mondiale di stabilità dal 1815 al 1914, capace di comporre in modo ragionevole e coerente le esigenze contrastanti dei vari Stati. Non vi furono guerre estese in Europa fino al 1914, ma solo guerre locali, come quelle in Italia, le guerre Balcaniche e la Guerra di Crimea. Vienna raggiunse il risultato di non scatenare una guerra tra  le superpotenze del tempo per oltre un secolo

La restaurazione però non è integrale
-          il numero degli Stati tedeschi passa da 360 a 39
-          La Russia passa da 30 a 50 milioni di abitanti ( annette la Finlandia e la Svezia) (annette la Bassarabia (Moldavia) (annette tre/quarti della Polonia
-          La Prussia annette la Pomerania ed ottiene il bacino della Ruhr
-          L’Austria perde il Belgio ma annette il Lombardo-veneto
-          Il Sacro Romano Impero non viene più ricostituito
-          Le Repubbliche italiane di Genova e Venezia non vengono più ricostituite

Vienna creò un rigido assolutismo che non prevedeva ne tantomeno ammetteva alcuna critica ai governi, ai regimi ai principi ed inoltre non prevedeva alcun limite al potere dei Sovrani. Ogni limitazione del potere assoluto dei Sovrani, considerato di origine divina, doveva essere represso sul nascere con i mezzi più idonei.  E’ la Santa Alleanza

A questa difesa dell’assolutismo per diritto divino, si sommò il diniego di prendere in esame e riconoscere le aspirazioni della varie Nazioni alla Unità ed alla Indipendenza.
Il problema era critico in tre Imperi: quello Austriaco, quello Russo, e quello Ottomano. Questo fu l’origine e la causa costante della loro fine all’indomani della I Guerra Mondiale.







[1] Il principio di legittimità  aveva come cardine il concetto che bisognava sforzarsi di ricostruire la situazione politica esistente prima dello scoppio della Rivoluzione francese, riportando sui troni i numerosi sovrani deposti da Napoleone azzerando tutte le modifiche apportate ai confini dei vari Stati costruiti ed imposti dai Francesi.
[2] Berlin I., Il legno storto dell’umanità. Capitoli delle storie delle idee, Milano, Adelphi, 1990; Burke E., Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia, Roma, Ideazione,1998.
[3] Tale pensiero aveva caratterizzato il pensiero di Niccolo Machiavelli, di Hobbes, di Martin Lutero, e di Calvino.

venerdì 20 marzo 2020

Tesi di laurea. Campagna di Grecia

Il Dott Nicola Vecchione ha discusso nella sessione invernale dell'Anno Accademico 2018-2019 a conclusione del Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796-1960 la tesi di laurea su: La campagna Italian di Grecia. Dall'occupazione dell'Albania al dicembre 1940.                                    La tesi è consultabile, previa autorizzazione scritta dell'Autore presso la Emeroteca dell'Istituto del Nastro Azzurro, Roma, piazza Galeno1. Info:segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org

sabato 14 marzo 2020

Carta. III Guerra di Indipendenza

                                                                     Volume 1866. Quattro battaglie per il Veneto                                                                                     info:www.storiainlaboraorio.blogspot.com

sabato 7 marzo 2020

QIADERNI n. 2 del 2019

 per collaborazione:quaderni.cesvam@istitutonastroazzutto.org
per info:segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org

lunedì 2 marzo 2020

ARMIR Fronte Russo Operazione Piccolo Saturno 20 novembre 21 dicembre


BIBLIOGRAFIA

-         Valori F.: Gli Italiani in Russia, Bietti, Milano, 1967
-         Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, L’8 Armata italiana nella battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942-31 gennaio 1943), Roma, 1946 .
-         Carrel P.: Russia 1941-1945. Operazione Barbarossa, Longanesi & C., 1967.
-         Aldo Valori, “La campagna di Russia”, ediz. C.N.E. Roma, 1950
-         Francesco Valori, “Gli italiani in Russia”, ediz. Bietti, 1967
-         Bedeschi Giulio, “Prigionia: c'ero anch'io”, volume secondo, Milano, Mursia, 1992.
-         Bertoldi Corrado, “La mia prigionia nei lager della Russia di Stalin”, Pordenone, Stampe grafiche Tielle Sequals, 2001.
-         Brevi Giovanni, “Russia 1942-1953”, Milano, Garzanti, 1955.
-         Brosio Manlio, “Diari di Mosca 1947/1951”, Bologna, il Mulino, 1986.
Delnova Bocenina Nina, “La segretaria di Togliatti. Memorie di Nina Bocenina”, Firenze, Ponte alle Grazie, 1993.
-         Gherardini Gabriele, “Morire giorno per giorno”, Milano, Mursia, 1948.
-         Baldini e Castaldi, “La vita si ferma: prigionieri italiani nei lager russi”, Milano, 1948.
-         Maddalena Giuseppe Bortolo, “Portaferiti in Russia 1942-1943”, Milano, Longanesi, 1971.
-         Mafai Miriam, “Botteghe Oscure addio, com'eravamo comunisti”, Milano, Mondadori, 1996.
-         Massa Gallucci Alberto, “No! 12 anni prigioniero in Russia”, Bologna, Cacciari, 1962.
-         Messe Giovanni, “La guerra al fronte russo”, Milano, Rizzoli, 1947.
-         Revelli Nuto, “La guerra dei poveri”, Torino, Einaudi, 1981.
-         Rigoni Stern Mario, “Il sergente della neve”, Torino, Einaudi, 1972.
-         Vicentini Carlo, “Noi soli vivi, quando settantamila italiani passarono il Don”, Milano, Mursia, 1997.

SITI INTERNET:
-         http://www.pasti.org ...........................(19.03.09).
-         www.lasecondaguerramondiale.it       (19.03.09).