Cerca nel blog

giovedì 28 febbraio 2013

Occasional papers n.4 Prima Guerra Mondiale.


Perché la I Guerra Mondiale è una Guerra Risorgimentale
Ovvero
La I Guerra Mondiale si può considerare come la guerra conclusiva del processo unitario italiano?
Le ragioni che spingono a dare una risposta positiva possono essere individuate nelle seguenti:

  1. L’Italia nel 1914 rifiutò, attraverso l’azione del suo Ministro degli Esteri, ogni concessione di Vienna volta ad acquisire la neutralità italiana. Impegnata nei Balcani contro la Serbia e successivamente in Oriente a fianco della Germania, l’Austria non aveva le forze per sostenere un terzo fronte nei sui confini meridionali. L’Italia, nella crisi del luglio 1914, generata dall’attentato di Sarajevo, rimase neutrale, sottolineando che gli impegni della Triplice erano ormai scaduti e questi impegni erano solo di carattere difensivo. L’Austria, invece, attaccò la Serbia per vendicare l’assassinio del principe ereditario. La conseguenza fu che l’Italia rimase, nel 1914 neutrale. Rinnovate le offerte di Vienna, in cambio di neutralità all’inizio del 1915, l’Italia rispose che non poteva accettare altro che il raggiungimento dei suoi confini naturali, ovvero Trento e Trieste e tutti i territori di lingua italiana ancora soggetti all’Austria. Si sottolineò che lo scopo primario era quello di completare l’opera risorgimentale iniziata nel 1848 ( nel 1859 fu strappata all’Austria la Lombardia con Milano, nel 1866, il Veneto con Venezia). Nelle trattative, le ulteriori offerte di Vienna non giunsero a tanto e vi fu la rottura. Questa fu la premessa del Patto di Londra dell’Aprile del 1915, nel quale si assicurava all’Italia, qualora fosse scesa in guerra, il possesso di tutti i territori con popolazione italiana soggetti all’Impero Austro-Ungarico. E fu la guerra all’Austria. ( Noi dichiarammo guerra all’Austria nel 1848, nel 1859, nel 1866 e nel 1915) Tutta la propaganda italiana, a fronte delle accuse austriache di tradimento e di “giri di valzer italiani”, fu incentrata sulla acquisizione di Trento e Trieste e dei territori con popolazione italiana, ovvero concludere il processo unitario nazionale italiano. Tutti gli italiani, tutta la Nazione Italiana doveva essere entro lo Stato Italiano. Quindi la guerra che fu definita mondiale per l’Italia si conbattè per questo scopo unitario e nazionale.
  2. All’indomani della Presa di Roma, nel 1870, ma anche nel 1861, al momento della proclamazione del regno d’Italia il 17 marzo, era in vigore, dati i tempi estremamente rapidi della unificazione (1859 e soprattutto il 1860, anno che si può definire “mirabilis” per il processo unitario italiano) l’asserzione che “Fatta l’Italia, occorreva fare gli Italiani” era il tema centrale dibattuto . Nei cinquant’anni successivi molti sono stati i momenti in cui si era sull’orlo di compromettere il processo unitario proprio perché gli italiani erano diversi tra loro e molti non accettavano l’unificazione. Molti erano nostalgici dei Borboni, e dell’Austria ( il concetto ricordato era L’Austria Felix) molti del Papa re. Altri vedevano in Casa Savoia l’espressione delle sole classi capitalistiche e borghesi: tassa sul Macinato, rivolte sociali contadine, fallimento della politica coloniale con Dogali ed Adua,  Bava Beccarsi e la repressione violenta a Milano nel 1896, il regicidio di Umberto I nel 1900, l’opposizione alla guerra di Libia, la settimana rossa in Ancona e nelle Romagne, portavano ancora in discussione il principio della unificazione italiana. Con la fine della Prima Guerra Mondiale e la vittoria, questo ebbe termine: gli Italiani acquisirono il concetto di appartenenza, a prescindere dalle classi sociali ad uno Stato. La ragione è nelle tragedie e nei sacrifici della  guerra mondiale. Dopo il disastro di Caporetto, con il proclama dell ‘11 Novembre 1917 nel quale Vittorio Emanuele III prometteva ad un esercito di contadini, in caso di vittoria, “la terra”, ovvero la tanto sospirata riforma agraria, contro il latifondismo e la mezzadria, trasformò un esercito in fuga in un baluardo insormontabile. La battaglia di Arresto del novembre 1917 la battaglia del Solstizio del giugno 1918 e Vittorio Veneto sigillarono la volontà di tutti di vincere per una Italia in cui si riconoscevano tutti gli Italiani. Ecco, quindi, che la guerra mondiale ha “creato”, nel sacrificio e nel sangue, gli Italiani uniti, scopo centrale del risorgimento italiano.
Queste principali due ragioni, con altre secondarie, possono permettere di dare una risposta positiva alla domanda posta. La Prima Guerra Mondiale per noi Italiani è una guerra risorgimentale, combattuta contro il “nemico ereditario” lo stesso delle guerre dell’ottocento, che era fermo nella sua volontà di non permettere l’unificazione italiana, una volontà che nasceva dal 1815 quando Metternich considerava, con tutta l’Austria, l’Italia una semplice espressione geografica. Ci sono volute guerre su guerre per vincere questa volontà e quindi creare, con la forza della armi, l’Italia.
Di contro dal 1918, scomparsa l’Austria, e venuti meno i residui dei simpatizzanti degli Stati PreUnitari, l’unità italiana non è più messa in discussione, tanto che l’unità stessa riuscì ad essere mantenuta nonostante la crisi armistiziale del 1943 e la guerra perduta. Oggi solo gli italiani possono mettere in discussione l’Unità del loro paese, non minacce sterne.

Infine, per sottolineare la risposta positiva al quesito posto ci si chiede. Perché è stata combattuta la I Guerra Mondiale?  10 italiani su 10 rispondono Trento e Trieste?

Nessun commento:

Posta un commento