Il piano strategico delle forze volontarie italiane non
poteva non essere disgiunto da quello generale dell’Esercito Italiano. Si è
detto che l’idea iniziale di Garibaldi di sbarcare sia a Trieste che sulla costa
dalmata non fu accettata dal governo regio. Quindi il Corpo dei Volontari fu
inviato ad operare il quella parte del fronte. Il piano operativo discendete
era quindi molto semplice.
Garibaldi dislocò le forze volontarie nell’ampia fascia
compresa tra Bergamo e Salò, per lasciare il Comando Austriaco nella più totale
incertezza circa la principale direttrice d’attacco ( piano di inganno); poi inizialmente
intendeva svolgere una azione diversiva lungo la riva occidentale del Garda a
scopo puramente dimostrativo.
In realtà lo sforzo principale lo intendeva sviluppare
partendo dal Lago di Idro verso Val Giudicaria e a seconda delle circostante procedere
o meno per la Val d’Ampola, con l’obiettivo di convergere definitivamente sull’Adige, manifestando
questi intendimenti il più tardi possibile per evitare che il nemico
concentrasse contro di lui il massimo delle forze disponibili, che al momento
risultavano sparse per tutto il Tirolo.
Per l’Esercito Austriaco, come visto, il piano strategico
generale prevedeva mantenere un atteggiamento difensivo, ma un passivo, bensì
attivo. In relazione ai suoi intendimenti tattici (VEDERE SE SI è INSIERTO LE
CONCEZIONI TATTICHE SUL TESTO) aveva spinto il proprio sistema di avamposti
oltre il Tonale e lo Stelvio, costituendo quattro aliquote di riserva tattica
che si dislocarono in corrispondenza dello Stelvio, del Tonale, della Val
Giudicaria e della Val d’Ampola, mentre la riserva tattica di disloco a Trento.
Il Q. G. austriaco fu posto in Val Giudicaria e cioè in prossimità delle provenienze
che il gen. Kuhn giudicava le più pericolose e altamente probabili: la Val
Sabbia e la Val Camonica. Quindi il piano strategico austriaco per la difesa
del Tirolo prevedeva l’occupazione delle testate delle Valli Valtellina (
ovvero occupazione del Passo dello Stelvio) e Camonica ( ovvero occupazione del
Passo del Tonale) e quindi rimanere in attesa delle iniziative di Garibaldi,
conosciute le quali si prevedeva di concentrare il massimo delle forze nel
settore minacciato.
Massimo Coltrinari
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