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domenica 26 gennaio 2020

ARMIR Fronte Russo Operazione Piccolo Saturno 20 novembre 21 dicembre 1942 Avvenimenti 17-18 Dicembre

(7)  17 dicembre (Vds. All. “P”):
-              Fronte del II C.A: I russi continuavano il oro attacchi costringendo 385^ e Cosseria ad arretrare. Alle 13,50 il comando dell’8^ Armata diramava i seguenti ordini:
·      all’imbrunire sarebbero entrate in linea la 385^ e 298^ divisione tedesche su una linea arretrata, raccordandosi a nord con il C.A. Alpino ed a sud con la Pausbio;
·      veniva ridefinita l linea di contatto tra i C.A. II e XXXV confermando che la 298^ Div. era alle dipendenze del II C.A.;
·      le unità italiane, frammiste alle tedesche, avrebbero potuto, a giudizio del comandante del II C.A. esser riunite in un settore a parte a seconda delle necessità contingenti;
·      le unità in afflusso del C.A. Alpino avrebbero dovuto essere impegnate per rafforzare la linea difensiva.
L’ordine non teneva a sufficiente conto lo stato delle 2 divisioni italiane e delle due tedesche, quest’ultime prive di un reggimento ciascuna. Del resto un marcato arretramento non era possibile per via degli ordini ricevuti.
A partire dalla serata si iniziò ad attuare e ultime disposizioni ed il comandante della 385^ Div. tedesca riferiva al comandante del II C.A. l’impossibilità di occupare integralmente l’allineamento assegnato (troppo ampio).
L’irruzione di carri sovietici, provenienti da est (settori del 318° e della Ravenna) alle spalle dei reparti ne aveva determinato l’isolamento, motivo per cui il comandante della 385^ dava ordine di rompere l’accerchiamento. Anche la Ravenna profilava un ulteriore arretramento e nel frattempo parte delle sue unità stavano iniziando ad essere prese alle spalle ed ai fianchi dai carri e meccanizzati sovietici. Il Collegamento tattico tra la Ravenna e la 385^ sarebbe stato realizzato tramite parte della 27^ corazzata (Gurppo Heampel). Al mattino seguente la Divisione avrebbe ricevuto il btg. Monte Cervino in rinforzo.
Alla fine della giornata il Gruppo d’Armate “B” riassumeva, in un proprio documento, gli ordini già impartiti dal comando dell’8^ Armata[3] ma la nuova dipendenza della 298^ Div. tedesca da comandante del II C.A. sarebbe stata solo nominale in quanto il Col. Kinzel, ufficiale di collegamento presso il comando dell’II C.A. sarebbe stato colui designato ad impartire ordini. La 298^ si era dunque e nel frattempo, trasferita dalle dipendenze del XXXV al quelle del II C.A.. Le unità della Ravenna designate a rinforzare e cooperare con la 298^ erano designate “gruppo Capizzi”. La divisione tedesca, in ripiegamento si schierò arretrata rispetto all’allineamento assegnato, lasciando spazio di avanzata ai sovietici lungo la via principale del Boguciar e  quella secondaria, ma non trascurabile, della Levaja.
Questo arretramento imprevisto facilitava la manovra nemica di aggiramento dell’ala del XXV C.A. comprendente la 298^ stessa e la Pasubio.
-           Fronte del XXXV C.A.:
durante la notte la Pasubio aveva organizzato la nuova linea difensiva ed alla fine della giornata il fronte era intatto seppur arretrato.
-           Fronte del XXIX C.A. tedesco:
la divisione Torino proseguiva la cooperazione con la Pasubio. La Celere, dopo lo sfondamento del fronte della 3^ Armata rumena era schierata tra la Torino e la Sforzesca. Aveva ceduto gli elementi mobili al XXV ed al II  C.A. per le esigenze in corso. Stava subendo attacchi russi che cercavano di spingersi in profondità nel dispositivo divisionale. Nel settore della Sforzesca la situazione era sostenibile e una parte delle riserve divisionali sarebbe stata inviata a sostegno della Celere. Alla fine della giornata il comando d’Armata ordinava un arretramento dell’ala destra del XXIX C.A. con coordinamento a cura del Gruppo Hollidt. Inoltre la Celere veniva rinforzata con 2 btg tedeschi.

(8)  18 dicembre (Ved. All. “Q”):
-           Fronte del II C.A:
nel corso della notte le forze residue delle divisioni 385^ tedesca, Ravenna e Cosseria, oltre a quelle intatte della 298^ tedesca avrebbero dovuto attuare il tentativo di ricomporre un fronte compatto conservando le posizioni ancora intatte, principalmente, per limitare l’ampiezza della breccia praticata dal nemico. Le forze che sarebbero rimaste nelle posizioni intatte avevano il vantaggio di contare su un sistema difensivo già approntato, arduo era il compito delle altre forze. Alle 4 il comando d’Armata diramava un ordine più circostanziato rispetto a quello del comando superiore tedesco:
·      linea difensiva: Novo Kalitva.Zapovko-Yvjerdoklebovka-Bucigar;
·      a sinistra la 385^ Div. rinforzata dalle unità disponibili della Cosseria;
·      a destra la 298^ con unità della Ravenna;
·      nello spazio non occupato la 27^ Div. cor. Avrebbe condotto una difesa mobile;
·      la Div. alp. Julia alla destra della 385^ per attaccare il nemico;
·      ogni metro di terreno doveva essere difeso ad oltranza per guadagnare tempo;
·      nella zona di Taly si dovevano riorganizzare le unità del II C.A.;
·      erano in affluenza il gruppo SS Fegelein da impiegare a sinistra della 298^, e la 387^ Div. tedesca, che sarebbe sbarcata dai treni a nord di Kantemirovka.
Il nemico aveva raggiunto Ivanovka (a 6 km da Novo Kalitva).
Il comandante del C.A. intendeva rinforzare la difesa di Taly per agire offensivamente nella valle del Bucigar e ricollegarsi alla 298^.
La 298^,  però, anziché schierarsi a sud del Bucigar prendeva posizione sulla sponda destra del Levaja, a contatto con la Pasubio ma senza sbarrare la valle del Bucigar.
Talyvniva attaccato alle prime luci del giorno, così come Novo Kalitva, ma per fortuna i reparti della Julia stavano già schierandosi e gli attacchi furono respinti. La linea continua di difesa esisteva solamente da Novo Kalitva fino ad Ivanovka. La Div. Vicenza sostituiva la Julia nel settore del C.A. Alpino, benché priva di artiglierie divisionali.
Il comandante del II C.A. chiedeva zone diverse per il raggruppamento di Ravenna, Cosseria e reparti d’Armata e di C.A. anche se vi era l’insistenza del comando dell’8^ Armata per inviare quanto prima nuovamente i reparti ricostituiti a sostenere lo sforzo delle unità a contatto. 
Alle 15 il comando d’Armata disponeva che la 298^ Div rientrasse alle dipendenze del XXV-CSIR. Il Gruppo Feghelein veniva orientato ad un’azione offensiva per stabilire il contatto con la 298^ attraverso la valle del Bucugar. Nel pomeriggio si stabiliva che io comando del XXIV C.A. tedesco avrebbe preso il comando della 298^ e di tutte le altre unità tedesche impiegate nei settori del II C.A. e del C.A. Alpino come di quelle in affluenza. Il II C.A., oltre a perdere il comando sulle unità tedesche in esso inquadrate, perdeva il comando delle unità italiane in rinforzo alle formazioni tedesche pur conservando, per il momento, la responsabilità del suo settore.
Taly veniva attaccata, la 385^ teneva l’allineamento Novo Kalitva-Ivanovka, i russi venivano respinti a Novo Kalitva dai reparti alpini, a destra della 385^ Div. tedesca operava la 27^ corazzata ed erano in arrivo altre forze (387^ e Gruppo Fegelein). Le perdite erano ingenti.
-           Fronte del XXXV C.A.-CSIR:
298^ tedesca: la formazione era a contatto con unità esploranti russe, il suo schieramento si collegava a destra con la Pasubio. Quest’ultima unità aveva subito ingenti attacchi che però non avevano avuto successo.
-           Fronte del XXIX C.A. tedesco.
La divisione Torino stava contrattaccando per mantenere il contatto con la Pasubio, la Celere era anch’essa sotto attacco, la Div. Sforzesca aveva avuto ordine di arretrare il suo allineamento difensivo.

(a cura di massimo coltrinari ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org)

lunedì 20 gennaio 2020

ARMIR Fronte Russo Operazione Piccolo Saturno 20 novembre 21 dicembre 1942 Avvenimenti 15-16 Dicembre

(5)  15 dicembre:
Gli attacchi dei quattro giorni precedenti si erano sviluppate con maggior intensità nei settori della Ravenna e della Cosseria. Contro le altre unità dell’8^ Armata non si erano svolte particolari azioni. Il Gen. Gariboldi prospettava al comando del Gruppo d’Armate “B” chiedendo l’assegnazione tempestiva di rinforzi. Il comando tedesco aderiva solo in parte alle richieste italiane ponendo vincoli e condizioni alle unità assegnate[1].
-      Fronte del II C.A.: gli attacchi continuava incessantemente appoggiati anche da azioni aeree. Il Gen. Zanghieri, comandante del II C.A. ribadiva l’assottigliamento delle riserve divisionali e del Corpo d’Armata. Per concedere una pausa alle provate unità italiane sarebbe stato necessario il concorso della 385^, occorrevano inoltre altre forze per contrattaccare e presidiare una seconda linea difensiva, forze che in quel momento non erano disponibili.
Il Comandante del II C.A. proponeva allora:
·       un’azione dal settore della Div. Cuneense verso il tergo di Gorohovka;
·       sostituzione dei reparti italo - tedeschi in linea;
·       assegnazione di unità alpine per rinforzare i settori della Cosseria e della Ravenna.
Si trattava di una serie di proposte la cui attuazione si sarebbe applicata alcuni giorni dopo, con l’impiego d’urgenza della Div. alp. Julia. giungevano comunque, spostati da altri settori, aliquote di unità ch venivano impiegate nei settori più minacciati e privi di riserve.
Alle 20,45 il comando dell’8^ Armata diramava le disposizioni ricevute dal comando superiore tedesco:
·       la 385^ Div. passava a disposizione del II C.A. per ristabilire la situazione nel settore della Cosseria;
·       la responsabilità dell’Area di Responsabilità della Cosseria sarebbe passata alla 385^ Divisione germanica che assorbiva anche le artiglierie della divisione italiana;
·       la Div. Cosseria avrebbe dovuto riordinarsi in seconda linea. Il Gen. Zanghieri voleva però che le fanterie della Cosseria rinforzassero la Ravenna.

Nella serata, a seguito di attacchi sovietici, la saldatura tra Ravenna e Cosseria risultava compromessa e la situazione fu ripristinata in tarda serata, solo dopo aver impiegato numerose forze.
Fronte del XXXV C.A: l’attività contro la Div. Pasubio non era eccessiva tanto che il gruppo mobile della Div. Celere fu reimpiegato nel settore del II C.A..
Dopo 5 giorni di combattimenti le unità dell’8^ Armata avevano sostanzialmente conservato le posizioni iniziali ma le riserve disponibili si erano assottigliate arrivando al limite del punto di “rottura”. Lo scopo di ottenere il logoramento delle forze contrapposte era stato ottenuto dai sovietici che avevano lanciato, contro le posizioni tenute dalle Div. Cosseria, Ravenna e Pasubio circa 28 dei centoquindici battaglioni disponibili.
Tratteremo ora la fase di “rottura” (16-19dicembre) (All. “O”).
All’alba del 16 dicembre oltre 2500 bocche d’artiglieria iniziarono la “preparazione” contro le posizioni tenute dal II C.A.. Durante la prima giornata i sovietici furono ancora e decisamente “contenuti”. Furiosi combattimenti sisvilupparono nei giorni 17 e 18 dicembre grazie all’ancora efficace attività di contrasto delle unità italo-tedesche mentre l’azione dell’Armata Rossa si andava sviluppando ed estendendo anche nell’Area di Responsabilità del XXIX C.A. (Div. Celere, Torino e Pasubio).
Conseguito il successo da parte russa, contro la posizione di resistenza, essendo mancato l’intervento di adeguate forze tedesco-italiane, le Grandi Unità attaccanti penetrarono in profondità (circa 20 km), raggiungendo Novo Kalitva verso ovest e per altrettanti kilometri verso sud-est. Il 18 le avanguardie sovietiche raggiunsero Taly, percorrendo ulteriori 30 km, il giorno successivo, avanzando per ulteriori 25 km interrompevano la ferrovia (nord-sud) Rossosc-Millerovo raggiungendo Kantemirovka. Le G.U. minacciate da tergo e dai fianchi, riceveranno, poco dopo mezzogiorno, l’ordine di arretrare.

(6)  16 dicembre (Vds. All. “P”):
-           Fronte del II C.A.: alle ore 6 avveniva la cessione di responsabilità dalla Cosseria alla 385^ tedesca. La situazione era particolarmente aggravata, avendo i russi iniziato a sfruttare la profondità della loro azione. La situazione era veramente critica e le unità della Cosseria furono costrette a rimane re in linea. Inoltre sia la Julia, che la 387^ Div. tedesca, che il gruppo corazzato SS non avevano ancora raggiunto il settore del II C.A.. Il settore interno più critico risultava la saldatura tra Cosseria e Ravenna. Quest’ultima aveva fronteggiato almeno tre divisioni sovietiche ed iniziava a cedere. lentamente, terreno. Il Gen. Zanghieri proponeva un arretramento della linea difensiva ma il Comando Gruppo d’Armate “B”, ribadiva la difesa ad oltranza, a mezzanotte anche il comando dell’8^ Armata confermava gli ordini e metteva alle dipendenze del II C.A., “per un astretta collaborazione”,[2] la 298^ Div. Tedesca.
-              Fronte del XXXV C.A: anche la Div. Pasubio stava entrando in difficoltà, soprattutto nel mantenere il contatto con le unità del II C.A., mentre anche la sua linee più arretrata stava dando segni di cedimento.

(a cura di massimo coltrinari ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org)

martedì 14 gennaio 2020

ARMIR Fronte Russo Operazione Piccolo Saturno 20 novembre 21 dicembre 1942 Avvenimenti 11 -14 dicembre



Soltanto nella prima decade di dicembre il Comando Gruppo d’Armate “B” aveva assegnato all’8^ Armata tre unità tedesche: la 385^ Divisione di fanteria, la 27^ Divisione corazzata, con limitata capacità operativa, ed il 318° rgt. Panzergranadieer. Contemporaneamente veniva ribadito l’ordine di resistere ad oltranza sulla linea del Don, assicurando i reparti che se fossero rimasti isolati sarebbero stati “liberati” dalle riserve d’intervento.
Frattanto i sovietici avevano iniziato una serie di azioni locali contro la Div. Pasubio ed avevano indotto il comando del XXXV C.A. – CSIR a raffittire lo schieramento di quella Divisione con unità di fanteria ed artiglieria.
Glia attacchi erano stati condotti dall’ 1 al 9 dicembre ed erano sempre stati respinti o contrattaccati con successo.
Dall’11 al 15 dicembre verrà condotta, dai russi, la fase di logoramento. (ved. All. “N”):

(1)  11 dicembre:
-      Fronte del II C.A.: alle 6,40 l’aviazione sovietica attacca le posizioni della Div. Ravenna e, a seguire inizia l’attacco delle fanterie. Alle 8,30 anche gli aerei tedeschi intervengono a favore della divisione italiana a seguito di una richiesta del Comando del II C.A.. Il comandante del II C.A. aveva subito valutato la pesantezza del compito. Egli proponeva, al comando d’Armata, che, dal fronte del Corpo d’Armata Alpino, fosse effettuata una puntata di alleggerimento, avendo il concorso dell’artiglieria della Div. Cosseria. Il Gen Gariboldi non accoglieva la richiesta vista la consistenza delle forze nemiche contrapposte. Nel pomeriggio la riserva divisionale era stata completamente impiegata ed entravano in azione le riserve del C.A. (un gruppo mobile d’intervento rinforzato). Il Comando d’Armata non poteva spostare in avanti la 27^ Div. cor. Tedesca, vincolata dalle disposizioni del Grupppo d’Armate “B” che però riusciva ad ottenere lo spostamento degli elementi dell 385^ Div. tedesca alle spalle del settore difeso dalla Cosseria che al momento non era direttamente attaccata.
-      Fronte del XXXV C.A.-CSIR: fu attaccata la divisione Pasubio ma senza esito da parte dei sovietici.

(2)  12 dicembre:
il Comando Gruppo d’Armate “B” , probabilmente non ancora convinto dell’inizio dell’attacco principale sovietico ne settore del II C.A. italiano, disponeva l’afflusso della 387^ Div. di fanteria tedesca, a nord del settore in cui si stavano svolgendo le operazioni, a cavallo del limite di settore tra C.A. Alpino e 2^ Armata ungherese.
-      Fronte del II C.A.: nonostante altri attacchi, nel settore della Cosseria, la situazione era ristabilita entro la serata, mentre aveva inizio il trasferimento ferroviario della 385^ Div. tedesca con arrivo e dislocazione a Mitrofanovka. La 27^ corazzata stava predisponendosi ad avanzare il proprio schieramento. Nel sottore della Ravenna l e riserve si stavano assottigliando intaccando anche la disponibilità dei battaglioni in secondo scaglione che non sarebbero stati sostituiti dalle riserve, inesistenti, del C.A.;
-      Fronte del XXXV C.A.-CSIR: proseguiva, incessantemente, la pressione nemica tanto da far intervenire il gruppo mobile della Div. Celere, dotato di una componente semovente e corazzata.

(3)  13 dicembre:
-      Fronte del II C.A.: gli attacchi proseguivano e fin dal mattino il comandante del II C.A. prospettava il logoramento delle riserve chiedendo la disponibilità totale della 385^ Div. anziché di sue aliquote. Il nemico continuava una forte pressione. Alla fine della giornata anche il 537° granatieri era entrato in azione passando alle dipendenze del II C.A.. Contro la Cosseria, alla fine della giornata erano stati impiegati 6-7 battaglioni di fanteria. Anche la Ravenna non se la stava vedendo meglio, addirittura i sovietici stabilirono una presenza aerea di caccia permanente in quel settore così da evitare ogni interferenza da parte dei reparti aerei italo-tedeschi. Alla fine della giornata elementi della 27^ Div. tedesca (gruppo Haempel) spostavano in avanti il loro schieramento;
-      Fronte del XXXV C.A.-CSIR: la pressione sovietica continuava specie nel settore della Div. Pasubio.

(4)   14 dicembre:
-      Fronte del II C.A.: la 27^ Div. corazzata non poteva essere impiegata dal comando di C.A. ed allora un contrattacco svolto nella mattinata, dalla Cosseria, non vedeva il concorso dei reparti della citata unità tedesca. Contro la Div. Cosseria erano ormai impegnate la 127^, la 172^ della 350^ divisioni sovietiche. Ambedue i reggimenti della Cosseria avevano ormai le loro forze completamente in linea ed anche il 318° rgt. tedesco non disponeva di altri rincalzi. Anche la Ravenna non aveva più riserve;
-      Fronte del XXXV C.A.-CSIR: la pressione rimaneva costantemente forte nel settore della Div. Pasubio.
(a cura di massimo coltrinari - ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org) 

giovedì 2 gennaio 2020

ARMIR Fronte Russo Operazione Piccolo Saturno 20 novembre 21 dicembre 1942 Situazione particolare III

Il contributo dato dall’8^ Armata alle Grandi Unità germaniche impegnate nella battaglia sul “Volga” non fu solamente indiretto, con l’allontanamento di 3 divisioni tedesche, ma fu anche diretto, con la partecipazione delle unità italiane anche rinforzando il settore confinante con l’ala sinistra della 3^ Armata rumena. Nella seconda metà di novembre, come detto, lo schieramento sovietico diventava sempre meno difensivo.
Il comando dell’8^ Armata poté rinforzare lo schieramento del II C.A. solo con un paio di gruppi d’artiglieria e una compagnia di genieri. Il comando tedesco che doveva provvedere a rafforzare il Gruppo Armate del Don, appena costituito per ricostituire la continuità della linea tra il Don e Stalingrado, era in gravi difficoltà per carenza di forze, e solo quando fu evidente il pericolo che proveniva dalla direttrice operativa del Bucigar (Area di Responsabilità del II C.A.). Il 9 dicembre veniva inserito, nel fronte della Div. Cosseria, il 318° rgt. Panzergranadier, reparto d’istruzione e di non elevata efficienza operativa.
Tra il 9 ed il 10 dicembre giungeva, nel settore del II C.A. la 27^ Div. corazzata tedesca, un’unità con forti deficienze di dotazioni e carri non di ultima “generazione” ed il cui impiego era subordinato alle disposizioni del Comando Gruppo d’Armate “B”. Questa Div. si dislocava alle spalle delle Div. Cosseria e Ravenna. Inoltre furono inviate la II C.A. tre compagnie c/c tedesche che furono schierate nel settore della Ravenna. In quei giorni avrebbe dovuto giungere anche la 35^ Div. tedesca, proveniente dal settore del Voronez e che sarebbe stata scaricata dai treni alla stazione di Mitrofanovka, nelle retrovie della Cosseria, rimanendo alle dipendenze dell’8^ Armata. La modesta potenzialità di quella stazione avrebbe scaglionato nel tempo l’arrivo di quella unità.
Al momento non si prevedeva l’afflusso di altre consistenti unità tedesche. Alla massa di forze sovietiche che si andava radunando sul Don si sarebbe opposta una difesa rigida, la quale, anche quando “spezzata”, avrebbe dovuto rimanere operante nei tronconi superstiti, per contenere più a lungo possibile la penetrazione nemica. Non esisteva, poi, la possibilità di difesa su posizioni arretrate perché una seconda linea difensiva non era stata approntata né tantomeno erano mai esistite le forze per imbastire su di essa almeno un primo presidio difensivo.
Anche i sovietici stavano preparando la loro sistemazione invernale, approfittando dei boschi e delle abitazioni civili analogamente alle forze dell’Asse. La loro posizione di resistenza aveva un profondità di 3-6 km basata su capisaldi, camminamenti, trincee, posizioni per le artiglierie ed abbondanti campi minati e reticolati in concomitanza con le vie di facilitazione. I lavori difensivi erano particolarmente consistenti sulla testa di ponte di Verhnij Mamon. Le fonti informative (osservazione terrestre ed aerea, informatori, prigionieri, disertori) indicava la preparazione offensiva completata alla fine di novembre. Le frequenti azioni di pattuglia dei russi diventavano sempre più consistenti ed erano appoggiate da azioni di artiglieria. Il ghiaccio iniziava a ricoprire il fiume non permettendo l’uso silenzioso delle imbarcazioni e neppure l’attraversamento a truppe appiedate. I movimenti nelle retrovie delle armate sovietiche erano sempre più intensi, tutto, insomma stava ad indicare l’imminenza di un accumulo di risorse per azioni offensive. Lo schieramento delle artiglierie risultava avanzato e raffittito. La maggior concentrazione di unità ed artiglierie era segnalata nelle zone:
-      ad est di Gorohovka (settore Cosseria);
-      controansa Krasno Orekovo (limite di settore tra Cosseria e Ravenna);
-      ansa di Verhnij Mamon.
Sulla fronte del II C.A., poco più estesa di queste zone, era stata rilevata la presenza di 45 batterie; calcolando che ogni divisione aveva una dotazione organica di 18 batterie e che le divisioni accertate in prima schiera sul fronte di quel C.A. erano 7, è da concludere che non erano state rilevate tutte le batterie presenti e che il dato fornito dagli osservatori peccava per difetto. La scarsa attività di fuoco e le pessime condizioni meteorologiche in quel periodo possono giustificare l’incompletezza dei dati raccolti.
Il traffico radio-telegrafico intercettato era sensibilmente in aumento. La costituzione di un centro ospedaliero a Nizne Mamon, a pochi kilometri dalle posizioni tenute dalla Ravenna nell’ansa omonima, rappresentava un’informazione molto importante che non lasciava dubbi sulla base di partenza per l’attacco sovietico. L’attività aerea sovietica si stava spingendo in profondità bombardando comandi, nodi ferroviari, depositi.
Un’altro punto che chiariva le intenzioni di tutto lo schieramento sovietico era la costruzione di passaggi sul Don che al 10 dicembre era costituito da 8 passerelle e 2 ponti, tutti questi passaggi erano addensati a ridosso dell’area di Verhnij Mamon.
In sostanza lo schieramento dell’8^ Armata, che all’inizio del novembre ’42 era quello riportato in Allegato “L", fig. 1, alla vigilia dell’inizio dell’operazione “Piccolo Saturno” si modificò risultando quello riportato in Allegato “L", fig.2.
In conclusione, secondo i precisi ordini del Comando Gruppo d’Armate B, la difesa doveva essere condotta ad oltranza sulle posizioni occupate, vale a dire che non ci si poteva allontanare da tali posizioni per dar vita ad una manovra. D’altra parte la manovra non sarebbe stata possibile, sia perché spostando reparti da un settore ad un altro si sarebbero sguarniti interi tratti della posizione difensiva, sia perché mancavano del tutto unità di riserva. La realtà fu che, vista la tipologia di difesa impiegata, mentre da parte sovietica si concentrarono le forze sull’asse stabilito per lo sforzo principale l’8^ Armata non poté applicare il principio della massa non avendo la possibilità di concentrare le forze contro lo sforzo principale avversario.
L’”Operazione Piccolo Saturno” sfruttò, fra l’altro, l’immobilismo della situazione operativa dell’Asse sul fronte del Gruppo Armate B, conseguente agli insistenti tentativi di sfondamento verso Stalingrado.
La preponderanza delle forze di fanteria sovietiche era accentuata dal fatto che queste disponevano di armi individuali automatiche con celerità di tiro superiore alla maggior parte delle armi in dotazione all’8^ Armata. Sussisteva, inoltre, una schiacciante superiorità sovietica anche nel campo delle artiglierie dei mezzi corazzati. Il numero dei cannoni anticarro disponibili non era assolutamente in grado di controbilanciare la citata superiorità in mezzi corazzati.
I campi minati controcarro, nel settore del II C.A. avevano una densità media di una mina per metro lineare di fronte, ma il loro valore impeditivo era assai ridotta a causa dell’irregolare funzionamento dovuto al terreno irregolare coperto di neve.
“In sintesi, esisteva, sul piano qualitativo degli armamenti essenziali per l’azione di rottura (offesa) e di arresto (difesa), un sensibile squilibrio a vantaggio dei sovietici, già numericamente superiori, sia nella lotta ravvicinata delle fanterie (assalto e contrassalto), sia nel duello tra mezzi corazzati e difese controcarro(penetrazione in profondità, azione di arresto controcarro contrattacco carrista), sia nel volume di fuoco di artiglieria(preparazione ed appoggio, interdizione vicina e lontana, sbarramento e controbatteria)”[5].
L’atteggiamento dei soldati italiani verso i russi non fu mai inspirato dall’odio, mancavo dunque il sentimento ostile individuato da Clausewitz, l’intenzione ostile era implicita nei piani operativi. La sensazione ce la campagna russa fosse di esclusivo supporto a piani di Hitler era abbastanza radicata nei combattenti italiani. La precaria organizzazione difensiva determinava seri dubbi sulla possibilità di poter validamente contrastare le ondate delle fanterie e dei mezzi corazzati sovietici. Il crollo della 3^ Armata rumena, avvenuto qualche settimana prima, avvalorava tali dubbi, il clima invernale e l’inadeguatezza di alcuni capi d’equipaggiamento erano assillante preoccupazione. Nonostante tutto ciò la combattività dell’8^ Armata non faceva e non fece difetto.
I sovietici avevano, da parte loro, la consapevolezza di combattere per il suolo sacro della Patria, fu svolta inoltre un’intensa campagna psicologico-propagandista per rafforzare il morale e le convinzioni nella vittoria peraltro già “energizzati” dall’avvenuto accerchiamento della 6^ Armata di Paulus.
(a cura di massimo coltrinari ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org