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mercoledì 30 maggio 2018

La Mobilitazione della Francia nel 1914




Il 30 luglio 1914 in Francia si diede l’ordine di inviare le forze di copertura alle frontiere, ma con la disposizione che si mantenessero a 10 km dalla frontiera al fine di non far risultare  che la Francia aveva intenzioni aggressive. Il 1 agosto 1914  alle ore 16 fu diramato l’ordine di mobilitazione generale.
Furono mobilitati 21 Corpi d’Armata metropolitani ed  1 Coloniale
Ogni Corpo d’Armata comprendeva:
. 2 Divisioni di fanteria, su 2 Brigate di 2 Reggimenti a 3 Battaglioni. (24 battaglioni)
. 30 Batteria su quattro pezzi ( 120 bocche da fuoco)
. 4 Compagnie Genio
. 1 Reggimento di Cavalleria su 6 squadroni
. 1 Brigata di Fanteria di Riserva  con elementi di II Linea

25 Divisioni di riserva, ciascuna  su 12 battaglioni e 26 pezzi
10 Divisioni di Cavalleria su 3 Brigate  a 2 Reggimenti
L’Artiglieria pesante costituì gruppi per le dotazioni di Armata.

Dall’Africa giungevano la 37a , la 38a Divisione, e la Divisione del Marocco la 45a Divisione e la Brigata Marocchina. In totale la Francia mobilitò 50 Divisioni attive, 25 Divisioni di Riserva, 14 Gruppi alpini e 10 Divisioni di Cavalleria

Sul fronte occidentale la Francia schierava, al comando del generale Joffre che aveva come Capo di Stato Maggiore il generale Belin, le seguenti forze:
. I Armata ( al comando del gen. Dubal) su:
  ..5 Corpi d’Armata
  ..2 Divisioni di Cavalleria
. II Armata ( al comando del gen. Castelnaul) su:
  ..5 Corpi d’Armata
  ..2 Divisioni di Cavalleria
. III Armata ( al comando del gen. Ruffey) su:
  ..3 Corpi d’Armata
  ..1 Divisioni di Cavalleria
. IV Armata ( al comando del gen. Langle de Cay) su:
  ..3 Corpi d’Armata
  ..1 Divisioni di Cavalleria
. V Armata ( al comando del gen. Lanzerac) su:
  ..5 Corpi d’Armata
  ..1 Divisioni di Cavalleria

Le 25 Divisioni di riserva erano suddivise sulla frontiera italiana, alla difesa mobile di Verdun, alla difesa mobile di Epinal-Toul e Belfort, a difesa di Parigi e a disposizione delle Armate e del Comando Supremo.

I Francesi entrarono in guerra sulla base del Piano XVII, che era la risultate dei vari piani predisposti a partire dal 1875. Era questa la naturale reazione contro i procedimenti adottati nella guerra del 1870 – 71, dopo la quale, accarezzando subito il pensiero della rivincita, la Francia, ricercando le ragioni delle proprie disgrazie e delle vittorie tedesche, si accorse che la sconfitta era dipesa dall'abbandono del sistema di guerra napoleonico, adottato ed applicato invece dal Moltke. Così, lasciato il concetto difensivo, seguito in quella infelice campagna, si venne, gradualmente a quello offensivo, portato poi alla sua massima espressione dopo il 1911. Ma come i contrasti fra i seguaci delle teorie napoleoniche ed i novatori avevano, nel campo tattico, portato ad ondeggiamenti prima di venire al trionfo dell'offensiva; così anche nel campo strategico la preparazione del piano di guerra, doveva subire successive variazioni, derivanti dal contrasto fra la realtà della situazione politico militare gradualmente modificantesi, e il naturale desiderio francese di partire all'offensiva per la rioccupazione dei dipartimenti perduti nel 1871.Fra il 1870 e il 1875 la realtà non solo consiglia, ma impone la difesa: la debolezza del Paese e dell'Esercito rendono necessari urgenti predisposizioni di organizzazione: perciò il concetto offensivo esisterà solo nelle aspirazioni ideali. Dal 1875 al 1884 la situazione generale è migliorata: il sistema difensivo De Rivière sorge a rianimare la fiducia per la non lontana rivincita. L'offensiva, bisogno morale dell'anima francese, acquista forma più concreta: più però nel campo tattico che in quello strategico, giacchè se si guarda in faccia la realtà, si vede che logicamente non è ancora possibile scostarsi da un atteggiamento che in sostanza deve essere difensivo. Fra il 1884 e il 1898 il concetto offensivo anima oramai anche la concezione strategica, per quanto in forma ancora condizionata, sempre subordinata cioè alla realtà, giacchè se si parla di offensiva lo si fa sempre tenendo conto della realtà, cioè, della forza e dell'audacia avversaria. L'oscillazione del pensiero francese ha la sua massima espressione fra il 1898 ed il 1911, ma si intravede oramai che la tendenza offensiva ha decisa prevalenza. Essa trionferà poi, quando con l'impulso dato dal De Grandmaison si viene a quella che può definirsi l'ossessione dell'offensiva, perchè la si vuole in ogni momento, in ogni situazione, in ogni condizione.

Il piano di guerra francese del 1914, denominato piano XVII è la più alta espressione di questo speciale spirito offensivo che si è venuto maturando attraverso parecchie decine d'anni. Esso si può dire che ha la sua origine col piano I del 1875, giacchè se in esso la realtà derivante dalla sconfitta recente impone una concezione essenzialmente difensiva, il pensiero militare risente però, dello spirito offensivo. A questo primo piano fanno seguito gli altri in progressivo ordine numerico. Col VII si arriva già all'anno 1884: in esso traspare manifesto il desiderio di approfittare delle favorevoli occasioni del sistema difensivo De Rivière e di quelle dovute alla ricca rete ferroviari anche permetterà lo slancio offensivo. Giova ricordare che fra i piani studiati dal 1875 al 1884 già quelli IV e V, nati dopo il 1878, risentono della preoccupazione esistente nella alte sfere francesi che l'esercito tedesco, cui era ostacolata gravemente l'avanzata in Francia da est, lo facesse invece da Nord: i due piani rispondono infatti ai due casi di violazione di neutralità e di alleanza Germano – Belga.

I piani che si susseguono numerosi fino al 1898 debbono adattare l'azione alle mutevoli circostanze. Questo spiega la frequenza di essi: sono 7 in circa 10 anni: l'VIII, il X, l'XI, il XII, il XIII, il XIV. In essi la volontà offensiva francese, sempre mantenuta, è adattata alla reale situazione, giacchè non si può calcolare le proprie possibilità senza tener conto di quelle dell'avversario tedesco. Fra essi il XII (del 1892) e il XIII (del 1895) risentono più decisamente del desiderio di una immediata offensiva; il XIV (del 1898) invece segna una più grandiosa modificazione della tendenza offensiva.

Il piano XV (del 1903) prevede lo schieramento di 5 armate sulla frontiera tedesca: 3 in prima linea per Epinal e Verdun, 2 in seconda: delle quali una da raccogliersi nella regione di Vesoul in base all'atteggiamento dell'Italia, l'altra, adatta per la manovra, disposta dietro il centro. Questo dispositivo non era dunque ispirato a qualsiasi schema di manovra preconcetta: il Comandante in capo poteva con le forze che aveva raccolte in seconda linea sostenere, secondo le varie eventualità, quelle di prima linea, era, cioè, in grado di manovrare. Questo piano omette però qualsiasi accenno a quanto, parecchi anni prima, coi piani IV e V, era stato pensato, cioè alla violazione del Belgio ed alle misure protettive più acconcie per fronteggiarla.

A questa lacuna si rimedia nel 1906 con le varianti al piano XV, in seguito alle notizie avute circa le tendenze dello S. M. tedesco di una probabile invasione del Belgio. Col piano XV bis (del 1907) lo schieramento delle armate viene poi esteso a Nord ovest di Verdun, con un notevole spostamento, cioè, verso Nord delle forze francesi.
L'eventualità della violazione del Belgio è ammessa anche nel piano XVI del 1909 ma in misura ridotta: non erano cioè che due armate tedesche le quali, entrate nel Lussemburgo e nel Lussemburgo belga, sarebbero scese verso Sud costeggiando la destra della Mosa, mentre le altre armate sarebbero passate all'offensiva in Lorena ed in Alsazia. La Francia di fronte a tali operazioni riteneva di potere in tempo preparare le proprie forze sia per parare, sia per sferrare a sua volta l'offensiva. Si rileva in questo piano che lo studio accurato di ciò che avrebbe potuto fare il nemico consigliava ai francesi la difensiva strategica, da convertirsi però, appena possibile, nella controffensiva.

Il piano XVII redatto dal Consiglio Supremo di guerra nel 1903 venne approvato il 10 maggio di quello stesso anno dal Governo. Con esso la Francia iniziò la guerra nel 1914. Il concetto che lo ispira è assolutamente offensivo e risponde all'intenzione francese di marciare, con tutte le forze riunite, all'attacco delle armate tedesche, appoggiando l'ala destra al Reno.
Ritenendo che le forze tedesche venissero a raccogliersi per la maggior parte lungo la frontiera franco – tedesca il Comando francese predispose due azioni principali: una a destra fra i Vosgi e la Mosella, l'ala a sinistra a nord della linea Metz – Verdun.
Sono ancora 5 armate: schierate 4 in prima linea lungo la frontiera ed 1 ( IV Armata) in seconda linea dietro l'ala sinistra. La grande avanzata che doveva avere inizio il 12° giorno di mobilitazione doveva però esser preceduta sin dal 4° giorno da un'azione più modesta da svolgersi, con scopi politici, in Alsazia.

Nel piano XVII, nel quale non si faceva cenno del concorso britannico, era ribadito il concetto che l'esercito tedesco non avrebbe potuto entrare nel cuore del Belgio. Si sosteneva infatti nelle alte sfere francesi, ad onta però di alcuni autorevoli pareri in contrario, che con i 22 corpi di armata attivi il comando tedesco non avrebbe potuto estendere molto a Nord l'ala destra del suo schieramento sì da operare nella pianura belga.

Perciò si confermava il noto apprezzamento del piano precedente, e cioè che se invasione del Belgio vi fosse stata, essa sarebbe stata limitata, per ragione di effettivi, alla destra della Mosa. Non si teneva conto cioè  di quei corpi d'armata di Riserva che la Germania impiegò invece fin dai primi giorni, e che entrati subito nella formazione delle armate le permisero perciò di estendere la fronte di attacco anche sulla sinistra della Mosa sino a Bruxelles.

Il piano XVII, fondato, dunque, su di un ragionamento a priori, stabiliva perciò, che le armate V e III sostenute dalla IV, dovessero attaccare sul fronte Thionville – Longwy mentre le armate I e II sarebbero entrate in Alsazia per appoggiarvi "la destra al Reno e trattenere forze nemiche nella maggiore quantità possibile per favorire l'azione principale delle armate III, IV  e V".
Per l'eventualità dell'invasione del Lussemburgo e del Lussemburgo-belga da parte tedesca si disponeva che la 4a armata dovesse subito entrare in linea fra la V e la III, la V doveva serrare sulla propria sinistra e che le tre armate avrebbero poi puntato, insieme, sul fronte Gedinne – Neufchateau – Arlon mirando a rompere le armate tedesche in due: gettandone la destra sulla frontiera olandese ed il mare, e la sinistra sul medio Reno. Frattanto le due Armate I e II avrebbero svolto la loro offensiva in Alsazia.

Questo piano era dunque basato su di un preconcetto, giacchè si escludeva senz'altro che la Germania potesse operare su di un fronte così ampio come quello che sarebbe risultato se l'ala destra tedesca fosse entrata, come fece, impetuosa nel cuore del Belgio, e su tale errato convincimento fu deliberato lo schieramento delle armate.
L'idea dell'offensiva ad ogni costo non consentì dunque ai francesi di valutare esattamente e serenamente il problema da risolvere all'inizio della guerra. Fu perciò conservato il concetto offensivo anche quando l'impetuosa invasione tedesca nel Belgio avrebbe dovuto consigliare una diversa condotta delle operazioni, allo scopo di rinforzare lo schieramento sulla sinistra, notevolmente più debole di quello mantenuto sulla destra, nella errata convinzione che la marcia aggirante tedesca dovesse subito piegare verso Sud senza avere quella ampiezza che effettivamente ebbe.

Era discendete della dottrina adottata e quindi permeato dello spirito dell’offensiva. Questo Piano era basato su di un preconcetto giacché escludeva a priori che la Germani potesse operare su di un fronte così ampio come quello che sarebbe risultato essere se l’ala destra tedesca fosse entrata, come fece, nel Belgio. Su tale errato convincimento furono schierate le forze sul terreno. L’idea della offensiva ad ogni costo non consentì ai Francesi di valutare esattamente il problema da risolvere all’inizio della guerra. Fu perciò conservato il concetto offensivo anche quando l’invasione tedesca del Belgio avrebbe dovuto consigliare una diversa condotta delle operazioni, allo scopo di rinforzare lo schieramento sulla sinistra, notevolmente più debole di quello mantenuto sulla destra, nella errata convinzione che la marcia tedesca  dovesse subito piegare verso sud senza avere quella ampiezza che effettivamente ebbe.

massimo.coltrinari
(centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)


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