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giovedì 16 marzo 2017

La battaglia di Custoza XX

(a)       I primi scontri (06:30 – 07:30)
-      I Corpo d’Armata: dopo che a Valeggio furono coordinate le priorità di sfilamento tra la 1^ e la 5^ Divisione lungo la strada che porta a Castelnovo, l’avanguardia della 5^ Divisione, che nel frattempo ha sbagliato itinerario e deciso di marciare da sola verso Castelnovo, ha raggiunto Oliosi. Da Monte Vento, il principale punto di osservazione, scorge movimenti di truppe nemiche verso nord-est a dimostrazione che l’esercito imperiale aveva già passato l’Adige.
Non appena, il grosso della 5^ Divisione giunge nei pressi della Pernisa viene fatta oggetto di fuoco da parte del nemico. L’attacco prende di sorpresa tutti e solo dopo un’attenta ricognizione il Gen. Sirtori, convinto sino a quel momento che si trattasse di fuoco amico, diede ordine per assumere le formazioni per la battaglia, ma le truppe austriache erano ormai giunte alle alture intorno alla Pernisa. Le condizioni erano sfavorevoli: l’esercito italiano aveva investito in quell’area circa due divisioni, mentre gli austriaci cinque brigate. Il rapporto numerico era di circa 1 contro 2.
-      III Corpo d’Armata: la 7^ Divisione marciava sin dalle prime ore del mattino lungo la strada per Massimbona con l’obiettivo di sfilare sulla sinistra di Villafranca ed andare a schierarsi presso Ganfardine. L’ordine impartito era quello di muovere con il massimo delle precauzioni dal momento in cui l’unità non disponeva di un adeguato schermo della cavalleria e soprattutto di squadroni preposti all’esplorazione. Il Gen. Bixio, comandante la divisione, era consapevole che alla sua destra poco più avanti stava marciando la 16^ Divisione, che alla sua sinistra si stava muovendo l’8^ Divisione e che in posizione leggermente più arretrata procedeva la 9^ Divisione di riserva.
I distaccamenti avanzati riportavano che Villafranca era completamente sgombera, ma che poco più avanti era presente uno squadrone di ussari austriaci della Brigata Bujanovics seguito da numerose colonne di cavalleria dalla direzione di Sommacampagna e Ganfardine.
Verso le ore 07:00, questi reparti entrano in contatto con le avanguardie della 16^ Divisione con una carica portata all’altezza di Ganfardine. Le avanguardie della divisione a stento riescono a disporsi a quadrato per la difesa, ma una volta completati questi movimenti sono in grado di stemperare l’ardore della carica infliggendo numerose perdite. Stanche e disordinate dopo il primo attacco, le unità austriache subiscono persino un contrattacco da parte dei Cavalleggeri di Alessandria, inviati dal Comando di Corpo d’Armata. Le unità austriache si ritirarono quasi subito dietro Ganfardine, inseguiti senza particolare vigore da alcuni squadroni a cavallo.
Non era trascorsa neanche un’ora da quell’abboccamento quando da Sommacampagna alcuni (tre o quattro) squadroni di Ussari dell’Esercito Imperiale si apprestano a caricare le avanguardie italiane, ma soprattutto la prima linea della 7^ Divisione: il buon addestramento del personale impartito dal Gen. Bixio permise di disperdere la carica con la pronta risposta della fanteria e qualche salva di artiglieria, favorendo così il contrattacco dei Lanceri di Foggia. Il Colonnello Pulz, nell’informare il suo comando superiore, scrive: “un’ora e mezza di combattimento con forte cavalleria nemica […] presso Villafranca […][i].
Numerosi cavalleggeri austriaci nell’evitare il contrattacco italiano sia da parte della 7^, ma soprattutto della 16^ divisione, aggirarono Villafranca in direzione di Massimbona trovandosi, casualmente, nel cuore delle retrovie del III Corpo d’Armata. Con poche scorribande portano il completo scompiglio. Il panico era dilagato, contagiando anche alcuni “reparti di fanteria che insieme al supporto logistico formavano una lunga colonna sino al Mincio[ii]. In quel marasma, infatti, confluivano i carriaggi della 7^ Divisione, le colonne della 9^ Divisione e la Divisione di Cavalleria.



[i] Pollio A., Op. Cit., p. 109.
[ii] Gioannini M. e Massobrio G., Op. Cit., p. 202.

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