Gruppo di Combattimento “Legnano”
E’
l’erede deli reparti del I Raggruppamento Motorizzato, nato dall’ordinamento
della Divisione Legnano nel settembre 1943, poi ossatura del Corpo Italiano di
Liberazione. Era al comando del generale Umberto Utili, già comandante del
C.I.L., come vicecomandante il gen. Giovanni Imperiali e come capo di SM prima il colonnello Lombardo, poi il col. Federico
Garofali. Il “Legnano” inquadrava il 68° Reggimento fanteria, il IX Reparto
d’Assalto, il Reggimento speciale su due battaglioni alpini e battaglione bersaglieri
“Goito”, l’ 11° Reggimento artiglieria, il LI battaglione misto genio, due
sezioni di Carabinieri Reali, ed i servizi divisionali (amministrazione,
sussistenza, sanitario, automobilistico, munizioni, carburanti ecc.). Era
inserito nell’organico il 52° BLU, il nucleo di collegamento composto da
ufficiali britannici
“Il “Legnano”
entrò in linea il 23 marzo 1945, nel settore dell’Idice, avendo alla sua destra
la 10ª divisione indiana (8ª Armata) e alla sua sinistra la 91a Divisione
statunitense (V Armata), quindi nel delicato punto di saldatura fra le due
Grandi Unità alleate. Il tratto di fronte affidato al Gruppo italiano si
estendeva per circa 9 chilometri in un terreno di limitato sviluppo
altimetrico, ma dalle caratteristiche morfologiche della montagna: declivi
scoscesi, avvallamenti e calanchi profondi, creste sottili, agglomerati
rocciosi a pareti verticali. Il nemico, sistemato a difesa sulla linea Poggio
Scanno-Monte Armato, dominava l'intera zona a cavallo dell'Idice.
All'alba del 10
aprile, in esecuzione di un piano inteso a disorientare l'avversario sui tempi
e sulle direttrici della ormai imminente avanzata generale, una compagnia e un
plotone del IX Reparto d'assalto investirono Parrocchia del Vignale e q. 459.
Il giorno 16 il
"Legnano" mosse con obiettivo Bologna. Gli alpini del battaglione
"Piemonte" conquistarono il caposaldo nemico di q. 363, i fanti del
II/68° le posizioni dei roccioni di Pizzano. Il 20 aprile il battaglione
bersaglieri "Goito" espugnò il sistema difensivo di Poggio Scanno e,
mentre il battaglione alpino "L'Aquila", il IX reparto d'assalto e i
fanti del 68° raggiungevano tutti i loro obiettivi, puntò su Bologna, facendovi
il suo ingresso l'indomani alle 9.30.
L'impegno del
Gruppo si protrasse ancora. Una colonna di formazione raggiunse Brescia il 29 e
Bergamo l’indomani; reparti alpini il 2 maggio entravano a Torino. Lo stesso
giorno una compagnia del I/68° fanteria ebbe la meglio su elementi tedeschi in
Val di Sabbia.
Il ciclo
operativo del "Legnano", pur esauritosi nel breve arco di quaranta
giorni, era stato contrassegnato da significativi successi. Questo fu il
bilancio delle perdite subite: 55 caduti, 279 feriti.”[1]
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