c.
piani operativi
Il
piano di Von Moltke, sin dall’inizio della campagna, era quello di eliminare
l’armata principale austriaca grazie ad una manovra di avvolgimento in linea
con la propria dottrina, precedentemente descritta, di Kesselschlacht o “battaglia di sacca”. Per fare ciò aveva diviso le
proprie forze in tre grandi armate che si sarebbero dovute congiungere in
prossimità dell’Armata austriaca per poterla chiudere in un immenso movimento a
tenaglia.
Al
riguardo è importante sottolineare che all’inizio della campagna von Moltke non
aveva una idea chiara su dove si sarebbe compiuta questa manovra complessa ma
si aspettava semplicemente di completarla da qualche parte in Boemia, molto
dipendeva dai movimenti avversari e dall’esito delle battaglie che avrebbero
portato alla situazione finale.
Per
quanto riguarda il piano austriaco, ancorché difficile da individuare, era
basato su di una impostazione difensiva e alla ricerca di posizioni dominanti e
preparate per poter sfruttare la naturale superiorità degli atti tattici
difensivi rispetto agli offensivi. Di fatto, la successione di disfatte subite
dagli austriaci negli ultimi giorni di giugno imposero un continuo riordino
delle forze in posizioni sempre più interne della Boemia e sempre meno
organizzate. Queste erano i presupposti alla vigilia della battaglia decisiva
del conflitto.
d.
Le forze in
campo
(1)
Entità e
qualità: funzionalità e costituzione: capacità interforze, caratteristiche
tattico-operative, armamento, mobilità
La
mobilità degli eserciti del tempo era ancora basata sulle marce forzate. Il
sistema ferroviario, figlio della rivoluzione industriale, fondamentale per la
mobilitazione, non era ancora sufficientemente disseminato sul territorio
europeo in modo tale da poter essere sfruttato come strumento efficace per la
manovra.
Von
Moltke, in verità, era riuscito a sfruttare, nella precedente campagna contro i
danesi, la ferrovia come strumento per la mobilità tattica e non solo
strategica. Infatti, per aggirare le postazioni fortificate e fortemente armate
di varie tipologie di cannoni presso Fredericia e Dybbol, Moltke effettuò il
movimento di aggiramento a mezzo ferrovia conseguendo un importante successo
per le sorti dell’intera guerra.
D’altra
parte, in Boemia gli spazi più ampi e l’arretratezza del sistema ferroviario
non permettevano di certo lo sfruttamento della stessa, se non per scopi di
mobilitazione (per gli austriaci ed in modo limitato) e per il sostegno
logistico.
E’
il caso ricordare che, per quanto riguarda gli stessi prussiani che avevano
investito nello sviluppo della ferrovia e delle strade, una volta al di fuori
dei propri confini erano vincolati dal terreno e dalle infrastrutture presenti.
Nello specifico, alla vigilia della battaglia di Koniggratz (o Sadowa) abbiamo
la testimonianza dello stesso von Blumenthal, Capo di Stato Maggiore della
Seconda Armata, che si reca a Berlino il
2 luglio per conferire con Moltke e Roon a lamentarsi dell’inefficienza del
sostegno logistico e dell’incapacità dei prussiani di portare i rifornimenti
dai terminali ferroviari prussiani attraverso Sassonia e Boemia per sostenere
le tre armate che sono arrivate a patire la fame e la sete con la conseguenza
di numerosi atti di saccheggio di fattorie, birrerie e centri abitati in cerca
di cibo ed acqua.
Le
stesse problematiche, in verità, erano vissute in modo analogo da parte
austriaca che, inoltre, era impegnata a sostenere due differenti armate in
teatri particolarmente distanti.
Un
accenno è necessario sull’unica differenza tecnica presente sul campo ossia il
fucile ad ago prussiano, il Dreyse, a retrocarica[i]. La
velocità di caricamento consentiva ai prussiani di fare fuoco cinque volte ogni
salva avversaria ed inoltre, il fatto che fosse a retrocarica consentiva il
caricamento dell’arma anche in posizione defilata e non necessariamente in
piedi. Alcuni fanti del 46 rgt. del 1° Corpo austriaco “descrissero il fucile
nei termini terrificanti. Racconti di un assassino sanguinario emergevano dalla
bocca dei soldati demoralizzati”[ii].
Ma
a dire il vero tale sistema d’arma non era effettivamente così infallibile.
Innanzi tutto il tiro effettivo era minore rispetto alle armi ad avancarica
dell’epoca e poi era poco sicuro poiché una notevole quantità di gas
fuoriusciva dalla culatta al momento dello sparo. Inoltre, dopo 200 colpi l’ago
doveva essere sostituito poiché completamente inutilizzabile[iii],
infatti ogni fante era dotato di due aghi di riserva, di contro la procedura
era complessa e comportava una buona pulizia dell’arma non facilmente attuabile
durante il combattimento.
(2)
Dislocazione
iniziale. La posizione sul terreno delle forze; 1° o 2° schiera. Dislocazione
dell’organizzazione logistica
Come
abbiamo visto, il sostegno logistico era insufficiente nelle strutture
organizzative della seconda metà dell’ottocento ed era basato su di linee di
comunicazione a livello strategico supportate da ferrovia e su i classici
carriaggi esistenti sin dalla notte dei tempi. Ciò comportava notevoli
inefficienze del sistema logistico, in entrambi i campi, e mettevano a dura
prova le popolazioni locali che divenivano spesso vittime di saccheggi. Tali
saccheggi si riflettevano, inoltre, in problematiche tattiche poiché inducevano
la popolazione locale a fuggire di fronte agli eserciti e di affollare le poche
strade già immensamente trafficate dalle armate in movimento, incrementando
notevolmente il caos[iv].
Alla
vigilia della battaglia le forze in campo erano così distribuite:
-
Armata del Nord e resti dell’Armata dell’Iser si trovano
concentratati tra l’Elba e il Bystrice per un totale di sette Corpi d’Armata,
due Divisioni di Cavalleria leggera e tre Divisioni di Cavalleria di Riserva
più le tre Divisioni Sassoni (di cui una di cavalleria).
I
Corpi d’Armata sono rivolti verso il Bystrice con il 10°, 3° e 4°, più le
Divisioni Sassoni in prima schiera e il resto in seconda schiera. Le tre
Divisioni di Cavalleria in riserva sono schierate indietro insieme all’8° Corpo
di fronte alla cittadina Koniggratz. Il Fianco destro esposto alla Seconda
Armata prussiana situata a nordest.
-
Armata dell’Elba si trova, con le sue tre
Divisioni di fanteria sulla linea tra Neu Bydzow e Horitz.
-
1^ Armata è quella più vicina alle linee
austriche ed è a ridosso della città di Sadowa con tre Divisioni in prima
schiera e tre in seconda. La prima a destra della seconda schiera è la
divisione di cavalleria.
-
2^ Armata è a cavallo dell’Elba a nordest del
concentramento austriaco ancora distante all’altezza dell’allineamento
Josefstadt – Konignhof. Vede avanzate la 12^, l’11^ e parte della 1^ Divisione
al di là dell’Elba mentre il 5° Corpo e la 2^ Divisione ancora arretrati. E’ da
notare che il 1° Corpo ancora distante dovrebbe essere di collegamento tra la
Seconda e la Prima Armata e è situato nei pressi di Praussnitz a nord del
teatro operativo.
Al
riguardo si precisa che le battaglie che hanno portato alla situazione di fine
giungo causarono una perdita prussiana contro quattro austriache che si
attestarono a circa 31.000 uomini di cui almeno 1000 ufficiali.
[i] Tiro efficace: 600 m; cadenza
di tiro: 10-12 colpi/minuto; calibro:
15.4 mm; velocità alla volata:
305 m/s; lunghezza canna: 91 cm;
lunghezza totale: 142 cm; peso: 4.7 kg.
[ii] Cap. Cristofek, “Meiningen Nr. 46 in Feldzuge
1866” cit. di Geoffrey Wawro, “The austro-prussian war”, Cambridge University
Press, pag. 191.
[iii] L’innesco era
all’interno della cartuccia così che quando l’ago lo colpiva e la carica di
lancio deflagrava l’ago era immerso nella polvere da sparo subendo uno stress
fisico enorme.
[iv] Il 27 giugno numerosi
contadini scendono dalle Montagne Giganti di fronte all’avanzata prussiana e si
riversano sulle direttrici di marcia dell’Armata del Nord di Bendek. cit. di Wawro G., “The
austro-prussian war”, Cambridge University Press, pag. 135.
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