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martedì 19 dicembre 2017

Le operazioni del Corpo dei Volontari prima di Bezzecca:

4.6
      a. Le operazioni iniziali
Preso atto che il Corpo di Volontari doveva assicurarsi una linea più facilmente difendibile di quanto non fosse quella di confine, che passava appena al di là dell’abitato di Anfo, al coperto della quale attendere il completarsi della radunata e il concentramento dei reparti e delle unità, era necessario individuarla ed occuparla. Questa linea fu individuata nel corso del torrente Caffaro, il cui elemento più interessante, dal punto di vista tattico, su cui sviluppare l’azione successiva, era l’abitato di Ponte di Caffaro, dominato dal Monte Suello, il quale sbarrava le Valli Giudicarie e d’Ampola. Gli intendimenti di Garibaldi, per attuarli, erano chiari: una colonna d’attacco avrebbe dovuto fissare frontalmente le forze nemiche, mentre una seconda colonna sarebbe dovuta piombare sull’abitato dai contrafforti inferiori di Monte Suello. La data fissata per l’azione fu il 25 giugno. Iniziata, la colonna di attacco trovò di fronte solo pochi elementi presidianti gli avamposti per lo più tiratori provinciali di Innsbruck; non trovando resistenza la colonna proseguì verso il paese di Darzo, ed avanzò troppo in profondità perdendo i contatti con la colonna operante sulle pendici di Monte Suello. In questa situazione alquanto delicata, il col. Spinazzi, comandante del 2° Reggimento volontari, che aveva il compito di puntare sul Caffaro, convinto che si fosse aperta una insperata breccia nel dispositivo austriaco, abbandonò il suo posto di comando avanzato per andare ad incitare e spronare i reparti di rincalzo e recuperare le unità attestate sul Monte Suello, onde sfruttare la nuova situazione con una azione in profondità. Vista la situazione, la riserva tattica austriaca, composta da elementi del Reggimento di Sassonia, entrò in azione e piombò sui fianchi della colonna di  volontari, obbligandola retrocedere rapidamente per sottrarsi sia all’aggiramento che all’annientamento. L’azione durò varie ore, ma alla fine le forze volontarie riuscirono a raggiungere e ad attestarsi a Ponte di Caffaro; gli Austriaci, vedendo questo movimento, non si impegnarono a fondo per non logorarsi ulteriormente e su ordine del gen. Kuhn si fermarono: si voleva lasciare gli Italiani a Ponte di Caffaro quale zona di un loro concentramento per una successiva ripresa dell’azione, poiché su di esso era sempre agevole portare un contrattacco preventivo da Monte Suello, quando lo si sarebbe ritenuto opportuno.  Nella giornata si erano conseguiti i risultati che Garibaldi si aspettava, ma correndo un grossissimo rischio di vedere annientate tutte le forze impiegate. Garibaldi non ebbe modo di seguire da vicino l’azione e la sua assenza stava per essere fatale. In mattinata lo aveva raggiunto la notizia dei risultati della giornata di Custoza e subito si era dedicato ad organizzare il nuovo schieramento.


Sempre il 25 giugno erano iniziati i movimenti e l’azione lungo la sponda occidentale del Lago di Garda, in direzione di Gargnano. La località fu raggiunta senza che vi si verificassero particolari eventi. Per tutta la durata della campagna in questo settore la situazione rimase quella conseguita il 25 giugno. 

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