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sabato 20 novembre 2021

GIovanni Messe. Relazione. La Battaglia di Natale Seconda Parte

 

 

1°) La battaglia di Natale

 

Il Comando Supremo Tedesco era fermamente deciso a riprendere in mano l'iniziativa, perduta nei mesi invernali, al ritorno della buona stagione.

Il tempo trascorso era stato intensamente utilizzato ad accumulare nuovi materiali, ad organizzare ed addestrare nuove divisioni. Abbiamo visto come lo stesso Hitler avesse dichiarato a Mussolini di essersi personalmente rifiutato di intaccare questa preziosa massa di manovra, malgrado le infinite voci di allarme che gli giungevano da ogni parte del fronte durante i rigidi mesi dell'inverno.

L'esperienza della precedente campagna non era andata perduta. Occorreva abbandonare lo schema della guerra lampo su tutto l'immenso fronte, abbandonare gli obiettivi politici e troppo costosi di Leningrado e di Mosca. L'esercito tedesco doveva proseguire, bensì la distruzione delle armate russe mediante ampie manovre avvolgenti, ma nello stesso tempo doveva mirare all'annientamento del potenziale bellico sovietico, con l'occupazione delle zone del Caucaso, del Caspio e con l'interruzione della grande arteria fluviale del Volga. Anche i procedimenti tattici dovevano essere riveduti sulla base della passata esperienza, in modo da evitare il rapido anemizzarsi della capacità offensiva, determinato da sfasamento tra operazioni e servizi. Questo concetto doveva praticamente tradursi in un più prudente impiego delle masse corazzate.

Il Caucaso e Stalingrado materializzavano dunque gli obiettivi del nuovo ciclo offensivo: il possesso delle risorse petrolifere, la porta aperta verso il Medio Oriente, la chiusura dei traffici sul Volga.

In armonia con questa concezione strategica era stata operata una vasta riorganizzazione dello schieramento tedesco, culminante nella costituzione del nuovo dispositivo offensivo: gruppo di eserciti "B" al comando del Maresciallo von Weichs, a nord, tra l'Orel e Charcov; gruppo di eserciti "A" al comando del Maresciallo List, a sud, tra Charcov e Mar Nero. Del gruppo di eserciti "A" faceva parte la l7° Armata, cui era assegnato il nostro Corpo d'Armata, (successivamente 1'8^ Armata italiana), la 1^ Armata corazzata, 1'11^ Armata e la 3^ Armata romena.

L'offensiva veniva aperta il 28 giugno all'estremità settentrionale del dispositivo, propagandosi quindi gradualmente per la destra fino ad interessare l'intero schieramento meridionale. Il 5 luglio il Don era raggiunto nella zona di Voronesch e successivamente giù giù fino a Sserafimovitch. La 4^ Armata corazzata del gruppo eserciti "B" si spingeva allora arditamente verso sud, percorrendo oltre trecento chilometri in nove giorni e tagliando il Don a monte di Ternovskaja, alle spalle di Rostov. Le premesse per l'intervento del gruppo eserciti meridionali nella battaglia erano assicurate.

L'avversario, evidentemente, non intendeva accettare la lotta decisiva sulle posizioni tenute durante l'inverno ed ancora una volta si affidava allo spazio per sottrarre le sue armate a sicura distruzione. Il piano operativo del Comando Supremo russo appare completamente aderente alla situazione e contiene fin dall'inizio i germi del ritorno controffensivo che doveva portare al disastro tedesco del successivo inverno. Questa volta, infatti, la massa d'attacco tedesca, per quanto potente si presentava relativamente sottile ed il suo addentrarsi in territorio nemico doveva determinare automaticamente brillanti occasioni per la contromanovra dell'avversario. Si aggiunga poi che la stessa distribuzione degli obiettivi principali, Stalingrado - Caucaso, portava naturalmente a spezzare lo sforzo in due direzioni divergenti, aumentando così gli elementi di debolezza insiti nel piano di operazioni tedesco.

Conviene osservare però, che le considerazioni che precedono sono da ascriversi in gran parte al senno del poi, mentre i  successi della nuova offensiva, grandiosi dal punto di vista territoriale ed anche cospicui dal punto di vista tattico nelle singole battaglie che segnarono la via dell'avanzata, potevano allora apparire ancora una volta, come in realtà apparvero a tutto il mondo, tali da segnare i destini della guerra con il colosso moscovita.

a)- Situazione ed ordini

Il settore più sensibile sul fronte dello C.S.I.R. era quello della divisione "Celere", e non soltanto perché corrispondente ad una zona di saldatura, ma anche, e soprattutto, perché uno sfondamento in quella direzione avrebbe portato il nemico a dilagare sulla grande rotabile di Charzyssk con la possibilità di:

- raggiungere per la via più breve l'importante obiettivo territoriale di Stalino;

- minacciare a tergo lo schieramento della 1^ Armata corazzata.

L'ampiezza della fronte del settore era inoltre sproporzionata alle scarse forze disponibili ed anche il rinforzo della Legione CC.NN., che avevo assegnato alla "Celere", non migliorava molto la situazione.

In sostanza, con una massa di fanteria costituita dal 3° reggimento bersaglieri, il quale era sensibilmente ridotto di forze, e da due battaglioni CC.NN., bisognava garantire un fronte di oltre 20 chilometri.

Il Corpo Italiano era in quel momento fronteggiato da:

- due divisioni di fanteria;

- alcune unità non indivisionate;

- un numero imprecisato di pezzi d'artiglieria.

Ma il 20 dicembre la nostra ricognizione aerea segnalava numerosi trasporti ferroviari provenienti da est e da sud-est, oltre a concentramenti di truppe nella zona di Tschemuchino - Nikischin, in corrispondenza del settore della divisione "Celere" e dal punto di sutura col XLIX° Corpo.

Tali notizie, confermate ben presto da altre fonti informative, consentirono di definire esattamente lo schieramento nemico, quale risulta da annesso grafico.

In sostanza:

- situazione immutata sulla fronte delle divisioni "Pasubio" e "Torino";

- tre divisioni di fanteria ed un corpo di cavalleria su tre divisioni, sulla fronte della divisione "Celere".

Lo stesso servizio informazioni dava come imminente un attacco nemico con asse la saldatura tra il Corpo Italiano e il XLIX° Corpo; e difatti, come fu dato poi appurare per mezzo di un ordine di operazioni catturato dopo la battaglia ad un ufficiale prigioniero, era nel concetto di azione del Comando nemico di:

- impegnare fortemente la destra della divisione "Celere";

- sfondare al centro, tra Petropavlovka e Novo Orlovka, puntando decisamente su Alexejevo Orlovka;  

- dilagare sulla nostra tergo con la cavalleria fino alla linea del Krynka. Il Corpo Italiano era sprovvisto, com'è noto, di qualunque riserva: però il Comando della 1^ Armata corazzata aveva dislocato nel settore della "Celere" una massa di contrattacco costituita:

- dal 318° reggimento fanteria;

- da un reggimento paracadutisti;

- da una formazione corazzata su 75 carri.

Il 23 dicembre il Comando della 1° Armata corazzata emanava  l'ordine di operazioni n° 63 (allegato n° 59) col quale, in previsione dell'attacco nemico e nell'intento di poter imprimere al combattimento una condotta unitaria, costituiva:

- un gruppo di difesa, agli ordini del Comandante della XLIX° Corpo alle cui dipendenze venivano poste anche le forze schierate nel settore della divisione "Celere";

- un gruppo di contrattacco, ai miei ordini, con le divisioni "Pasubio" e "Torino" ed altre forze germaniche che , in effetti, non giunsero.

Linea di contatto fra i due gruppi: quella già esistente fra "Torino" e "Celere".

In forza di tali ordini, il 24 dicembre diramavo, (allegato n°60), ai due divisionari della "Pasubio" e della "Torino" alcuni orientamenti operativi, richiamando principalmente la loro attenzione sulla eventualità che l'attacco nemico si estendesse anche in corrispondenza dei propri settori, tracciando le linee sommarie delle singole azioni controffensive:

Alla stregua dei fatti mi proponevo:

- resistere ad oltranza sulla fronte della divisione "Celere", mentre "Torino" e "Pasubio" avrebbero svolto azione di alleggerimento, che la divisione "Torino", in particolare, doveva realizzare con un'immediata pressione sul fianco destro dell'avversario;

- non appena delineatasi  la direzione principale dello sforzo, contrattaccare  con le sue riserve dislocate nel settore della "Celere" per annullare eventuali successi parziali avversari;

- successivamente approfittare di eventuali occasioni favorevoli conseguenti all'effetto morale, per

migliorare le nostre posizioni.


 (continua in data 30 novembre 2021)  La prima parte è sta pubblicata in data 10 novembre 2021

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