a.
Considerazioni riepilogative
La battaglia di Lissa appare, nella sua drammaticità,
un episodio inconcludente. Non c’è un motivo né tattico né tantomeno operativo
che suggerisca la conquista dell’isola. Tenendo poi conto che l’Austria era già
stata praticamente sconfitta a Sadowa dai Prussiani, anche il motivo strategico
veniva meno. Il solo motivo reale era quello di dimostrare le presunte capacità
militari del neonato Regno d’Italia di fronte al mondo, con lo scopo di avere
maggiore peso contrattuale in vista dei trattati di pace.
Per quanto riguarda gli aspetti tattici, gli italiani
disattesero ogni regola dottrinale. Dispersero le forze, furono indecisi e mancarono
di un piano consolidato. Inoltre, non avevano informazioni corrette
sull’elevazione delle fortezze di Lissa, con conseguente spreco di risorse alla
ricerca di un improbabile sbarco. Operativamente, Persano mette in luce tutta
la sua insicurezza ed incapacità decisionale, dando direttive tese solo al
soddisfacimento dell’esigenza politica, senza curarsi di approfondire la
conoscenza del nemico. Piuttosto, lo sottovaluta, trovandosi poi a doverlo
combattere con meno della metà della flotta messagli a disposizione. La marina
italiana, infine manifesta impreparazione e mancanza di organizzazione, che si
ripercuotono negativamente sull’efficacia dell’azione militare.
Al contrario, Tegetthoff, pur consapevole della
inferiorità della sua flotta, è fermamente orientato a dare battaglia. Salva
Lissa dalla minaccia italiana, concentrando le forze, galvanizzando gli uomini
ed adottando uno schema di battaglia che, unitamente alla sorpresa, si rivelò
vincente. Malgrado ciò, non arrischiò la flotta austriaca per sferrare il colpo
definitivo, quindi non sfruttò il vantaggio, convinto forse che gli italiani
non avrebbero commesso gli stessi errori due volte. Lissa quindi non decise
nulla, non vi fu lo scontro risolutivo e non ci furono conseguenze tattiche. Lo
“sterile” controllo dell’Adriatico rimase in mano italiana. A livello politico
diplomatico, piuttosto, si mise in evidenza la fragilità militare del neonato
Regno d’Italia.
La battaglia di Lissa però, essendo il primo scontro
fra squadre navali corazzate, ebbe grande influenza sull’evoluzione delle
flotte. L’attenzione venne concentrata per parecchi anni sul ruolo dello
sperone, e le marine si orientarono a costruire navi con quest’arma.
Successivamente, questa tecnica venne sorpassata dall’introduzione della
torpedine autopropulsa, che avrebbe cambiato radicalmente i criteri del futuro
il combattimento navale.
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