1. SITUAZIONE PARTICOLARE
a. L’ambiente Operativo
L’isola di Lissa è situata nel mare Adriatico a 130 Miglia a Sud Est di
Ancona, 175 Miglia
a Sud di Pola (Base della flotta Austriaca) e 30 miglia dalla costa
Dalmata. Era fortificata sia a porto S. Giorgio che in corrispondenza della
Baia di Comisa, con bastioni bene armati (84 cannoni) ed elevati. Le
guarnigioni austriache avevano truppe di seconda linea per un totale di 1833
uomini fra Ufficiali e soldati.
b. I piani Operativi
Secondo Stevens e Westcott, non si può imputare a
Persano la scelta di orientare l’attacco su Lissa piuttosto che sulla flotta
austriaca, ma ad una decisione principalmente politica. Indipendentemente dalle
responsabilità della scelta, era comunque evidente l’assenza di un piano
operativo consolidato. Secondo Ezio Ferrante (prefazione de “ I fatti di
Lissa”), si andò praticamente alla cieca, penetrando nel porto di S. Giorgio
come si va alla scoperta di un porto nuovo in Australia, e costretti ad
osservare solo alla prova dei fatti che i colpi delle artiglierie delle navi
andavano tanto più spesso a vuoto tanto i forti e le batterie dell’isola erano
alti e distanti per il tiro dei nostri cannoni. A Lissa si era andati con
presupposti sbagliati: nell’attacco alle fortificazioni dell’isola di
pianificato c’era ben poco, tanto è vero che gli italiani, sia pure con
successi frammentari e discontinui, si affannano in una tantalica inconcludente
fatica che porta al terzo giorno, al momento dello scontro navale con gli
austriaci, solo una minima aliquota della pur ultrapotente flotta italiana,
partecipare all’azione di fuoco. Inoltre, gli Ammiragli sottordini, Vacca ed
Albini si sottraggono o disobbediscono apertamente agli ordini dell’Ammiraglio Persano,
adducendo talvolta giustificazioni discutibili ed evidenziando, un forte limite
di coesione ed unità di comando.
Dal lato austriaco, il Contrammiraglio Tegetthoff,
appariva più risoluto e deciso. Pronto a rispondere ad un eventuale attacco
italiano, consapevole della superiorità della flotta nemica, sapeva che per
ingaggiare battaglia, doveva minimizzare le distanze, per permettere ai suoi
cannoni (inferiori in gittata) di essere efficaci. Inoltre, ognuno dei suoi
comandanti sapeva esattamente qual’era l’intento dell’Ammiraglio e l’ordine di
battaglia. Sapevano, infine, di avere a che fare con il tipo d’uomo che aveva
idee chiare e sapeva come battersi.
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