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martedì 20 dicembre 2022

Divisione Partigiana "Italia" Rimpatrio dalla Jugoslavia, Giugno 1945


 

 

Dalla Jugoslavia rientrano in Italia due unità combattenti, che sono assunte quasi a simbolo della Resistenza dei militari italiani all’estero: La Divisione “Italia” e la Divisione “Garibaldi”

 

La Divisione Italia, terminò la guerra operando nel nord della Jugoslavia e stava per essere coinvolta indirettamente nella vicenda della occupazione di Trieste da parte Jugoslavia nel maggio del 1945. Certamente dal punto di vista politici la presenza di unità combattenti italiane a Trieste, ovvero la Divisione “Italia” e quella, solo ipotizzata, della Divisione “Garibaldi” che stava per essere imbarcata a Ragusa con destinazione che poteva essere il territorio metropolitano ma anche l’Istria se non Trieste, avrebbe assunto un significato estremamente importante. Sia gli Alleati, ma soprattutto i dirigenti jugoslavi, pur apprezzando l’operato delle due divisioni, non erano propensi a vedere italiani in armi, nelle loro fila, in Istria e soprattutto a Trieste.

 

La questione fu risolta con il rimpatrio nel territorio metropolitano italiano, la Divisione “Italia” con destinazione il Friuli, la Divisione “Garibaldi” con destinazione le Puglie.

 

Le operazioni di rientro si possono fa risalire, per la Brigata “Italia” già il 18 giugno 1945 quando la Brigata versa alla II Armata jugoslava il materiale e i mezzi esuberanti (carri, cavalli, munizioni, armi pesanti, e materiale vario) le necessità del rimpatrio. Si risolvono le questioni relative a militari italiani che liberamente hanno scelto di rimanere in Jugoslavia. Il 24 giugno 1945 al cimitero di Mirogj il 24 giugno 1945 viene inaugurato un monumento dedicato ai Caduti della Divisione Partigiana “G. Garibaldi” alla presenza del Comandante la Divisione, Marras, e di Ufficiali e Truppa, della Autorità del Governo Croato e della Città di Zagabria. Fu indetto un concorso per la frase di incidere nella Lapide. Ne furono presentate quattro e non trovandosi l’accordo su quella da scegliere furono incise tutte e quattro.[1]

Il 27 giugno 1945 fu inviato al comando della Divisione l’ordine di rientro in Italia. Il rimpatrio doveva avvenire per ferrovia. Furono necessari due treni. Per tutto il pomeriggio del 27 giugno il personale fu impegnato a predisporre il caricamento dei treni.

Per accordi tra le Autorità superiori e per valorizzare il contributo dei militari dell”Italia“ “questa alla vigilia del rimpatrio venne elevata al ragno ordinativo di Divisione”. Di conseguenza la Brigata “Italia” si trasforma in “Divisione” ed i quattro battaglioni e rispettive compagnie in Brigate e Battaglioni.[2] La partenza è data alle ore 9 in punto del 28 giugno 1945 con direzione il territorio italiano. Tutti mancano dall’Italia da circa tre anni e in quel giugno 1945 giurava come presidente del Governo Italiano Maurizio Parri, che aveva partecipato alla guerra di liberazione con il nome di “Maurizio”. Il convoglio giunse a Sezana, a ridosso della linea di demarcazione italo-jugoslava, il 29 giugno 1945, ove si ferma in attesa di ulteriori disposizioni sia da parte alleata che da parte italiana. Tutto il personale è concorde che il rientro in territorio nazionale deve essere degno di nota e non si accettano soluzioni volte a sminuire il significato del rientro e il portato delle azioni della divisione. Questo comporta lungaggini burocratiche che si risolvono con interventi anche da Roma. Il 2 luglio 1945 la Divisone varca la linea di demarcazione e finalmente arriva in Italia, a Torre di Zuino, sede di uno stabilimento della Snia Viscosa che molti reduci ricordano come Torre Viscosa.

La cerimonia ufficiale di rientro si svolgerà a Udine il 7 luglio 1945. La Divisione si schiera alla presenza dell’On. Mario Palermo, sottosegretario alla Guerra, del gen. Howard del Comando della VIII Armata Britannica, competente per territorio, del Sindaco di Udine, Cosattini, di Mons. Nogara, Arcivescovo di Udine di rappresentati del Governo jugoslavo e del Comando de C.V.L. Comando Corpo Volontari della Liberta e di Rappresentati Militari dell’Esercito, tra cui il gen. Armellini, già comandante della divisone “Bergamo” in Jugoslavia. Subito dopo la cerimonia inizia la consegna delle armi.

Non si è ritenuto inquadrare il personale della Divisione “Italia” reduce dalla Jugoslavia in quanto il Regio Esercito era ancora sotto il mandato della Commissione di Controllo Alleata. La divisione fu considerata alla stregua di tutte le formazioni partigiane: al momento dell’arrivo delle forze alleate o dopo la fine della guerra in Italia, il 2 maggio 1945, tutte le formazioni dovevano consegnare le armi e le munizioni.

L’11 luglio il personale assiste ad una messa in Suffragio di tutti i caduti della Divisione: è l’ultima cerimonia ufficiale. Dal giorno dopo inizia l’invio in licenza di tutto il personale: è il sospirato ritorno alle proprie case.  Il Diario Storico della Divisione si chiude il 31 luglio 1945, mentre un Ufficio stralcio, composto degli Ufficiali Parmeggiani, già vicecomandante e capo di SM. Minati e Gardini, si reca a Roma a consegnare tutta la documentazione esistente ( vi arriva proprio il 25 luglio 1945, data estremamente significativa, e continua il lavoro fino al novembre 1945.



[1] Le frasi sono  1)“Compagno! Quando vedrai mia madre dirle di non piangere. Non sono solo. Giace con me un compagno Jugoslavo.” 2) Che nessuno ardisca gettare del fango sul sangue versato nella lotta in comune” 3) Trovammo qui fede-madre-pane-fucile.I morti lo sanno, i vivi non lo dimenticheranno”. 4) Fiume di sangue divisero due popoli. Li unisce oggi il sacrificio dei compagni jugoslavi”. Vds Bistarelli A., La Resistenza dei Militari Italiani all’Estero. Jugoslavia Centro Settentrionale, Roma, Commissione per lo Studio della Resistenza dei Militari Italiani all’estero, COREMITE, Rivista Militare, 1996, pag. 460

[2] La Divisione d’Assalto “Italia rientro in patria con questo Organico:

. Comando Divisionale.

  .. Comandante Giuseppe Marras

  .. Commissario Politico, Carlo Cutolo

  .. Vice Comandante e Capo di SM, Aldo Primeggiani

  .. Vice Commissario Politico, Alberto Mario Ceccarelli

  .. Capo Servizio Stampa, Cultura e Propaganda, Innocente Cozzolino

  .. Commissario di collegamento, Mario Tindari Gatan

. I Brigata “Garibaldi”

  .. I Battaglione “Ulisse Nannizzi”

  .. II Battaglione “Antonio Mercenario”

  … III Battaglione “Poljiana”

. II Brigata “Matteotti”

  .. I Battaglione “Crni Vrhi”

  .. II Battaglione “Francesco Bertuccelli”

  … III Battaglione “Saverio Failla”

.III Brigata “Mameli”

  .. I Battaglione “Novi Grabovac”

  .. II Battaglione “Cosimo Di Maggio”

  … III Battaglione “Ettore Ramires”

. IV Brigata “Fratelli Bandiera”

  .. I Battaglione “Antonio Longo”

  .. II Battaglione “Brezovac”

  … III Battaglione “Msrcello Piantanida”

. Battaglione Armi di Accompagnamento “Sarengraf”

.Compagnia Comando Divisionale

Compagnia Genio Divisionale

Reparto Sanità Divisonale

Centro Stampa e Propaganda

Cfr. Bistarelli A., La Resistenza dei Militari Italiani all’Estero. Jugoslavia Centro Settentrionale,  cit. pag. 466

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