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domenica 10 dicembre 2017

Il riordino del Corpo dei Volontari 4-6 luglio 1866



  

Garibaldi, quindi, nonostante la disordinata esecuzione del suo piano, si era definitivamente impadronito dell'accesso verso l'alto corso del Chiese, spingendosi sino a Lodrone con le proprie avanguardie ed era soprattutto riuscito ad impedire al Kuhn di manovrare secondo i propri intendimenti.
Alla battaglia del Monte Suello seguì una breve pausa, dovuta alla necessità di riorganizzare il Corpo dei Volontari, più che alla ferita di Garibaldi. Infatti i magazzini d'Intendenza dell'Armata del Mincio, ridotta all'inazione, furono aperti in favore delle Forze volontarie, che riuscirono finalmente ad ottenere un armamento ed un equipaggiamento sufficienti, anche se non del tutto omogenei. Per contro, il La Marmora non ritenne opportuno concedere alcun rinforzo, soprattutto d'artiglieria, temendo un'azione austriaca dallo Stelvio e dal Tonale. In effetti, il Kuhn aveva divisato di cogliere Garibaldi alle spalle, mentre si trovava di fazione a Lonato, con una forte azione controffensiva dal Tonale, lungo la Val Camonica, su Bergamo e Brescia, ma ne era stato impedito categoricamente dall'Arciduca Alberto, il quale non intendeva correre il minimo rischio nel Trentino, dopo aver sgomberato la pianura veneta.

Il 6 luglio, il Comando delle Forze Volontarie diramava un ordine del giorno contenente minute prescrizioni ordinative e tattiche per lo sviluppo ulteriore dell'azione. Le più importanti sono le seguenti:
. si doveva procedere ad un ulteriore selezione, eliminando quanti non avessero dimostrato sufficiente resistenza fisica o piena saldezza morale;
. ogni reggimento avrebbe costituito una compagnia volante “formata dalla gente più ardita e svelta”. Esse dovevano agire nel territorio nemico compiendovi incursioni, imboscate e colpi di mano, infiltrandosi attraverso le zone impervie per nuclei e riformandosi in prossimità degli obiettivi;
. ugualmente ogni reggimento doveva riunire in una compagnia di riserva tutti gli elementi validi, che, per età, non fossero in grado di seguire i movimenti celeri del proprio reparto.

Eliminati così gli inidonei alla campagna, assegnati a scopi loro più congeniali i più spericolati, che potevano trascinare con il loro ardore indisciplinato i reggimenti d'appartenenza, ed i veterani che ne rallentavano la marcia, il Generale ammonì severamente i propri comandanti in sottordine di attenersi strettamente agli ordini e di tenere saldamente in pugno i propri uomini.[3]



[1]              Ibidem
[2]              Vedi nota n.33
[3]              Vds. Nota 33 

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