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venerdì 22 dicembre 2017

I piani operativi.


Il piano strategico delle forze volontarie italiane non poteva non essere disgiunto da quello generale dell’Esercito Italiano. Si è detto che l’idea iniziale di Garibaldi di sbarcare sia a Trieste che sulla costa dalmata non fu accettata dal governo regio. Quindi il Corpo dei Volontari fu inviato ad operare il quella parte del fronte. Il piano operativo discendete era quindi molto semplice.
Garibaldi dislocò le forze volontarie nell’ampia fascia compresa tra Bergamo e Salò, per lasciare il Comando Austriaco nella più totale incertezza circa la principale direttrice d’attacco ( piano di inganno); poi inizialmente intendeva svolgere una azione diversiva lungo la riva occidentale del Garda a scopo puramente dimostrativo.
In realtà lo sforzo principale lo intendeva sviluppare partendo dal Lago di Idro verso Val Giudicaria e a seconda delle circostante procedere o meno per la Val d’Ampola, con l’obiettivo di convergere  definitivamente sull’Adige, manifestando questi intendimenti il più tardi possibile per evitare che il nemico concentrasse contro di lui il massimo delle forze disponibili, che al momento risultavano sparse per tutto il Tirolo.


Per l’Esercito Austriaco, come visto, il piano strategico generale prevedeva mantenere un atteggiamento difensivo, ma un passivo, bensì attivo. In relazione ai suoi intendimenti tattici (VEDERE SE SI è INSIERTO LE CONCEZIONI TATTICHE SUL TESTO) aveva spinto il proprio sistema di avamposti oltre il Tonale e lo Stelvio, costituendo quattro aliquote di riserva tattica che si dislocarono in corrispondenza dello Stelvio, del Tonale, della Val Giudicaria e della Val d’Ampola, mentre la riserva tattica di disloco a Trento. Il Q. G. austriaco fu posto in Val Giudicaria e cioè in prossimità delle provenienze che il gen. Kuhn giudicava le più pericolose e altamente probabili: la Val Sabbia e la Val Camonica. Quindi il piano strategico austriaco per la difesa del Tirolo prevedeva l’occupazione delle testate delle Valli Valtellina ( ovvero occupazione del Passo dello Stelvio) e Camonica ( ovvero occupazione del Passo del Tonale) e quindi rimanere in attesa delle iniziative di Garibaldi, conosciute le quali si prevedeva di concentrare il massimo delle forze nel settore minacciato.

Massimo Coltrinari

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