Cerca nel blog

mercoledì 30 gennaio 2013

La 162a Divisione Fanteria Turkoman in Italia (1943-1945, di Federico de Renzi

Pubblicato sul numero 3, 2012, n. 38 della Rivista "Il Secondo RisorgimeNto" (www.secondorisorgimento.blogspot.com) oppure (www.secondorisorgimento,it) l'articolo di Federico De Renzi sulle vicende della divisione mongola in Italia. L'articolo ha, oltre la sua importanza dal punto di vista della ricostruzione storica, anche quella di attualità nel nuovo interesse che si sta sviluppando nello studio dei rapporti tra il Fascismo ed il mondo arabo. In particolare gli aspetti religiosi, Mussolini ricevette la spada dell'Islam, sono estremamente interessati ed ancora
molto inesplorati.
La rivista può essere richiesta a risorgimento23@libero.it



Arrivano i Mongoli
La 162 Divisione Fanteria "Turkomann" in Italia (1943-1945)

di 
FEDERICO DE RENZI

Durante la Seconda Guerra Mondiale centinaia di popoli stranieri si unirono alle legioni di Hitler, sperando di ottenere per le loro genti uno status speciale nel Nuovo Ordine del Reich. Tra il 1941 e il 1945 centinaia di migliaia di musulmani sovietici prestarono servizio nelle armate tedesche sia come combattenti che come ausiliari. Qui si cercherà di analizzare il caso dei “Tatari” della 162ª Divisione Fanteria “Turkoman” della Wehrmacht impiegata in Italia tra il settembre 1943 e il maggio 1945. 

“Gli unici che io ritengo degni di fiducia sono i Musulmani puri, dunque i Turchi autentici.”
Adolf Hitler, 12 dicembre 1942
“Biz Alla bilen” (Dio ci conosce)
Motto della  162ª  



Quando l'Esercito tedesco invase la Russia sovietica il 22 giugno 1941, questo si vide accogliere da molti dei suoi abitanti come liberatori. Tuttavia il Führer, così come gli alti comandi delle SS, non vedeva di buon occhio i l'ingresso nei reparti tedeschi di “Slavi e altri subumani”, discriminando tra le molteplici nazionalità minoritarie dell'URSS e polemizzando quindi con la Wehrmacht, la quale tendeva invece a mettere sullo stesso piano sia i popoli  di religione cristiana (Ucraini, Georgiani, Armeni ecc.) che quelli di tradizione islamica, purché contrari al regime Sovietico. Già operavano con loro gli Estoni (una divisione), i Lettoni (due divisioni) e i Galiziani (una divisione), ma questa era gente del cortile del Reich. 

Wehrmacht e SS. La creazione dei reparti “turcomanni” come strumento militare e politico

Già all’inizio del 1941, mesi prima dell’inizio dell’Operazione “Barbarossa”, venne creato il Reichsministerium für die besetzten Ostgebiete (Ministero del Reich per i Territori Orientali occupati, o Ostministerium) al fine di amministrare le parti occupate del baltico e dell’Unione Sovietica e coordinare la riorganizzazione politico-amministrativa  dei territori conquistati una volta che la vittoria militare fosse completa. Benché la posizione del ministero e del suo ministro in tempo di guerra Alfred Rosenberg vennero messe in dubbio e talvolta ostacolate da gruppi concorrenti del Partito e dalle gerarchie militari, questo divenne funzionale per la realizzazione del Generalplan Ost (Piano generale per l’Oriente), in realtà una serie di piani e scenari preparati già nel 1939  e nel 1940. Le politiche di occupazione sul campo furono da subito soggette a una dicotomia attitudinale verso le popolazioni conquistate.  Da un lato vi era il razzismo fanatico tipico dei membri del partito nazista, che mirava alla sottomissione o alla pulizia etnica delle popolazioni non germaniche, considerate “inferiori” , e dall’altro un più pragmatico atteggiamento, riscontrabile perlopiù tra i quadri di comando della Wehrmacht, che mirava al consolidamento delle vittorie militari da realizzarsi attraverso un’amministrazione “sostenibile” di un territorio così vasto che sarebbe stato altrimenti difficile governare senza delegare almeno parte del governo locale e della sicurezza a regimi locali “amici”. Secondo quest’ultimo atteggiamento il Reich avrebbe dovuto approfittare delle locali aspirazioni etno-nazionaliste e del risentimento verso le devastanti annessioni, le collettivizzazioni le purghe e le politiche antireligiose pre-belliche attuate da Stalin prima della Guerra (1933-1939), così da guadagnarsi la fedeltà delle popolazioni locali.


La sostanza del piano era quella di dividere la parte europea dell’Unione Sovietica in una serie di stati non-russi, che facessero però capo a uno stato fantoccio centrale russo. Alcune parti della Russia storica, come la Galizia (Halic) e una parte della Weißruthenien (Bielorussia), sarebbero dovute essere incorporate direttamente nel Reich come province (Gau). La parte centrale sarebbe dovuta invece essere trasformata domini del Reichskommissariat, zone non direttamente annesse al Reich, ma che sarebbero dovute essere rapidamente integrate nel suo sistema economico e governate da un’amministrazione civile nazista in collaborazione con gruppi locali “fedeli”. Tra il 1941 e il 1944 esistettero due Reichskommissarieten: il Reichskommissariat Ostland, che copriva gran parte degli attuali stati baltici  e la Weißruthenien (Bielorussia occidentale) e il Reichskommissariat Ukrainien, che copriva gran parte dell’Ucraina, tranne la Galizia, e la Transnistria. Quest’ultimo si sarebbe dovuto estendere fino a Saratov sul Volga, esclusi il basso bacino del Dniepr, la Tauride e la Crimea, da far colonizzare a genti tedesche in vista dell’annessione al Reich. Dopo la guerra sarebbero dovuti essere realizzati altri due Reichskommissariaten: il Reichskommissariat Kaukasien (Caucaso) e il Reichskommissariat Moskowien (Moscovia). Il primo avrebbe dovuto comprendere una vasta regione tra il Don, il Mar Nero e il Mar Caspio, includendo la regione di Baku e le sue riserve di petrolio, mentre il secondo avrebbe dovuto costituire il già citato stato fantoccio russo.

Nei primi mesi d’occupazione i Tedeschi dovettero sostenere un enorme afflusso di prigionieri di guerra, sembra fino a 5,7 milioni di uomini, in larga parte musulmani. Di questi ne morirono nei campi o per malattia circa tre milioni, oltre a coloro che vennero uccisi solo per motivi razziali. Coloro che avevano fattezze “mediterranee” o “mongoliche”, considerati come “ebrei” e “portatori di Bolscevismo”, furono particolarmente colpiti all’inizio dell’occupazione, e sembra che solo il 6% dei prigionieri Turkestani sopravvisse alla prigionia nella seconda metà del 1941. Tuttavia tra l'ottobre e il novembre di quell’anno vennero formate le prime unità volontarie turco-tatare e caucasiche, costituite principalmente da ex-prigionieri.  Oltre a coprire le pesanti perdite subite dalla Wehrmacht sul fronte orientale, i soldati prigionieri, specialmente turkestani, avrebbero potuto favorire l’intenzione di Hitler di far entrare in guerra la Turchia al fianco della Germania.
Oltre a ciò vennero costituiti a Berlino diversi comitati nazionali, soprattutto ad opera di emigrati dal Turkestan Russo e dalla Russia occidentale (Ucraina e Crimea), i cui compiti principali erano provvedere alla propaganda e alle attività di intelligence. Nel Comitato d’Unità Nazionale del Turkestan (Millî Türkistan Birligi Komitesi) ad esempio, su dodici sezioni, cinque erano preposte alla propaganda (riviste, giornali, radio).
Già all’inizio del 1942 si erano aggregati alle Forze tedesche 53.000 Cosacchi (Kosaken-Kavallerie-Korps), 310.000 Russi, 250.000 Ucraini, 5.000 Calmucchi, 180.000 Turkestani, 110.000 Caucasici, 40.000 Tatari del Volga e  20.000 tatari di Crimea, per un totale di 968.000.  Senza addentrarsi nella galassia dei transfughi dell’ex Urss (quasi un milione di uomini passati alle armate del Führer fra Kazaki, Kirghizi, Uzbeki, Turkmeni, Karakalpaki, ecc.), l’analisi si limiterà alla sola la 162ª Turkestanische Infanterie Division “Turkoman”, nata nel 1942. 

Nel febbraio di quell’anno, al fine di coordinare organicamente le formazioni di volontari caucasici e turco-tatari che si andavano costituendo, sorse lo Stato Maggiore delle Legioni Orientali (Ostlegionen), sei legioni costituite da diversi Ostbatallionen (Battaglioni orientali): la Turkestanische Legion, che inquadrava anche volontari di altre etnie (26 battaglioni); la Aserbeidschanische Legion (14), di cui facevano parte il II. Sonderverband Bergmann, lo SS-Waffengruppe Aserbeidschan, il Waffengruppe Aserbeidschan e il II. Feiwilligen-Stamm Regiment; la Nordkaukasische Legion (9 Btg), formata da legionari appartenenti a una trentina di etnie; la Wolgatatarische Legion (7/8) formata da Bashkiri, Ciuvasci, Udmurti, Mari e Mordvini; la Kaukasischer Mohammedaner-Legion (8), formata da Azeri, Daghestani, Ceceni, Ingusceti e Lezghini; infine, costituite ambedue di elementi cristiani, la Georgische Legion (12) e la Armenische Legion (12). 
Come gran parte delle Ostlegionen, tuttavia, gli ufficiali comandanti erano perlopiù tedeschi e, benché le fonti siano discordi a riguardo, sembra che  solo 87 dei circa 180.000 volontari turkestani erano ufficiali e 23 di questi erano parte del comitato nazionale. Sempre all’inizio del 1942, presso la Sicherungsdivision 444 si costituì un reggimento turco-tataro che sarebbe entrato in azione successivamente, tra la foce del Dniepr e la Crimea, come Türk-Batallion 444. Un altro gruppo di soldati dell'Armata Rossa originari dell'Asia Centrale, dopo essere passato ai Tedeschi, diede vita a quell'unità che nel 1942 sarebbe diventata il 450º Infanteriebataillon, formato a Legionov (Polonia), specializzato in guerra antipartigiana. 
Secondo un ordine segreto di Hitler del dicembre 1941, la Turkestanische Legion venne dunque formata per comandare i volontari Turkestani, ma va chiarito che il termine “legion” applicato alle Ostlegionen non era sinonimo di una formazione tattica, bensì indicava in realtà il centro di addestramento dove le unità nazionali, perlopiù battaglioni, venivano organizzati e addestrati. 
Nel corso della guerra servirono nelle forze tedesche oltre 70.000 Turkestani, tra cui 40.000 soldati (Freiwillige) e circa 30.000 lavoratori volontari (Hilfswillige). La Turkestanische Legion venne mobilizzata nel maggio del 1942 ed era originariamente composta da un battaglione, nel 1943 da 15 e in ultimo, alla fine dal 1944, da 26, principalmente integrati dunque come battaglioni indipendenti nelle divisioni tedesche. Il 21 marzo 1943 venne costituita a Neuhammer, Slesia (oggi Świętoszów, Polonia), nel Geralgouvernement, dallo Stab della disciolta 162 Infanterie-Division, fino ad allora impiegato come Führungsstab delle Turkestanische Legion, Aserbaidschanische Legion e Georgische Legion. I comandi vennero costituiti dagli ufficiali della vecchia 162ª, distrutta dai Sovietici a Kalinin nel gennaio del ’42. 

La divisione era dunque costituita da Tedeschi, “Turcomanni” (Kazaki, Uzbechi e Kirghizi) e Azeri, oltre a uomini provenienti dalla Nordkaukasische Legion e dalla Wolgatatarische Legion, per un totale di 35.000 uomini. La divisione era originariamente composta da: Infanterie-Regiment 303, Infanterie-Regimen t314, Divisions-Bataillon 162, Artillerie-Regiment 236, Pionier-Bataillon 936, Panzerjäger-Abteilung 236, Aufklärungs-Abteilung 236, Infanterie-Divisions-Nachrichten-Abteilung 236, e Nachschubtruppen 936. 
Il comando della divisione venne affidato al Generalmajor Oskar von Niedermayer (1885-1948) per poi passare sotto il comando del Generalleutnant Ralph von Heygendorff (1897-1953). 
Von Niedermeyer è talvolta definito il “Lawrence d’Arabia” tedesco. Profondo conoscitore di lingue iraniche e turciche, nel 1912 aveva condotto un viaggio esplorativo in Persia e, tra il 1915 e il 1916 compì insieme all’orientalista Otto von Hentig (1886-1984) una missione in Afghanistan al fine di convincere l’Emiro Habibullah Khan (r. 1901-1919) a schierarsi con gli Imperi Centrali, viste le simpatie dell'emiro per l’Impero Ottomano e il Panislamismo, per poi dare così il via ad una rivolta antibritannica in India.   L’obbiettivo politico era la creazione di una Repubblica del  Turkestan indipendente, o quantomeno autonoma,  piuttosto che un Emirato islamico. La Turkestanische Legion aveva degli Imam che fungevano da “cappellani” militari, incaricati di diffondere i messaggio politici e legittimare la causa anti-bolscevica. La stessa bandiera della Legione era ispirata alla bandiera rossa e blu della Repubblica Autonoma di Kokand del 1920, con al centro un arco e una freccia. Vennero fatti anche dei tentativi per usare il Turco comune d'Asia Centrale (Turkî o Ciagataico), di cui von Niedermayer stesso era profondo conoscitore, come lingua di comunicazione, insieme al Tedesco.

Nel novembre del 1943 anche nelle alte sfere del Partito Nazionalsocialista e tra i vertici delle SS si iniziò a pensare di riorganizzare altre unità di volontari appartenenti ai “popoli orientali” (Orient-Völker). Tra questi erano i compresi popoli non russi e non-slavi provenienti da un’area che va dalla Crimea fino al Caucaso e all’Asia Centrale. Grande parte di quei gruppi etnici (nel 1939 circa 22 milioni di persone) era come ricordato di ceppo turco e di religione islamica, ma altre nazionalità, come i Georgiani e gli Armeni, erano, probabilmente per ragioni di semplificazione, definiti e trattati come “turchi”. A ottobre del 1944 i Caucasici (Armeni, Azeri, Georgiani, popoli del Caucaso settentrionale) erano impiegati nelle legioni e nei battaglioni operativi (Feldbataillonen), per un totale di 48.600 uomini, tra i quali 21.595 uomini nella costruzione e nei rifornimenti, 25.000 in unità tedesche e 7.000 nelle Waffen-SS e nella Luftwaffe. L’occasione per reimpiegare questi uomini venne con l’istituzione di un’unità composta da membri dei popoli “turchi” provenienti dal 450º Infanteriebataillon o Turk-Bataillon-450 “Turkestan” dello Heer (Esercito), comandato dal maggiore Andreas Meyer-Mader. Nella prima metà di novembre del 1943 questi si incontrò con il Reichsführer delle SS (RFSS) Himmler, al quale propose di istituire una cosiddetta “Ostmuselmanische SS Division” di cui sarebbe dovuto essere nominato comandante lo stesso Meyer-Mader. Il RFSS appoggiò l’idea del maggiore, il quale voleva creare una Divisione composta di Turkestani, Azeri e Tatari, che sarebbe dovuta essere aerotrasportata in Asia centrale per dar vita alla rivolta antibolscevica nella regione. 
A quanto pare dunque ci furono già dal 1941-’42 dei piani dello SS-Führungshauptamt (Ufficio Principale delle SS), così come della Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich (Reichssicherheit-Hauptamt), per la creazione di unità composte da questi popoli. Lo Einsatzgruppe D dello Sicherheitsdienst (SD, Servizio di Sicurezza) aveva iniziato a impiegare i “Turchi Orientali” già nel gennaio del 1942, provvedendo inizialmente alla protezione dei Tatari di Crimea, e successivamente utilizzandoli in battaglioni. Dopo che nel dicembre del 1943 il maggiore Meyer-Mader aveva presentato le sue proposte anche al capo dello SS-Führungshauptamt, allo SS-Obergruppenführer e al Generale delle Waffen-SS Gottlob Berger, questa venne presentata anche al Gran Muftì di Gerusalemme Hajj Amin al-Husseini (1895-1974). In un dibattito avvenuto a Berlino tra il Gran Muftì, il maggiore Meyer-Mader e tre ufficiali del battaglione 450 Turkestan il 14 dicembre 1943, tutte le parti si dichiararono pronte a sostenere la creazione di una divisione che venisse impiegata per combattere il bolscevismo. Alla fine del 1943 venne formato il Reggimento delle Waffen SS “Turkestan”, sotto il comando di Mayer-Mader, il quale venne nominato da Himmler SS-Obersturmbannführer (Tenente Colonnello). In un’altra riunione del 4 Gennaio 1944 a Berlino tra i rappresentanti dello SS-Führungshauptamt, lo SS-Sturmbannführer Schulte e i membri del battaglione convennero di cedere il comando del Turk-Bataillon-450, con 
effetto dal 1° gennaio 1944, a Meyer-Mader, come primo passo per la creazione della proposta divisione. Venne dunque formata la Osttürkischer Waffen-Verbande der SS “Timur” (Tamerlano), di cui lo Ostmuselmanisches SS-Regiment, sempre comandato da Mayer-Mader doveva costituire il primo reggimento. Questa divisione venne ribattezzata più volte nelle prime fasi della pianificazione, ossia nel periodo dal novembre 1943 fino all’estate del 1944, come “Ostmuselmanische SS Division”, “Turkmuselmanen Division” o “Muselmanische SS-Division Neu Turkistan”. L’addestramento sarebbe dovuto avvenire nel campo delle SS di Poniatova, a sud-ovest di Lublino. Il personale della futura divisione avrebbe dovuto avere il suo quartier generale a Lublino. 

Come accennato la prima unità fu lo Ostmuselmanisches SS-Regiment, originariamente formato da tre battaglioni inquadrati nello Heer: il 450º (disciolto il 18 dicembre 1943), il 480º e il  I/94º Turkestan (disciolto il 6 dicembre 1943) nonché da ex prigionieri di guerra e da lavoratori dell’industria degli armamenti. Entro la fine del gennaio 1944  gli effettivi ammontavano a 3.000 uomini. L’intenzione iniziale era quella di aumentare questo reggimento fino ad un livello divisionale e ricevere il nome di Muselmanischen SS-Division Neu-Turkistan, per poi essere dislocata a Poniatova. Tuttavia il 28 marzo 1944 Meyer-Mader venne ucciso in un’azione antipartigiana a Yuratishki, nei pressi di Minsk. Il comando venne allora affidato allo SS- Hauptsturmführer Billig , il quale però non godeva della stima dei suoi uomini, fatto questo che, unito alla scarsa preparazione del reggimento, fu uno dei fattori che portarono casi di insubordinazione e alla defezione. Nel luglio del 1944 le speranze di creare una nuova “Muselmanische SS-Division Neu Turkistan” ricaddero sull’ex-maggiore dello Heer Harun-el-Rashid, nato nel 1886 in Austria come Wilhelm Hintersatz.  Questi durante la Prima Guerra Mondiale combattè, in qualità di inviato presso lo Stato Maggiore ottomano, al fianco di Enver Paşa, convertendosi all’Islam e assumendo il nome di Harun el-Rashid Bey. All’inizio del 1940 servì come ufficiale di collegamento dello Heer tra lo Reichssicherheit-Hauptamt e il Gran Mufti di Gerusalemme,  e il 24 agosto 1944 venne promosso prima al grado di SS - Sturmbannführer e il 1° settembre a SS - Obersturmbannführer.
In origine la Osttürkischer Waffen-Verbande der SS era organizzata in quattro Waffen-Gruppen costituiti su base etnica: Turkistan (Kazaki, Uzbechi, Kirghizi e Tagiki), Idel-Ural (Tatari del Volga), Aserbeidschan e Krim (Tatari di Crimea). I primi volontari “Turcomanni” vennero addestrati alla fine del 1943 nel campo di Kruszyna, in Slesia, per essere impiegati nel febbraio del ’44 in operazioni antipartigiane in Bielorussia. Nel campo di prigionia di Neuhammer, sempre in Slesia (oggi Świętoszów, Polonia), si formò invece il II. Sonderverband Bergmann, su tre battaglioni: uno georgiano, uno azero e uno nordcaucasico. Il primo e il terzo verranno trasferiti in Grecia, mentre gli Azeri andranno a fronteggiare l'insurrezione di Varsavia nell'agosto del ’44. Alla fine dell’anno saranno trasferiti prima nella Kaukasischer Waffen-Verband der SS e fusi con la Waffen-Gebirgs-Brigade der SS -Tatar Nr. 1-, ciò che rimaneva del Tataren-Gebirgsjäger-Regiment der SS (composto da Tatari di Crimea) per poi essere trasferititi in Slovacchia e da lì in Austria (marzo 1945). A partire dal 4 gennaio 1944, come accennato, il Reggimento delle Waffen SS “Turkestan” servì come base per la formazione della Divisione “Turkestan”, unendosi ai reggimenti 480º, 782º, 786º, 790º, 791º e I/94º Turkestan, 818º Aserbeidschan e 831º Wolga-Tartarischen. Nella Osttürkischer Waffen-Verbande der SS militarono anche su base personale anche volontari provenienti dalla Turchia, paese neutrale, i quali furono anche integrati nel Freiwilligen-Stamm-Regiment 1.  Le unità “Turciche” erano dunque presenti sia nella Osttürkischer Waffen-Verband der SS “Timur” (SS-Waffen-Gruppe “Azerbeidschan”, SS-Waffen-Gruppe “Turkistan”, SS-Waffen-Gruppe “Krim” e SS-Waffen-Gruppe “Idel-Ural”) che nel Kaukasischer Waffen-Verband der SS “Schamil” (SS-Waffen-Gruppe “Azerbeidschan”, SS-Waffen-Gruppe “Georgien”, SS-Waffen-Gruppe “Nordkaukasus” e lo SS-Waffen-Gruppe “Armenien”). Quella conosciuta in Italia in effetti è la seconda versione voluta da Himmler della Turkestan Osttürkischer Waffen Verband der SS. 



Panislamismo e Panturanismo. Le ragioni di una scelta

In Asia Centrale, l’etichetta “Panislamismo” viene largamente applicata in quanto costituisce una conveniente formula politica per influenzare ed unire le masse islamiche, divise dall’appartenenza razziale e culturale.  Fino al XX secolo nulla era cambiato nella concezione originale di unità in seno alla “Babele” dell’Islam, al fine di  compiere il “Jihâd” contro gli infedeli. La Prima Guerra Mondiale fu percepita da molti musulmani come un attacco portato contro il Dar al-Islam, incarnato dai luoghi santi di Mecca e Medina. Il “Jihâd” venne predicato contro l’infedele britannico e russo, con l’intento porre un freno all’avanzata anglo-russa in Asia Centrale. Le divisioni culturali e razziali esistenti tra i popoli dell’Asia Centrale ostacolarono però la creazione di una qualsiasi lega islamica. Il coinvolgimento straniero nel movimento pan-islamico ebbe inizio alcuni anni prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando idee circa l’egemonia turca in seno ai movimenti panturanici e panislamici nazionalisti vennero diffuse in tutta l’Asia Centrale.  Durante la guerra la Germania adottò rapidamente il Panislamismo come uno di mezzi per destabilizzare il potere britannico in Asia. Sarebbe stata una mossa riuscita, se le forze turco-tedesche avessero raggiunto il Turkestan Russo. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre il giovane stato sovietico si presentò come il campione delle idee pan-islamiche e panturaniche in Asia Centrale.  Seguendo una linea politica estremamente pragmatica, i sovietici seguirono con attenzione, specie nel Caucaso , gli sviluppi pratici di quella che fu la tendenza culturale forse più innovativa nel pensiero islamico d’Asia Centrale dell’Età moderna: l’Usûl-i jadîd.  Nato come programma di riforma dell’educazione in seno alla ricca borghesia tatara di Kazan’ e della Crimea, presto si trasformò in movimento politico, espandendosi nel Turkestan e a Bukhara, dove era stato teorizzato già nei primi anni del secolo XIX.  L’esponente più famoso del movimento fu Ismail Bey Gaprinskij (Gaspiralı, 1851-1914) , il cui fine ultimo era quello di trasmettere la cultura europea ai popoli musulmani e di unirli sulla base di un idioma comune, di una forma razionale di religione e di una comune civiltà moderna.  I mercanti e gli intellettuali tatari formatisi in Europa , introdussero le scuole jadîdi a Tashkent e Bukhara, da dove venivano diffuse le nuove idee in tutto il Turkestan.  Allo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre, il movimento jadidista, una volta resosi conto che né i Bianchi né i Bolscevichi avevano intenzione di cedere la supremazia russa nell’Asia Interna, si organizzarono per dar vita ad una rivolta su larga scala, che coinvolgesse tutti i musulmani dell’Eurasia.  
Tra il 1917 ed il 1924, anno della presa di Bukhara , le “Rivolte dei Basmachi” (ossia combattenti) impegnarono il governo di Mosca per tutti gli anni ’20 , tanto che lo stesso Lenin, nell’ottica della sua politica delle nazionalità, propose la creazione di due differenti organismi speciali per fronteggiare le rivolte: la TurkSovnarKom, che operò dal 1918 al 1920 sotto la supervisione del Soviet di Tashkent, e la TurkKomissija, attiva dal 1921 al 1928.  
Il “Congresso dei Popoli Orientali”, tenutosi a Baku nel settembre del 1920 , oltre a stabilire il futuro di Bukhara , vide tuttavia un’eccezione alla linea dura: Lev Karakhan (1889-1937). Egli, con il suo “Manifesto” del 27 settembre 1920 , non solo stabilì i princìpi che avrebbero dovuto regolare il rapporto tra Islam e Costituzione Sovietica, ma gettò le basi per la normalizzazione delle relazioni tra Stato Sovietico e Cina, concretizzato dal Trattato Sino-Sovietico del 31 maggio 1924  evitando così che i germi del nazionalismo islamico, particolarmente attivi nelle regioni di confine come la Valle del Ferghana e Andijan, grazie all’appoggio di Russi Bianchi e agenti britannici , potessero estendersi al Turkestan cinese. Qui il Governatore Yang Zengxin (1867-1928) conduceva una politica estera caratterizzata da relazioni amichevoli con i sovietici, non interferendo nelle loro politiche di pacificazione della regione.  Un elemento di ulteriore instabilità fu invece portato da un uomo il cui sogno era riunire tutto il Turkestan, da Ashgabad a Khotan, in un’unica nazione: Enver Paşa (1881-1922).  L’ex-Ministro della Guerra ottomano collaborò con il noto turcologo bashkiro Zeki Velidi Togan (1890-1978), dopo averlo conosciuto a Mosca nella primavera del 1920 , durante un incontro tra le varie associazioni islamiche rivoluzionarie. Mentre Togan riuscì creare un vero movimento politico, basato su dei concreti programmi di riforma , Enver era mosso più dall’entusiasmo che da un vero progetto politico, sebbene ottenne qualche successo nel 1920, grazie anche all’aiuto dell’ex-triumviro Cemal Paşa e, per un biennio, dallo stesso Lenin.  Il suo sogno panturanista finì presso Dushanbe, falciato da una raffica di mitragliatrice da un reparto di cavalleria bashkira dell’Armata Rossa, mentre caricava con una ventina dei suoi uomini cercando di spezzare l’accerchiamento.  
Così la scuola di Tashkent focalizzò il suoi interesse sull’India, usando la Kashgaria come una strada privilegiata per estendere l’influenza politica nello Xinjiang.  In Turkestan la comune religione musulmana costituì sempre un fattore secondario rispetto all’appartenenza etnica, facendo sì che il movimento panislamico rimanesse un solo un’utopia.  
Tra le personalità che vennero segnate dall’esperienza delle Rivolte dei Basmachi vi furono i futuri ispiratori della Turkestanische Legion: il kazako Mustafa Çokay, l’uzbeco Veli Kayum Khan  e l’uzbeco Baymirza Hayit. 
Nato da nobile famiglia nei pressi di Kyzyl Orda, allora Krai del Turkestan, Mustafa Çokay (Chokaev, 1890-1941) dopo aver studiato giurisprudenza a San Pietroburgo, tra il 1913 e il 1917 partecipò alla Seconda Duma, fondando poi il partito islamico Shura-i Islamiyya (il Consiglio islamico). Prolifico giornalista, si battè per l’autodeterminazione dei musulmani d’Asia centrale e, all’indomani della Rivoluzione d’Ottobre, fu tra i fondatori del partito nazionalista kazako Alash Orda, divenendo una delle figure di spicco della rivolta antibolscevica di Kokand del 1917 e del seguente Governo Autonomo di Kokand (27 novembre 1917-18 febbraio 1918). Fallito questo, partecipò alle lotte antibolsceviche a Ufa (1918) e in Georgia (1919). Rifugiatosi prima a Istanbul, insieme a Velidi Togan, e poi a Parigi, diede vita a due importanti giornali irredentisti, Yeni Türkistan (Istanbul, 1927-1931) e Yash Turkestan (Parigi, 1929-1939), che servirono a ispirare molti esuli alla vigilia della guerra. Con la presa tedesca di Parigi, si recò a Berlino, dove incontrò Veli Kayum Khan, esule uzbeco, e vide nelle politiche antibolsceviche di Hitler una possibilità concerta per liberare il “Turkestan”, e in generale i Musulmani sottoposti al potere sovietico, dalle politiche di  “collettivizzazione” di Stalin. 
Veli Qayyum Khan (Veli Kayum Khan, 1904-1993) nacque nel 1904 a Tashkent e giunse in Germania nel 1922 per studiare Economia e Agraria. Allo scoppio della guerra fondò in Germania il Comitato d’Unità Nazionale del Turkestan (Millî Türkistan Birligi Komitesi). Fu editore dei giornali Millî Adabiyat e Millî Türkistan (Berlino 1942-45, Düsseldorf 1950- 1975) quest’ultimo pubblicato in quattro lingue: Turkî (Turkestano in alfabeto latino e arabo-persiano), Inglese e Arabo. Dopo la Guerra si recò spesso in Arabia Saudita e in Turchia per perorare la causa del Turkestan. Morì in Germania nel 1993. 
Baymirza Hayit (Mahmutmirzaoğlov, 1917-2006) nacque a Namangan, storico centro del pensiero mistico naqshbandi, e dopo aver studiato a Tashkent, nel 1939 venne nominato tenente di un reparto carri si stanza in Polonia. Durante l’Operazione Barbarossa venne fatto prigioniero dalla Wehrmacht, e giunto a Berlino entrò in  contatto con Mustafa Çokay. Grazie a questi entrò a far parte della Turkestanische Legion, contribuendo attivamente nel settore della propaganda attraverso la pubblicazione di articoli su Kirim (Crimea) settimanale per i Tatari di Crimea (Berlino, 1944-1945), Deutsch-tatarisches Nachrichtenblatt, mensile per i Tatari del Volga (Berlino, 1944-1945), Yeni Türkistan (Neues Turkestan, versione tedesca dell’omonima testata del 1927-1931), Svoboda (Die Freiheit, Berlino 1944-1945 ), pubblicato per la 162ª e Türk Birligi (Türkische Einheit, Berlino 1944-1945) per la Osttürkischer Waffen-Verband der SS. Dopo la guerra continuò la sua opera di studioso insegnando Turcologia in diverse università tra cui Harvard, Colonia, Hacettepe (Ankara), Marmara (Istanbul) e l’Università di Istanbul. È morto a Berlino nel 2006. 


La 162ª Divisione Fanteria “Turkoman” in Italia

All’indomani dell’8 settembre 1943 i Tedeschi, vista la situazione di pressione creata dagli Alleati lungo la  Linea Verde N.1, o "Linea Gotica" (che andava da Pesaro a Massa Carrara, per una lunghezza di 320 km), impegnarono su questa 22 divisioni (insieme a due italiane) con una forza media di 10-12.000 uomini per divisione.compreso un quinto circa di Hilfswillige. In totale dunque non si arriva a 250.000 uomini (circa 800 uomini ogni chilometro). Tra tutte le divisioni tedesche Italia la 162 Turkestanische Infanterie Division, trasferita dalla Slovenia, era la più grande in termini di uomini fra tutte le divisioni indipendenti delle Legioni, e venne dunque ridistribuita a seconda delle necessità strategiche. Già a fine settembre, in vista di una invasione dell'Italia a seguito della caduta di Mussolini, venne trasferita nel settore Italia Settentrionale (Oberitalien) emessa in organico al II. SS-Panzerkorps, a sua volta a disposizione  dello Heeresgruppe B (HG B). Nel dicembre fu posta a presidiare il Norditalia in seno al II. SS-Panzerkorps della 14. Armee (HG C), comandato dal Generaloberst Eberhard von Mackensen, per poi essere assegnata, nel gennaio del 1944 allo Oberbefehlshaber Süd in Liguria. Fino al maggio dello stesso anno rimase in Liguria, dove fu sottoposta al LXXV. Armee-Korps dell'Armee-Abteilung comandata dal generale d'Artiglieria Gustav-Adolf von Zangen (HG C). Questo venne creato in Italia nel marzo '44 nel settore dell'Heeresgruppe C, impiegando il Generalkommando des LXXXVII. Armee-Korps nella Operationszone "Alpen Vorland" (elm.278.ID). Dopo che quest'ultimo venne trasferito nella Operationszone "Adriatisches Küstenland" (Alarm-Rgt Brandenburg), a giugno, ora comandata dal Generalleutnant Ralph von Heygendorff, la 162ª passò  al XIV. Panzerkorps della 14. Armee (HG C) che la impiegò in Toscana. Nel corso del mese ebbe l'appoggio dello schwere Panzer-Abteilung 504, combattendo in Toscana fino a luglio. 
Il Generalfeldmarschall Albert Kesserling, preoccupato per un possibile sfondamento alleato sulla direttrice Firenze-Bologna-Ostiglia-Ferrara che avrebbe spezzato in due le forze tedesche in Italia, eliminando la 14. Armee che combatteva in Toscana e Liguria, si vide osteggiato dal Generale Heinrich von Vietinghoff-Scheel, comandante della 10. Armee. L'armata era costituita da due Corpi d'Armata, a LXXVI. Panzer-Korps del Generale Traugott Herr e il LI Alpin-Jäger del Generale Valentin Feurstein. Von Vietinghoff decise infatti di aumentare le esercitazioni tattiche e di rinforzare le difese costiere e aumentare di un reggimento la 162 Turkestanische (Infanterie-Regiment 329), che, in seguito all'attacco britannico sull'Adriatico del 25 agosto, era stata trasferita nel settore di Rimini e sottoposta al Venetianische Küstenland della 10. Armee (HG C). Trasferita sotto nella LXXVI. Armee-Korps di Traugott Herr, durante la difesa della Linea Verde la 162ª  “Turkoman” combattè con determinazione in tutte le fasi dello sfondamento alleato. Reparti della divisione furono impegnati nella difesa della Linea Verde nella Romagna meridionale: combatterono dal Conca al Marano, durante la 1ª Battaglia di Coriano (4-6 settembre, difendendo l'aeroporto di Rimini), a San Marino (17-18 settembre) e soprattutto nell'ultima fase della 2ª Battaglia di Coriano, nota come Battaglia di Rimini-San Marino, o Battaglia della Linea Gialla (18-20 settembre 1944). Durante il ripiegamento da Rimini a San Marino, che interessò anche tutta la Val Marecchia, la 162ª partecipò quindi alla battaglia di San Fortunato, il 19 settembre, dove si distinse lo Artillerie-Regiment 236, con i suoi cannoni Ansaldo e i battaglioni I e II del  Infanterie-Regiment 314, subendo numerose perdite. 




Una volta collassata la linea dopo la Battaglia di Montecieco (20 settembre), dove la 162ª fu impegnata come ultima risorsa, lo stesso Vietinghoff, per giustificare l'operato del Generale Herr contro il parere di Kesserling, difese la  162ª: "I turkmeni hanno resistito per due giorni poi hanno ceduto a causa delle deboli forze di Polack (...)". 
Tra il 20 e il 21 settembre, durante la ritirata da Rimini, il  LXXVI. Panzer-Korps di Herr cerca di resistere dietro il Marecchia, ma è così debole che si limita a presidiare alcuni capisaldi. La strenua resistenza delle forze tedesche sì che Kesserling definisca la "Battaglia degli Appennini"(compreso il Fronte toscano) una "pagina che rimarrà famosa nella storia militare della Germania". 
Tuttavia le perdite furono altissime, e il solo LXXVI. Panzer-Korps registra da subito 17.550 perdite, di cui 108 della 162 Turkestanische Infanterie Division. Nel solo periodo dalla 2ª Battaglia di Coriano alla Battaglia della Linea gialla il  LXXVI. Panzer-Korps perse 8.929 uomini, ossia mille al giorno. Dopo la battaglia, dei 92 battaglioni in organico alla Wehrmacht in Italia solo 10 avevano ora più di 400 uomini, sedici ne avevano 3 o 400, ventisei 2 o 300 e trentotto non arrivavano nemmeno a 200 uomini. Tre battaglioni sono poi completamente scomparsi, tra questi il II/314 della 162ª, la quale, all'alba del 22 settembre, aveva i seguenti complementi: 303 Infanterie-Regiment 790 (310),  314 Infanterie-Regiment 380 (220),  329 Infanterie-Regiment 830 (210). Il  II/314 era scomparso sul Covignano. Durante la ritirata e la liberazione di Bellaria da parte della 2ª Divisione Corazzata neozelandese, vengono fatti prigionieri 123 turcomanni. Tuttavia lungo la Adriatica Romea (nome in codice "Black Diamond") paracadutisti e turcomanni resisterono duramente, ma sul Rubicone ne vennero fatti prigionieri altri venti. La ritirata verso la Liguria è un inferno.
Tra il dicembre del '44 e il gennaio del 1945 ciò che resta della 162 Turkestanische Infanterie Division è in Liguria con lo Heeresgruppe C (HG C) nella riserva della Armee Ligurien (Heeresgruppen Ligurien), creata come ampliamento dello LXXXVII. Armee-Korps per controllare le armate tedesche e italiane che operavano nel Centro-nord e comandata dal Generale Rodolfo Graziani. Nel gennaio 1945 la 162ª venne trasferita in Emilia, e impiegata in operazioni antipartigiane sugli Appennini del parmense, reggiano e modenese. Nel ricordo di molti partigiani  del reggiano e del parmense che militarono nelle Brigate Garibaldi, il 10 gennaio 1945, un drappello di “Mongoli”, come venivano chiamati, incrociò tra Vianino e il fondovalle un folto gruppo di partigiani appartenenti alla 31ª (32ª) Brigata Garibaldi, cui si erano aggregati alcuni renitenti di Varano de' Melegari (bassa Valle del Ceno, nel parmense). I “Mongoli” ebbero facilmente il sopravvento sulla banda, poi continuarono a rastrellare verso nord. Alcuni giorni più tardi ebbe luogo nel reggiano, tra Scandiano e Baiso (tra Sassuolo e Reggio Emilia), un vasto rastrellamento nel quale operarono di nuovo i legionari della Turkestan.
Nel marzo dello stesso anno continuò a combattere sotto al LXXVI. Panzerkorps della 10. Armee (HG C) nel settore di Bologna, sempre in azioni antipartigiane, specialmente nelle Valli di Comacchio, dove in aprile gli anglo-italiani riuscirono a catturare più di 900 uomini della Turkoman. Dopo il 25 aprile ciò che rimaneva della 162ª iniziò la ritirata verso Padova, dove l'8 maggio si arrese alle truppe britanniche. Da Padova vennero trasferiti a Taranto, e da lì Odessa. Questi ultimi superstiti raggiunsero i prigionieri presi in seguito alla Battaglia di Rimini-San Marino, rimpatriati in Unione Sovietica attraverso il canale di Suez  e l'Iran. Una volta in mano sovietica, tutti gli ex-appertenenti ai reparti della Wehrmacht vennero condannati a vent'anni di lavori forzati, sparendo in quello che divenne noto come "l'Arcipelago Gulag".





162 Turkestanische Infanterie Division “Turkoman”
Gliederung:
Infanterie-Regiment 303 Infanterie-Regiment 314 Infanterie-Regiment 329 (dal 15/08/1944)
Divisions-Bataillon 162 Artillerie-Regiment 236 Pionier-Bataillon 936 Panzerjäger-Abteilung 236
Aufklärungs-Abteilung 236 Infanterie-Divisions-Nachrichten-Abteilung 236 Nachschubtruppen 936
Divisionskommandeure:
13/04/1943-21/05/1944: Generalmajor Professor Dr. Oskar Ritter von Niedermayer
21/05/1944-8/05/1945: Generalleutnant Ralph von Heygendorff
Ofizieren:
15/11/1943-25/04/1944: Obersleutnant Kurt Busch
30/04/1944-05/1945: Major Erhard Adler



Testimonianze
Il Comandante partigiano, poi Generale di Corpo d'Armata dell'EI, Mario Nardi (1913-2007) riportato dal Gorrieri, ricorda che: “Secondo informazioni da me non potute controllare, le forze attaccanti sarebbero risultate costituite da due divisioni tedesche (una probabilmente turcomanna in quanto nel settore nord gli attaccanti erano per la maggior parte di razza mongoloide) e due battaglioni di milizia fascista”, e che in seguito: “I mussulmani della Türkestan, partendo dalla zona di Borgotaro, investirono a largo raggio il settore Ovest-Cisa muovendo verso nord in direzione di Salsomaggiore (...) I partigiani, strettamente marcati nel loro sganciamento verso la Val Ceno, si trovano tagliata la strada dalle truppe musulmane che il 2 gennaio 1945 hanno già raggiunto Ponteceno. Ai partigiani della 32a brigata Garibaldi non resta che rifugiarsi a ridosso del confine piacentino”.
In: Gorrieri, Ermanno. La Repubblica di Montefiorino. Per una storia della Resistenza in Emilia. Bologna: Il Mulino, 1966, pp.404-405.
Nel suo diario di guerra, il Generale Guido Monardi annotava: "I guerriglieri sospinti dai reparti della divisione Türkestan si ritirarono precipitosamente camuffandosi e mimetizzandosi fra la popolazione civile".
In: Pisanò, Giorgio. Storia delle forze armate della RSI (1943-1945). Milano: FPE, 1982, vol. I, p. 579


Bibliografia essenziale

Abramian, Eduard. Forgotten Legion: Sonderverbände Bergmann in World War II 1941-1945. Bayside, NY: Europa Books, 2007
Andican,  A. Ahat. Turkestan Struggle Abroad. From Jadidism to Independence. Haarlem: SOTA, 2007
Ailsby, Chrisopher. SS: Hell on the Eastern Front. The Waffen-SS War in Russia, 1941-1945. Osceola: Brown Packaging Books, 1998
Bishop, Christopher. SS Hitler’s Foreign Divisions. Foreign Volunteers in the Waffen SS 1940-1945. New York: Amber Books, 2005
Borsarello, J. e W. Palinkx. Wehrmacht and SS: Caucasian, Muslim, Asian Troops. Bayeux: Heimdal, 2007
Caroe, Olaf. Soviet Empire: The Turks of Central Asia and Stalinism. London: Macmillan, 1967
De Cordier, Bruno. “The Fedayeen of the Reich: Muslims, Islam and Collaborationism During World War II”, China and Eurasia Forum Quarterly, Vol. 8, No. 1 (2010) pp. 23-46
Ertürk Cabbar. Kızılordu’dan Kafkas millî lejyonuna. Bir Türk’ün ikinci dünya harbi hatıraları; a cura di Erol Cihangir. İstanbul: Turan Kültür Vakfı, 2005
Fischer, George. Soviet Opposition to Stalin. A case Study in World War II. Cambridge, Mass.: Harvard University Press, 1952
Hayit, Baymirza. Basmatschi: Nationaler Kampf Turkestans in den Jahren 1917 bis 1934. Köln: Dreisam-Verlag,  1993
Hayit, Baymirza.“Some reflections on the subject of annexation of Turkestani Kazakhstan by Russia”, Central Asian Survey (CAS). Vol. 3, No. 4 (1984), pp. 61-75
Hayit, Baymirza. Turkestan. Im Herzen Euroasiens. Köln: Studienverlag, 1980

 
Hayit, Baymirza. “Turkistan: A case for national independence” Journal of Muslim Minority Affairs. Vol. 1, No. 1 (June 1979), pp. 38-50
Hayit, Baymirza. Sowjetrußische Orientpolitik am Beispiel Turkestan. Köln-Berlin: Kiepenhauer & Witsch, 1962
Jurado, Carlos Caballero e Antony Lyles. Foreign Volunteers of the Wehrmacht 1941-45. Man-at-Arms 147. Oxford: Osprey, 1983
Kara, Abdulvahap. Türkistan Ateşi. Mustafa Çokay'ın Hayatı ve Mücadelesi. İstanbul: DA Yayınları, 2002
Landau, Jacob. Pan Turkism. From Irredentism to Cooperation. Bloomington, Ind.: Indiana University Press, 1995
Littlejohn, David. Foreign Legions of the Third Reich. Volume 4. San Jose, Cal.: R. James Bender, 1987
Montemaggi, Amedeo. Rimini San Marino’44. La Battaglia della Linea Gialla. San Marino: Della Balda, 1983

Muñoz, Antonio J. Forgotten Legions. Obscure Combat Forces of the Waffen-SS. Boulder, Col.: Paladin Press, 1991
Muñoz, Antonio J. The East came West. Muslim, Hindu, and Buddhist Volunteers in the German Armed Forces 1941-1945. New York: Axis Europa, 2001
Muñoz, Antonio J. e Oleg V. Romanko. Hitler’s White Russians. Collaboration, Extermination and Anti-partisan Warfare in Byelorussia 1941-1944. New York: Axis Europa, 2003
Muñoz, Antonio J. Hitler’s Muslims. Muslim Volunteers in Hitler's Armies, 1941-1945. Bayside, NY: Europa Books, 2007
Paksoy, Hasan B. a cura di. Central Asia Reader. The Rediscovery of History. London: M.E. Sharpe, 1997
Paksoy, Hasan B. Bağımsız Yaşam İsteği. Firenze: Carrie/European University Institute, 2012
Ready, Lee J. The Forgotten Axis: Germany's Partners and Foreign Volunteers in World War II. Jefferson, NC: McFarland &Co., 1987
Thomas, Nigel e Stephen Andrew. The German Army 1939-45 (5): Western Front 1943-45. Man-at-Arms 336. Oxford: Osprey, 2000
Togan, Ahmed Zeki Velidi. Bugünkü Türkili (Türkistan) ve yakın tarihi. İstanbul: Arkadaş, İ. Horoz ve Güven Basımevleri, 1942
Togan, Ahmed Zeki Velidi. Memoirs. National Existence and Cultural Struggles of Turkistan and Other Muslim Eastern Turks. Trad. inglese a cura di Hasan Bülent Paksoy, 2012
Trigg, Jonathan. Hitler's Jihadis Muslim Volunteers of the SS. Hitler’s Legions. Gloucester: The History Press, 2012


venerdì 25 gennaio 2013

Centro Russo di Scienza a Cultura.


Il concorso di storia “L’assedio di Leningrado”

Cari amici, esattamente 70 anni, nei giorni di un gennaio gelato, fu spezzato l’assedio nazista di Leningrado. L’eroica resistenza dell’Armata Sovietica e la gloriosa impresa dei civili mandarono in fumo il progetto di “guerra lampo” della Germania di Hitler e dei suoi alleati contro l’URSS.
Nonostante l’indicibile sofferenza e le grandi prove, Leningrado non si piegò, diventando così esempio di coraggio, esempio di una delle più grandi e gloriose imprese di popolo ed esercito insieme che la Storia militare ricordi.
In memoria degli eroi dell’assedio di Leningrado, il Centro russo di scienza e cultura a Roma bandisce un concorso di storia.
Potete partecipare al concorso rispondendo alle domande sul link:
https://docs.google.com/spreadsheet/viewform?formkey=dFMxZ0NHaDN1UmVYSXN...
Il primo premio consiste in un trimestre di corso di lingua russa gratuito presso il Centro Russo di Scienza e Cultura.
Le lezioni sono condotte da qualificati docenti di madrelingue, laureati in Lingua russa per stranieri e con ottima conoscenza della lingua italiana. Al termine dei corsi e dopo l’esame finale, sarà possibile ricevere un certificato di frequenza del Centro Russo di Scienza e Cultura che attesterà il livello della conoscenza linguistica raggiunto.
Il secondo premio consiste in una tessera annuale presso la Biblioteca del Centro. La biblioteca dispone di oltre 3 mila volumi: libri di letteratura, enciclopedie, volumi su argomenti dell’ambito sociale, politico ed economico, ma anche dizionari, e non da ultimo libri per bambini. Il fondo della biblioteca è in continua crescita, con delle importanti novità soprattutto nell’ambito della letteratura. La biblioteca è fornita di computer con accesso internet offrendo inoltre la possibilità di guardare i classici e i moderni della cinematografia russa.
I partecipanti al concorso dovranno rispondere alle domande entro il 10 febbraio 2013. Una volta risposto alle domande, premere INVIA per esserci registrati. I risultati del concorso saranno pubblicati sul sito del Centro Russo di Scienza e Cultura il 15 febbraio 2013.

Блокадный Ленинград

Исторический конкурс «Блокада Ленинграда»

Дорогие друзья, ровно 70 лет назад, в морозные январские дни, было прорвано кольцо вокруг осажденного нацистами Ленинграда. Героическое сопротивление Советской Армии и подвиг жителей города сорвали план «молниеносной» войны гитлеровской Германии и ее союзников  против СССР.
Несмотря на неслыханные испытания и лишения, Ленинград остался непокоренным и стал  образцом мужества. Это – один из самых выдающихся массовых подвигов народа и армии во всей истории войн.
В память о героях Блокады Ленинграда Российский центр науки и культуры в Риме объявляет исторический конкурс.
На вопросы викторины Вы можете ответить, перейдя по ссылке:
https://docs.google.com/spreadsheet/viewform?formkey=dFMxZ0NHaDN1UmVYSXN...
Приз за первое  место – сертификат на бесплатное обучение на курсах русского языка в Центре в течение триместра.
На наших курсах занятия ведут опытные квалифицированные преподаватели-носители языка, свободно владеющие итальянским языком и специализирующиеся на преподавании русского языка для иностранцев. По окончании курсов и сдаче финального теста Вы сможете получить сертификат Российского центра науки и культуры о посещении курсов и владении определенным уровнем языка.
Мы объявляем также приз за второе место – годовой абонемент в библиотеку Российского центра науки и культуры. Библиотека Центра – это более 3 тыс. изданий художественной и общественно-политической литературы, энциклопедий, словарей и детских книг. Библиотечные Фонды постоянно пополняются литературными новинками. Библиотека оснащена компьютерами с выходом в интернет. На компьютерах Вы также можете посмотреть классические и современные русские фильмы.
Участники конкурса должны ответить на предложенные вопросы до 10 февраля 2013 года включительно. Ответив на вопросы, необходимо нажать кнопку INVIA, чтобы зарегистрироваться в конкурсе.
Результаты конкурса будут вывешены на сайте Российского центра науки и культуры 15 февраля 2013 года.

sabato 12 gennaio 2013

Filippo Maria Marinetti al fronte. Una foto da studiare.


Elisa Bonacini ha ereditato da suo nonno, soldato della Grande Guerra, le foto che qui sono state riprodotte. Nel gruppo di soldati della foto sopra potrebbe esserci Filippo Maria Marinetti, in divisa, al fronte.Nel riquadro riportato di seguito la somiglianza tra le due foto è veramente interessante, anche se non vi è la certezza assoluta.



 Chi volesse dare ulteriori informazioni può invarle a Elisa Bonacini (el.bonacini@gmail.com) oppure a ricerca23@libero.it

martedì 8 gennaio 2013

Ipotesi di ricerca sulla Guerra di Liberazione in Italia e all'estero 1943-1945


Tesi di Laurea. Soggetti e Ricerche. Per coloro che non avessero ancora sclto l'argomento della Tesi di Laurea, sia triennale che specialistica, si riportano elementi significativi della Guerra di Liberazione, punto di partenza di eventuali lavori.
 Il Ten. Col.  Zignani e il Col. Raucci: fucilati il 17 novembre 1943 ad Elbassan in Albania dai tedeschi, in uniforme con le stellette al bavero, perché a capo di unità combattenti del C.I.T.a.M.
 
197 Sottotenenti giurano fedeltà al Re ed alla Patria nel campo di concentramento tedesco di Darlan in Polonia il 23 novembre 1943
 
Le I.S.U. lavorano, nel gen. 1944,  24 ore al giorno con turni di 8 ore al porto di Boston per alimentare il Corpo di Armata Americano che sbarcherà in Normandia
 
Il gen. Raffaele Cadorna è al comando del Corpo Volontari della Libertà nel Nord Italia riconosciuto da tutte le forze “ribelli” operanti
 
Il I Raggruppamento Motorizzato attacca sulla stretta di Mignano Montelungo l’8 e il 16 dicembre 1916 inquadrato nella 36 Divisione Texas USA
 
Mussolini, capo della Repubblica Sociale Italiana, proclama nel 1944 la socializzazione
 Il cap. dei carabinieri reali Pezzella a capo della compagnia di Reali Carabinieri  svolge compiti di polizia militare sulla testa di ponte di Anzio dal 22 gennaio al 25 maggio 1944
in sostituzione delle Polizie militari britanniche e statunitensi
 
La Divisione “Garibaldi” composta da unità alpine combatte in Montenegro
(Zavattaro-Ardizi)
 
La Balkan Air Force composta totalmente da personale militare italiano con basi  nelle Puglie rifornisce le unità jugoslave per conto degli Alleati
 
 Il fronte militare clandestino di Roma (gen. Bentivegna)
con la sua attività informativa salva dalla distruzione
 la testa di ponte alleata di Anzio
 
 4000 Italiani in uniforme tedesca (Whermach) difendono Praga nell’aprile 1945
 
Le Divisioni Friuli e Cremona liberano la Corsica dall’8 al 21 settembre 1943
 e consegnano l’Isola alle forze Francesi sopraggiunte
Hanno oltre 700 morti e 100 feriti
 
La Divisone Perugia rimane in armi (oltre 10.000 uomini) nell’area di Santi Quaranta fino al 3 ottobre 1943, 8 giorni dopo la resa della Divisone Acqui,
In attesa dell’arrivo dei soccorsi promessi dall’Italia

Rimondo Luraghi non è più tra noi

Dal Presidente della Società di Storia Militare riceviamo questa lettera:
"il 28 dicembre è scomparso a Bordighera il Prof. Raimondo Luraghi, nostro Fondatore e Presidente Onorario. Ho incaricato Michele Nones, co-fondatore, primo segretario generale della Sism e coadiutore dei corsi tenuti dal prof. Luraghi nelle università di Genova e Roma-Luiss, di rappresentarci ai funerali che si svolgono in data odierna.
Vi allego il ricordo che abbiamo pubblicato sul sito della nostra associazione, accompagnato dalla marcia dei soldati di Robert Bruce e dal Chant des Partisans.
L’Ufficio di Presidenza ha approvato la pubblicazione, quale Quaderno Sism 2012, di una raccolta di Studi in Memoria di Raimondo Luraghi, che presenteremo a Torino a settembre, unitamente al suo libro postumo in corso di pubblicazione per i tipi della Rizzoli, nell’ambito del 39° Congresso della Commissione Internazionale di storia militare (CIHM).
Ricordo che si tratta del secondo congresso Cism che si svolge a Torino. Il primo fu, nel 1992, il 18°, e si svolse sotto la presidenza di Raimondo Luraghi e con l’organizzazione di Michele Nones.
Gli Studi in Onore saranno aperti da un contributo del prof. Nino Luraghi, figlio del nostro Fondatore e Professor of Classics a Princeton. Sono già preannunciati altri contributi di insigni studiosi, anche non appartenenti alla Sism. Come d’uso, i contributi sono a tema libero anche se gli studiosi solitamente cercano di incentrarli possibilmente sui temi trattati dalla persona che viene onorata. Ricordiamo che la produzione di Raimondo Luraghi non si limita ai temi di Storia delle Americhe (tra cui la storia della guerra civile americana e delle guerre indiane), ma abbraccia il Risorgimento, la Resistenza e la storia del pensiero politologico e militare. Questi ultimi temi includono un suo importantissimo saggio sulla guerra industriale e il suo commento alle opere di Montecuccoli pubblicate dall’Ufficio storico dello SME.
I Soci che intendessero contribuire agli Studi in Memoria di Raimondo Luraghi dovranno farmi pervenire l’elaborato, non superiore alle 15 pagine, entro il termine tassativo e inderogabile del 30 aprile. Tra gli elaborati pervenuti verranno selezionati i 20-25 ritenuti migliori a giudizio insindacabile del Prof. Mariano Gabriele, Presidente Onorario.    
Virgilio Ilari

lunedì 7 gennaio 2013


 Avviso.

Le note di Storia Militare del II Semestre 2012 saranno inserite (con la data di stesura) a partire dal prossimo 15 gennaio. Concorreranno alla raccolta dei "Materiali", secondo il progetto esposto. Non farà testo, pertanto, la data di inserimento nel blog, ma la data indicata all'inizio del post.