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sabato 19 novembre 2016

La Battaglia di Sedowa. 3.2 Piani Operativi e Forze in campo

c.        piani operativi
Il piano di Von Moltke, sin dall’inizio della campagna, era quello di eliminare l’armata principale austriaca grazie ad una manovra di avvolgimento in linea con la propria dottrina, precedentemente descritta, di Kesselschlacht o “battaglia di sacca”. Per fare ciò aveva diviso le proprie forze in tre grandi armate che si sarebbero dovute congiungere in prossimità dell’Armata austriaca per poterla chiudere in un immenso movimento a tenaglia.
Al riguardo è importante sottolineare che all’inizio della campagna von Moltke non aveva una idea chiara su dove si sarebbe compiuta questa manovra complessa ma si aspettava semplicemente di completarla da qualche parte in Boemia, molto dipendeva dai movimenti avversari e dall’esito delle battaglie che avrebbero portato alla situazione finale.
Per quanto riguarda il piano austriaco, ancorché difficile da individuare, era basato su di una impostazione difensiva e alla ricerca di posizioni dominanti e preparate per poter sfruttare la naturale superiorità degli atti tattici difensivi rispetto agli offensivi. Di fatto, la successione di disfatte subite dagli austriaci negli ultimi giorni di giugno imposero un continuo riordino delle forze in posizioni sempre più interne della Boemia e sempre meno organizzate. Queste erano i presupposti alla vigilia della battaglia decisiva del conflitto.
d.       Le forze in campo
(1)    Entità e qualità: funzionalità e costituzione: capacità interforze, caratteristiche tattico-operative, armamento, mobilità
La mobilità degli eserciti del tempo era ancora basata sulle marce forzate. Il sistema ferroviario, figlio della rivoluzione industriale, fondamentale per la mobilitazione, non era ancora sufficientemente disseminato sul territorio europeo in modo tale da poter essere sfruttato come strumento efficace per la manovra.
Von Moltke, in verità, era riuscito a sfruttare, nella precedente campagna contro i danesi, la ferrovia come strumento per la mobilità tattica e non solo strategica. Infatti, per aggirare le postazioni fortificate e fortemente armate di varie tipologie di cannoni presso Fredericia e Dybbol, Moltke effettuò il movimento di aggiramento a mezzo ferrovia conseguendo un importante successo per le sorti dell’intera guerra.
D’altra parte, in Boemia gli spazi più ampi e l’arretratezza del sistema ferroviario non permettevano di certo lo sfruttamento della stessa, se non per scopi di mobilitazione (per gli austriaci ed in modo limitato) e per il sostegno logistico.
E’ il caso ricordare che, per quanto riguarda gli stessi prussiani che avevano investito nello sviluppo della ferrovia e delle strade, una volta al di fuori dei propri confini erano vincolati dal terreno e dalle infrastrutture presenti. Nello specifico, alla vigilia della battaglia di Koniggratz (o Sadowa) abbiamo la testimonianza dello stesso von Blumenthal, Capo di Stato Maggiore della Seconda Armata, che si reca  a Berlino il 2 luglio per conferire con Moltke e Roon a lamentarsi dell’inefficienza del sostegno logistico e dell’incapacità dei prussiani di portare i rifornimenti dai terminali ferroviari prussiani attraverso Sassonia e Boemia per sostenere le tre armate che sono arrivate a patire la fame e la sete con la conseguenza di numerosi atti di saccheggio di fattorie, birrerie e centri abitati in cerca di cibo ed acqua.
Le stesse problematiche, in verità, erano vissute in modo analogo da parte austriaca che, inoltre, era impegnata a sostenere due differenti armate in teatri particolarmente distanti.
Un accenno è necessario sull’unica differenza tecnica presente sul campo ossia il fucile ad ago prussiano, il Dreyse, a retrocarica[i]. La velocità di caricamento consentiva ai prussiani di fare fuoco cinque volte ogni salva avversaria ed inoltre, il fatto che fosse a retrocarica consentiva il caricamento dell’arma anche in posizione defilata e non necessariamente in piedi. Alcuni fanti del 46 rgt. del 1° Corpo austriaco “descrissero il fucile nei termini terrificanti. Racconti di un assassino sanguinario emergevano dalla bocca dei soldati demoralizzati”[ii].
Ma a dire il vero tale sistema d’arma non era effettivamente così infallibile. Innanzi tutto il tiro effettivo era minore rispetto alle armi ad avancarica dell’epoca e poi era poco sicuro poiché una notevole quantità di gas fuoriusciva dalla culatta al momento dello sparo. Inoltre, dopo 200 colpi l’ago doveva essere sostituito poiché completamente inutilizzabile[iii], infatti ogni fante era dotato di due aghi di riserva, di contro la procedura era complessa e comportava una buona pulizia dell’arma non facilmente attuabile durante il combattimento.


(2)    Dislocazione iniziale. La posizione sul terreno delle forze; 1° o 2° schiera. Dislocazione dell’organizzazione logistica
Come abbiamo visto, il sostegno logistico era insufficiente nelle strutture organizzative della seconda metà dell’ottocento ed era basato su di linee di comunicazione a livello strategico supportate da ferrovia e su i classici carriaggi esistenti sin dalla notte dei tempi. Ciò comportava notevoli inefficienze del sistema logistico, in entrambi i campi, e mettevano a dura prova le popolazioni locali che divenivano spesso vittime di saccheggi. Tali saccheggi si riflettevano, inoltre, in problematiche tattiche poiché inducevano la popolazione locale a fuggire di fronte agli eserciti e di affollare le poche strade già immensamente trafficate dalle armate in movimento, incrementando notevolmente il caos[iv].
Alla vigilia della battaglia le forze in campo erano così distribuite:
-         Armata del Nord e resti dell’Armata dell’Iser si trovano concentratati tra l’Elba e il Bystrice per un totale di sette Corpi d’Armata, due Divisioni di Cavalleria leggera e tre Divisioni di Cavalleria di Riserva più le tre Divisioni Sassoni (di cui una di cavalleria).
I Corpi d’Armata sono rivolti verso il Bystrice con il 10°, 3° e 4°, più le Divisioni Sassoni in prima schiera e il resto in seconda schiera. Le tre Divisioni di Cavalleria in riserva sono schierate indietro insieme all’8° Corpo di fronte alla cittadina Koniggratz. Il Fianco destro esposto alla Seconda Armata prussiana situata a nordest.
-         Armata dell’Elba si trova, con le sue tre Divisioni di fanteria sulla linea tra Neu Bydzow e Horitz.
-         1^ Armata è quella più vicina alle linee austriche ed è a ridosso della città di Sadowa con tre Divisioni in prima schiera e tre in seconda. La prima a destra della seconda schiera è la divisione di cavalleria.
-         2^ Armata è a cavallo dell’Elba a nordest del concentramento austriaco ancora distante all’altezza dell’allineamento Josefstadt – Konignhof. Vede avanzate la 12^, l’11^ e parte della 1^ Divisione al di là dell’Elba mentre il 5° Corpo e la 2^ Divisione ancora arretrati. E’ da notare che il 1° Corpo ancora distante dovrebbe essere di collegamento tra la Seconda e la Prima Armata e è situato nei pressi di Praussnitz a nord del teatro operativo.
Al riguardo si precisa che le battaglie che hanno portato alla situazione di fine giungo causarono una perdita prussiana contro quattro austriache che si attestarono a circa 31.000 uomini di cui almeno 1000 ufficiali.



[i] Tiro efficace: 600 m; cadenza di tiro: 10-12 colpi/minuto; calibro: 15.4 mm; velocità alla volata: 305 m/s; lunghezza canna: 91 cm; lunghezza totale: 142 cm; peso: 4.7 kg.
[ii] Cap. Cristofek, “Meiningen Nr. 46 in Feldzuge 1866” cit. di Geoffrey Wawro, “The austro-prussian war”, Cambridge University Press, pag. 191.
[iii] L’innesco era all’interno della cartuccia così che quando l’ago lo colpiva e la carica di lancio deflagrava l’ago era immerso nella polvere da sparo subendo uno stress fisico enorme.
[iv] Il 27 giugno numerosi contadini scendono dalle Montagne Giganti di fronte all’avanzata prussiana e si riversano sulle direttrici di marcia dell’Armata del Nord di Bendek.  cit. di Wawro G., “The austro-prussian war”, Cambridge University Press, pag. 135.

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