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lunedì 23 gennaio 2017

La Battaglia di Lissa. VII

a.       Considerazioni riepilogative

La battaglia di Lissa appare, nella sua drammaticità, un episodio inconcludente. Non c’è un motivo né tattico né tantomeno operativo che suggerisca la conquista dell’isola. Tenendo poi conto che l’Austria era già stata praticamente sconfitta a Sadowa dai Prussiani, anche il motivo strategico veniva meno. Il solo motivo reale era quello di dimostrare le presunte capacità militari del neonato Regno d’Italia di fronte al mondo, con lo scopo di avere maggiore peso contrattuale in vista dei trattati di pace.
Per quanto riguarda gli aspetti tattici, gli italiani disattesero ogni regola dottrinale. Dispersero le forze, furono indecisi e mancarono di un piano consolidato. Inoltre, non avevano informazioni corrette sull’elevazione delle fortezze di Lissa, con conseguente spreco di risorse alla ricerca di un improbabile sbarco. Operativamente, Persano mette in luce tutta la sua insicurezza ed incapacità decisionale, dando direttive tese solo al soddisfacimento dell’esigenza politica, senza curarsi di approfondire la conoscenza del nemico. Piuttosto, lo sottovaluta, trovandosi poi a doverlo combattere con meno della metà della flotta messagli a disposizione. La marina italiana, infine manifesta impreparazione e mancanza di organizzazione, che si ripercuotono negativamente sull’efficacia dell’azione militare.
Al contrario, Tegetthoff, pur consapevole della inferiorità della sua flotta, è fermamente orientato a dare battaglia. Salva Lissa dalla minaccia italiana, concentrando le forze, galvanizzando gli uomini ed adottando uno schema di battaglia che, unitamente alla sorpresa, si rivelò vincente. Malgrado ciò, non arrischiò la flotta austriaca per sferrare il colpo definitivo, quindi non sfruttò il vantaggio, convinto forse che gli italiani non avrebbero commesso gli stessi errori due volte. Lissa quindi non decise nulla, non vi fu lo scontro risolutivo e non ci furono conseguenze tattiche. Lo “sterile” controllo dell’Adriatico rimase in mano italiana. A livello politico diplomatico, piuttosto, si mise in evidenza la fragilità militare del neonato Regno d’Italia.  

La battaglia di Lissa però, essendo il primo scontro fra squadre navali corazzate, ebbe grande influenza sull’evoluzione delle flotte. L’attenzione venne concentrata per parecchi anni sul ruolo dello sperone, e le marine si orientarono a costruire navi con quest’arma. Successivamente, questa tecnica venne sorpassata dall’introduzione della torpedine autopropulsa, che avrebbe cambiato radicalmente i criteri del futuro il combattimento navale.     

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