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domenica 30 ottobre 2016

Senigallia 4 Novembre 2016 ore 18. Presentazione Volume

Presso la Associazione Mazziniana, Centro Cooperativo Mazziniano, Sala Chiostergi
presentazione del volume dedicato agli eventi del 1860 nelle Marche, ovvero il 
Passaggio delle Marche dallo stato preunitario allo Stato Nazionale,
nella versione di parte pontificia.

I due volumi trattano il primo la descrizione di Ancona come piazzaforte pontificia, il secondo la descrizione degli eventi dal 7 settembre, momento della dichiarazione dello stato d'assedio, alla resa firmata dal magg Lepri firmata alle 14,30 del 29 settembre 1860

Un capitolo finale è dedicato agli avvenimenti successivi, in cui si attua il passaggio tra le autorità pontificie e le autorità italiane che dura fino al 3 ottobre, giornata in cui tutti gli ufficiali pontifici prigionieri lasciano Ancona a bordo della nave oneraria Cavour e nella tarda mattinata, proveniente via mare da Ravenna giunge Vittorio Emanuele II, che fa il suo ingresso trionfale in Ancona

Alcuni aspetti della denominazione pontifica vengono messi in luce, sopratutto le figure dei Delegati Apostolici, che di fatto governavano il territorio, nel bene e nel male. Almeno per il 1860, essendo le marche fino al giugno 1859 un protettorato austriaco, a seguito delle rivoluzioni del 1848-1849.




Presentazione, ................................................. x
Ringraziamenti ............................................................................................ x
Nota dell’Autore........................................................................................... x
Prefazione, di Edoardo Boria....................................................................... x

Premessa ........................................................................................................ x
1. Avvenimento oggetto dello studio.
2. Suoi limiti si spazio e di tempo.
3. Scopi e criteri dello studio.

Introduzione.................................................................................................. x
1. Una serie di errori imperdonabili.
2. La difesa diretta dello Stato: un Governo diviso.
3. La situazione politico-militare ai primi di settembre 1860.
4. “Fate, ma fate presto”

   Tomo I 
La Piazzaforte

Parte I
In Ancona si organizza la difesa

Capitolo 1 – Ancona, città ribelle............................................................ x
1.1. Alla perdita delle Legazioni non si aggiunge la perdita di
      Ancona e delle Marche ............................................................................  x
1.2. La Lega dell’Italia Centrale ed Ancona ...............................................  x
1.3.  Il piano pontificio di riconquista delle Romagne e quello
       di Garibaldi per conquistare Ancona: il trionfo delle spie................. x
1.2.  La difesa delle Stato assume sempre più posizioni drastiche……...… x

Capitolo 2 – Ancona, Piazzaforte pontificia
2.1. La Piazzaforte di Ancona nello Stato Pontificio. La storia.  ......................  x
2.2. Le opere principali della Piazzaforte........................................................... x
2.3. Il nemico è a conoscenza di tutti i dettagli della Piazzaforte .....................  x
2.4. I miglioramenti della Piazzaforte del de La Moricière dall’aprile
       al settembre 1860 ......................................................................................  x
2.5. I dati tattici della Piazzaforte: il terreno e le comunicazioni,i
       punti tatti, l’armamento............................................................................. x
2.6. La Guarnigione, la consistenza teorica e quella effettiva........................... x
2.7. Le Caserme................................................................................................ x
2.8. Il Vettovagliamento.................................................................................... x
2.9. Il Morale..................................................................................................... x


Capitolo 3 –Le forze disponibili alla difesa:la lotta contro il tempo
3.1 Le istituzioni militari pontificie dal 1849 al
      1860..……………...........................................................................x
3.2 Il Corpo di occupazione francese………………………………….x
3.3. L’esercito del de La Moricière……………………….....................x
3.4. Una questione di “spazzolini”……………………………………x
3.5. La situazione operativa ai primi di settembre…………………….x

Capitolo 4 – La riorganizzazione della Piazzaforte. Agosto 1860
4.1. Le Iniziative del De La Moricière per rafforzare Ancona................... x
4.2. La nomina di Quatrebarbes, a Governatore civile .............................. x
4.3. L’azione del de Quatrebarbes per organizzare Ancona....................... x
4.4. L’azione di spionaggio del Comitato rivoluzionario.......................... x


Capitolo 5 – La situazione precipita 1-7 settembre 1860
5.1 Una situazione apparentemente tranquilla.. ........................................ x
5.2. Le prime avvisaglie dell’invasione. Gli effetti
        dell’incontro di Chambery..................................................................... x
5.3. L’attività del Comitato Rivoluzionario di
      Ancona e la rivolta generale nelle Marche............................................. x

Conclusione: Ancona era pronta alla Difesa?. .................................... x

Postfazione, di Sergio Sparapani ............................................................... x

Documenti...................................................................................................... x
1. Allocuzione di Papa Pio IX tenuta nel concistoro segreto del 28 settembre 1860 x
2. Biografia di Cristoforo de La Moricière.............................................. x
3. Protagonisti e Personaggi...................................................................... x

Indice delle Illustrazioni............................................................................ X
Indice dei Nomi............................................................................................ X
Indice dei Nomi Geografici....................................................................... X

Bibliografia Generale................................................................................... x


 
Tomo  II
Gli Avvenimenti

Parte II
 La difesa di Ancona: 8-29 settembre 1860


Premessa alla II Parte
Per Ancona, arriva l’undicesima ora...................................................... x

Capitolo 1 – Dalla proclamazione dello stato d’assedio
                       alla invasione sarda: 8-11 settembre 1860..................... x
1.1. La giornata del 8 settembre, la prima  dell’assedio.
       Mons. Randi lascia Ancona..................................................................... x
1.2. La giornata del 9 settembre, seconda dell’assedio. Le
       vettovaglie scarseggiano.......................................................................... x
1.3.  La giornata del 10 settembre, terza dell’assedio.
        L’inquietitudine si diffonde.................................................................... x
1.4. La giornata dell’11 settembre, quarta dell’assedio: la difesa di Pesaro;
       ad Ancona arriva la notizia dell’invasione… ………….………..x

Capitolo 2 – .................................................................................................... x
2.1. La giornata del 12 settembre, quinta dell’assedio. La
       perdita di Fano.......................................................................................... x
2.2. La giornata del 13  settembre, sesta dell’assedio.
      Una situazione incerta.............................................................................. x
2.3. La giornata dell’14 settembre, settima dell’assedio.
      Lo scontro di San Silvestro. ..................................................................... x
2.4. La giornata del 15 settembre, ottava dell’assedio.
     Si accelerano i preparativi di difesa……………………….        x
2.5. La giornata del 16  settembre, nona dell’assedio.
       Una nave misteriosa ................................................................................ x
2.6 La giornata del 17 settembre, decima dell’assedio.
        La sortita del de Courten per andare incontro al de La Moriciére…………………………………………………

Capitolo 3 – Il cerchio si stringe. 18-22 settembre 1860      x
3.1. La giornata del 18 settembre, undicesima dell’assedio.
      a. Il Bombardamento della flotta 18 settembre.
      b. L’arrivo del de La Moricière............................................................ x
3.2. La giornata del 19 settembre, dodicesima dell’assedio.
      Non arriva quasi nessuno......................................................................... x
3.3.La giornata dl 20 settembre, tredicesima dell’assedio.
     Un morale da rafforzare............................................................................. x
3.4 La giornata del 21 settembre, quattordicesima dell’assedio    
     Si attendono gli eventi............................................................................... x
3.5 La giornata del 22 settembre, quindicesima dell’assedio.
      Il blocco navale è annunciato. .................................................................. x

Capitolo 4 – La dichiarazione del blocco navale e le prime azioni contro Ancona. 23-25 settembre x
4.1. La giornata del 23 settembre, sedicesima dell’assedio.
      Un piccolo successo.................................................................................... x
4.2 La giornata del 24 settembre, diciassettesima dell’assedio
       La perdita della lunetta Scrima............................................................... x
4.3 La giornata del 25 settembre, diciottesima dell’assedio.
Le distanze si accorciano……………………………………………….x


Capitolo 5 – Il cattivo presagio. La perdita di monte
                      Pulito e di monte Pelago 26-27 settembre........................ x
5.1. La giornata del 26 settembre,diciannovesimadell’assedio.
       L’abbandono del Lazzaretto..................................................................... x
5.2. La giornata del 27 settembre, ventesima dell’assedio.
             L’assalto alla cinta interna di difesa……………………………….x

Capitolo 6 – L’ultima difesa. 28-29 settembre 1860........................... x
6.1 La giornata del 28 settembre, ventunesima dell’assedio.
     Si decidono le sorti della piazzaforte……………………………..x
6.2 Una bandiera tricolore sventola a Piazza Grande……………… x
6.3 La giornata del 29 settembre, ultima dell’assedio. Una notte movimentata: le tormentare trattative di resa; Finisce ogni potere in città
6.4 La giornata del 29 settembre, ultima dell’assedio. Una notte
      movimentata: le tormentare trattative di resa. ……………………x
6.4 Finisce ogni potere in città……………………………………….x
Capitolo 7 – Addio Ancona…………….…………………………x
7.1. Carlo D’Angiò è il vero simbolo di Ancona?....................................... x
7.2. La costituzione come prigionieri. La Prima giornata da
       prigionieri di guerra: 30 settembre........................................................ x
7.3 Le giornate del 1 e del 2 ottobre in Ancona............................................ x
7.4 Un viaggio movimentato......................................................................... x
7.5 Uno strascico di polemiche...................................................................... x
7.6 La conclusione della campagna. De La Moriciére presenta
      il suo rapporto a Pio IX…………………………………………..x

Conclusione.
 Una pagina, di una lunga storia, si chiude………………………….x


Documenti...................................................................................................... x
1. Convenzione sulla capitolazione di Ancona................................... x
3. Manifesto del Commissario generale agli Anconetani................. x
4. Indirizzo del Comitato Centrale della Società Nazionale agli Anconetani            x


Indice delle Illustrazioni............................................................................ X
Indice dei Nomi............................................................................................ X
Indice dei Nomi Geografici....................................................................... X

Bibliografia di Riferimento........................................................................ x











VI di copertina del Tomo I

Informazioni: Marco Severini
Associazione Mazziniana, Via Chiostergi 10, Senigallia
www.Associazione di Storia Contempranea Senigallia
email - masbond@libero.it

Per ordinazioni: Società Editrice Nuova Cultura. alla email ordini@nuovacultura.it
Contatti:
Centro Studi sul Valor Militare - CESVAM
direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org.

giovedì 27 ottobre 2016

Rimini. 8 novembre 2016 Ore 21 Lions Club

Conferenza
“ L’Italia, l’entrata in guerra ed il tradimento degli Imperi Centrali” 1914-1916

Massimo Coltrinari.

Sintesi.

La conferenza si prefigge lo scopo di illustrare gli avvenimento diplomatico-politici-militari dal momento della rottura degli equilibri europei a seguito dell’attentato di Saraevo, le ripercussioni all’interno della Triplice Alleanza, l’esclusione dell’Italia dalla applicazione della Convenzione militare del marzo 1914, l’attacco alla Francia ed alla Russia, ed alla Serbia. La conseguenza fu la forzata neutralità italiana che acuisci un problema strategico generatosi nel 1866 e che fu uno degli argomenti centrali nel problema della difesa del confine orientale.

La III Guerra di indipendenza aveva messo in gravissima difficoltà l’Italia. Al di là della condotta tattica della Guerra l’Austria aveva preventivamente messo in bilancio di perdere il  Veneto, sia per carenza di froze sia perché il teatro principale era la Prussia, in quanto questa pianura non è difendibile se non si ha il possesso o del quadrilatero di fortezze allo sbocco della valle dell’Adige sull’asse Innsbruck – Verona, oppure Tieste, con l’Hermada e la basse valle dell’Isonzo. Altre difese non sono praticabile se non sotto dominio tattico dell’avversario.
Il Dibattico su dove occorreva difendersi o sulla linea el Piace o sulla linea dell’Adisce durò fra gli strateghi italiani per oltre 40 anni. I Piani di difesa del confine orientale furono redatti dai Capi di Stato Maggiore: dal pinao Ricotti Magnani (1873) a Cosenz (1883), da Tancredi Saletta (1904) ad Alberto Pollio (1914) a Luigi Cadorna. Si esporranno i vari piani in sintesi espositiva.

Anche per questo l’Italia, in contrasto con la Francia e la Gran Bretagna, l’Italia aderisce alla alleanza con Germania ed Austria nel 1882, una sorta di Alleanza una sorta di una assicurazione sulla esistenza del giovane stato unitario italiano. La Triplice Alleanza venne rinnovata di cinque anni in cinque anni
Accanto alla Triplice, venne firmata una Convenzione Militare che fu rinnovata nel marzo 1914, in cui l’Italia era partecipe all’attacco alla Francia, con oltre 150.000 uomini,con previsto anche un attacco alla neutrale Svizzera.

La esclusione da parte della Germania e dell’Austria dell’Italia, al momento della rottura degli equilibri europei, in quanto si ritenevano sufficiente forti per conseguire una vittoria che non volevano dividere con l’Italia. Da qui dalla Triplice alleanza alla neutrali.

La figura del von Konrand e di parte del consiglio aulico di Vienna che voleva la guerra all’Italia, decisamente ostile all’Italia, èemblematica. Progetti portati a punto per la guerra preventiva nel 1908 ( terremoto di Messina) nel 1912 ( guerra di Libia) con l’intento di rioccupare non solo il Vento ma anche la Lombardia, riaprendo la questione risorgimentale erano nel 1910-1915 all’ordine del giorno a Vienna.

Dal momento della dichiarazione della neutralità, il 2 agosto 1914, l’Italia non ha più ne alleati ne amici e si deve inventare tutta una nuova politica estera. Fino agli inzia del 1915 non viene presa nessuna decisione. Poi Sonnino e Salandra, con l’accordo del Re,in contrasto con la maggioranza giolittina, decidono di fare il grande salto con la discussione e la firma del Patto di Londra (febbraio-marzo 1915). In Italia scoppia lo scontro tra la maggioranza neutralista, composta da giolittiani, cattolici e socialisti, ed interventisti, repubblicani, sia storici che risorgimentali e nazionalisti, con figure di rilievo come D’Annunzio, Mussolini, Filippo Corridoni. Prevalgono gli interventisti, ma le belle parole non risolvono il problea prinicipale: la impreparazione delle Esercito, depauperato dalla guerra di Libia, e non pronto per una guerra all’Austria. La dichirazione di guerra fi prematura e la prima offensiva Cadorna la lancia il 23 giugno 1915, un mese dopo la dichiarazione di guerra.

In tutto questo gli Austriaci, che con i Tedeschi fecero di tutto per tenerci fuori dalla guerra offrendoci di tutto meno dandoci l’unica cosa che contava, Trieste, videro aprirsi un nuovo fronte e subito ci accusarono di tradimento.
Ma il vero tradimento fu quello di Berlino e Vienna del 1914, che poi fu mascherato da una campagna di propaganda ignobile che sarebbe roa di contrastare e respingere.

Il naturale dibattito concludera la conferenza proposta.


I Contenuti della Conferenza,  possono essere approfondi nel volume:
Massimo Coltrinari, Le Marche e la Prima Guerra Mondiale. Il 1914. Le Brigate di Fanteria “Marchigiane”,  le Brigate “Marche”, “Ancona”, “Macerata”, “Pesaro”, “Piceno”, Roma, Società Editrice Nuova Cultura, Università La Sapienza, 2014, pag. 254, Ill, Euro 19.

Disponibile  in sala.

  
 

lunedì 24 ottobre 2016

La Battaglia di Sedowa. 4 Considerazioni sula Situazione particolare

a.       Considerazioni riepilogative
Per quanto osservato sino ad ora le forze austriache sono in una situazione di forte svantaggio. Tale situazione è indubbiamente dovuta allo schieramento iniziale della battaglia che vede gli austriaci chiusi in una sacca formata dall’Elba e dalla Bystrice e minacciati su due fronti diversi a nordest dalla possente Seconda Armata e nordovest dalla Prima Armata e dall’Armata dell’Elba.
D’altra parte tale situazione non è un caso ma è stata cercata sin dall’inizio della campagna da parte di von Moltke ed è la realizzazione del Kesselschlacht.

In questo momento possiamo sicuramente affermare che la disposizione sul terreno è dovuta ad un piano ben definito e strategicamente concepito, ma anche dal successo di tutte le battaglie intermedie che hanno consentito, grazie a vittorie di livello tattico il conseguimento dell’obiettivo operativo di forzare l’avversario in quella sacca.

domenica 23 ottobre 2016

La battaglia di Sedowa. 5 L'inizio ore 7,30

1.       GLI AVVENIMENTI
a.       Le operazioni di guerra
(1)    Disposizioni per la battaglia
Benedek, per motivi non ben chiari, era assolutamente convinto che non ci sarebbe stata battaglia nella sacca di Sadowa, cosa che aveva ripetuto almeno due volte ai propri comandanti di Corpo il 2 luglio. Forse per questo l’Armata austriaca prese posizione a ridosso del fiume Bystrice, in difetto di quota rispetto alle alture presenti su ambedue i lati del fiume. La riserva, invece era posizionata sulla mezzaluna in quota alle spalle delimitata dai paesi Prim, Chulm e Nedelist e con lavori approssimativi e senza neanche preoccuparsi di installare il telegrafo da campo.
La mattina del 2 luglio 1866, alle 07.30, iniziano le prime schermaglie tra le Divisioni sassoni e l’avanguardia dell’Armata dell’Elba a Nechanice, mentre mezz’ora dopo il Generale Edelsheim riporta una forte avanzata prussiana da nordovest. Si svolgono attività prevalentemente di cavalleria, infatti in tarda giornata Dragoni austriaci prendono prigionieri mentre alle 18.30 una pattuglia di Ulani prussiani rientra a Horice dopo aver individuato finalmente i campi austriaci sulla valle del Bystrice.
A seguito di ciò, alle 21.00 il Principe Federico Carlo dà ordine alla 1^ e all’Armata dell’Elba di procedere verso il fiume senza però tenere conto nel proprio piano i quattro Corpi della 2^ Armata del Principe Ereditario Federico Guglielmo ancora lontani, richiedendo solo l’avanzata di un Corpo al di là dell’Elba per controllare il fianco di Benedek. Federico Carlo ignora Moltke inviando le proprie disposizioni direttamente ai comandanti delle Armate contermini, ma il Capo di Stato Maggiore viene comunque a conoscenza di tali piani e li corregge in modo tale da coinvolgere maggiormente la 2^ Armata, visto che Benedek si era infilato in quella che considerava una sacca perfetta.
Sempre la stessa giornata, alle 21.45, l’Imperatore Francesco Giuseppe sostituisce il Capo delle Operazioni Krismanic con il Comandante dell’Accademia militare Alois Baumgarten che però non prende servizio fino al giorno successivo. Infatti ancora alle 23.00 il Generale Krismanic inizia a predisporre l’Armata del Nord per la battaglia, emanando però gli ordini solo alle 03.00 della mattina del 3 luglio.
Sull’ala sinistra dell’Armata del Nord sarebbe stata 1^ Divisione di cavalleria leggera di Edelsheim presso la foresta di Prim con l’8° Corpo ed i sassoni in riserva. Il 10° Corpo sul costone a Langenhof ed il 3° Corpo dell’Arciduca Ernesto a Chulm-Lipa sarebbe stato il centro austriaco. L’ala destra da Chulm a Nedelist fino al Trotina era tenuta dal 4° Corpo di Festetics e dal 2° Corpo di Thun più la 2^ Divisione di cavalleria leggera. In riserva Benedek avrebbe avuto a disposizione il 4° Corpo di di Ramming, il 1° Corpo di Calm Gallas, le tre Divisioni di cavalleria pesante più 16 batterie di artiglieria.
In tali disposizioni, però, non era stato previsto un piano per il ripiegamento dell’Armata del Nord dalle posizioni del Bystrice. L’unico ponte disponibile sarebbe stato quello presso la fortezza di Koniggratz con un conseguente collo di bottiglia fatale per la manovra. Inoltre, era chiaro che non si avevano informazioni sufficienti riguardo le armate prussiane, tanto che il piano riguardava la sola ala sinistra dello schieramento che secondo Benedek sarebbe stata interessata dal’incipiente conflitto.
(2)    Marcia prussiana verso il Bystrice
Il giorno seguente, 3 luglio 1866, alle 02.30 del mattino le tre Divisioni dell’Armata dell’Elba si avviano verso il fiume Bystrice mentre alle 04.00 le sei Divisioni della 1^ Armata arrivano da Horice nei pressi di Dub. Alla stessa ora arrivano le istruzioni di Moltke di far avanzare tutta la 2^ Armata al Principe Ereditario Federico Guglielmo che aveva ricevuto solo 2 ore prima un messaggio riguardo un’azione dimostrativa su Josephstad e pertanto deve rivedere i propri ordini.
Un’ora dopo, la 2^ Armata discende verso la valle del Bystrice, mentre il 5° Corpo di Steinmetz rimaneva a guardia della guarnigione di Josephstad la direzione di movimento seguiva l’Elba verso Koniggratz.
Finalmente Benedek invita al comando il nuovo Capo delle Operazioni Baumgarten (l’offensiva è iniziata già da un ora) che riceve un inquadramento da parte del cedente.
Alle 06.30 l’avanguardia della 16^ Divisione prussiana di Herwarth  incontra alcuni elementi della 1^ Divisione sassone a Nechanice, ma riesce ad attraversare il Bystrice[i] e constata che il fianco di Benedek ha come perno di manovra il paese di Problus, tenuto dalle stesse divisioni sassoni.
Nel mentre, al centro dello schieramento, l’8^ Divisione di Horn raggiunge le colline sopra Sadowa che è tenuta dalla Brigata austriaca dell’Arciduca Ernesto Prohaska.
In questo momento il Principe Federico Carlo è di fronte ad un bivio perché secondo le direttive di Moltke dovrebbe aspettare la 2^ Armata, ma di contro rischia che Benedek  riesca a rafforzare le proprie posizioni.
Sul campo di battaglia, alle 07.45, arrivano il Re Guglielmo, Bismark e von Moltke che si posizionano presso il paese di Dub.
Appena arrivato, von Moltke ordina alla sottile linea di artiglieria già schierata di bombardare le linee al di là del Bystrice. Progressivamente, gli schieramenti di artiglieria si assestano con nuovi pezzi fino ad arrivare, alle 08.30, ad un tiro di batteria e controbatteria di circa 300 cannoni, dando inizio alla più grande  battaglia dopo quella di Leipzig.
Poco prima delle 09.00 inizia il movimento prussiano, l’8^ Divisione attraversa il Bystrice a Sadowa mentre le Divisioni 4^ e 5^ (del 2° Corpo) attraversano a Dohalice, Dohalicka e Mokrovous mentre la 7^ Divisione attraversa a Sovetice liberando dai prussiani Benatek e entrando nella Foresta di Svib.
Alle 07.30 Benedek si dirige a Lipa mentre gli schieramenti di artiglieria austriaci, 72 cannoni del 3° Corpo tra Lipa e Chulm e le nove batterie di Gablenz sulla destra della strada Koniggratz-Sadowa contenevano l’avanzata delle Divisioni prussiane sui paesi del Bystrice.
Alle 08.00 il 4° Corpo di Festetics avanza verso ovest dalle proprie posizioni all’altezza dell’allineamento Lipa-Langhenof-Nechaniche. Il vicecomandante del Corpo, Generale Mollinary si rende conto che è vitale la parte del terreno nascosta dalla foresta di Svib tra Racic a nord est e Cistoves piuttosto che il saliente Lipa-Chulm e muove verso la foresta per aggirare il fianco della 1^ Armata prussiana schierando l’artiglieria a Maslov e ridislocando l’ala destra del dispositivo di Benedek. Questo movimento viene seguito dal 2° Corpo del Conte Carlo Thun.
(3)    IV Corpo attacca la foresta di Svib
Nella foresta di Svib si svolgono aspri combattimenti tra la 7^ Divisione prussiana comandata da Fransecki e il 4° Corpo austriaco. In tali Combattimenti lo stesso comandante del Corpo perde un piede per una shrapnel alle 09.30. Il Vicecomandante prende il comando e continua ad attaccare la foresta di Svib su tre lati non solo con le proprie truppe ma sfruttando reparti del 3° e del 2° Corpo, ciononostante i prussiani resistono sfruttando una azione di fuoco sostenuta e costante. Al momento né Mollinary né Thun sospettano che la 2^ Armata prussiana stia avanzando da Josephstad. La Brigata austriaca di Karl Poch entra nella foresta alle 10.00 e trova solo una debole resistenza prussiana che, stremata da ore di combattimento e dal fuoco dell’artiglieria di Lipa e Chulm, cerca di ritirarsi verso Benatek.



[i] L’attraversamento del fiume riesce grazie al 28° rgt. prussiano che con delle salve allontanano i genieri sassoni che cercavano di bruciare il ponte in legno.

sabato 22 ottobre 2016

La Battaglia di Sedowa.6 Lo sviluppo e la conclusione


(4)    Mancato contrattacco austriaco
Successivamente Poch viene investito sul fianco destro dalla 8^ Divisione prussiana, viene ucciso e la brigata completamente annientata. Ciononostante, Mollinary tiene la foresta e Franseky (comandante prussiano) invia un messaggio chiedendo rinforzi al comando alle 11.00. Moltke, che intende completare il proprio piano rifiuta i rinforzi per non sguarnire la riserva in attesa che la 2^ Armata raggiunga la posizione adatta. Moltke si rende conto che i prussiani sono ancora a rischio contrattacco.
Infatti Mollinary avrebbe voluto proseguire il movimento per aggirare il fianco sinistro della 1^ Armata del Principe Carlo e al riguardo ha il supporto da parte del comandante del 3° Corpo e della Divisione di cavalleria dell’Arciduca Ernesto, ciononostante Benedek non autorizza il movimento[i].
L’ora decisiva per la battaglia di Koniggratz è tra le 11 e le 12 quando, vista l’indecisione austriaca, i prussiani riescono a schierare 40 pezzi di artiglieria per supportare le stanche 3^ e 4^ Divisione guadagnando tempo affinché la 2^ Armata prussiana raggiunga la zona di operazioni.
(5)    Ala sinistra in pericolo
Nonostante la posizione sfavorevole (Principe Alberto di Sassonia aveva proposto di posizionarsi presso Hradek e di abbattere la foresta di Prim) l’ala sinistra manteneva la posizione principalmente per la mancata aggressività dell’Armata dell’Elba di Hervarth, che temeva un cedimento al centro da parte della 1^ Armata del Principe Federico Carlo. Non ci sarà un ingaggio fino alle 13.30 con la 14^ e la 15^ Divisione dell’Armata dell’Elba.
(6)    Problemi Prussiani sul Bystrice
Al centro, infatti, la 1^ Armata era in difficoltà inchiodata sul Bystrice dall’artiglieria austriaca mentre almeno 100 pezzi del Principe Federico Carlo erano senza munizionamento in attesa di rifornimenti da Jicin.
Nonostante l’ordine del Principe di far intervenire le due Divisioni (5^ e 6^) di riserva, Moltke riesce a bloccare l’iniziativa poiché ancora in attesa dell’arrivo della 2^ Armata ma i prussiani non riescono a raggiungere le posizioni elevate, da dove l’artiglieria austriaca fa fuoco utilizzando ormai le munizioni del 6° Corpo in riserva di Ramming che viene inoltre invitato da Gablenz a unirsi al combattimento[ii].
Alle 12.00 finalmente la nebbia si alza e la visibilità sul campo di battaglia mostra a Moltke un panorama inquietante con il centro dello schieramento assottigliato e il Corpo di Ramming che avanza verso la prima linea.
(7)    Benedek valuta un’offensiva
Alle 11.45 Bendek viene informato che le Divisioni della 2^ Armata hanno attraversato l’Elba alle 09.00 e che sarebbero arrivate intorno alle 14.00 sul fianco dello schieramento.
In tale momento Benedek, dopo aver ordinato al 4° e 2° Corpo di ritornare alle proprie posizioni iniziali e distendere il fronte, valuta la possibilità di far intervenire la propria riserva (6° Corpo di Ramming) per un contrattacco. Non è ben comprensibile perché Benedek chieda l’autorizzazione all’Arciduca Guglielmo, Comandante nominale dell’Armata austriaca, di effettuare la controffensiva ricevendo risposta negativa[iii].
Precedentemente, il nuovo comandante del 1° Corpo (in riserva) Leopold Grondecourt (che aveva sostituito Clam Gallas) aveva posto i reggimenti in colonna per avanzare tra il 10° ed il 3° Corpo senza disposizioni da parte di Benedek.
Le Divisioni della 2^ Armata in prossimità della zona di operazioni ricevono l’ordine, da parte del Principe Ereditario, di marciare puntando verso gli alberi della foresta Horenoves e non verso il suono dei cannoni al fine di non impattare sulla fronte di Benedek bensì sul fianco destro.
(8)    La sacca inizia a chiudersi
Dalle 12.00 alle 13.00 Ramming continua a chiedere di poter intervenire e Benedek nonostante la posizione di alcuni collaboratori, comincia a valutare la possibilità di un contrattacco e dispone che il 6° Corpo rimanga nelle posizioni acquisite ancorché in riserva e al 1° Corpo di continuare il movimento verso il fianco del 10° Corpo. Ma alle 13.00 i primi reparti della 2^ Armata raggiungono il fiume Trotinke e le prime batterie prussiane si dispongono a tiro utile verso Chulm. Sta iniziando il Kesselschlacht.
Sempre alle 13.00, la 30^ Brigata di Canstein riesce ad aggirare sul fianco i sassoni e, nonostante i rinforzi del generale Weber Comandante dell’8° Corpo austriaco, riesce a prendere Hradek e a piazzare la propria artiglieria riuscendo così a raggiungere la foresta di Prim.
L’ala sinistra di Bendek sta subendo un aggiramento e spinta dalle unità prussiane si allontana dal contermine 10° Corpo pertanto Gablenz decide di far intervenire l’8° Armata.
Sull’altra ala dello schieramento austriaco, Benedek, ricevute informazioni sul ritardo dell’avanzata della 2^ Armata, decide di far ripiegare il 4° e 2° Corpo piuttosto che provare a chiudere la 1^ Armata prussiana, contestualmente lo schieramento austriaco comincia a subire il fuoco delle prime artiglierie schierate ad Horenoves. L’avanguardia della 2^ Armata prussiana mette panico sulle quattro brigate del 2° Corpo prussiano. In particolare, il 6° Corpo prussiano raggiunge il fiume tra Racic e Trotinka senza incontrare che poche truppe demoralizzate.
Alle 14.00 la 14^ Divisione entra a Problus e Moltke per la seconda volta impedisce l’intervento delle divisioni di riserva come avrebbe voluto il Principe Federico Carlo. Intanto il fianco destro è ancora più critico con i resti della 7^ Divisione di Fransecki e la 1^ Divisione della Guardia che prendono possesso della foresta di Svib costringendo in una posizione incerta il 4° Corpo di Mollinary.
(9)    Cattura di Chulm ed il collasso del fronte
La 1^ Brigata delle Guardie prussiana affonda nel dispositivo austriaco sino ad arrivare a Nedelist trovando un fronte debole creatosi a causa del disorientamento creato nell’ala destra dagli ordini di rischiaramento di Benedek. Gli uomini del 4° e 2° Corpo più la Divisione di Cavalleria leggera di Taxi attaccati da più lati cominciano a ripiegare disordinatamente verso i ponti sull’Elba.
Intanto le Guardie continuano ad avanzare e conquistano Chulm tagliando la via di ritirata ad alcuni reggimenti austriaci e distruggendo una intera batteria di artiglieria. Nel mentre Benedek ed il suo Stato Maggiore sono intenti a seguire da Lipa il collasso dei sassoni nonostante i rinforzi del 1° Corpo, quando viene informato dell’arrivo delle Guardie prussiane da nordovest. Resosi conto di ciò Benedek, sotto il fuoco dell’artiglieria, prova ad ordinare ai resti del 3° Corpo di riconquistare Chulm ma viene disobbedito.
La situazione è estrema, Gablenz cerca di ridislocare l’artiglieria per colpire Chulm ma si trova il campo di tiro coperto dalle proprie truppe e assiste al progressivo accerchiamento delle proprie posizioni, siamo intorno alle 15.00 del pomeriggio.
Benedek da ordine al 10° Corpo di arretrare e disporsi per affrontare la 2^ Armata prussiana ma ormai la confusione aumenta progressivamente. I sassoni in ritirata da Problus vengono fatti segno a fuoco dalla Brigata alleata di Piret. C’è solo una via di fuga per tutta l’Armata del Nord composta ora da 6 Corpi di fanteria, 4 divisioni di cavalleria e dozzine di batterie, Koniggratz[iv]. Alle 15.30 le due brigate di Guardie prussiane hanno definitivamente liberato Chulm e installato l’artiglieria.
Benedek ed il suo Stato Maggiore comandano rispettivamente al 1° Corpo di concentrarsi presso Chulm ed al 6° Corpo di cambiare per la terza volta fronte e dirigersi verso lo stesso villaggio. Il coordinamento si perde anche perché Benedek come La Marmora a Custoza invece di mantenere una posizione centrale nel dispositivo comincia ad andare avanti ed indietro nervosamente per tutto lo schieramento.
Ramming si butta all’attacco senza la supervisione di Benedek ma viene respinto con forti perdite (125 ufficiali e 6000 uomini in 60 minuti) anche per colpa di due nuove batterie delle Guardie che vengono schierate tra Chulm e Ruzberic. Dopo circa 45 minuti avanza il 1° Corpo che subisce sorte peggiore poiché a differenza di Ramming che riesce a schierare la propria artiglieria a supporto, a causa di un attacco di Ussari Prussiani, Grondecourt non ne ha il tempo e viene pressoché distrutto nei continui attacchi che si protraggono fino alle 17.00.
Si può dire che già dopo poco le 16.00 l’Armata del Nord è distrutta.
Benedek, infine, una volta passato l’Elba ordina le distruzione dei quattro ponti ma lascia indietro migliaia di uomini compresa la maggior parte della cavalleria di riserva, 14 battaglioni sassoni e la maggior parte del 1° e 6° corpo. Il panico è totale e la stessa fortezza di Koniggratz viene assaltata in cerca di protezione dagli austriaci sbandati. Chi non è passato per i ponti cerca di guadare il fiume è un disastro.



[i] Benedek era il leone di Solferino poiché grazie ad una buona posizione e un fornito fuoco organizzato di artiglieria respinse gli attacchi nemici.
[ii] I due Corpi in riserva erano in ottime condizioni, avevano avuto l’opportunità di consumare un pasto caldo compreso di vino ed erano riposati.
[iii] E’ strano poiché la figura dell’Arciduca Guglielmo è assolutamente rappresentativa. Benedek era il Comandante assoluto dell’Armata del Nord e non aveva bisogno di autorizzazioni per movimenti tattici.
[iv] In verità erano stati costruiti quattro ponti nel pomeriggio ma non erano stati segnalati sul terreno.

venerdì 21 ottobre 2016

La Battaglia di Sedowa. 7. Conclusione

a.       Considerazioni riepilogative
A seguito di questa rotta le Forze prussiano hanno la via libera per raggiungere Vienna, questa è quella che si può definire la battaglia decisiva infatti è l’evento che pone fine alla guerra tra Impero Austriaco e Regno di Prussia. Difficilmente nei conflitti si può individuare la battaglia decisiva, più spesso le guerre finiscono per logoramento fisico e morale ma in questo caso la superiorità prussiana ha creato una condizione difficilmente recuperabile ossia ha raggiunto il proprio obiettivo di distruggere le forze armate avversarie, centro di gravità  napoleonico ma ancora efficace nel 1866.
La conduzione delle operazione è stata caratterizzata da due atteggiamenti opposti, quello spiccatamente offensivo dei prussiani e quello più cauto e difensivo dell’Armata del Nord. Anche in questo caso tali impostazioni non sono frutto semplicemente delle note caratteriali dei singoli comandanti ma di dottrine assunte e portate avanti con determinazione, nel caso austriaco forse anche con troppa determinazione.
Quello che invece salta agli occhi è la concezione e lo sviluppo del piano prussiano che si svolge su un lungo periodo (inizia addirittura l’anno precedente) a differenza della scarsa preparazione austriaca. A questo si deve aggiungere un elemento essenziale, la struttura dello Stato Maggiore prussiano e la cura dei collegamenti non altrettanto curati da parte austriaca. La manovra di avvolgimento di von Moltke riesce anche perché c’è un elevato coordinamento tra armate distanti parecchie chilometri e diciamolo dalla possibilità di intervenire per due volte sulla decisione di impiegare la riserva quando ancora non opportuno.

mercoledì 5 ottobre 2016

sabato 1 ottobre 2016

Ancona. Testo Intervento presentazione volume n.12 Collana Storia in Laboratorio






L'ultima difesa pontificia di Ancona
7 - 29 settembre 1860
Il passaggio delle Marche dallo Stato preunitario allo Stato nazionale
Tomo II
Gli avvenimenti
Roma, Società' Editrice Nuova Cultura, 2012
II edizione 2016 
Pag.359



Ancona Museo della Città'
30 settembre 2016




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