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lunedì 25 maggio 2020

Ordinamento della Duplice Monarchia 1. le Armate




Le armate della Duplice Monarchia
Armeegruppe

Kövess, Armeegruppe, distaccamento di armata austro-ungarico, comandato dal GdI. Hermann Kövess von Kovessháza e costituito il 18 agosto 1914 con la 16a e 35a divisione di fanteria, già del XII. Korps, e la 7a e 9a divisione di cavalleria, inquadrato nella primavera del 1915 nell’Armee Woyrsch tedesca.
Pflanzer-Baltin, Armeegruppe, distaccamento di armata austro-ungarico, costituito il 3 ottobre 1914 comandato dal GdK. barone Karl von Pflanzer-Baltin.
Rohr, Armeegruppe, distaccamento di armata austro-ungarico, costituito il 27 maggio 1915 sul fronte carnico, al comando del GdK. Franz Rohr von Denta, e composto dalla 92a divisione di fanteria, 59a brigata da montagna e 57a mezza brigata, e dal VII. Korps.
Tersztyánszky, Armeegruppe, distaccamento di armata austro-ungarico, comandato dal GdK. Karl Tersztyánszky von Nádas, costituito il 5 giugno 1915 sui Balcani con la 59a e 61a divisione di fanteria, la 103a divisione di fanteria tedesca, i reparti confinari dei Rayon Banat e Syrmien e le guarnigioni delle piazzeforti.
Belluno, Armeegruppe, distaccamento di armata austro-ungarico, comandato dal FZM. Ferdinand Goglia, costituito il 6 gennaio 1918 col I., XV. e XXVI. Korps.
Woyrsch, Armeeabteilung, distaccamento di armata austro-ungarico, Sezione d’armata Woyrisch, costituita il 23 gennaio 1915 sul fronte russo e comandata dal GO. Prussiano Remus von Woyrsch. Era in effetti il Landwehrkorps tedesco su tre divisioni di fanteria, e con l’Armeegruppe Kövess (già XII. Korps) austro-ungarico costituiva nella primavera del 1915 l’Armee Woyrsch.


Le armate della Duplice Monarchia in guerra

1° Armata, comandata dal GdK. Viktor Dankl e composta dal I., V. e X. Korps, schierata sul fronte della Galizia e sciolta il 26 luglio 1916.
2° Armata, comandata dal GdK. Eduard von Böhm-Ermolli, composta inizialmente da IV., VII. e IX. Korps e dal Rayon Banat, e schierata sul fronte balcanico; poi subito smembrata e trasferita il 18 agosto dello stesso anno sul fronte della Galizia (il IX. Korps e la 10. KTD. Alla 4. Armee, la 23. HID. Alla 3. Armee e il resto dell’organico aggregato al XII. Korps, diventato così l’Armeegruppe Kovessì), dove il 25 dello stesso mese fu ricostituita sulla base del gruppo d’armata suddetto e con altre unità, risultando infine composta dal III., IV., e XII. Korps, 11a e 43a divisione di fanteria honved, 1a, 5a e 8a divisione di cavalleria, 35a, 40a, 102a, 103a e 105a brigata di fanteria Landsturm e 12a brigata di marcia.
3° Armata, comandata dal GdK. Rudolf von Brudermann e composta dall’XI. e XIV. Korps, schierata sul fronte della Galizia, trasferita nel 1915 sui Balcani e nel marzo del 1916 sul fronte trentino.
4° Armata, comandata dal GdI. Moritz von Auffenberg e composta dal II., VI., IX. e XVII. Korps e dall’Armeegruppe Kummer, schierata sul fronte della Galizia.
5° Armata, comandata dal GdI. Liborius von Frank e composta dall’VIII. e XIII. Korps, schierata sul fronte balcanico e sciolta il 27 dicembre 1914, dopo la grave sconfitta subita due settimane prima ad opera dell’esercito serbo, che l’aveva costretta a ritirarsi in disordine oltre il confine.
6° Armata, comandata dal FZM. Oskar Potiorek e composta dal XV. e XVI. Korps, schierata sul fronte balcanico e sciolta il 27 dicembre 1914, dopo la grave sconfitta subita due settimane prima ad opera dell’esercito serbo, che l’aveva costretta a ritirarsi in disordine oltre la Drina e la Sava.


Nuove armate

1° Armata, ricostituita il 16 agosto 1916, al comando del GdI. Artur Arz von Straußenburg, col Gruppe Stein bavarese ed il VI. e XXI. Korps austro-ungarici, schierata sul fronte dei Carpazi con l’Heeresfront Erzherzog Karl.
5° Armata, ricostituita il 27 maggio 1915 sul fronte dell’Isonzo, al comando del GdI. Svetozar Boroević von Boina, con l’organico della 6. Armee originaria (XV. e XVI. Korps) e la 57a, 93a e 94a divisione di fanteria.
6° Armata, ricostituita sul fronte italiano il 15 gennaio 1918, al comando del GO. arciduca Giuseppe, col II. e XXIV. Korps e l’11a divisione di cavalleria honvéd.
7° Armata, ricostituita l’8 maggio 1915 dall’Armeegruppe Pflanzer-Baltin, comandata dal GdK. Barone Karl von Pflanzer-Baltin e composta dal Korps Czibulka, Gruppe Marschall, XI. e XIII. Korps.
10° Armata, costituita il 25 gennaio 1916 dalla trasformazione dell’Armeegruppe Rohr, comandata dal GdK. Franz Rohr von Denta e composta dal XV. Korps, 92a e 94a divisione di fanteria, 44a divisione di fanteria Landwehr e Gruppe GM. Globočnik, impiegata sul fronte carnico.
11° Armata, costituita il 14 marzo 1916 nel Tirolo meridionale per la “Strafexpedition”, comandata dal GO. Viktor Dankl e composta dal III., VIII. e XX. Korps.
12° Armata, costituita sul fronte russo il 4 luglio 1916 e sciolta il 13 agosto dello stesso anno, comandata dal GdK. arciduca ereditario Karl.
14° Armata, costituita in Carinzia nell’ottobre del 1917 per l’offensiva di Caporetto, comandata dal GdI. prussiano Otto von Below e composta dal Gruppe Krauss (ex I. Korps austro-ungrarico) con 3 divisioni di fanteria austro-ungariche e la divisione Jager tedesca, il Gruppe Steinm (ex III. Armeekorps bavarese) con tre divisioni tedesche e la 50. ID. austro-ungarica, il Gruppe Berrer (ex Generalkommando LI tedesco) con 2 divisioni di fanteria tedesche ed il Gruppe Scotti (ex XV. Korps austro-ungarico) con una divisione di fanteria austro-ungarica e una tedesca.
Isonzo-Armee, denominazione attribuita ufficialmente il 24 maggio 1917 alla 5. Armee, comandata dal GO. Svetozar Boroević von Bonia e composta dal VII., XV., XVII. e XXIII. Korps; sciolta il 23 agosto 1917 e suddivisa in due armate con la stessa denominazione, fu ricostituita il 6 gennaio 1918 col IV., VII., XVI., XXII. e XXIII. Korps, al comando del GO. Wenzel von Wurm.
1. Isonzoarmee, costituita il 23 agosto 1917, comandata dal GO. Wenzel von Wurm e composta dal VII., XVI. e XXIII. Korps della precedente Isonzo-Armee (mentre il XV. era diventato il Gruppe Scotti della Deutsche 14. Armee e il XVII. era stato sciolto); sciolta il 6 gennaio 1918.
2. Isonzoarmee, costituita il 23 agosto 1917, comandata dal GdI. Johann von Henriquez e composta dal II., IV. e XXIV. Korps e dal Gruppe Kosak; sciolta il 6 gennaio 1918.



Deutsche Südarmee, comandata dal GdI. prussiano Alexander von Linsingen e composta nella primavera del 1915 dal Gruppe Szurmay e il Korps Hormann austro-ungarici, il Korps Bothmer e il XXIV. Reservekorps tedeschi, impiegata sul fronte russo-rumeno.
Deutsche 11. Armee, comandata dal GO. prussiano August von Mackensen, nella quale, col Corpo della Guardia prussiano e il X, XXXXI di riserva e un corpo d’armata misto tedeschi, era inquadrato nella primavera del 1915 anche il VI. Korps austro-ungarico, comandato dal FML. Artur Arz von Straussenburg.


[1] Alberto Lembo, con la collaborazione di Sirio Offelli, Kappenabzeiche. I distintivi au-stro-ungarici 1914-1918, Rovereto, Museo Storico Italiano della Grande Guerra, 2007, pag. 306 e segg.

giovedì 21 maggio 2020

Società di Storia MIlitare Pubblicazioni


NAM piano dei fascicoli in pubblicazione a giugno
Situazione al 6 maggio 2020

NAM Fascicolo 2 2020 Storia militare antica ISBN

Articoli

1 Domenico Carro, Transilire armati in hostium navem. Il corvo di Polibio e l’arrembaggio romano, la più redditizia delle azioni tattiche in mare aperto
2 Claudio Vacanti, Operazione Heirkte. La campagna di Amilcare Barca in Sicilia
3 Yann Le Bohec, La poliorcétique des Romains pendant la guerre des Gaules
4 Maurizio Colombo, L’origine transalpina della V Alaudae e della legio Martia
5 Andrés Sáez Geoffroy, Los viros militares en época Antonina : una mirada general a la formación militar en el siglo II
6 Anna Maria Liberati ed Enrico Silverio, Tra custodia urbi e custodia sui. A proposito di alcune questioni relative alle cohortes urbanae ed agli speculatores
7 Alessandro Bazzocchi, Le funzioni di polizia della Classis Ravennatis nell’età alto-imperiale
8 Gastone Breccia, La difesa di Roma. Il capolavoro di Belisario, 537-538 AD
9 Elena Franchi, I memory studies e l’antropologia del conflitto. Prospettive interdisciplinari sulla guerra nel mondo antico

Recensioni

François Cadiou, L’Armée imaginaire. Les soldats prolétaires dans les légions romaines au dernier siècle de la République [Claudio Vacanti]
*Domenico Carro, Orbis Maritimus. La geografia imperiale e la grande strategia marittima di Roma [Tommaso Pistoni]
John Haldon, L’impero che non voleva morire. Il paradosso di Bisanzio (640-740) [Carlo Alberto Rebottini]

NAM Fascicolo 3 2020 Storia militare moderna ISBN
Articoli

1 Jeremy Black, Modernisation Theory and some of the conceptual flaws of the Early-Modern Military Revolution
2 Michel Pretalli, L’Arte della guerra di Machiavelli e la letteratura militare del Cinquecento
3 Andrea Polegato, Master and Commander. A Comparison between Machiavelli and Sunzi on the Art of War
4 Stathis Birtachas and Chrysovalantis Papadamou, Veterans of the War of Cyprus 1570-71. Captivity, Liberation and Restitution through their Recruitment into the Venetian Armed Forces. A First Approach
5 Roberto Barazzutti, Les chefs d’escadre des galères sous Louis XIV
6 Roberto Barazzutti, La course française en Méditerranée (1630-1713)
7 Emiliano Beri, Proteggere il commercio e difendere il Dominio. Il Golfo della Spezia nella politica militare  della Repubblica di Genova (XVI-XVIII sec.)
8 Roberto Sconfienza, Per l’archeologia militare degli antichi Stati Sabaudi
9 Andrea Tanganelli, Il Battaglione di Marina Toscano e la spedizione nel Coromandel
10 Jeremy Black, Logistics and the Path to Military Mobility. Britain and the crucial advantage of naval strength,1793-1815
11 Giorgio Gremese, La Divisione Teulié in Pomerania: l’inedito Rapporto delle Operazioni
12 Jean-Baptiste Murez, Les ‘Troupes de la Marine et des Colonies’ e l’intervento francese in Messico

Recensioni

Jeremy Black, Military Strategy : A Global History [Virgilio Ilari]
Larrie D. Ferreiro, Hermanos de Armas. La intervención de España y Francia que salvó la independencia de los Estados Unidos [Leandro Martínez Peñas]
*Gregory Hanlon, European Military Rivalry, 15001750: Fierce Pageant [Emanuele Farruggia]
*Virgilio Ilari, Clausewitz in Italia e altri scritti militari [Andrea Polegato]
Virgilio Ilari e Giancarlo Boeri, Velletri 1744. La mancata riconquista austriaca delle Due Sicilie [Roberto Sconfienza]
Alexander Mikaberidze, The Napoleonic Wars. A Global History [Daniele Cal]
Gerassimos D. Pagratis (Ed.), War, State and Society in the Ionian Sea (late 14th – early 19th century) [Stathis Birthachas]
Carlos Pérez Fernández-Turégano, El Real Cuerpo de Artillería de Marina en el siglo XVIII (1717-1800). Corpus legislativo y documental [Manuela Fernández Rodríguez]
Roberto Sconfienza (cur.), La campagna gallispana del 1744. Storia e archeologia militare di un anno di guerra fra Piemonte e Delfinato [Piero Crociani]
*Daniel Whittingham, Charles E Callwell and the British Way in Warfare [Luca Domizio]
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* = In arrivo entro il 15 maggio

giovedì 14 maggio 2020

L'approccio per la Guerra di Liberazione


La crisi armistiziale-Una guerra su cinque fronti

Massimo Coltrinari


La lotta che il popolo italiano intraprese, all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943 con le Nazioni Unite può essere intesa come un tutto uno, ovvero una opposizione armata al nazifascismo ed adesione alla coalizione antihitleriana. Scopo di questa nota è individuare i fronti di questa guerra in cui si combatté in nome di una Italia diversa e democratica.
I fronti individuati sono i seguenti:
- Quello dell'Italia libera, ove gli Alleati tengono il fronte e permettono al Governo del Re d'Italia di esercitare le sue prerogative, seppure con limitazioni anche naturali per esigenze belliche. Il Governo del Re è il Governo legittimo d'Italia che gli Alleati, compresa l'URSS, riconoscono.
- Quello dell'Italia occupata dai tedeschi. Qui il fronte è clandestino e la lotta politica è condotta dai C.L.N., composti questi dai risorti partiti antifascisti. È il grande movimento partigiano del nord Italia.
- Quello della resistenza dei militari italiani all'estero. È un fronte questo non conosciuto, dimenticato, caduto presto nell'oblio. È la lotta dei nostri soldati che si sono inseriti nelle formazioni partigiane locali per condurre la lotta ai tedeschi (Jugoslavia, Grecia, Albania).
- Quello della Resistenza degli Internati Militari Italiani, che opposero un deciso rifiuto di aderire alla R.S.I., di fatto delegittimandola.
- Quello della Prigionia Militare Italiana della seconda guerra mondiale.

Se vediamo il singolo militare, il singolo cittadino atto alle armi vediamo che alla guerra parteciparono per vare vie, spesso seguendo scelte le più disparate: chi come rifiuto di consegnarsi ai tedeschi; chi, catturato, finì nei campi di concentramento in Germania e in Polonia; chi entrò nelle file partigiane e prese le armi; chi rientrò in Italia del Sud e nella stragrande maggioranza entrò nelle file dell'Esercito del Re; chi visse, senza cedere, sui monti in Italia e all'estero per non consegnarsi ai tedeschi e non collaborare, chi nei campi di prigionia degli ex-nemici, ora alleati, accettò di collaborare in nome del contributo che l'Italia doveva dare per un domani migliore.
L'approccio adottato permette di poter sviluppare le ricerche in queste cinque direzioni al fine di vedere quanti e quali italiani portarono, come dice Luciano Bolis il loro “granello di sabbia”, oltre a quella che vide coinvolti quelli che rimasero fedeli alla vecchia Alleanza che ha permesso di riportare alla luce tanti episodi ormai avvolti nel buio, ma deve essere ulteriormente integrato.

Il Primo Fronte: L'Italia del Sud

Qui ricomincia a funzionare il vecchio Stato, ma accanto si sviluppa la dialettica dei partiti. Partecipano alla guerra prima il I Raggruppamento Motorizzato, poi il C.I.L., poi i Gruppi di Combattimento. Sono, in nuce, i soldati del futuro esercito italiano, che operano secondo le regole classiche della guerra. È indubbio che combattono contro i tedeschi, anche se il rapporto con gli Alleati è sempre di sudditanza. Con la liberazione di Roma e l'avanzata nell'Italia centrale, la lotta al nazifascismo non è disgiunta da una appassionata discussione sul futuro politico dell'Italia e sulle prospettive di vero rinnovamento democratico. Le forze partigiane e dei partiti antifascisti coesistono, oltre che con l'organizzazione militare del Regno, anche con la Chiesa Cattolica, fattori entrambi che condizionano in senso moderato l'attivita antifascista.

 Il Secondo Fronte: L'Italia del Nord

Al momento dell'Armitizio, l'Italia fu tagliata in due. Al nord i tedeschi impongono la Repubblica Sociale. Qui si ha la forma più compiuta di resistenza. Si hanno le formazioni partigiane organizzate dai partiti antifascisti in montagna, mentre nella pianura e nelle città si organizzano i GAP e le SAP. Oltre a ciò la popolazione civile partecipa alla guerra collaborando con il movimento partigiano in mille forme, e subendo terribili e inumani rappresaglie; inoltre gli operai con i loro scioperi e la loro resistenza passiva contribuiscono a rallentare lo sforzo bellico dell'occupante e a minare anche la propria sicurezza. Si ha il coinvolgimento di ampi strati della popolazione nella guerra al nazifasismo, che si integra con il particolare profilo delle bande in montagna, che non sono solo gruppi di combattenti ma anche luoghi di dibattito e di formazione politica.

 

Il Terzo Fronte: L'Internamento

Nei mesi di settembre ed ottobre l'esercito tedesco fa prigionieri ed interna in Germania oltre 600.000 militari italiani, dando origine al fenomeno dell'Internamento Militare Italiano nella seconda guerra mondiale. Questi militari non hanno lo status di prigionieri, ma di internati, ovvero nella scala del mondo concentrazionario tedesco, sono sullo stesso livello dei prigioneri sovietici (La URSS non aveva firmato la convenzione di Ginevra del 1929) e poco al di sorpra degli ebrei. Ovvero il loro trattamento era durissimo. In queste circostanze per uscire da questo inferno ci si sarebbe aspettata una adesione plebiscitaria alle proposte di collaborazione sia dei nazisti sia degli espopenti della R.S.I. Invece la quasi totalità degli internati oppose il rifiuto ad una qualsiasi forma di collaborazione, subendone le più terribili conseguenze. Fu un fronte di resistenza passivo, ma determinato, che nella realtà dei fatti delegittimò sul piano interno ma anche agli occhi dei germanici la Repubblica Sociale. Infatti una adesione in massa degli internati ai fascisti di Salò avrebbe permesso alla R.S.I. di avvalorare le tesi della propaganda di essere l'unica rappresentante della vera Italia. In realtà questa non adesione, in sistema con la lotta partigiana, isolò Mussolini relegandolo a semplice rappresentante di se stesso e dei suoi accoliti.

Il Quarto Fronte: La Resistenza dei Militari Italiani all'Estero

Se nel nord Italia si sviluppò il movimento partigiano attraverso bande armate, all’estero i militari italiani sopresi dall'armistizio dell'8 settembre e sottrattisi alla cattura tedesca si opposero ai tedeschi in armi, inizialmente, poi dando vita, in armonia con i movimenti di resistenza locali, a vere e proprie formazioni armate. Per la resistenza di formazioni organiche sono noti i fatti di Lero e di Cefalonia. Meno noti tanti altri fatti in cui unità militari italiane organiche resistettero ai tedeschi fino al limite della capacità operativa. Un esempio per tutti: La Divisione “Peruigia”, stanziata nel sud dell'Albania, tenne in armi il porto di Santi Quaranta fino al 3 ottobre 1943, in attesa di un aiuto da parte italiana ed alleata. Una divisione di oltre 10.000 uomini, che dominava un’area abbatanza vasta e che avrebbe potuto dare un forte aiuto ad un intervento alleato dall'altra parte dell'Adriatico. 10.000 militari italiani che rimasero compatti per tre settimane oltre l'armistizio, in armi e che pagarono duramente questa loro resistenza. Infatti tutti gli ufficiali della Perugia furono fucilati, e gli uomini internati in Polonia.
Per le unità che passarono in montagna e si unirono ai movimenti partigiani locali, noti sono gli avvenimento delle divisioni “Venezia” e “Taurinenze”, che diedero vita alla Divisione Partigiana Garibaldi; meno note le vicende delle divisioni “Firenze” ed “Arezzo” in Albania e delle divisioni italiane stanziate in Grecia. Militari italiani diedero vita alla divisione “Italia” in Jugoslavia. Oltre che nei Balcani, militari italiani parteciparono ai fronti di resistenza locali. Così in Corsica, ove oltre 700 militari caddero per la liberazione di Aiaccio, cosi nella Provenza; in centro Europa la presenza di militari italiani è certa.

Il Quinto Fronte: La Prigionia
Vi erano, al momento dell’Armistizio, circa 600.000 prigionieri nelle mani delle Nazioni Unite. Soldati per lo più caduti nelle mani del nemico a seguito dell’offensiva in Nord Africa (1940-’41) alla resa in Tunisia ed al tracollo del luglio agosto 1943 in Sicilia. Per lo più, tranne i 10-12.000 soldati in mano all’URSS, erano in mano anglo-americana. Questi soldati, questi italiani all’annuncio dell’Armistizio dovettero, come tutti, fare delle scelte. La stragrande maggioranza scelse di cooperare con gli ex-nemici, contribuendo anche loro a costruire un futuro migliore. Una aliquota molto bassa non volle cooperare, non solo perché fedeli alla vecchia alleanza, ma per variegate motivazioni.
Ad esempio a Hereford (USA) vie erano circa 4.000 italiani che gli americani consideravano “tout court” fascisti. In realtà, fra questi non cooperatori vi erano sì fascisti, ed anche prigionieri delle Forze della R.S.I., ma anche monarchici, liberali, moderati, repubblicani, socialisti, comunisti o laici in senso stretto che avevano fatto una scelta personale.
I prigionieri in mano agli Angloamericani furono organizzati in ISU, Italian Service Units, compagnie di 150 uomini addetti ad un particolare lavoro. Il loro contributo si esplicò negli Stati Uniti e in Gran Bretagna con l'impegno nei grandi arsenali o nelle basi, oppure in Nord Africa e quindi in Italia, parte integrante della organizzazione logistica alleata. Anche loro, con il loro lavoro, portarono il contributo alla vittoria finale. Soprattutto i prigionieri che operarono in Italia nel campo delle comunicazioni, dei trasporti e del genio, confluirono poi nelle unità del nuovo esercito italiano, gestendo il materiale di guerra americano. Ovvero, anche il prigioniero che, in un contesto particolare, combatte.

A tutti i fronti si accede perchè volontari. Si hanno diverse figure giuridiche, che già descriviamo, come il partigiano, il patriota, il prigioniero, l'internato, l'ostaggio, il deportato, tutte figure che si delineano a seconda del fronte con cui si combatte. Un fronte che rimane unitario, nella volontà ferma di sconfiggere il nazifascismo. E in nome di questa unità, ricordiamo in questa data unitaria chi, pur nella diversità di grado ma non di natura, diede il suo contributo, il suo granello di sabbia, su fronti diversi, affinchè si realizzasse una Italia migliore.

Questo il quadro generale di ricerca che si propone, in una visione storico-scientifica unitaria, al fine di consegnare alle nuove generazioni un approfondimento, oltre che una conoscenza, di fatti che generarono gli anni della vicenda repubblicana la cui matrice non si può non conoscere se si vogliono affrontare i problemi che abbiamo di fronte.

sabato 9 maggio 2020

Tesi di Laurea: La divisione corazzata Centauro nella campagna di Grecia

Il Dott.Giovanni Villari nella sessione invernale del Master di 1° Liv in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960 anno accademico 2018-2019 presso l'Università N.Cusano Telematica Roma ha sostenuto brillantemente l'esame di laurea discutendo la tesi su: La divisione corazzata "Centauro"nella campagna di grecia. La tesi può essere consultata, presso la Emeroteca dell'Istituto del Nastro Azzurro, Roma Piazza Galeno 1. (info:segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

sabato 2 maggio 2020

QUADERNI n. 4 del 2019

La rivista può essere richiesta a: segreteriagenerale@istituonastroazzurro.org
Per collaborazione:quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org                                                                Per info:www.cesva.org                                                                                                                            QUADERNI ON LINE: www.valoremilitare.blogspot.com