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venerdì 10 dicembre 2021

Giovanni Messe Relazione. La Battaglia di Natale Quarta parte

 

d) - Considerazioni

La battaglia di Natale fu vinta essenzialmente dalla irriducibile fermezza delle truppe, tra le quali un posto d'eccezione aveva nuovamente guadagnato il 3° bersaglieri.

Poche forze presidiavano la linea di resistenza e diluite in villaggi largamente intervallati. Gli artiglieri erano in linea coi fanti, mancava ogni ostacolo passivo, gli apprestamenti difensivi erano ancora allo stato embrionale, la temperatura assiderante, la nebbia spessa ed insolubile.

Quanto al nemico egli s'era predisposto all'impresa con una superiorità di forze schiacciante e che col vantaggio del numero aveva dalla sua la possibilità di far massa in un punto di giunzione, e però particolarmente appropriato. Vi aggiunse poi una straordinaria indifferenza per le perdite e qualità di truppe che devono essere apprezzate tra le migliori.

Nella sua importanza la manovra del Comando nemico rileva sensibilità tattica, cui fa sostegno la decisione dei sottordini nello sviluppo dell'azione.

Ma, a questo obiettivo riconoscimento di veramente solide qualità militari, debbo aggiungere il ricordo di afferrate crudeltà consumate dai soldati russi contro i nostri prigionieri, incolumi e feriti. Fu raccolta in proposito una esauriente documentazione. Mi limito a citare un solo fatto, forse il più triste e il più doloroso di quelle giornate. Durante il momentaneo ondeggiamento della linea, il XVIII° bersaglieri, ripiegando da Orlovo Ivanovka, aveva dovuto lasciare in un'isba del paese adibita a posto di medicazione, ventun feriti intrasportabili, fra cui il sottotenente Vidoletti. I primi soldati russi che vi arrivarono rispettarono i feriti e diedero loro la vodka e, pare anche dei medicinali. Ma un politruk, sopraggiunto poco dopo, inveì contro i propri soldati per l'umano riguardo usato verso il nemico. Poi, fatti trascinare fuori tutti i feriti, li fece fucilare. Un bersagliere rimasto illeso dalla scarica, sotto i cadaveri dei compagni, si trascinò a sera fino ad una vicina casa dove una contadina lo soccorse e lo nascose sotto un pagliaio. Quando il contrattacco del giorno dopo riportò sulle posizioni i bersaglieri, la donna indicò il ferito. E' lui che narrerà i particolari dell'eccidio e dirà della valorosa fine del sottotenente Vidoletti. L'ufficiale, respinto sdegnosamente il politruk che voleva mettergli le mani addosso per spingerlo fuori dell'isba, uscì da solo, barcollando, e dopo di aver confortato con parole di sublime amor patrio i suoi compagni, si pose davanti ai morituri per ricevere la prima scarica!

L'aviazione russa fu assente durante l'attacco delle proprie fanterie, ma intervenne poi nel corso della nostra controffensiva con intensa attività di bombardamento, di spezzonamento e di mitragliamento, contrastata energicamente dalla nostra aviazione che durante la battaglia riuscì ad abbattere complessivamente 14 apparecchi.

I russi lasciarono sul campo 2500 uomini. Furono catturati da noi 1300 prigionieri, 24 pezzi da 76, 9 pezzi anticarro, 22 mitragliatrici, migliaia di armi individuali, automezzi, grande quantità di materiale vario.

Le nostre perdite complessive, tra caduti, feriti, congelati e dispersi , furono 1347 uomini.

La battaglia di Natale fu vinta essenzialmente per la irriducibile fermezza del soldato italiano. Essa fu guadagnata contro il nemico soverchiante, valoroso e deciso, fra continue bufere di neve, con temperature che raggiunsero i 35 gradi sotto zero.

Tutti, bersaglieri, fanti, CC.NN., artiglieri, genieri gareggiarono in slancio e valore. In ognuno di quei bravi soldati batteva il cuore del miglior combattente italiano. Tutti i comandanti di ogni grado, furono degni dei gregari.

Al termine della dura lotta giungeva da Roma l'alto elogio del Capo del Governo: "La Nazione è fiera di voi; fatelo sapere a tutti".

Il generale von Kleist mi inviò il suo vivo compiacimento; il comandante del XLIX° Corpo d'Armata tedesco, che ebbe alle sue dipendenze tattiche la "Celere" per tutta la durata della battaglia scrisse: "Sono orgoglioso che una divisione italiana sia stata affidata al mio comando".

 

 La terza parte è stata pubblicata in data 30 novembre 2021

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