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giovedì 23 febbraio 2017

La Battaglia di Lissa. Introduzione

1.     SITUAZIONE GENERALE

a.       Situazione generale militare

(1)    I quadri – le forze – i mezzi

a)       I capi.
Il Comandante in capo italiano era l’Ammiraglio Carlo Pellion di Persano, nominato all’indomani della mobilitazione generale del 3 Maggio 1866 all’età di 60 anni. Con il suo primo ordine del giorno egli suddivise immediatamente l’Armata in tre squadre: la prima (di Battaglia) sotto il suo comando, la seconda (sussidiaria) sotto il comando del Vice Ammiraglio Albini, la terza (d’assedio) sotto il comando del Contrammiraglio Vacca. Inoltre, diede ordine di comporre una flottiglia di bastimenti leggeri. Il Capo di Stato Maggiore era il Capitano di Vascello D’Amico.
Persano aveva prestato servizio nella Marina Militare sarda e, successivamente, in quella neonata italiana. Era personaggio di statura morale elevata, considerato un diplomatico ed uomo di Stato piuttosto che un militare. Aveva figurato con onore durante la guerra del 1848-49 contro l’Austria, durante la guerra di Crimea ed in quelle del 1859-60 per l’unità d’Italia. Ministro per la Marina nel 1862, durante il Governo Rattizzi, divenne Senatore del Regno nel 1865. Ottima persona, amabile  e popolare per le sue qualità di uomo di mondo, ma con carattere poco incisivo. Mancava di quelle qualità tipiche di un Comandante, quali l’autorevolezza e la capacità di infondere entusiasmo verso i subordinati. Parafrasando Napoleone I, che diceva che “durante la guerra non c’è niente di peggio che l’indecisione”, il tratto dominante di Persano sembrava essere proprio quello.

Il Comandante austriaco era il Contrammiraglio Wiehelem von Tegetthoff, di giovane età (39 anni) per l’importanza delle funzioni a lui assegnate. Aveva dimostrato le sue capacità di decisione e risolutezza già due anni prima, in occasione della guerra d’Heligoland. Nato il 23 dicembre del 1827, aveva la stessa età di Nelson quando venne nominato Contrammiraglio. Egli ignorava completamente certe “timidità morali”, era risoluto e non scevro dall’assumersi responsabilità dirette. Aveva studiato molto le “questioni navali” tanto che già dal debutto della sua carriera, aveva attirato l’attenzione dell’imperatore d’Austria che lo nominò aiutante di campo dell’Arciduca Massimiliano, il quale aveva sostenuto e perseguito lo sviluppo della marina austriaca.

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