b)-
Lo svolgimento dell'azione
L'urto
dei russi si scatenò alle 6:40 sull'estrema sinistra del fronte della
"Celere", investendo successivamente il centro e poi la destra
presidiati dal 3° reggimento bersaglieri e da CC.NN della Legione “Tagliamento".
Contemporaneamente,
a scopo dimostrativo-impegnativo, due squadroni di cavalleria e una compagnia
di fanteria attaccavano
il nostro caposaldo
avanzato di Vessilij, sul
fronte della “Torino".
L'immediata
reazione del presidio, il preciso fuoco di sbarramento dell'artiglieria ed il
contrattacco di una compagnia, partita da Junj Komunar, valsero a frenare fin
dal principio la spinta dell'avversario che, assai malconcio, fu costretto a
ripiegare.
Frattanto nel
settore della "Celere" la lotta si faceva sempre più accanita.
Travolte le difese esterne, il nemico straripava infrenabile nell'interno delle
posizioni dove i presidi, completamente aggirati, resistettero fino all'estremo
sacrificio. Rottosi in cento episodi, il combattimento si protrasse per più ore
in una successione di assalti, contrassalti all'arma bianca. Gli abitati nei
quali il nemico era riuscito ad insediarsi vennero riconquistati da simulacri
di compagnie: battaglioni ridotti a pugni d'uomini, che l'insostenibile spallata
aveva spinto all'indietro, riguadagnarono metro per metro tutto il territorio
di proprio dominio. A sera la linea era quasi tutta ripristinata se si
eccettuano i villaggi di Novaja Orlovka e Novopetropavlovskij i cui presidi
avevano ripiegato dopo strenua lotta sui blocchi viciniori, e di Ivanovskij il
cui margine sud era ancora strenuamente difeso da una retroguardia lasciatavi
dal XVIII° battaglione bersaglieri .
Anche il nemico
accusava un forte logoramento e, a parte qualche progresso territoriale, i suoi
scopi erano frustrati.
Ed ancor più
dover constatare l'inanità del sacrificio che la prova gli era costata
allorché, il 26, la "Celere", in concorso coi reparti germanici di
riserva posti alle sue dipendenze, passava al contrattacco. La
"Torino" impegnava nel contempo le difese avversarie dell'alto
Bulavin - Timofejevskij, manovrando in direzione est e cadendo sul fianco di
colonne russe che, partite dalla zona di Olichovatka - Kurgan - Ploskij,
tentavano di dilagare sull'ala sinistra della "Celere", verso sud, in
direzione del Krynka.
Al tramonto la
situazione era pressoché al completo pareggiata, tanto che l'indomani, con
pochi colpi bene assestati, le ultime isole di resistenza nemiche venivano
spazzate via e le nostre truppe potevano di nuovo consolidarsi sulle posizioni,
senza che l'avversario potesse vantare un più che modesto risultato.
c)- La nostra
controffensiva
Nello stesso
giorno 27 dicembre, informato dell'esito favorevole sortito dalle operazioni di
contrattacco , il Comando della 1° Armata corazzata ordinò:
- al XLIX° Corpo
d'inseguire con la divisione "Celere" il nemico lungo la direzione
Ivanovskij - Nikitino fino ad affermarsi sulla linea Grabova - Nikitino
compreso;
- al Corpo
Italiano di sostenere l'azione della divisione "Celere", in un primo
tempo attaccando con obbiettivo la linea Voroscilova - alture a sud-ovest di
Olichovatka; poi, approfondendo successivamente la penetrazione in armonia ai
progressi della stessa "Celere", fino ad affermarsi sulle alture ad
ovest di Nikitino.
La nuova linea
di contatto fra la "Celere" e la "Torino" venne fissata al
margine est di Novaja Orlovka, margine nord-ovest di Nikitino, margine
nord-ovest di Gorodischtsche.
In conseguenza,
lo stesso giorno 27, con ordine di operazione n° 51 (allegato n° 61), disponevo
l'attacco per il giorno seguente assegnando :
- alla divisione
"Pasubio": la fronte Debalzevo - Ilinskaja;
-
alla divisione "Torino": la fronte quota 237 - quota 290, gruppo case
senza nome circa 2 km. ad ovest di Hf. Nikischin, con obiettivo intermedio
Mogila Ostraja, a nord del medio Bulavin, e la fronte quota 301 - quota 311.7.
Lo
svolgimento della controffensiva fu caratterizzato da due fasi:
-
la prima, il giorno 28, nella quale l'impeto e lo slancio delle truppe
attaccanti riuscirono a prendere il sopravvento sul nemico;
-
la seconda, sviluppatasi nei giorni 29 e 30, durante i quali la forte
resistenza ed i violenti contrattacchi con cui i russi reagirono, impedirono di
conseguire, dopo rudi ed alterne vicende, ulteriore guadagno.
In
particolare :
-
la divisione "Celere'', superando il giorno 28 la resistenza avversaria
che si appoggiava su quelle stesse posizioni
dalle quali era scattato l'attacco nemico, occupò successivamente
Rassypnej, Timofejevskij, e la stazione n° 3 a sud di Nikischin – Voroscilovka;
-
la divisione "Torino", che si era ripartita in due colonne, con
quella settentrionale, rappresentata dall'82° fanteria, dopo aver spezzato la
salda linea di resistenza avversaria, occupava Kumschazij, Plosskij e Mogila
Ostraja; con quella meridionale, costituita dall' 81° fanteria, si inoltrava
fino alla zona di Kurgan Ploskij imbattendosi colà in una cinta di fortini e di
trinceroni gremiti di mitragliatrici, mortai e cannoni. Animosamente la colonna
si scagliava alla loro conquista, ma quando già ne aveva espugnata la maggior
parte un violentissimo contrattacco dell'avversario la coglieva su un fianco e
la obbligava ad arrestarsi. Senza peraltro voler rinunciare all'arduo scopo,
che l'intervento di aliquota di cavalleria russa rendeva sempre più precario,
quei tenaci fanti protraevano il combattimento fino a tarda sera, allorché, per
la necessità di darsi ricovero per la notte, dovettero arretrare su Novaja
Orlovka;
-
la divisione "Pasubio" spalleggiava l'attacco della
"Torino" e della "Celere" con intensa azione dimostrativa,
ad onta che sul terreno piatto ricoperto di neve, il movimento delle fanterie e
degli uomini isolati fosse minutamente controllato dall'avversario e che, in
conseguenza dell'ambiente topografico, la reazione dei difensori potesse
svilupparsi con la massima efficacia.
Incassato
il primo colpo i russi tornarono alla riscossa con l'intento di riprendere le
posizioni perdute. Pertanto la giornata
del 29 fu anch'essa contrassegnata da azioni violente in ogni direzione.
Sulla
fronte della "Celere" il nemico lanciò colonne d'attacco da
Striukovo, da Vesselij, da Nikitino e dalla balka Olichovatka, ma tutte
dovettero tornare sulle posizioni di partenza.
Una soltanto
riuscì ad averla vinta su quota 331,7 dove il reparto germanico che la
presidiava fu costretto a ripiegare. Era una altura di speciale importanza
topografica e tattica e questo spiega l'accanimento col quale fu investita e la
mordente ostinazione con cui fu difesa. La supremazia del numero s'impose
tuttavia. Quel successo locale fu però del tutto transitorio, tanto che il 31
dicembre un colpo di mano del XVIII° battaglione bersaglieri, sostenuto da
carri armati germanici, ci restituiva integralmente la posizione.
Altro cardine
della partita era rappresentato per i russi da Voroscilova, modesto gruppo di
case, difeso con implacabile pertinacia dal LXIII° battaglione CC.NN e poi
anche dal LXXIX° accorso a rinforzarlo. Alla fine il nemico dovette desistere
da ogni tentativo.
Sedatesi, allo
scadere del 29, le ultime sporadiche resistenze sulla linea, potevo dare alla
stessa il suo definitivo riassetto; e pertanto, allo scopo di conferire un
maggior equilibrio allo schieramento determinatosi nei settori delle divisioni
"Pasubio" e "Torino'', il 30 (allegato n° 62) prescrivevo :
- asse della
posizione di resistenza: linea Casello B.V. - Ssaviolevka - quota 277.4 -
Ubeschischtsche - Juni Komunar - Malo Orlovka - Novaja Orlovka;
- posizioni
avanzate: Pioskij con le alture adiacenti e Vesselij;
- settori:
per la divisione
"Pasubio", dalla ferrovia Chazepetovka - Debalzevo al medio Bulavin
compreso;
per la divisione "Torino", dal medio Bulavin escluso, alla linea di contatto
con la divisione "Celere" e con l'82° fanteria dislocato in zona
Vesselij- Juni Komunar .
(continua con pubblicazione il 10 dicembre 2021) la second aparte è stata pubblicata in data 2o novembre 2021
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