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martedì 30 ottobre 2018

La Mobilitazione del Belgio, della Russia, e della Serbia e del Montenegro nel 1914




Belgio

Il Belgio ordinò la mobilitazione generale di tutte le sue forze armate nel
momento in cui constatò, il 31 luglio 1914 che fu violata la sua neutralità. Il
4 agosto successivo il Belgio si rivolse alle potenze garanti della neutralità
per una azione comune contro l’invasione tedesca.
Il Belgio poteva mobilitare sei divisioni di fanteria, ove la 3a e la 4a Divisione
si mobilitarono nelle piazzeforti di Liegi e di Namur, la 1a, la 2°, la
5a, e la 6a si raccolsero nella zona di Tirlemont, Lovanio, Wavre, Perwez, la
Divisione di Cavalleria fu spinta in avanti verso la zona di Diest-S.Trond.
Posizioni sulle quali l’Esercito belga attese l’aiuto degli Alleati.
2. Mobilitazione e piani di operazione 69


Russia

La mobilitazione parziale della Russia si ebbe a mezzogiorno del 25 luglio
1914; il 29 luglio fu ordinata la mobilitazione parziale di 13 Corpi d’Armata
destinati inizialmente ad operare contro l’Austria-Ungheria e segretamente
la mobilitazione generale che venne ordinata il 31 luglio all’alba.
La radunata delle forze di 1° linea dell’Esercito russo avvenne sulla linea
Niemen-Narew-media Vistola-Lublino-Dubno-Kamtez-Podobsk.
Sul fronte orientale la Russia schierava, al comando del Granduca Nicola
Nicolayevic le seguenti forze:
● Gruppo di Armate Nord Ovest (al comando del gen. Gilinsky) su:
- I Armata (al comando del gen. Rannenkampf) su:
. 4 Corpi d’Armata
. Divisioni di Cavalleria (imprecisato)
. Divisioni di Riserva (imprecisato)
- II Armata (al comando del gen. Samsonow) su:
. 5 Corpi d’Armata
. Divisioni di Cavalleria (imprecisato)
. Divisioni di Riserva (imprecisato)
● Gruppo di Armate Sud Ovest (al comando del gen. Ivanov) su:
- IV Armata (al comando del gen. Evert) su:
. 4 Corpi d’Armata
. Divisioni di Cavalleria (imprecisato)
. Divisioni di Riserva (imprecisato)
- V Armata (al comando del gen. Plehve) su:
. 4 Corpi d’Armata
. Divisioni di Cavalleria (imprecisato)
. Divisioni di Riserva (imprecisato)
- III Armata (al comando del gen. Russky) su:
. 4 Corpi d’Armata
. Divisioni di Cavalleria (imprecisato)
. Divisioni di Riserva (imprecisato)
- VIII Armata (al comando del gen. Brussilloff) su:
. 4 Corpi d’Armata
. Divisioni di Cavalleria (imprecisato)
. Divisioni di Riserva (imprecisato)
70 1914. Compendio. L’anno fatale
Riserva costituita da alcuni Corpi d’Armata che poi andrà a costituire la IX
Armata nella zona di Varsavia.
In totale 60 Divisioni di Fanteria e 24 di Cavalleria. Occorre rilevare che
nel settembre 1914 rinforzate dai Corpi d’Armata provenienti dal Caucaso
e dall’Asia le forze russe raggiunsero la consistenza di 65 Divisioni che nel
Dicembre 1915 divennero 95.
Il piano russo risente delle influenze francesi. Nel 1911 dopo un viaggio
del generale francese Dubail, il piano russo prevedeva un attacco entro il
ventesimo giorno dalla mobilitazione. In ogni caso la Russia si era impegnata
a varcare la frontiera con le forze che erano disponibili entro il sedicesimo
giorno dalla mobilitazione, in armonia con il piano francese che
prevedeva una grande battaglia tra Metz e Namur tra il 15° ed il 17° giorno
dalla mobilitazione.
Il piano prevedeva inizialmente una azione offensiva in Galizia per mettere
fuori causa l’esercito austro-ungarico prima che la Germania fosse in
grado di portare le sue forze ad oriente. Successivamente fu deciso di attaccare
anche nella Prussia orientale, a seguito delle pressioni del Comando
francese, che sperava così di alleggerire la pressione tedesca sulla fronte
francese. Il piano russo può essere così sinteticamente riassunto: duplice
offensiva a nord contro le scarse truppe tedesche, con due Armate, ed a sud
contro l’esercito austro-ungarico, con quattro Armate.


Serbia e Montenegro
La mobilitazione dell’Esercito serbo fu ordinata il 25 luglio 1914. Si mobilitarono
11 Divisioni, ed in seguito fu ordinata la leva in massa. Il Montenegro
ordinò la mobilitazione generale alla fine di luglio e mobilitò 4 divisioni
per un totale di 35.000 uomini.


massimo coltrinari
(direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org

martedì 16 ottobre 2018

Due decorati al Valor MIlitare

Anno 159° – Numero 240. Lunedì 15 ottobre 2018. È un numero particolare questo della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, un numero particolare per Arezzo e per due protagonisti che hanno compiuto un gesto eroico durante le vicende belliche della seconda guerra mondiale: Giovan Battista Mineo e Giuseppe Rosadi.

Quel numero della Gazzetta Ufficiale reca infatti notizia dei due decreti presidenziali, il 2059 e il 2060 del 16 luglio 2018, con i quali è stata concessa la medaglia di bronzo al valor militare a entrambi i partigiani, il primo nato a Santa Flavia in provincia di Palermo il 27 marzo 1921 e il secondo a Capolona il 19 marzo 1923. Per Mineo, tra le motivazioni del conferimento si legge: “costante esempio di dedizione alla causa e puro eroismo”. Per Rosadi: “nobile esempio di sentimento patriottico e di sprezzo del pericolo”


 Serve allora ricordare i fatti in cui Mineo e Rosadi furono coinvolti: il 26 giugno 1944, una banda autonoma di partigiani slavi, operante sulle montagne tra Arezzo e Anghiari, aveva fermato un’’automobile e preso prigioniero il colonnello Maximilian von Gablenz, assieme al suo aiutante, un sergente maggiore. Il comando tedesco di Arezzo organizzò un immediato rastrellamento, che portò alla cattura di oltre 500 persone, che furono rinchiuse nella chiesa della Chiassa. Un ultimatum diramato nei paesi della zona concedeva 48 ore di tempo per la restituzione del colonnello, pena la fucilazione degli ostaggi, che intanto, grazie alla liberazione di molte donne e bambini, erano scesi a poco più di 200.
Il comando partigiano italiano, della XXIII brigata garibaldina Pio Borri, avrebbe voluto far liberare il colonnello von Gablenz, ma non lo aveva a sua disposizione. Quando l’’ultimatum stava per scadere, si era presentato al comando tedesco un giovane partigiano siciliano, Giovan Battista Mineo, che trattò con i comandanti tedeschi e li convinse a concedere una proroga di 24 ore dell’’ultimatum. Esso sarebbe dunque scaduto il 29 giugno 1944, lo stesso giorno in cui i soldati nazifascisti uccidevano oltre 200 persone tra Civitella in Val di Chiana, Cornia e San Pancrazio. In una piccola chiesa a pochi chilometri di distanza poteva consumarsi un altro analogo dramma.
Mineo partì alla ricerca della banda di slavi. Trovatala, iniziarono le estenuanti trattative. Alla fine, Mineo riuscì a farsi consegnare il colonnello von Gablenz e il suo aiutante. Visto che la strada era lunga e c’era il rischio di arrivare tardi, von Gablenz scrisse un biglietto e Mineo corse verso la Chiassa per consegnarlo ai comandanti tedeschi. Mineo era in vista della Chiassa, quando l’’ultimatum stava per scadere e i primi ostaggi venivano portati fuori della chiesa per dare inizio alle fucilazioni.
Mineo si mise a urlare, alcuni soldati gli andarono incontro, lui mostrò il biglietto del colonnello von Gablenz e le fucilazioni furono sospese. Dopo un po’ di tempo arrivò il colonnello con il suo aiutante, accompagnati da un altro partigiano, Giuseppe Rosadi. Von Gablenz ordinò che fossero liberati tutti gli ostaggi. Le campane della chiesa della Chiassa iniziarono a suonare a festa, mentre veniva restituita la libertà a oltre 200 civili.
La riscoperta di questi due eroi è stata tardiva: c’è voluto innanzitutto il libro “Vite in cambio” di Santino Gallorini dove viene ricostruita nel dettaglio la drammatica vicenda della Chiassa e vengono evidenziati i meriti di Mineo e di Rosadi. Il 6 novembre 2012 il Consiglio Comunale approvava all’’unanimità un atto di indirizzo del consigliere comunale Luigi Scatizzi e sottoscritto da tutti i capigruppo per la concessione di un appropriato riconoscimento al coraggio e al valore dei partigiani Giovan Battista Mineo e Giuseppe Rosadi. In seguito a questa delibera, l’’amministrazione comunale stabiliva di intitolare ai due eroi il parco pubblico della Chiassa. Il 28 giugno 2014, grazie all’impegno del Comitato PatriOnorEroi Dimenticati, si tenne alla Chiassa una cerimonia alla quale partecipò il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, assieme ad altre autorità civili e militari nonché rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma. Fu scoperta una lapide dedicata a Mineo e a Rosadi nella piazza della chiesa. Anche l’area verde pubblica del paese è diventata parco Giovan Battista Mineo e a questo nome si aggiungerà presto quello di Rosadi.
Il 9 settembre 2014 il sindaco Giuseppe Fanfani e il presidente della Provincia Roberto Vasai presentarono una domanda comune al ministro della Difesa Roberta Pinotti per richiedere una onorificenza al valor militare per Giovan Battista Mineo e Giuseppe Rosadi. In quella occasione, il ministero della Difesa dava risposta negativa. L’’11 marzo 2015, ci fu allora un’’integrazione alla memoria dei due partigiani, trasmessa ancora al ministero della Difesa, con 50 nuovi documenti, ma l’’iter burocratico è proseguito ancora per anni.
La consegna del libro di Santino Gallorini, da parte dell’’autore stesso, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha contribuito a che la massima carica dello Stato si interessasse della vicenda mentre la legge 25 febbraio 2016, n. 21, ha riaperto i termini per la presentazione delle richieste per le onorificenze al valor militare per attività partigiana. Il sindaco Alessandro Ghinelli e il presidente Roberto Vasai hanno così preparato velocemente una nuova richiesta in tal senso, spedita l’’11 marzo 2016 tramite il Prefetto di Arezzo. E nel maggio scorso il ministero della Difesa ha inviato alla Presidenza della Repubblica i due decreti di concessione di medaglia al valor militare, firmati dal ministro Roberta Pinotti.
Ma quando stavano per essere sottoposti al presidente Mattarella per la firma, si era insediato il nuovo Governo di Giuseppe Conte e quindi, l’’Ufficio affari militari della Presidenza della Repubblica ha rinviato al nuovo ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, i due decreti per una nuova firma. Adesso sono stati finalmente pubblicati.