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lunedì 15 giugno 2015

Nota: Interventismo in Ancona nel 1914-195.

Nota sull’

Incontro
“L’Interventismo in Ancona nel 1914 -1915:
Nenni Mussolini e la guerra al nemico ereditario”

Massimo Coltrinari


Sabato 13 giugno 2015 alla Polveriera “Castelfidardo”al Campo degli Ebrei, in Ancona si è tenuto il primo degli incontri del ciclo proposto ed organizzato dalla  Accademia di Oplologia e Militaria di Ancona del socio Massimo Coltrinari dal tema: L’Interventismo in Ancona nel 1914 -1915:Nenni Mussolini e la guerra al nemico ereditario” nel quadro del programma promosso dal Comune di Ancona volto ad evocare il centenario della Prima Guerra Mondiale
Come già detto in varie occasioni e in sede di presentazione il ciclo di incontri, a cadenza mensile, è stato voluto dal compianto Franco Sestilli, presidente della Accademia, purtroppo scomparso alcune settimane fa, per significare il ruolo di Ancona nel Grande Conflitto.
Massimo Ossidi, che gli è succeduto nella carica di Presidente della Accademia, ha ricordato nel suo intervento che  grazie alla fattiva opera di Franco Sestilli, l’azione di rievocare eventi significativi che videro Ancona protagonista della Storia d’Italia negli anni precedenti la Guerra Mondiale si è concretizzata con gli incontri dedicati alla figura ed all’opera di Lamberto Duranti, anconetano, il primo giornalista italiano deceduto nella Grande Guerra. In una cerimonia al Famedio del Cimitero della Tavernelle, Franco Sestilli sottolineò come Ancona fosse in prima linea in un impegno politico e sociale che esprimeva la somma di valori civici di lunga tradizione risorgimentale. In una successiva manifestazione nella Sala della Società di Mutuo Soccorso di Casteld’Emilio Franco Sestilli ribadiva l’importanza che Ancona e gli anconetani hanno nei mesi che precedettero il nostro intervento. Ricordò che ai funerali di Lamberto Duranti ad Ancona il 20 gennaio 1915 vi erano oltre 30.000 persone. Franco Sestilli, gravemente ammalato non potè essere presente l’8 maggio scorso quando l’Ordine dei Giornalisti delle Marche nella Sala del Consiglio del Comune di Ancona organizzò un convegno nazionale in cui la figura di Lamberto Duranti fu adeguatamente ricordata.

Su questo filone avviato da Franco Sestilli, si è innestato l’incontro di sabato 13, il primo dei 12 incontro in programma per questo progetto culturale. Con un taglio decisamente accademico e volutamente non divulgativo, Massimo Coltrinari, socio della Accademia, ha presentato  ai Soci, agli amici e a quanti vorranno intervenire, i dettami dell’interventismo che ebbero come cornice Ancona. Partendo proprio dal funerali di Lamberto Duranti, che erano stati preceduti da quelli di Bruno e Costante Garibaldi, che avevano riavviato in forma più pressante il problema della nostra posizione nella guerra europea, si analizzerà l’azione e l’opera svolta ad Ancona e nel resto di Italia di interventisti come Pietro Nenni, Benito Mussolini, Cesare Battisti, Luigi Albertini, Filippo Corridoni, ed altri tutti legati in un modo o nell’altro ad Ancona.
Pietro Nenni era direttore del Lucifero, giornale del partito repubblicano che si contrapponeva al “Vecchio Lucifero”, giornale dei repubblicani più intransigenti, entrambi stampati in Ancona. Come direttore del Lucifero Nenni era una forza trainante per tutto il movimento repubblicano, che aveva visto la massima espressione nell’organizzare la Legione Garibaldina che stava combattendo nelle Argonne, in cui erano affluiti, primi fra tutti Chiostergi, Marabini e tanti altri, gli esponenti di spicco del repubblicanesimo marchigiano.
A questo punto ha preso la parola Manlio Bovino, attuale presidente della Associazione “Amici del Luficero”, che ha tratteggiato la storia del Giornale e del suo significato nella storia di Ancona, con alcune considerazioni di ordine odierno.

Massimo Coltrinari ha ripreso il filo della conferenza con un analisi del rapporto tra Pietro Nenni con l’altro interventista, Benito Mussolini, che sul suo foglio matricolare aveva segnato “Renitente alla chiamata di leva della sua classe” a subito dopo, “Condannato ad un anno di reclusione militare per renitenza alla leva”, un Mussolini antimilitarista ed antimonarchico che aveva rinsaldata la sua amicizia, entrambi erano romagnoli, con Nenni nei giorni convulsi e tragici della settimana rossa. Ed in questo rapporto che emerge il ruolo primario di Ancona in quei mesi decisivi

Mesi che videro anche l’opera di un altro anconetano illustre Luigi Albertini, direttore del Corriere della sera, che sotto la sua direzione divenne uno dei primi giornali d’Italia; una direzione la sua che fu definita una mezza via tra unica compagnia di gesuiti ed una legione di carabinieri, tanto era determinato nella sua azione. All’interventismo del Corriere della Sera si farà cenno anche illustrando la figura di Filippo Corridoni, marchigiano, che cadrà alla trincea delle Frasche il 25 ottobre 1915, così come le altre figure di interventisti come Luigi Lori di Firenze, Publio Paletti di terni, Peppino Garibaldi, Cesare Rossi, Miche Bianchi Giovanni Marinelli ecc.

Un dato rilevate che sottolinea come l’interventismo in Ancona e nella Marche cosi come nelle Romagne, era fortemente radicato. Un dato che occorre ben comprendere, ed e questo uno degli scopi dell’incontro, per spiegare il fallimento dell’azione di bombardamento della flotta austriaca contro Ancona e contro le altre città marchigiane e romagnole il primo giorno di guerra.


E’ seguito un dibattito con in cui è stato chiesto di illustrare pi a fondo il rapporto tra questi rivoluzionari, come Nenni e Mussolini e la loro famiglia; E’ stato fatto notare, infine che Il Conferenziere ha solamente accennato al Rapporto tra D’Annunzio e Ancona, un rapporto con Adolfo De Bosis molto intenso, ma che si rivolge soprattutto sul versante letterario e non interventista e quindi a margine del tema della conferenza






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