Daniele Muzioli
Tesi di Laurea Mster 1° Livello Premessa
La tesi ha lo scopo di illustrare, da
punto di vista strettamente tecnico e storico, la partecipazione del Regio Esercito
alle maggiori operazioni di controguerriglia che si svolsero nel territorio
jugoslavo occupato dalle forze dell’Asse, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Tali eventi vanno inseriti nel caotico
contesto balcanico novecentesco, saturo di complicate dinamiche di
contrapposizione locale ed internazionale, entro cui si intrecciano aspetti etnici,
sociali, politici ed ideologici: l’intrinseca e contorta complessità dell’area
in esame è uno dei principali fattori che, probabilmente, hanno contribuito a
far sì che il teatro jugoslavo sia stato uno fra i meno approfonditi dalle
analisi e dagli studi storico-militari italiani, fattori ai quali non devono
essere stati estranei anche un certo imbarazzo d’immagine (direttamente connesso
alla natura del conflitto, particolarmente feroce e crudele, che vide protagonisti
i nostri reparti nei Balcani) e, forse, pure le logiche di convenienza politica
tipiche del secondo dopoguerra (anni in cui rimarcare il ruolo di ex-occupanti
in terre straniere non sarebbe stato opportuno). In verità, l’esperienza
bellica in Jugoslavia tra il 1941 ed il 1943 non può affatto essere sminuita
come un episodio marginale: ben due differenti Armate (2^ e 9^) impegnate, per
un totale che superò i 300`000 effettivi nel momento apicale, ed oltre 30`000
perdite subite, di cui la metà morti e dispersi, sono due dati già di per sé
sufficienti ad esplicitarne il motivo.
La tesi vuole dunque esplorare tale vicenda
storica, pur consapevoli che la trattazione della campagna italiana di
occupazione della Jugoslavia, nella sua interezza, non sarebbe fattibile. Si è così
scelto di concentrare la tesi, specificamente, sull’analisi descrittiva, da un
punto di vista tattico e tecnico-militare, della partecipazione italiana alle
due grandi operazioni congiunte di controguerriglia del primo semestre del 1943
in Jugoslavia: “Fall Weiss” (la celebre “battaglia della Neretva”) e “Fall
Schwarz” (anche detta “battaglia della Sutjeska”). Questo poiché il ciclo
operativo del 1943 non rappresenta soltanto l’evento bellico di maggior
rilevanza, in senso “quantitativo”, dell’intera campagna balcanica del Regio
Esercito ma, al contempo, esso costituisce il punto culmine “qualitativo” di
tutto il conflitto all’epoca in atto nella regione: a partire da esso, infatti,
l’ascesa dei partigiani titini fu lentamente inesorabile.
Per ciò che attiene i limiti spaziali dell’argomento
in oggetto, le vicende trattate si sviluppano principalmente in Bosnia,
Erzegovina e Montenegro, mentre l’orizzonte temporale, come accennato, coincide
con il primo semestre (gennaio – giugno) del 1943: nondimeno, nei primi due
capitoli sarà necessario fornire un sommario inquadramento del contesto
operativo, che allargherà lo scenario ai confini del Regno di Jugoslavia ed
espanderà il periodo a ritroso, ovvero ad iniziare dall’invasione subita dalla
penisola balcanica nell’aprile del 1941.
La Tesi completa è presso la Emeroteca del CESVAM
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