(4)
Mancato
contrattacco austriaco
Successivamente
Poch viene investito sul fianco destro dalla 8^ Divisione prussiana, viene
ucciso e la brigata completamente annientata. Ciononostante, Mollinary tiene la
foresta e Franseky (comandante prussiano) invia un messaggio chiedendo rinforzi
al comando alle 11.00. Moltke, che intende completare il proprio piano rifiuta
i rinforzi per non sguarnire la riserva in attesa che la 2^ Armata raggiunga la
posizione adatta. Moltke si rende conto che i prussiani sono ancora a rischio
contrattacco.
Infatti
Mollinary avrebbe voluto proseguire il movimento per aggirare il fianco
sinistro della 1^ Armata del Principe Carlo e al riguardo ha il supporto da parte
del comandante del 3° Corpo e della Divisione di cavalleria dell’Arciduca
Ernesto, ciononostante Benedek non autorizza il movimento[i].
L’ora
decisiva per la battaglia di Koniggratz è tra le 11 e le 12 quando, vista
l’indecisione austriaca, i prussiani riescono a schierare 40 pezzi di
artiglieria per supportare le stanche 3^ e 4^ Divisione guadagnando tempo
affinché la 2^ Armata prussiana raggiunga la zona di operazioni.
(5)
Ala sinistra in
pericolo
Nonostante
la posizione sfavorevole (Principe Alberto di Sassonia aveva proposto di
posizionarsi presso Hradek e di abbattere la foresta di Prim) l’ala sinistra
manteneva la posizione principalmente per la mancata aggressività dell’Armata
dell’Elba di Hervarth, che temeva un cedimento al centro da parte della 1^ Armata
del Principe Federico Carlo. Non ci sarà un ingaggio fino alle 13.30 con la 14^
e la 15^ Divisione dell’Armata dell’Elba.
(6)
Problemi
Prussiani sul Bystrice
Al
centro, infatti, la 1^ Armata era in difficoltà inchiodata sul Bystrice
dall’artiglieria austriaca mentre almeno 100 pezzi del Principe Federico Carlo
erano senza munizionamento in attesa di rifornimenti da Jicin.
Nonostante
l’ordine del Principe di far intervenire le due Divisioni (5^ e 6^) di riserva,
Moltke riesce a bloccare l’iniziativa poiché ancora in attesa dell’arrivo della
2^ Armata ma i prussiani non riescono a raggiungere le posizioni elevate, da
dove l’artiglieria austriaca fa fuoco utilizzando ormai le munizioni del 6°
Corpo in riserva di Ramming che viene inoltre invitato da Gablenz a unirsi al
combattimento[ii].
Alle
12.00 finalmente la nebbia si alza e la visibilità sul campo di battaglia
mostra a Moltke un panorama inquietante con il centro dello schieramento
assottigliato e il Corpo di Ramming che avanza verso la prima linea.
(7)
Benedek valuta
un’offensiva
Alle
11.45 Bendek viene informato che le Divisioni della 2^ Armata hanno attraversato
l’Elba alle 09.00 e che sarebbero arrivate intorno alle 14.00 sul fianco dello
schieramento.
In
tale momento Benedek, dopo aver ordinato al 4° e 2° Corpo di ritornare alle
proprie posizioni iniziali e distendere il fronte, valuta la possibilità di far
intervenire la propria riserva (6° Corpo di Ramming) per un contrattacco. Non è
ben comprensibile perché Benedek chieda l’autorizzazione all’Arciduca Guglielmo,
Comandante nominale dell’Armata austriaca, di effettuare la controffensiva ricevendo
risposta negativa[iii].
Precedentemente,
il nuovo comandante del 1° Corpo (in riserva) Leopold Grondecourt (che aveva
sostituito Clam Gallas) aveva posto i reggimenti in colonna per avanzare tra il
10° ed il 3° Corpo senza disposizioni da parte di Benedek.
Le
Divisioni della 2^ Armata in prossimità della zona di operazioni ricevono
l’ordine, da parte del Principe Ereditario, di marciare puntando verso gli
alberi della foresta Horenoves e non verso il suono dei cannoni al fine di non
impattare sulla fronte di Benedek bensì sul fianco destro.
(8)
La sacca inizia
a chiudersi
Dalle
12.00 alle 13.00 Ramming continua a chiedere di poter intervenire e Benedek
nonostante la posizione di alcuni collaboratori, comincia a valutare la
possibilità di un contrattacco e dispone che il 6° Corpo rimanga nelle
posizioni acquisite ancorché in riserva e al 1° Corpo di continuare il
movimento verso il fianco del 10° Corpo. Ma alle 13.00 i primi reparti della 2^
Armata raggiungono il fiume Trotinke e le prime batterie prussiane si
dispongono a tiro utile verso Chulm. Sta iniziando il Kesselschlacht.
Sempre
alle 13.00, la 30^ Brigata di Canstein riesce ad aggirare sul fianco i sassoni
e, nonostante i rinforzi del generale Weber Comandante dell’8° Corpo austriaco,
riesce a prendere Hradek e a piazzare la propria artiglieria riuscendo così a
raggiungere la foresta di Prim.
L’ala
sinistra di Bendek sta subendo un aggiramento e spinta dalle unità prussiane si
allontana dal contermine 10° Corpo pertanto Gablenz decide di far intervenire
l’8° Armata.
Sull’altra
ala dello schieramento austriaco, Benedek, ricevute informazioni sul ritardo
dell’avanzata della 2^ Armata, decide di far ripiegare il 4° e 2° Corpo piuttosto
che provare a chiudere la 1^ Armata prussiana, contestualmente lo schieramento
austriaco comincia a subire il fuoco delle prime artiglierie schierate ad
Horenoves. L’avanguardia della 2^ Armata prussiana mette panico sulle quattro
brigate del 2° Corpo prussiano. In particolare, il 6° Corpo prussiano raggiunge
il fiume tra Racic e Trotinka senza incontrare che poche truppe demoralizzate.
Alle
14.00 la 14^ Divisione entra a Problus e Moltke per la seconda volta impedisce
l’intervento delle divisioni di riserva come avrebbe voluto il Principe
Federico Carlo. Intanto il fianco destro è ancora più critico con i resti della
7^ Divisione di Fransecki e la 1^ Divisione della Guardia che prendono possesso
della foresta di Svib costringendo in una posizione incerta il 4° Corpo di
Mollinary.
(9)
Cattura di Chulm
ed il collasso del fronte
La
1^ Brigata delle Guardie prussiana affonda nel dispositivo austriaco sino ad
arrivare a Nedelist trovando un fronte debole creatosi a causa del
disorientamento creato nell’ala destra dagli ordini di rischiaramento di
Benedek. Gli uomini del 4° e 2° Corpo più la Divisione di Cavalleria leggera di
Taxi attaccati da più lati cominciano a ripiegare disordinatamente verso i
ponti sull’Elba.
Intanto
le Guardie continuano ad avanzare e conquistano Chulm tagliando la via di
ritirata ad alcuni reggimenti austriaci e distruggendo una intera batteria di
artiglieria. Nel mentre Benedek ed il suo Stato Maggiore sono intenti a seguire
da Lipa il collasso dei sassoni nonostante i rinforzi del 1° Corpo, quando
viene informato dell’arrivo delle Guardie prussiane da nordovest. Resosi conto
di ciò Benedek, sotto il fuoco dell’artiglieria, prova ad ordinare ai resti del
3° Corpo di riconquistare Chulm ma viene disobbedito.
La
situazione è estrema, Gablenz cerca di ridislocare l’artiglieria per colpire
Chulm ma si trova il campo di tiro coperto dalle proprie truppe e assiste al
progressivo accerchiamento delle proprie posizioni, siamo intorno alle 15.00
del pomeriggio.
Benedek
da ordine al 10° Corpo di arretrare e disporsi per affrontare la 2^ Armata
prussiana ma ormai la confusione aumenta progressivamente. I sassoni in
ritirata da Problus vengono fatti segno a fuoco dalla Brigata alleata di Piret.
C’è solo una via di fuga per tutta l’Armata del Nord composta ora da 6 Corpi di
fanteria, 4 divisioni di cavalleria e dozzine di batterie, Koniggratz[iv]. Alle
15.30 le due brigate di Guardie prussiane hanno definitivamente liberato Chulm
e installato l’artiglieria.
Benedek
ed il suo Stato Maggiore comandano rispettivamente al 1° Corpo di concentrarsi
presso Chulm ed al 6° Corpo di cambiare per la terza volta fronte e dirigersi
verso lo stesso villaggio. Il coordinamento si perde anche perché Benedek come
La Marmora a Custoza invece di mantenere una posizione centrale nel dispositivo
comincia ad andare avanti ed indietro nervosamente per tutto lo schieramento.
Ramming
si butta all’attacco senza la supervisione di Benedek ma viene respinto con
forti perdite (125 ufficiali e 6000 uomini in 60 minuti) anche per colpa di due
nuove batterie delle Guardie che vengono schierate tra Chulm e Ruzberic. Dopo
circa 45 minuti avanza il 1° Corpo che subisce sorte peggiore poiché a
differenza di Ramming che riesce a schierare la propria artiglieria a supporto,
a causa di un attacco di Ussari Prussiani, Grondecourt non ne ha il tempo e
viene pressoché distrutto nei continui attacchi che si protraggono fino alle
17.00.
Si
può dire che già dopo poco le 16.00 l’Armata del Nord è distrutta.
Benedek,
infine, una volta passato l’Elba ordina le distruzione dei quattro ponti ma
lascia indietro migliaia di uomini compresa la maggior parte della cavalleria
di riserva, 14 battaglioni sassoni e la maggior parte del 1° e 6° corpo. Il
panico è totale e la stessa fortezza di Koniggratz viene assaltata in cerca di
protezione dagli austriaci sbandati. Chi non è passato per i ponti cerca di
guadare il fiume è un disastro.
[i] Benedek era il leone di
Solferino poiché grazie ad una buona posizione e un fornito fuoco organizzato
di artiglieria respinse gli attacchi nemici.
[ii] I due Corpi in riserva
erano in ottime condizioni, avevano avuto l’opportunità di consumare un pasto
caldo compreso di vino ed erano riposati.
[iii] E’ strano poiché la
figura dell’Arciduca Guglielmo è assolutamente rappresentativa. Benedek era il
Comandante assoluto dell’Armata del Nord e non aveva bisogno di autorizzazioni
per movimenti tattici.
[iv] In verità erano stati
costruiti quattro ponti nel pomeriggio ma non erano stati segnalati sul
terreno.
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