a.
Considerazioni
riepilogative
(1)
Correlazione fra
intendimenti e possibilità: valutazione dell’adeguatezza delle forze in campo
in relazione agli intendimenti ed agli scopi
Nel
1848 Carlo Alberto con un piccolo esercito mosse guerra all’imponente armata
austriaca di Radestzky e ripiegando su Milano perdeva rovinosamente. Diciotto
anni dopo, nel 1866, l’Esercito del Regno d’Italia, con una popolazione sette
volte quella del Piemonte e con mezzi militari decisamente superiori scende in
campo contro l’Austria, che nel Veneto dispone di un esercito circa la metà del
suo. L’occasione è favorevolissima. Le forze che l’Italia ha messo in campo
sono sicuramente adeguate allo scopo di sconfiggere gli Austriaci e
costringerli a cedere il Veneto.
Per
contro, seppur inferiore da un punto di vista quantitativo, l’esercito
imperiale, che si propone di difendersi appoggiandosi ai presidi e alle
fortezze presenti sul terreno, ha una forza adeguata agli scopi.
(2)
Rapporti di
potenza fra le parti contendenti: capacità rispettiva di sostenere sforzi
prolungati
A
parte la superiorità numerica, l’esercito imperiale era comunque in condizioni
più favorevoli di quelle italiane: unità di comando, libertà di comando,
maggiore amalgama e addestramento dei reparti di fanteria e cavalleria,
superiore conoscenza del terreno erano i fattori che potevano fare la
differenza. L’impossibilità di utilizzare una fitta ed efficiente rete
ferroviaria, inoltre, rallentavano i movimenti soprattutto di chi attacca. Le
condizioni climatiche e del terreno completavano una situazione quasi
proibitiva per coloro che si ponevano l’obiettivo di attaccare agevolando, per
contro, coloro che, godendo di posizioni fortificate, dovevano difendere.
Inoltre,
l’aver scomposto il contingente in due armate, che avrebbero agito su due
fronti completamente separati, non permetteva all’esercito italiano di
concentrare il massimo sforzo in un punto rendendo più debole il dispositivo.
Infine,
il supporto a sostenere la campagna esisteva: al momento della dichiarazione di
guerra il paese era saldamente stretto intorno all’esercito così come la
monarchia appariva popolare e nel pieno diritto di porsi alla guida delle armi
e della nazione. Anche quando le confuse notizie dal fronte non erano
confortanti e facevano intuire che le cose non erano andate come si sperava,
l’opinione pubblica reagì molto bene dando ulteriore fiducia all’esercito e ai
suoi comandanti. In sintesi, alla vigilia della guerra tutto lascia presupporre
che non ci siano ostacoli per l’Esercito Italiano a sostenere sforzi prolungati
Per
quanto, riguarda l’esercito imperiale, nonostante le forze e l’organizzazione
lascino presupporre la possibilità di intrattenere una campagna di lunga
durata, si ritiene che molto dipende dalle operazioni in Boemia, dove il grosso
deve scontrarsi con l’esercito prussiano di von Moltke.
1.
a. Eventuali operazioni precedenti
Non ci sono
operazioni precedenti nell’ambito della stessa campagna.
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