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venerdì 30 ottobre 2020

Dieppe. Una vittoria tedesca dalle false certezze

 


Dieppe fu un fallimento totale. Le perdite furono pesanti per gli alleati 4384 tra morti feriti dispersi prigionieri tra le forze sbarcate, 555 marinai e si dovette lamentare anche la perdita di 119 aerei persi durante quella che fu poi definita la battaglia era di Dieppe; i tedeschi ebbero 311 morti e qualche centinaia di feriti.

 

L'operazione non portò a nessun ritiro di forze tedesche dal fronte russo alla Normandia e provocò, invece, un rafforzamento delle fortificazioni lungo il litorale sia olandese che francese.

 

Nel 2012 sono state avanzate ipotesi che stanno ad indicare che le reali intenzioni del raid fossero quelle di penetrare nelle strutture di comando tedesche presenti a Dieppe per impossessarsi di codici cifrati e macchinari Enigma che si riteneva fossero presenti in loco. In sostanza il grosso dell'attacco sarebbe stata un'operazione di copertura a una più piccola e mirata operazione di spionaggio. Tale chiave di lettura restituirebbe all'intera operazione un senso tattico e strategico che per decenni si è faticato a trovare.  Effettivamente riuscire la vita di oltre 7000 uomini, con perdite così alte sembra una ipotesi poco plausibile.

 

Dieppe fu in tentativo inziale per comprendere come ci si doveva muovere per sbarcare in Francia. Il suo fallimento portò alla conclusione che i tedeschi erano fortemente organizzati e le loro difese efficienti. Dal mare era difficilissimo attaccare zone presidiate. La necessità di avere un porto per sostenere nel tempo le forze sbarcate era noto a tutti, compresi i tedeschi.  Nessuno sbarco sopravvive a se stesso se non dispone di un porto. Questo fa si che nello sbarcare sul litorale laziale, la scelta cadde sul porto più importante, Anzio. Sbarcare altrove senza aver la disponibilità di Anzio significava il suicidio.

La lezione subita, tuttavia, fu un'ottima fonte d'informazioni per le future operazioni anfibie in Europa, prima fra tutte la operazione Overlord. La decisione di sbarcare in Normandia, discende dalla esperienza di Dieppe: attaccare Calais o altri punti fortificati della costa francese significava andare incontro a disastri. I tedeschi questo lo sapevano e quindi, non avendo una ricognizione adeguata, non si accorsero della costruzione di due porti artificiali davanti alle coste normanne, versa sorpresa strategica che gli alleati riuscirono a realizzare. I tedeschi considerarono lo sbarco in Normandia un semplice sbarco secondario e diversivo, attuato con lo scopo di attirare le loro riserve; il vero sbarco si sarebbe effettuato a Calias  e dintorni. In questa convinzione permisero agli alleati di sbarcare oltre 250mila uomini e tutto l’armamento e l’equipaggiamento necessario. Quando ebbero contezza di tutto questo la loro reazione fu immediata, ma ormai era troppo tardi. Il primo attacco delle forze corazzate tedesche in Normandi fu il 21 giugno, quasi con tre settimane di ritardo rispetto alla realtà operativa. Ormai gli alleati erano saldamente sul suolo francese. La lezione di Dieppe fu significativa ed incisiva sia per i tedeschi, che trassero indicazioni troppo ottimistiche dalla loro vittoria sia per gli alleati che trassero lezioni che furono da guida nell’approntamento delle loro future operazioni anfibie, sia con “Torch” che con gli sbarchi in Sicilia e a Salerno.

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