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domenica 21 dicembre 2014


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lunedì 8 dicembre 2014

Ascoli Piceno 6 Dicembre 2014. Convegno.



Relazione
(una nota sul convegno è in 
www.coltrinarimassimo.blogspot.com, post in data 6 ed 8 dicembre 2014)

Gen. Massimo Coltrinari


La Grande Guerra e la Brigata Piceno
(235° Reggimento, 236° Reggimento)

Nel quadro di battaglia dell’esercito Italiano dalla sua costituzione, il 4 maggio 1961 ad oggi, una unità che porti il nome “Piceno” compare nel 1917, come Brigata, che si va ad aggiungere alle altre tre già esistenti che portano un nome della nostra regione: la “Marche” e l’Ancona” create in epoca umbertina e la “Macerata” creata alla vigilia della Grande Guerra.
Guerra durante, nel 1917, all’inizio dell’anno, furono costituite, a poche settimane l’una dall’alta la Brigata Pesaro e, appunto la Brigata Piceno
Con la fine del conflitto, nel primo dopoguerra, la Brigata “Piceno viene sciolta.
Con la trasformazione del Corpo Italiano di Liberazione, e la costituzione dei Gruppi di Combattimenti, abbiamo il Gruppo di Combattimento Piceno, che però non è una unità combattente ma addestrativa. Da questo Gruppo di Combattimento discente l’erede della Brigata Piceno e unico reparto dell’Esercito Italiano che porta un nome marchigiano oggi esistente, il 235° Reggimento che ha stanza qui ad Ascoli Piceno.
L’altro reparto presente nelle Marche oggi, è il 28 Reggimento Pavia, che discende dalla Brigata Pavia che si copri di gloria alla presa di Gorizia nel 1916.
Illustrerò, in questo contesto di rievocazione degli eventi della Prima Guerra Mondiale brevemente le vicende della Brigata “Piceno” nei suoi due anni di impiego nel corso della Grande guerra, dopo aver fatto un breve cenno alla evoluzione ordinativa della Brigata di Fanteria nel Regio Esercito guerra durante, evoluzione che inciderà fortemente nella formazione e nell’impiego della Brigata Piceno stessa.

L’andamento della guerra, che sostanzialmente è di posizione, ha imposto l’aumento delle unità da impiegare al fronte. In un quadro generale per sottolineare questo aspetto basti dire che le Armate sono raddoppiate rispetto al 1915. All’inizio della guerra abbiamo quattro armate, che diventano otto nel 1918. Di pari passo aumentano i Corpi di Armata e a discendere le Brigate ed i reggimenti. Si arriva a costituire ben 283 Reggimenti, un dato mai visto prima nelle fila dell’Esercito Italiano.

La guerra di posizione impone un progressivo aumento del numero e del peso logistico derivante dalle accresciute esigenze di fuoco e dall’aumento delle truppe tecniche (genio, aviazione, trasmissioni, esigenze di retrovia ecc.). In questo processo sovente involutivo occupano uno spazio ragguardevole le artiglierie e le bombarde.

Di contro, rispetto alle armi tecniche, la Fanteria aumenta in misura minore, ovvero più armi in dotazione; al suo interno si delinea molto nettamente la diminuzione del numero degli uomini e quadrupedi e in parallelo si ha un forte aumento delle armi a tiro teso e curvo.
Questa evoluzione è particolarmente significativa a livello divisionale e ai libelli inferiori (brigata, reggimento, battaglione, compagnia).

Se nel 1915 la Brigata di fanteria è composta da solo dai due Reggimenti di Fanteria per un totale di 162 Ufficiali e oltre  7200 uomini alla  data del 4 novembre 1918, la Brigata è composta, sempre da 2 Reggimenti ma per un totale di 162 Ufficiali e circa 6000 tra Sottufficiali e Truppa. Ha in più alle dirette dipendenze 2 compagnie mitraglieri. A seconda del tipo di arma in dotazione si ha Per la mitragliatrice Fiat 14: 6 Ufficiali e 270 sottufficiali e truppa, 32 quadrupedi, 16 carri, 2 biciclette; Per la mitragliatrice 1907 F: 6 Ufficiali  237 sottufficiali e truppa, 48 quadrupedi, 12carri, 4 biciclette.

A livello reggimentale nel corso della guerra il reggimento riceve, 1 plotone d’assalto, 1 reparto cannoncini da 37 mm su 4 armi, 1 sezione lanciafiamme portatili su 12 armi.

 Ma chi subisce le maggiori variazioni ordinative nel corso della guerra è il battaglione:, anche nel numero e nella composizione delle pedine base.
Nel 1918 il Battaglione ha 3 compagnie, mentre prima ne aveva 4, ma ha in più, 1 compagnia mitragliatrici  Fiat su 8 armi, una compagnia zappatori, una sezione lanciabombe “Stokes” su 4 armi

 Ovvero a tutti i livelli si è adottata una struttura organizzata tipicamente per la difensiva, contraddistinta da sempre più numerose armi di reparto adatte alla guerra di trincea e dotati di conseguenza di ridotta mobilità in proprio.

La meccanizzazione che si è avuta durante la guerra, nonostante le inusitate proporzioni raggiunte, non produce per ciò stesso movimento ed operazioni dinamiche, ma anzi favorisce ulteriormente le situazioni di stallo tattico e letalità tipica della guerra di trincea.
Questo impone alle spalle del combattente, che sta fermo, ma aumenta enormemente i consumi,  e le esigenze, un complesso imponente di predisposizioni a tergo che si traduce in un costante moviment dall’indietro  in avanti essenziale per sostenere il fronte.

Questo permette di osservare che la guerra 1915-1918 non sia prettamente statica: le battaglie si sono svolte in spazi relativamente stretti (sia pure con la non trascurabili e non modeste eccezioni della 12ma Battaglia dell’Isonzo e di Vittorio Veneto), ma che per alimentare quella sorta di sottile scorsa dura ove era cristallizzato il combattimento, incessanti erano i movimenti strategici e logistici verso l’avanti e non meno importanti e continui gli sgomberi di materiali e di uomini non utilizzabili  e quindi i movimenti verso l’indietro.

Pertanto le Brigate di Fanteria che rappresentavano, essendo unità elementari, le pedine base di ogni azione erano ordinate secondo questo genere di guerra. E rispetto all’ordinamento del 1915, si trasformano, soprattutto a livello di battaglione, che si plasma sulle esigenze della guerra e l’unità che subisce le maggiori trasformazioni.

La somma di tutto questo permette di dire che la costituzione della Brigata Piceno non ebbe la configurazione ordinativa di inizio guerra, ma quella che era il frutto di due anni di guerra, e plasmata sulle esigenze della guerra di logoramento che si era imposta sulla nostra fronte. Ed in virtù di questo ordinamento, pur impiegata in azioni di tutto rilievo, ebbe un numero di perdite relativamente e proporzionalmente basso.                        

Due anni di guerra.
La brigata Piceno si costituisce il 6 febbraio 1917 da due dei più prestigiosi e ricchi di tradizione reggimenti dell’Esercito Italiano; il Comando di Brigata ed il 235° Reggimento dal Deposito del 17° Reggimento fanteria[1]; il 236° dal Deposito del 13° Fanteria.[2]

Il luogo ove è costituita è in provincia di Vicenza, fra Grisignano-Torri di Quartesolo-Sarmego e Vencimuglio ed assegnata alla 55a Divisione. Dopo un lungo periodo di esercitazioni e di allenamento, utile specialmente per le più giovani classi che costituivano il 20% della sua forza, la Brigata Piceno destinata in Vallarsa, è trasferita dal 25 marzo al 1 aprile a Piano ed il 9 e schiera sulla linea di resistenza arretrata fra i capisaldi del Lomer, ove compie quei lavori di rafforzamento necessari per una maggiore efficienza della linea stessa.

Dal 26 aprile al 1 maggio la Brigata Piceno passa in prima linea sulla destra de torrente Leno, tra quota 800 ed il Matassone, rilevando la Brigata Ancona. Qui vi rimane fino ai primi di luglio esplicando quotidiana attività di pattuglie. Tra il 7 e 1'8 è trasferita per ferrovia e per via ordinaria nella zona fra Campolonghetto-Villa Codis e Castions di Mure, passando alle dipendenze della 27 Divisione. 11 16 luglio si trasferisce nella zona di Redipuglia e Soleschiano (61a Divisione) e nei giorni 19 e 20 sostituisce il 2" Reggimento Granatieri ed il 139° Reggimento fanteria in prima linea, nella zona di Selo appoggiando la destra alla strada imperiale Komarje-Bestrovica, e la sinistra alle pendici sud-occidentali di quota 241. 11 3 1, sostituita dalla Brigata Siena si riunisce a Polazzo per un periodo di riposo.

I1 15 agosto 1917, in vista della nostra imminente offensiva, torna nel solito settore (27a Divisione) scaglionandosi in profondità nelle doline retrostanti. Compito della 27a Divisione è quello di impadronirsi del tratto di fronte Voiscizza inferiore -quota 326 -quota 232 (Krapenea) -quota 213 ( a nord di Mauchiute); quello della Brigata Piceno è limitato alla occupazione delle quote 326 e 222. La giornata del 18 è impiegata dalle artiglierie per aprire numerosi varchi nelle trincee nemiche, varchi che vengono ampliati e resi più numerosi dai riparti in linea.11 19 le prime ondate, composte dal I battaglione del 235° Reggimento ,dal I1 e 111 Battaglione del 236" Reggimento muovono all'attacco occupando, nonostante fiera resistenza, la linea nemica di vigilanza, ove catturano numerosi prigionieri, armi e materiali vari. L'avanzata si fa però difficile, specie per l'ala sinistra perchè il nemico la fulmina con mitragliatrici appostate a quota 241 ( ovest di Selo). Entrano pertanto in azione anche il I1 Battaglione del 235" Reggimento ed il I Battaglione del 236" Reggimento. Occupata la quota 241, si tende a quota 247; qui il nemico vi oppone una resistenza molto accanita e contrattacca a sinistra del 235" che ripiega fin quasi alle doline Franzel e Donan. Le difficoltà trovate i prossimità della quota 247 impediscono alla difficoltà trovare in prossimità delle quote 247 impediscono alla Brigata Piceno di prendere contatto, sulla sinistra, con la Brigata Lazio la cui avanzata, per tal motivo, viene arresta all'altezza della strada Boscomalo-Selo.

Chiesto l'intervento dell'artiglieria e ricevuti rinforzi la Brigata Piceno torna all'attacco di quota 247 che, finalmente cade in sue mani. Verso sera la sinistra giunge all'altezza di Korite, mentre la destra trovasi a qualche centinaio di metri da Selo.Nel frattempo, il I Battaglione del 235" Reggimento, che ha subito numerose perdite, viene sostituito dal il Battaglione del 65° Fanteria, mentre viene inviato in azione anche il I11 Battaglione del 235°, sinora in riserva. I1 girono 20 la Brigata Piceno giunge all'altezza del cimitero del17acquedotto di Selo, a contatto della Brigata Granatieri che occupa il paese, mentre il I Battaglione del 65° Reggimento, con magnifico slancio, prende possesso delle falde occidentali di quota 241 a nord-est di Selo, e più tardi conquista la sommità affermando visi dopo lunga lotta. Ma nel pomeriggio il nemico contrattacca ed obbligala Brigata Lazio, operante sulla sinistra, a ripiegare ad occidente della linea quota 241-quota246 che aveva brillantemente conquistato il mattino. Anche quota 241 viene pertanto abbandonata al nemico: ma il 235" Reggimento, rinforzato dal I Battaglione del 65" Reggimento, la riprende poco dopo, mantenendone saldo il possesso malgrado nuovi e ripetuti ritorni offensivi. L’avanzata prosegue anche il giorni 21 superaqndo le enormi difficoltà frapposte dal terreno e dal nemico.
I1 22 le truppe sostano sulle posizioni conquistate, rettificando e rafforzando la linea raggiunta. Per il contegno eroico ottenuto in questi quattro giorni di fiera lotta viene concessa la medaglia d'argento al valor militare al 235° Reggimento e quella di bronzo al 236° Reggimento e tutta a Brigata ha l'onore di essere citata nel bollettino di guerra del Comando Supremo. Essa ha perduto, dal 19 al 22 , 42 ufficiali e 906 uomini di truppa. Nella notte sul 23, sostituita dalla Brigata Pistoia, si raccoglie tra Jalmicco e Sottoselva, ed il girono successivo è trasferita per ferrovia, tra la valle dei Mercanti e Torrebel vicino. 11 15, in autocarri, prosegue per il settore di Pòsina ove, nei giorni successivi, rileva la IV Brigata bersaglieri, schierandosi sulle posizioni di Monte Preuche-Lambre-Ciparie-Mogentale, alla dipendenza del V Corpo d'Armata e, più tardi (6 ottobre) della 69a Divisione. Fino al 14 ottobre la Brigata Piceno alterna i suoi battaglioni nel citato settore, esercitando assidua vigilanza e compiendo frequenti azioni di pattuglie. I1 15, rilevata dalla Brigata Pallanza si trasferisce fra San Vito di Leguzzano. Maio, San Tomio e Santa Caterina. Tra il 26 ed il 29 è inviata sulla fronte del Pasubio (Sottosettore Porte del Pasubio) a sostituirvi la Brigata Liguria (55" Divisione) ed ivi passa il resto dell'anno nella consueta rotazione dei suoi reparti fra le posizioni dei suoi riparti tra le posizioni di prima e seconda linea.


Le operazioni nel 1918
.
La Brigata Piceno[3] è sempre nel solito sottosettore, dal Palòm di Pasubio agli “Alberghetti”, ove resta sino al 17 giugno, per poi spostarsi a sinistra, nel sottosettore di Cosmagnon tra Sogi ed il Coston di Lora. In ambedue i fronti alterna i suoi reggimenti fra turni di linea e turni di riposo. La sua attività in linea, maggiormente necessaria nei primi mesi dell’anno, durante i quali, da parte nostra ed avversaria, si svolge una accanita lotta di mine, rende sicura la difesa di quegli importanti baluardi montani. E’ attività di lavori di rafforzamento e di gallerie, è attività di pattuglie, alle quali spesso si uniscono elementi czeco-slovacchi dislocati espressamente nella zona; così si riesce a tenere a bada il nemico ed a aparalizzare ogni suo proposito combattivo.
 Dal 13 al 17 agosto, sostituita dalla Catania, si trasferisce a Valdagno, ed inizia un periodo di riposo ed ordinamento che dura fino al 30 settembre, allorchè è di nuovo inviata nel settore Pasubio ove si schiera, con un reggimento nel sottosettore Cosmagnon e con l’altro nel sottosettore Porte di Pasubio. Quivi riprende la consueta attività di pattuglie.
Nella nostra offensiva finale la Brigata Piceno, meno i battaglioni I del 235° Reggimento e III del 235° reggimento, in Piano di Vallarsa a disposizione del comando Brigata Liguria, il 2 novembre agisce contro la linea: Fortino-Roje Grande Roje Piccolo, che viene brillantemente superata, procurandola cattura di oltre 600 prigionieri, di molti cannoni, armi portatili e munizioni. Il 3 novembre, passati il Leno di Vallarsa ed il Leno i Terragnolo, entra in Rovereto, con tre battaglioni, il I battaglione del 236° Reggimento, il II ed il III battaglioni del 235° reggimento, ed ivi è raggiunta, il 4 novembre, dagli altri battaglioni.

Come già detto i suoi reggimenti ricevono la Medaglia d’Argento alla Bandiera del 235° Reggimento e  quella di Bronzo al suo gemello 236°. E’ citata sul Bollettino di Guerra del Comando Supremo del 19 dicembre 1917 e questo, per una Brigata appena costituita ha un grande significato, anche per via della data: infatti siamo appena dopo la fine della Prima Battaglia di arresto (novembre 1917) in cui, con la meraviglia di tutti l’Esercito Italiano era riuscito a tenere sul Piave.
Non ha militari di truppa decorati di Medaglia d’oro, mentre 31 Ufficiali e 16 Militari sono decorati di Medaglia d’Argento e 31 Ufficiali e 11 Militari di truppa con quella di Bronzo.
Riceve anche un Ordine Militare di Savoia.

In due anni di guerra la Brigata perde un quarto dei suoi effettivi: infatti ha 1150 uomini. Caduti, ma sono perdite relativamente basse rispetto alle altre Brigate, frutto come detto della maggiore disponibilità di armi e mezzi.
La Storia della Brigata Piceno che si è tentato in breve di illustrare sta a significare che, nonostante le gravi perdite dei primi due anni di guerra, la Nazione aveva ancora energie per creare nuove Unità, che lo sforzo industriale stava dando i suoi frutti, ma soprattutto che il morale e il consenso, nonostante Caporetto, ancora erano saldi come dimostra il valore della Brigata nella battaglia di arresto e negli impieghi successivi

DOCUMENTI A CORREDO

1. Comandanti di Brigata e di Reggimento.
Brigata:
Magg. Gen. TORTI Carlo, dal 6 febbraio al 22 luglio 1917 (ferito)
Colonnello Brigadiere GAGLIARDO Antonio, dal 2 agosto 1917 al 1° aprile 19178
Brigg. Gen. AMANTEA Luigi, dal 4 aprile al 24 settembre 1918
Magg. Gen. SIROMBO Giovanni, dal 23 settembre al termine della guerra.

235°Reggimento:
Colonnello TORRE Francesco, dal 6 febbraio al 15 maggio 1917
Colonnello PAGLIARULO Francesco, dal 16 al 20 maggio 1917
Colonnello  CABIATI Ernesto, dal 21 maggio 1917 al termine della guerra.

236° Reggimento
Colonnello GRAVOSO Mario, dal 6 febbraio 1917 all’11 maggio 1917
Tenente Colonnello DE MATTEIS Oreste, dal 12 maggio al 29 agosto 1918.
 Colonnello PERRIER Pietro, dal 30 agosto al termine della guerra.

2. Ricompense Collettive.
La Brigata Piceno ha avuto le seguenti ricompense:
Alla Bandiera
Medaglia d’Argento
Alla Bandiera del 235° Reggimento fanteria.
Con meravigliosa irresistibile impeto irruppe in minutissimi trinceramenti nemici, oltrepassandoli, pur flagellato da numerosi mitragliatrici, che i suoi fanti snidarono in epoca gara di sanguinoso individuale ardimento. Sulle posizioni conquistate s’affermò con incrollabile tenacia, respingendo con serena fermezza i violenti contrattacchi dell’accanito avversario.”
Selo-Kortie, 19-22 agosto 1917.[4]

Medaglia di Bronzo
Alla Bandiera del 236° Reggimento fanteria.

Con tenace volontà di vittoria, in quattro giorni di aspri combattimenti, brillantemente conquistò importanti posizioni nemiche resistendo validamente ai reiterati accaniti contrattacchi avversari”
Selo-Kortie, 19-22 agosto 1917.[5]

Citazione  sul Bollettino di Guerra del Comando Supremo
La Brigata Piceno è stata citata una sola volta sul Bollettino di Guerra del Comando Supremo.

Bollettino di Guerra n. 939 (19 dicembre 1917, ore 13.)
“La battaglia sulla fronte giulia prosegue ininterrotta: meravigliosamente tenaci e con azione concorde le nostre truppe efficacemente coadiuvate all’estrema ala destra dalle batterie fisse e natanti e dai monitori della Regia Marina, marciano verso il successo che, anche a traverso la non diminuita resistenza nemica, si va delineando.
Mentre l’ala Nord della vasta fronte la lotta si svolge regolarmente, sull’altipiano carsico e nella zona litoranea, sotto la poderosa pressione delle truppe della 3a Armata, la linea nemica ha cominciato ad inflettersi e cedere in più punti. Le valorose fanterie del XXII Corpo d’Armata ancora una volta si sono coperte di gloria: le brigate Granatieri (1° e 2° Reggimento), Bari (139° Reggimento e 140 ° Reggimento), Piceno (235° reggimento e 236° reggimento) hanno gareggiato in bravura riuscendo ad oltrepassare le poderose difese nemiche tra Corite e Seio verso la forte posizione di Stari-Lovka.
Duecentosessantuno nostri velivoli hanno volato sopra il campo di battaglia: le truppe ammassate tra Selo e Comeno e sulle falde orientali dell’Hermada sono state fulminate; gli impianti del nodo ferroviario di Tarvis e intensi movimenti nemici ivi segnalati furono colpiti con 5 tonnellate di bombe ad alto esplosivo. Un nostro apparecchio da caccia non fece ritorno al proprio campo. Un velivolo nemico venne abbattuto.
Fino a ieri sera il numero dei nemici passati dai posti di concentramento erano 213 ufficiali e 10103 uomini di truppa. Altri numerosi feriti sono stati ricoverati negli ospedali da campo.”
Nella notte sul 20 ed in quella scorsa il nemico ha eseguito a scopo diversivo concentramenti di fuoco e tentativi d’attacco parziali su vari tratti delle fronti tridentina e carsica. Fu ovunque respinto. Un suo riparto d’assalto venne annientato in Val Lagarina ed un altro, che era riuscito a porre piede in un nostro posto avanzato a sud est di Monte Maio, ne venne scacciato da un pronto contrattacco.
Generale Cadorna

 3. Ricompense individuali.
Gli uomini della Brigata Piceno hanno avuto le seguenti ricompense.

Militari decorati con Medaglia d’Oro al Valor Militare
Nessun componente la Brigata Piceno è stato decorato con Medaglia d’Oro al valor Militare nell’arco di tempo che va dalla costituzione della brigata al termine della guerra.

Militari decorati con Medaglia d’Argento al Valor Militare
235°Reggimento Fanteria: Ufficiali n. 27  - Truppa n.12
236°Reggimento Fanteria: Ufficiali n. 4  - Truppa n.4

Militari decorati con Medaglia di Bronzo al Valor Militare
235° Reggimento Fanteria: Ufficiali e militari di truppa, n.7
236° Reggimento Fanteria: Ufficiali e militari di truppa, n. 4

Militari Decorati con l’Ordine Militare di Savoia
Comando Brigata:
GAGLIARDO Antonio, colonnello brigadiere, , cavaliere,
Selo, 18-22 agosto 1917.

4. Le Perdite: Caduti, feriti, dispersi.
235° Reggimento
ANNO 1917
Settore: Di Vallarsa (9 aprile  - 2 luglio)
Ufficiali: Caduti 2, Feriti 1,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 7, Feriti 26, Dispersi 7

Settore: Zona Redipuglia (16-31 luglio)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 0,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 7, Feriti 33, Dispersi 0.

Settore: Korite - Selo (19-22 agosto)
Ufficiali: Caduti 6, Feriti 14,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 33, Feriti 250, Dispersi 115.

Settore: Settore Posina (28 agosto – 12 ottobre)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 0,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 2, Feriti 6, Dispersi 0.

Settore: Sottosettore Porte di Pasubuio (26 ottobre – 31 dicembre)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 0,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 2, Feriti 3, Dispersi 0.

Totale anno 1917: 
Ufficiali: Caduti, 8, Feriti 15, Dispersi 0.
Truppa: Caduti 51, Feriti 318, Dispersi 122.

ANNO 1918

Settore: Sottosettore Porte del Pasubio (1° gennaio – 12 agosto)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 0,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 5, Feriti 12, Dispersi 0.

Settore: Porte del Pasubio. Sottosettore Cosmagon (1 ottobre – 4 novembre)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 0,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 0, Feriti 0, Dispersi 0.

Totale anno 1918: 
Ufficiali: Caduti, 0, Feriti 0, Dispersi 0.
Truppa: Caduti 5, Feriti 12, Dispersi 0.
.

236° Reggimento
ANNO 1917
Settore: Di Vallarsa (9 aprile  - 2 luglio)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 1,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 5, Feriti 41, Dispersi 0

Settore: Zona Redipuglia (16-31 luglio)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 4,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 0, Feriti 39, Dispersi 0.

Settore: Korite - Selo (19-22 agosto)
Ufficiali: Caduti 4, Feriti 12,  Dispersi 6.
Truppa: Caduti 32, Feriti 218, Dispersi 258.

Settore: Settore Posina (28 agosto – 12 ottobre)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 1,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 6, Feriti 6, Dispersi 0.

Settore: Sottosettore Porte di Pasubuio (26 ottobre – 31 dicembre)
Ufficiali: Caduti 1, Feriti 3,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 12, Feriti 10, Dispersi 19.

Totale anno 1917: 
Ufficiali: Caduti 5, Feriti 21, Dispersi 6.
Truppa: Caduti 55, Feriti 314, Dispersi 277.

ANNO 1918

Settore: Sottosettore Porte del Pasubio (1° gennaio – 12 agosto)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 0,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 51, Feriti 38, Dispersi 12.

Settore: Porte del Pasubio. Sottosettore Cosmagon (1 ottobre – 4 novembre)
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 0,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 0, Feriti 0, Dispersi 0.

Totale anno 1918: 
Ufficiali: Caduti, 0, Feriti 0, Dispersi 0.
Truppa: Caduti 51, Feriti 38, Dispersi 12.
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RIEPILOGO GENERALE DELLE PERDITE DELLA
Brigata Piceno

Anno 1917
Ufficiali: Caduti 13, Feriti 36,  Dispersi, 6
Truppa: Caduti 106, Feriti 532, Dispersi 399
Anno 1918
Ufficiali: Caduti 0, Feriti 0,  Dispersi 0.
Truppa: Caduti 56, Feriti 50, Dispersi 12

Nel corso della guerra la Brigata Piceno ebbe 18 Ufficiali Caduti, 46  Feriti e 6 Dispersi. Tra i Militari di Truppa  ebbe 157 Caduti, 570 Feriti e 351 Dispersi.
In totale le perdite ammontarono a 1150 uomini.





[1] Il 17° Reggimento fanteria “Aqui” ha origini nel vecchio reggimento Deportes (1703) formato nel Regno di Sardegna da stranieri di varia nazionalità, che divenne reggimento Audibert nel 1730, Monfort nel 1746, De Sury nel 1769, Chiabese nel 1774, nazionale nel 1794. Il 26 ottobre 1796 prese il nome di “Reggimento Alessandria”. Coi reggimenti Monferrato e Saluzzo costituì la 2a mezza brigata di linea del reggimento piemontese durante il periodo napoleonico, si organizzò poi, al ritorno di Sua Maestà Vittorio Emanuele I nei propri Stati di terraferma, prendendo il nome di brigata Alessandria che, nel 1821, rinforzato dalle classi provinciali chiamate alle armi, si tramutò in brigata Acqui. I due reggimenti di questa, 1° e 2° inquadrando gli uomini dei battaglioni Cacciatori di Savoia, La Regina ed Aosta, il 4 maggio 1883 cambiarono il loro ordinativo in 16° e 17° reggimento fanteria Aqui. Colla brigata ebbe anzianità 13 novembre 1821, e nel 1909 fu reso depositario della antica brigata Alessandria. Vanta così l’eroica difesa di Chivasso, quella memorabile di Torino, l’assedio della fortezza di Fenestrelle, la battaglia di Parma, il fatto d’arme di Guastalla, la guerra del 1742-48 di Carlo Emanuele, la difesa dell’Assietta e la campagna delle Alpi contro gli eserciti della repubblica del 1792-1796. Prese parte alla guerra 1848-49 meritando la medaglia d’argento al valor militare per il fatto d’arme della Sforzesca e per la battaglia di Novara. Con quattro compagnie, inquadrate nel 5° reggimento provvisorio, combattè alla Cernaia nel 1855-56. Tre anni dopo, durante la seconda guerra d’indipendenza, fu a Frassineto, sulla Sesia, alla battaglia di San Martino, all’investimento di Peschiera, guadagnando la seconda medaglia d’argento. Concorse alla seconda spedizione d’Africa colla formazione dei battaglioni che combatterono nella giornata del 1 marzo 1896  (Adua) ed ebbe larga parte nella mobilitazione di tre reggimenti per la guerra italo-turca 1911-1912. Cfr. Ministero della Guerra, Calendario Regio Esercito, XVII -1939  - XVIII, a cura del S.I.M. (Servizio Informazioni Militari), Edizioni Luigi Alfieri, Milano, 1938.
[2] Il 13° Reggimento fanteria “Pinerolo” ha origini nell’antico reggimento savoiardo comandato da marchese Lullin de Geneve che fu costituito durante la Guerra del Piemonte contro Genova (1672). Divenne proprietà del Bagnasco , quattro anni dopo del Masino nel 1768, ed entrò a far parte, nel 1680, dei reggimenti d’ordinanza col nome di Saluzzo di Sua Altezza Reale . Coi reggimento Monferrato ed Alessandria formò, nel periodo 1798-1812 la 2a mezza brigata di fanteria di linea dell’esercito della nazione piemontese, ed alla restaurazione ebbe  nome di brigata Saluzzo. Il 13 novembre 1821 formò la brigata di Pinerolo che, accresciuta da elementi del battaglione cacciatori reali piemontesi e dei cacciatori di Savoia, si divise in due reggimento (1° e 2°) che presero rispettivamente la denominazione di 13° e 14° reggimento fanteria (Brigata Pinerolo) nel 1839. Partecipò alle guerre del XVIII secolo, combattendo a Staffarda, alla Marsaglia, nei memorabili assedi di Cuneo, Pinerolo, Valenza e Torino. Fu in Sicilia alla difesa di Trapani nella guerra contro la Spagna (1718-19), combattè contro gli Imperiali a Parma e Guastalla (1733 -35 ) partecipò alla guerra della “pragmatica sanzione” (1742-48) distinguendosi a Castelbellino, Villafranca, Montalbano, Pietralunga, Madonna dell’Olmo. Fu uno dei reggimenti che si immolarono nella bella difesa dell’Authion durante la campagna 1792-96 contro gli eserciti della repubblica. Meritò la medaglia di bronzo all’assedio di peschiera; una seconda medaglia di bronzo guadagnò il I battaglione nei fatti d’arme del 1848; ebbe la medaglia d’argento nella giornata di Novara (1849), altra medaglia d’argento per la campagna del 1959. Prese parte a tutte le campagne per l’indipendenza; alla spedizione di Crimea concorse con 4 compagnie alla formazione del 3° reggimento provvisorio che fu a Sebastopoli; partecipò a quella d’Africa con una compagnia. Cfr. Ministero della Guerra, Calendario Regio Esercito, XVII -1939  - XVIII, a cura del S.I.M. (Servizio Informazioni Militari), cit.

[3] Anno 1918
a. permanenza in linea.
- dal 1 gennaio al 12 agosto: Sottosettore Porte di Pasubio – Sottosettore di Cosmagnon.
- dal 1 ottobre al 4 novembre: Sottosettore Porte di Pasubio – Sottosettore di Cosmagnon – Piano di Vallarsa – Linea Fortino – Roje Grande – Roje Piccolo –Leno di Vallarsa –Leno di Terragnolo – Rovereto.
b. permanenza in zona di riposo, lavori e trasferimenti.
- dal 13 agosto al 30 settembre: Valdagno.

[4] Bollettino Ufficiale, anno 1926, Dispensa 47
[5] Bollettino Ufficiale, anno 1926, Dispensa 47