Cerca nel blog

venerdì 27 gennaio 2017

La Battaglia di Lissa V

a.       Le forze in campo

(1)     Dislocazione iniziale della flotta italiana.

Per poter stabilire la dislocazione iniziale della battaglia navale di Lissa del 20 luglio 1866, è necessario richiamare le azioni navali concepite dall’Ammiraglio Persano ed attuate a partire dal 18 luglio, allo scopo di favorire l’invasione dell’isola. Il cuore della squadra navale italiana era così costituita: sotto il comando diretto dell’ammiraglio il Re d’Italia,  La Palestro e la S. Martino ; sotto il comando del Capitano di Vascello Riboty il Re di Portogallo, la Varese e la Maria Pia; sotto il comando del Contrammiraglio Vacca, il Principe di Carignano, il Castelfidardo e l’Ancona. Il Vice Ammiraglio Albini, sulla Maria Adelaide, comandava un insieme eterogeneo di battelli in legno, cannoniere, pattugliatori ed unità da sbarco. La Terribile e la Formidabile a disposizione dell’intera Squadra, sotto il comando formale dell’Ammiraglio Vacca. Mancava l’Affondatore, che sarebbe arrivato il giorno 19 luglio con i rinforzi di uomini per lo sbarco.
Secondo Persano, l’attacco su Lissa doveva essere effettuato con violenza estrema e prima che la flotta austriaca sopraggiungesse. L’attacco però partì solo la mattina del 18 luglio 1866, senza che si tentasse uno sbarco risolutivo teso a prendere le fortificazioni da terra. Invece, si preferì un cannoneggiamento massiccio che, pur causando danni, non servì a piegare la resistenza delle fortificazioni e la pericolosità delle artiglierie. Come scrisse il deputato Boggio, imbarcato sul Re d’Italia, “la resistenza dei forti non venne mai meno; le mura demolite, i cannoni smontati, le esplosioni nei magazzini non piegarono mai il morale del nemico”. Le cannoniere italiane erano state mandate a tranciare i cavi del telegrafo per isolare Lissa da Lessina. Malgrado l’azione ebbe successo, Persano venne avvertito che un messaggio era stato intercettato, proveniente da Tegetthoff, che ordinava alla guarnigione di tenere la posizione in attesa dell’arrivo della flotta in soccorso. Il giorno 19, malgrado gli sforzi degli italiani e l’eroismo del Comandante del “Formidabile” Saint Bon (che si avvicinava a meno di trecento metri dalle fortificazioni per poterle meglio cannoneggiarle, soffrendo però il fuoco nemico), i forti resistevano ancora. La mattina del 20 luglio, malgrado il mare fosse agitato, Persano si persuase di tentare lo sbarco disperdendo sei corazzate  al fine di riprendere il cannoneggiamento delle batterie fortificate. Alle 8 e 30 del 20 luglio l’Esploratore segnala l’avvistamento di navi sospette da Ovest nord Ovest.
Si dice che Persano esclamò “ecco i pescatori”. Tuttavia è opinione comune, ancorché negata da Persano stesso nelle sue memorie difensive, che gli italiani vennero colti di sorpresa dall’arrivo della flotta austriaca. Prova ne è che la dislocazione iniziale per la battaglia vede molti bastimenti italiani assenti, in ritardo od intenti alle operazioni di sbarco a ridosso dell’isola di Lissa.  Infatti, la squadra navale di Albini, composta da navi in legno, non prende parte all’azione, intenta al recupero dei materiali da sbarco di fronte porto Karober, malgrado l’ordine di Persano fosse quello di attaccare le retroguardie austriache. La corazzata “Formidabile”, danneggiata il giorno prima, non prese parte allo scontro mentre le corazzate “Varese” e “Terribile” si trovavano in ritardo per lo scontro, impegnate  a cannoneggiare le fortificazioni in appoggio allo sbarco.
Persano diede l’ordine di schierarsi in “linea di fila” in modo da tagliare la prua alla flotta austriaca, sia per  trarre vantaggio dalla posizione dei cannoni sia  per proteggere la flotta da sbarco in legno di Albini, che ancora non si era mossa. Alle 10.45 antimeridiane lo schieramento italiano era composto da tre divisioni di navi corazzate, la divisione Vacca, la divisione Faa di Bruno e la divisione Riboty. La prima (comandata dal Contrammiraglio Vacca) composta dal Principe di Carignano, dal Castelfidardo e dall’Ancona, la seconda (comandata dal Capitano di Vascello Faa di Bruno, comandante del Re d’Italia) composta dal Re d’Italia, dalla Palestro, dal S. Martino e dall’Affondatore, la terza in posizione più arretrata (comandata dal Capitano di Vascello Riboty), costituita dal Re di Portogallo e dalla Maria Pia, con a seguire la Varese ed il Terribile. In tutto 11 navi di cui solo 6 pronte ad affrontare l’urto austriaco e comunque anch’esse (Vacca e Faa di Bruno) distanziate, essendo la divisione Riboty ancora lontana dalle due di testa. L’Affondatore, posto alla destra dello schieramento, venne elevata a nave ammiraglia poiché, senza nessun apparente motivo e senza avviso, Persano decise di lasciare il Re d’Italia, trasferendovisi.

(2)      Dislocazione iniziale della flotta austriaca.

Al contrario, la flotta Austriaca si presentava unita e compatta. Tegetthoff aveva disposto la flotta su tre divisioni, ogni divisione a forma di cuneo con prua Sud Sud Est. La prima divisione, formata da navi corazzate e condotta dallo stesso Tegetthoff, proteggeva le altre due divisioni a seguire, formate da unità in legno. Quella disposizione era stata mantenuta dal 19 luglio all’1.30 post meridiane, quando la flotta si mise in moto alla volta di Lissa. “L’ordine di marcia sarà l’ordine di battaglia”, ordinò Tegetthoff, in accordo con gli insegnamenti di Nelson, ed evitando che manovre successive in presenza del nemico avessero potuto mettere a rischio la sua flotta in legno. La ragione di questo schieramento derivava non solo dalla esigenza di protezione delle navi in legno, ma soprattutto dal fatto che i cannoni di più navi posti su un lato del cuneo, puntando tutti su uno stesso obiettivo (cannonieri istruiti ed addestrati), avrebbero avuto maggiore possibilità di colpirlo.

La prima divisione a forma di cuneo era composta da 7 navi corazzate preceduta  da una unità minore esploratrice: lo Stadium. La Ferdinand Max (nave ammiraglia) in testa al primo cuneo, la Habsburg e la Don Juan in seconda linea, la Salamandre e la Drache in terza, la Kaiser Max e la Prinz Eugene in quarta. La seconda divisione era preceduta dal Kaiser, comandata dal Commodoro Petz (comandante la seconda divisione), che precedeva la Elisabeth che era posta in testa al secondo cuneo. Seguivano in seconda linea la Friedrich e la Radetzky, in terza la Adria e la Donau, in quarta la Schwartzenberg e la Novara. La terza divisione, comandata dal Commodoro Eberle era formata da bastimenti minori: il Grief in testa, la Hum in prima linea, la Seehand e la Velebich in seconda, la Dalmat e la Wall in terza, la Reka e la Streiter in quarta, infine la Hofer, Kreska e la Narenta a chiudere il cuneo. In tutto 27 navi pronte per il combattimento: alle 10.45 antimeridiane del 20 luglio 1866, la flotta austriaca si presentò in questa forma, compatta, diretta contro il fianco della linea di fila italiana. 

martedì 24 gennaio 2017

La Battaglia di Lissa. VI

1.     GLI AVVENIMENTI

a.       Le Operazioni di Guerra

Quando l’ammiraglio Persano, vide gli austriaci governare dritto contro le linee italiane, ebbe la pessima idea di fermare la nave ammiraglia “Re d’Italia” e di trasferirsi sull’ariete a torri mobili “Affondatore”. Questa mossa gettò nel disordine la linea di fila italiana, che non avvisata in tempo non sapeva da quale nave ricevere gli ordini. Nel momento più critico, Persano rinuncia a comandare i suoi bastimenti per avere una influenza insignificante sulla battaglia. Gli austriaci erano ben comandati, gli italiani non comandati del tutto.
Alle 10.50 del mattino un gruppo di 7 corazzate comandate dal Contrammiraglio Tegetthoff, si inserirono nello spazio aperto lasciato nella line di fila italiana fra la prima divisione (Vacca) e la seconda (Faa di Bruno). La divisione di Vacca con la Carignano, Castel Fidardo ed Ancona, dopo la prima bordata virarono verso sinistra, al fine di attaccare la retroguardia delle linee austriache. Quattro delle sette corazzate austriache, la P. Eugen, la Drache, la Don Juan e l’ammiraglia Ferdinand Max, risposero a questa manovra dirigendo a babordo verso il cuore dello schieramento italiano, mentre il Kaiser Max, la Salamandre e l’Habsburg si misero all’inseguimento della prima divisione di Vacca. Intanto la seconda divisione austriaca, in testa la Kaiser, si accingeva, con navi in legno, ad attaccare anch’essa il cuore dello schieramento italiano. Dopo aver attraversato le linee italiane, la Ferdinand Max, manovrando verso la Palestro ed il Re d’Italia, tentò due volte l’abbordaggio, ma senza esito, visto l’angolo troppo acuto fra le traiettorie delle navi per poter arrecare danni con lo sperone. In quel momento la Palestro veniva colpita, cominciando a bruciare. Uscì dalla linea di fila italiana per cercare di domare le fiamme. Nello stesso momento il Re d’Italia, ebbe una avaria al timone; alle 11.20 si trovò di fronte a dritta il Don Juan, mentre il Ferdinand Max stava manovrando per speronarlo. Se il comandante Faa di Bruno avesse messo le macchine avanti tutta, malgrado il timone fuori servizio, avrebbe avuto la possibilità di affondare il nemico ma, malgrado la breve distanza non osò servirsi dello sperone ed ordinò alle macchine di invertire la marcia a tutta forza. Al contrario, il Ferdinand Max scaricò tutti i suoi 12 nodi e mezzo di velocità contro il bastimento italiano, rompendo la corazza e distruggendo le strutture in legno. La nave si inclinò a tribordo, dal lato opposto a quello dell’abbordaggio e colò a picco. La corazzata Ancona cercò l’abbordaggio contro il Ferdinand Max, scaricandogli un violento fuoco di cannoni, ma non concluse l’attacco per le difficoltà di ricaricare con celerità i cannoni ad avancarica italiani. Seguì una mischia furibonda che durò qualche minuto, fra le corazzate italiane ed austriache, senza che ci fossero gravi effetti né per l’una né per l’altra flotta. Persano, intanto, si muoveva sul campo di battaglia a bordo dell’Affondatore senza concludere né in termini di comando, né in termini di azione. Cercò per tre volte di abbordare il Kaiser, che era stato danneggiato dal Re di Portogallo, ma al terzo tentativo, quello più favorevole, decise di virare di bordo. Successivamente dichiarò che aveva giudicato non degno di attaccare un nemico inerme, rischiando il proprio bastimento. Portando alla distruzione il Kaiser, avrebbe almeno compensato la perdita del Re d’Italia e le scuse accampate furono l’ennesima prova dell’inconsistenza del Comandante italiano.
Il combattimento terminò poco dopo mezzogiorno, e tutti i bastimenti capaci ancora di combattere, si rischierarono in linea di fila, gli italiani verso Sud, gli austriaci verso Nord. Malgrado le due flotte avessero ancora potenziale di fuoco, non ripresero lo scontro. Tegetthoff , soddisfatto della sua prestazione, si rendeva comunque conto della difficoltà dell’uso dello sperone e della limitata potenza di fuoco dei suoi cannoni contro le corazzate italiane. Alle 2.30 post meridiane la Palestro, ancora a fuoco dallo scontro mattutino, salta in aria uccidendo altri 23 ufficiali e l’equipaggio.
In senso stretto, la battaglia di Lissa non fu decisiva. Fino all’imbrunire le due flotte erano ancora l’una di fronte all’altra, e Tegetthoff non sfruttò pienamente il successo guadagnato al mattino. Gli italiani persero 381 uomini sul Re d’Italia e 231 sulla Palestro, oltre ad 8 morti e 40 feriti su altri bastimenti.
Da parte austriaca ci furono 38 morti e 138 feriti. Le corazzate italiane Re d’Italia e Palestro furono affondate, mentre l’Affondatore rientrò nel porto di Ancona trainato a causa, forse, di un avaria conseguente allo scontro. Né da una parte né dall’altra (a parte le italiane affondate), le corazzate furono seriamente danneggiate. Il 21 luglio la flotta austriaca era ancora nei pressi di Lissa, ma quella italiana si era già ritirata ad Ancona.

Persano, in qualità di Senatore, fu giudicato dal Senato italiano colpevole di negligenza ed imperizia il 15 aprile 1867. Fu privato del grado, cacciato dalla Marina e condannato a pagare le spese del processo. Albini fu rilevato dal comando. Tegetthoff fu invece promosso vice Ammiraglio e nel 1868 nominato Comandante della marina austriaca.

lunedì 23 gennaio 2017

La Battaglia di Lissa. VII

a.       Considerazioni riepilogative

La battaglia di Lissa appare, nella sua drammaticità, un episodio inconcludente. Non c’è un motivo né tattico né tantomeno operativo che suggerisca la conquista dell’isola. Tenendo poi conto che l’Austria era già stata praticamente sconfitta a Sadowa dai Prussiani, anche il motivo strategico veniva meno. Il solo motivo reale era quello di dimostrare le presunte capacità militari del neonato Regno d’Italia di fronte al mondo, con lo scopo di avere maggiore peso contrattuale in vista dei trattati di pace.
Per quanto riguarda gli aspetti tattici, gli italiani disattesero ogni regola dottrinale. Dispersero le forze, furono indecisi e mancarono di un piano consolidato. Inoltre, non avevano informazioni corrette sull’elevazione delle fortezze di Lissa, con conseguente spreco di risorse alla ricerca di un improbabile sbarco. Operativamente, Persano mette in luce tutta la sua insicurezza ed incapacità decisionale, dando direttive tese solo al soddisfacimento dell’esigenza politica, senza curarsi di approfondire la conoscenza del nemico. Piuttosto, lo sottovaluta, trovandosi poi a doverlo combattere con meno della metà della flotta messagli a disposizione. La marina italiana, infine manifesta impreparazione e mancanza di organizzazione, che si ripercuotono negativamente sull’efficacia dell’azione militare.
Al contrario, Tegetthoff, pur consapevole della inferiorità della sua flotta, è fermamente orientato a dare battaglia. Salva Lissa dalla minaccia italiana, concentrando le forze, galvanizzando gli uomini ed adottando uno schema di battaglia che, unitamente alla sorpresa, si rivelò vincente. Malgrado ciò, non arrischiò la flotta austriaca per sferrare il colpo definitivo, quindi non sfruttò il vantaggio, convinto forse che gli italiani non avrebbero commesso gli stessi errori due volte. Lissa quindi non decise nulla, non vi fu lo scontro risolutivo e non ci furono conseguenze tattiche. Lo “sterile” controllo dell’Adriatico rimase in mano italiana. A livello politico diplomatico, piuttosto, si mise in evidenza la fragilità militare del neonato Regno d’Italia.  

La battaglia di Lissa però, essendo il primo scontro fra squadre navali corazzate, ebbe grande influenza sull’evoluzione delle flotte. L’attenzione venne concentrata per parecchi anni sul ruolo dello sperone, e le marine si orientarono a costruire navi con quest’arma. Successivamente, questa tecnica venne sorpassata dall’introduzione della torpedine autopropulsa, che avrebbe cambiato radicalmente i criteri del futuro il combattimento navale.     

martedì 17 gennaio 2017

La Battaglia di Lissa. Iconografia


Nave da battaglia austriaca Ferdinand Max



  La nave ammiraglia italia "Re d'Italia"


La descrizione e ricostruzione della battaglia di Lizza si svilupperà con post nel dicembre gennaio 2017


giovedì 12 gennaio 2017

La Battaglia di Lissa. Italia Quadro di battaglia

Regno d'Italia
-         Squadra di Battaglia - Navi corazzate – Ammiraglio Persano
·         Affondatore (Ammiraglia di flotta, ariete corazzato a torri di primo rango, costruzione britannica, 4.376 t, 2 pezzi da 9"/14 100 libbre Somerset a canna liscia, cintura corazzata e sulle torrette in ferro di 127 mm, 12 nodi)
-         1a Divisione Contrammiraglio Giovanni Vacca
·         Principe di Carignano (Fregata corazzata di primo rango a elica, 3.446 t, 10 pezzi da 72 libbre a canna liscia - proiettili da 8", 12 pezzi da 164 mm a canna rigata a retrocarica, corazza di 220 mm, 10 nodi)
·         Castelfidardo (stesse caratteristiche della Regina Maria Pia)
·         Ancona (stesse caratteristiche della Regina Maria Pia)
-         2a Divisione Emilio Faà di Bruno
·         Re d'Italia (Ammiraglia di squadrone, fregata corazzata di primo rango a elica, costruzione americana, 5.610 t, 6 pezzi da 200mm 72 libbre a canna liscia, 32 pezzi da 164 mm a canna rigata a retrocarica, cintura corazzata di 120 mm, 10,5 nodi)
·         Palestro (Fregata corazzata ad elica, c. 2.000 t, 2 pezzi da 200 mm ad avancarica a canna rigata, 12 pezzi da 160 mm, corazza di 100 mm)
·         San Martino (stesse caratteristiche della Regina Maria Pia)
-         3 a Divisione Capitano di vascello Augusto Riboty
·         Re di Portogallo (stesse caratteristiche della Re d'Italia eccetto i pezzi da 164 mm canna rigata a retrocarica sono 26)
·         Regina Maria Pia (pirofregata corazzata di 2° rango, costruzione francese, 4.201 t, 4 pezzi da 72 libbre a canna liscia, 22 pezzi da 164mm a canna rigata a retrocarica, corazzatura di 120 mm, 12-13 nodi)
·         Varese (stesse caratteristiche della Palestro)
§  Formidabile (Pirocorvetta corazzata di costruzione francese, 2.682 t, 4 pezzi da 72 libbre a canna liscia, 16 da 164 mm a canna rigata a retrocarica, corazza di 115 mm, 10 nodi)
§  Terribile (stesse caratteristiche della Formidabile)
-         2 a Squadra - Navi a vapore in legno - Contrammiraglio Giovan Battista Albini
·         Gaeta (Fregata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno delle Due Sicilie, 3.917 t, 8 pezzi da 160 mm a canna rigata ad avancarica, 12 pezzi da 108 libbre, 34 pezzi da 72 libbre)
·         Maria Adelaide (Fregata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 3.429 t, 10 pezzi da 160 mm a canna rigata ad avancarica, 22 pezzi da 108 libbre, 19 cannoncini) (ammiraglia di squadrone)
·         Duca di Genova (Fregata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 3.459 t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre)
·         Garibaldi (Fregata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno delle Due Sicilie, 3390 t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 12 pezzi da 108 libbre, 34 pezzi da 72 libbre)
·         Principe Umberto (Fregata corazzata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 3.446t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre, 4 cannoncini)
·         Carlo Alberto (Fregata corazzata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 3.231t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre, 7 cannoncini)
·         Vittorio Emanuele ((Fregata corazzata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 3.201 t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre, 7 cannoncini)
·         San Giovanni ((Fregata corazzata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 1.752 t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 14 pezzi da 72 libbre, 12 cannoncini)
·         Governolo (Pirofregata di II rango a ruote, appartenuta al Regno di Sardegna, 2.243t, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre, 2 cannoncini)
·         Guiscardo (Pirofregata di II rango a ruote, appartenuta al Regno delle Due Sicilie, 1.343t, 2 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 4 pezzi da 72 libbre)
-         Naviglio minore
·         Giglio (corvetta appartenuta al Granducato di Toscana, 2 pezzi a canna liscia di dimensioni sconosciute)
·         Cristoforo Colombo (cannoniera, 4 pezzi da 30 libbre a canna liscia)
·         Gottemolo (stesse caratteristiche della Cristoforo Colombo)
·         -- sconosciuta-- (stesse caratteristiche della Cristoforo Colombo)
·         Esploratore (avviso a ruote di prima classe, 2 pezzi da 30 libbre a canna liscia)
·         Messaggere (avviso a ruote di prima classe, 2 pezzi da 30 libbre a canna liscia)
·         Indipendenza (mercantile disarmato)
·         Piemonte (mercantile disarmato)
·         Flavio Gioja (mercantile disarmato)

·         Stella d'Italia (mercantile disarmato) 

mercoledì 11 gennaio 2017

La Battaglia di Lissa. Austria Ungheria. Il Quadro di Battaglia

Impero Austriaco
-         1a Divisione - Navi corazzate - Ammiraglio Wilhelm Von Tegetthoff
·         Erzherzog Ferdinand Max (ammiraglia di flotta, pirofregata corazzata di 2a classe, 5.130 t, 16 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 4 pezzi da 8 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 3 libbre a canna liscia, cintura corazzata di 101 mm sulle batterie, 12,5 nodi)
·         Habsburg (stesse caratteristiche della Erzherzog Ferdinand Max)
·         Kaiser Max (corvetta corazzata, 3.588 t, 16 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 12 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 6 libbre a canna liscia, 15 pezzi da 24 libbre ML rifles. Cintura corazzata di ferro da 110 mm, 11 nodi)
·         Don Juan d'Austria (stesse caratteristiche della Kaiser Max)
·         Prinz Eugen (stesse caratteristiche della Kaiser Max)
·         Drache (corvetta corazzata, 2.750 t, 10 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 18 pezzi da 24 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 8 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 4 libbre a canna liscia. cintura corazzata in ferro di 100 mm., 11 nodi)
·         Salamander (stesse caratteristiche della Drache)
-         2 a Divisione - Navi a vapore in legno - capitano di vascello Petz
·         Kaiser (ammiraglia di divisione, nave di linea a elica a due ponti, 5.811 t, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata ad avancarica, 16 pezzi da 40 libbre a canna liscia, 74 pezzi da 30 libbre a canna liscia, priva di corazza, 11,5 nodi) 
·         Novara (fregata a elica, 2.615 t, 4 pezzi da 60 libbre, 28 pezzi da 30 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 12 nodi)
·         Schwarzenburg (fregata a elica, 2.614 t, 6 pezzi Paixhans da 60 libbre, 40 pezzi da 30 libbre a canna liscia, 4 pezzi da 24 libbre a canna rigata, 11 nodi)
·         Radetzky (fregata a elica, 2.234 t, 6 pezzi Paixhans da 60 libbre, 40 pezzi da 24 libbre a canna liscia, 4 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 9 nodi)
·         Donau (stesse caratteristiche della Radetzky)
·         Adria (stesse caratteristiche della Radetzky)
·         Erzherzog Friedrich (corvetta a elica, 1.697t, 4 pezzi Paixhans da 60 libbre, 16 pezzi da 30 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, c. 8,5 nodi)
-         3 a Divisione - Naviglio minore - capitano di fregata Eberle
·         Narenta (cannoniera a elica, 2 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica) 
·         Kerka (stesse caratteristiche della Narenta)
·         Hum (cannoniera di 2a classe, 2 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 11? nodi)
·         Vellebich (stesse caratteristiche della Hum)
·         Dalmat (stesse caratteristiche della Hum)
·         Seehund (cannoniera di 2a classe, 2 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 11 nodi)
·         Wall (stesse caratteristiche della Seehund)
·         Streiter (stesse caratteristiche della Seehund)
·         Reka (stesse caratteristiche della Seehund)
·         Andreas Hofer (rimorchio a elica, 3 pezzi da 30 libbre a canna liscia)
·         Kaiserin Elizabeth (yacth a pale, 4 pezzi da 12 libbre a canna liscia)
·         Greif (yacth a pale, 2 pezzi da 12 libbre a canna liscia )
·         Stadion (vapore disarmato. Utilizzato come esploratore)

mercoledì 4 gennaio 2017