IV
Il rapporto
con gli Alleati ed in particolare con l’Italia.
Ma per chi si alleò con i Tedeschi e agì come collaborazionista nel
loro regime di occupazione, non può non essere importante chiedersi perchè le
dottrine tedesche di controguerriglia non abbiamo schiacciato in tutta Europa,
e in Italia, i movimenti di liberazione, pur essendo valide, significative ed
efficaci, in quanto tuttora ancora valide. Il fatto che non abbiamo raggiunto
lo scopo ultimo, eliminare i movimenti partigiani, lo devono non alla loro
validià intrinseca, ma perché non sorrette da un piano politico tale da
coinvolgere le masse, ovvero non si può imporre con la forza il proprio
dominio, ovvero non si può ignorare il principio fondamentale che senza
l’aggregazione dei consensi i successi e le misure di ritorsione sono sterili e
controproducenti.[1]
Per l’Italia l’opposizione alla azione germanica inizia l’8 settembre
1943 perché da quella data inizia l’occupazione tedesca. Dall’8 settembre 1943 la Germania non riconosceva
il Regno d’Italia con a capo il Re Vittorio Emanuele. Riconosceva la Repubblica Sociale
Italiana , che aveva favorito, e sostenuto fin dalla liberazione di Benito
Mussolini il 12 settembre 1943. Al momento della proclamazione dell’Armistizio la Germania riunisce i
dirigenti fascisti, quali farinacei, Tavolini, Ricci, il figlio di Mussolini
Vittorio,Preziosi per dar vita ad un governo provvisorio. La liberazione di
Mussolini da al governo provvisorio il suo capo carismatico. Il 23 settembre
1943 informalmente nasce la Repubblica Sociale Italia ( formalmente solo il 1
dicembre 1943), ed è riconosciuta solo da Giappone e dalla Germania. E’ una
repubblica totalmente asservita alla Germania: a riprova di ciò valga il fatto
che tutte le industrie vengono inserite nel meccanismo della produzione bellica
tedesca sotto il diretto controllo di commissari tedeschi (OZAV e OKAK). Il
tentativo di porre la
Capitale a Roma o nell’Alpenvoreland falliscono, in quanto
contrari agli interessi tedeschi.
Gli organi
della repubblica sono disseminati in varie località del Veneto e della
Lombardia 8 Desenzano, Lago di Garda, Bogliaco, Gargano, Milano, Brescia e Venezia
ed è un altro fattore di debolezza. Del potere stauale. Compito principale
della repubblica è quello di mantenere l’ordine pubblico e svolgere un ruolo di
collegamento subordinato tra l’amministrazione tedesca e la popolazione
italiana.
Sul piano strettamente militare tutte le operazioni
sono pianificate e condotte dalla Wehrmacht, e gli organi della Repubblica ne
sono esclusi e quindi delegittimati, soprattutto non sono in grado di impedire
o porre un freno alle violenze dell’alleato contro la popolazione civile.
Una delle principali iniziative della repubblica,
varata con provvedimento di legge nel febbraio 1944, peraltro avversato dagli
stessi tedeschi, fu la socializzazione delle imprese, ovvero la gestione delle
industrie attraverso una struttura d’impresa con la partecipazione di operai ed
altri soggetti produttivi. Si voleva, attraverso la socializzazione, da una
parte colpire l’alta borghesia che aveva “tradito” il fascismo” dall’altra
avvicinare le masse operaie al fascismo della repubblica e creando attorno ad
essa consenso ed adesioni. Il tentativo fallì sia per il già citato opposizione
dell’occupante, ma anche per il rifiuto pressoché totale delle masse operai.
Sono proprio del marzo 1944 i grandi scioperi nei maggiori impianti industriali
del nord. Scioperi che, oltre a far tramontare l’esperimento della
“socializzazione” sottolineano la grande distanza tra ampi strati della
popolazione e la dirigenza fascista repubblicana.
Chi doveva
dare una base politica e sociale di adesione doveva essere il partito
fascista repubblicano, alla cui guida
assurse Alessandro Tavolini. Il partito tenne una sola assise, a Verona nel
novembre 1943 ove furono definiti, nel Manifesto di Verona, i punti
programmatici del Partito, riassunti
nello slogan “Italia, Repubblica,
Socializzazione”. Il partito fu diviso inizialmente da una tendenza moderata,
volta a cucire lo strappo con gli Italiani e una linea oltranzista, di cui
Tavolini era uno degli esponenti, che favoriva la alleanza pedissequa con al
Germania nazista, l’assorbimento integrale dei suoi valori e l’estremismo
repressivo e violento tipico del primo fascismo. Il Direttorio del partito si
riunisce una sola volta , nel marzo 1944 e ribadisce la linea dura ed
estremista. Si calcola che si siano
isciritti oltre 487.000 persone, che per lo più aderiscono anche alle
formazioni militari della repubblica. Nell’estate del 1944 il partito si
militarizza e da vita alle cosiddette Brigate Nere, in cui sono arruolati tutti
gli iscritti da 18 a
60 anni. Le Brigate Nere sono intitolate a caduti e non hanno gerarchia, un comandante e tutti
soldati, con gravissime ripercussioni sulla operatività e sulla disciplina.
L’impiego è sostanzialmente antipartigiano. Ma anche in questo campo vi è la
non adesione sperata se si calcola che nel complesso le Brigate nere non
superarono il totale di 20.000 uomini arruolati.
La struttura delle Forze Armate della repubblica è
complessa. La Repubblica
visse sempre il dissidio tra la concezione di Renato Ricci, che sostiene che la
repubblica debba dotarsi di una milizia fascista, politicizzata e ben allineata
sulle questioni ideologico-politiche, e quella del maresciallo Graziani,
Ministro della Difesa dal 23 settembre 1943, che vuole un esercito nazionale
apolitico. La soluzione di questo dissidio fu un altro fattore di debolezza
della repubblica: Graziani realizzerà un apparato militare tradizionale
sull’impronta del regio esercito, Ricci una nova articolazione chiamata Guardia
nazionale repubblicana, in cui confluiranno elementi della disciolta Milizia
Volontaria per la Sicurezza
nazionale, i Reali carabinieri ed elementi della Polizia Africa Italiana (PAI).
Graziani riesce a stipulare un accordo con i tedeschi, che si impegnano ad
addestrare in Germania quattro divisioni (Monterosa, Italia, San Marco, Littorio) e a dar vita a formazioni
tradizionali alimentate dalla leva obbligatoria. I Bandi Graziani per la leva
saranno uno dei fattori di non consenso della Repubblica: si presentaranno
circa la metà dei coscritti, l’altra per sottraesi andrà in montagna ad
alimentare le fila partigiane. Si arriverà a decretare la “pena di morte” per
chi non si presenta e, alternando minacce e blandizie ( il cosiddetto “Bando
del perdono”) si riesce ad arruolare oltre 44.000 giovani di leva che sommati a
13.000 uomini provenienti dai campi di intermanento in Germania saranno
l’ossatura dell’esercito voluto da Graziani, un Esercito prevalentemente
impiegato in funzione antipartigiana.
Nell’estate 1944, con la destituzione di Renato
Ricci, la Guardia
Nazionale Repubblicana viene incorporata nell’Esercito e ne
divine la prima arma combattente. Con i suoi 94 comandi provinciali ed un
comando Generale la GNR
ricalca la struttura dell’Arma dei Carabinieri.
Nella repubblica Sociale Italiana sorgono formazioni
che non sono inquadrate nell’esercito e nella GNR, ma sono autonome e riconoscono solo l’autorità del Duce. La Banda Carità ,
composta da 200 uomini circa, ricostituisce a Firenze, per poi trasferirsi in
Veneto a Padova. Fuori di ogni controllo svolge con metodi crudeli e violenze inaudite attività antifascista ed
antipartigiana. Altra Banda è quella di Koch, ex ufficiale, che opera a Roma
composta da circa 70 elementi ed agisce con gli stessi metodi della banda Carità.
Trasferita a Milano (Villa Triste) compie tali oscenità ed illegalità che sono
gli stessi fascisti il 24 settembre 1944 ne decretano lo scioglimento con
arresti e condanne. Con attività più
prettamente militari ma sempre con aspetti violenti e creduli e sempre in
funzione antipartigiana operano le Legioni.
La decina
Flottiglia Mas al comando del principe Junio Valerio Borghese, che più che una
formazione della RSI è una formazione militare che decide, per opera del suo
comandante, di staccarsi dalla regia Marina e continuare la guerra accanto ai
tedeschi sulla base di un reciproco accordo. La decima Mas raggiungerà la con
esistenza di circa 25.000 uomini organizzati in sei battaglioni. Uno di questi,
il Barbarigo, tra marzo e maggio del 1944 sarà impiegato nella testa di ponte
di Anzio, unica formazione fascista che entrerà in linea contro gli Alleati.
Nella sostanza, come le Legioni, la
Decima sarà impiegata in azioni di controguerriglia,
macchiandosi anche lei di eccidi, torture e rappresaglie.
Altre formazioni sono l’Ispettorato Speciale polizia
antipartigiana, circa 150 uomini organizzato dal Questore di Brescia, Il
reggimento Volontari friulani Tagliamento al comando del Colonnello
Zuliani, tutte formazioni che si
dedicano alla lotta antipartigiana con metodi brutali ed efferate violenze.
[1] Si inia il più volte
citato Politi A., Le dottrine tedesche di
controguerriglia 1936-1944, per una più ampia trattazione dei principi
sopra riprotati, acui si rimanda.
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