NOTE SU
Evoluzione
della guerra di 6^ Generazione
Generazioni
della guerra: essa è in realtà un continuum, non è mai consequenziale,
diacronica cioè un ciclo continuo, oggi si usa dire che si utilizza un
approccio olistico. Non è schematizzabile ma è però possibile cercare di
articolarla per poterla studiare meglio.
Innanzitutto
la lingua della guerra è cambiata: dal greco al latino al tedesco siamo ora
nella fase dell’americano.
·
Le
major wars sembra che ora siano scomparse e la guerra si è trasformata. Vi è un
declino della fungibilità della forza militare ma una sua strumentalità al
servizio della politica. La guerra si è dunque trasformata anche se non si sa bene in cosa; esitono
numerose definizioni: unconventional war, irregular war, asymmetric war, wicked
war, criminal war, war of the third kind, non-trinitarian war, new war,
counterwar, war amongst the people, three-block war, fourth-generation war,
compound war, netwar, insurgency, global guerrilla, econo-jihad, not to mention
information warfare, financial warfare, resource warfare, lawfare, cyberwarfare
and chaoplexic warfare. Hybrid War (fisica e psicologica).
Si parla anche delle “Three
Warfares.” Psychological Warfare (propaganda, deception, and
coercion), Media Warfare (manipulation of public opinion domestically and
internationally), and Legal Warfare (use of ‘legal regimes’ to handicap the
opponent in fields favorable to him).
· Prima di Westfalia
(1648): guerre dinastiche, confessionali, eserciti privati (di nobili, di
casate di sovrani) e mercenari, Eroi e capitani.
· Dopo Westfalia: nasce
lo stato-nazione e il concetto di interessi nazionali e pubblici; chi ha il
potere, il primo ad affermarlo è Napoleone, afferma che il potere non viene più
da Dio ma dalla gente.
· “contratto sociale”:
J.J. Rousseau (1762): sovranità pubblica, lo Stato diviene l’unico attore che
ha il diritto di fare la guerra, guerra solo fra stati e siccome gli stati sono
i detentori delle risorse non avrebbero interesse a sprecarle in guerre e
quindi Stati responsabili=guerra vincolata da fini e risorse (Sunzi)= Pace; in
realtà questa uguaglianza non si è mai verificata perché gli stati si sono
armati sempre di più mettendo lo strumento militare al servizio della politica,
sistema largamente utilizzato ai nostri giorni.
· Si arriva alla
rivoluzione francese: nascono gli eserciti nazionali, gli stati diventano
“macchine da guerra”.
· Ogni generazione di
guerra si distingue per nuovi Scopi e strumenti (strategie, leadership, uomini,
procedure, mezzi).
· La guerra d’eroi
rimane invece una costante in tutte le società
1^ GENERAZIONE (VI
SEC AC – 1916)
· Obiettivo: acquisire
il territorio e sovranità distruggendo gli eserciti avversari.
· Gli eserciti dapprima
erano dinastici e privati per poi passare a eserciti nazionali.
· Era una guerra di
formazione: falange, linee e colonne, tiro diretto, guerra fra eserciti.
· Si metteve in contrapposizione
la forza e la resistenza.
·
Ruolo
Intelligence: spionaggio, giochi di corte per anticipazione piani e
individuazione forze.
La
falange si è evoluta nel tempo in molti modi. Una delle prime fu quella di
Alessandro Magno. Aveva cambiato la concezione della falange. Prima era una
sorte di martello contro martello e aveva il compito di “spingere”. Per evitare
questo contatto e guadagnare spazio in avanti si inventarono le picche (fino a
9 metri). Alessandro trasforma la falange in incudine e il martello era la sua
cavalleria con cui schiacciava i nemici. Una figura importante è quella del
serragente (sergente) che aveva il compito di serrare i ranghi. Inoltre la
cavalleria di Alessandro aveva l’obiettivo di colpire i generali nemici e
soprattutto il loro comandante che fu costretto a scappare per salvarsi più di
una volta. Sottrarsi per salvaguardare le forze può essere una strategia ma non
se ne deve abusare per non abbassare il livello di resistenza alla battaglia
(ultimo dei 36 stratagemmi di Sun Tzu).
2^ GENERAZIONE (I GM)
· Obiettivo: sempre
territorio e risorse e distruzione degli eserciti.
· Sempre forza contro
resistenza.
· Guerra di trincea: vi
è sempre lo scontro diretto ma nasce anche il fuoco indiretto (artiglierie).
· Intelligence:
spionaggio, inizio fonti aperte (media) anticipazione piani, individuazione
forze e obiettivi bellici, generare false informazioni (Threat Deception Plan).
3^ GENERAZIONE (II GM
E GUERRA FREDDA)
· Obiettivi: cambiano,
sempre distruggere gli eserciti ma anche le risorse e con loro la popolazione e
le strutture produttive che diventano un nuovo centro di gravità.
· Manovra e fuoco:
infiltrazione e difesa in profondità, aggiramento e iniziativa, fuoco diretto e
indiretto, areale e di precisione, convenzionale e nucleare (Generale Douhet –
air land battle e precision strike, concetto di stand off attack ossia
effettuare l’attacco da posizioni dalle quali non si può essere colpiti).
· Forza vs Resistenza
in senso allargato. Resistenza diventa anche capacità economica e di sostegno
che una nazione e la sua popolazione può dare alla guerra
· Intelligence: ricerca
piani e strategie, individuazione obiettivi e manipolazione (propaganda)
· Eserciti: sono
professionisti e tornano anche i mercenari
4^ GENERAZIONE:
ASIMMETRICA
· 1989 William S.Lind,
Hammes e altri riprendono concetti di guerra rivoluzionaria.
· Obiettivo: diventa colpire
la forza morale
· Scopo: Vittoria
morale, ideologica e politica.0
· Guerra decentralizzata.
Complessa e lunga di bassa intensità (Idee e Risorse), obiettivi militari e
civili.
· Attori statali
(Westfalia) ma anche non statali o privati in network ideologici violenti,
Stati-falliti, stati canaglia che usano il loro status per violare il diritto
degli altri stati e quello internazionale.
· Comprende:
terrorismo, basi transnazionali, attacco alla cultura, guerra psicologica,
manipolazione dei media, impiego di ogni risorsa politica, economica sociale e
militare.
· Conflitti a bassa
intensità, insurrezionali. Dilemma tattico per i non combattenti: il problema
dei criteri per la loro definizione e legittimità non è ancora completamente
risolto.
· Contrappone strutture
formali e gerarchiche ad attori informali, reticolari, senza gerarchia.
· Richiede pazienza,
flessibilità, profilo basso, piccole unità, operazioni diverse dalla guerra. Si
estende su tutti i fronti: economia, politica, media, militari e civili (SUPC:
small unit precision combat (forze flessibili).
· Oppone Forza e
Resistenza Morale
· Richiede Guerrieri
“ad Hoc” e leaders ideologici (Mao, Ho Chi Min, Castro, Che Guevara, Neocons,
Osama bin Laden)
·
20%
Agraria, 70% Industriale, 10% tribale
·
Cacciatori-raccoglitori
INTELLIGENCE e informatici
· La mobilitazione
politica è parte di quella ideologica ed è essenziale
· Preparazione
strategica e intervento operativo di lungo periodo
· Eserciti
Professionali - Mercenari e Contractors si affermano poichè non c’è volontà
sociale di schierare la leva in prima linea.
· "is not just that the military's structure and equipment are
ill-suited to the 4GW problem, but so is its psyche” (Thornton 2007). Thornton nota che
l’organizzazione degli eserciti statali non è strutturata a combattere questo
tipo di guerre sia dal punto di vista organizzativo ma soprattutto di
mentalità. Per quest’ultimo motivo le strutture e gli strumenti convenzionali
usati fino a questo momento perdono di efficacia.
5^ GENERAZIONE:
GUERRA SENZA LIMITI
· “Guerra senza limiti:
1996-1999”: libro di due generali cinesi (Qiao Liang- Wang Xiangsui) avevano
già teorizzato la possibile presenza di una minaccia non statuale in grado di
colpire una grande potenza (Bin Laden e secondo attacco alle torri gemelle).
· Vortice della
violenza (2005): senza piani, senza scopi, da disperati (Uff dei Marines Beebe).
Si vince non perdendo mentre ora si perde non vincendo (Uff Canadese Coerr).:
non è più una guerra equilibrata, non c’è un uso della forza ragionata, non si
conservano le risorse ma si usa la violenza solo per lo scopo di fare violenza.
· Obiettivo è quello di
demolire la forza intellettuale e capacità di pensare.
· Lo scopo è di
costringere l’avversario a chiedere compromessi e compromettersi. La
compromissione rischia così di portare di per sé ad una sconfitta.
· Usa qualsiasi mezzo,
armi e non-armi, potenza militare e non militare, prevede perdite e non perdite
(2006).
· Privilegia l’arma
dello stallo politico, finanziario ed economico.
· C’è asimmetria anche
negli scopi, nei mezzi nei parametri ma soprattutto nei valori.
· Contrappone: Capacità
Intellettuali Diverse
· Permette di scaricare
il rischio su altri
· Si avvale di nuove
forme di sostegno economico
· La 5^ Generazione NON
si deve percepire come Guerra (La rapina perfetta).
· Tende a rendere
indifferenti nei confronti della guerra (elusione, mistificazione).
· La guerra di 5^
generazione viene negata come guerra (si tende a parlare di conflitto)ma viene
“mascherata” come missione umanitaria. Per vincere è necessario guadagnarsi la
fiducia delle popolazioni locali: “to win
hearts and minds”; il prolungarsi di questi conflitti, pur a bassa
intensità, porta al rischio di insuccesso.
· Tende alla
distruzione e autodistruzione e alla paralisi attraverso l’insicurezza
· Non è vincolata da
ideologia, religione, tecnologia, etica o interessi da difendere.
· Strappa concessioni
politiche (vittoria),
· Sfrutta lo scambio di
conoscenza libero.
· Tende a rendere
indifferenti nei confronti della guerra (elusione, mistificazione)
· Richiede l’abilità di
estraniarsi dal proprio sistema di pensiero e valutare gli eventi da una
prospettiva multipla.
· Visione strategica
lunga e intervento operativo rapido
· Il Ciclo di Boyd (OODA
– Observe, Orient, Decide, Act) risulta lento per questo tipo di guerra. Si
passa ad un ciclo più compresso eliminando le fasi Orient e Decide: passando dall’Informazione
all'Azione. Acquista, quindi, sempre maggiore importanza la figura del
comandante che deve agire in prima persona prendendo decisioni rapide.
· Problema della
Actionable Intelligence: le notizie intelligence ad esempio non possono essere
utilizzate a scopi giuridici.
· La mobilitazione
politica è dannosa o quanto meno inutile.
In
questa generazione della guerra i militari professionisti, che già con la
quarta generazione avevano dei problemi (possedevano gli strumenti efficaci ma
non avevano una mentalità adeguata), non riescono a raggiungere i risultati che
si sono prefissi nei tempi previsti.
A
tal proposito Mc Cristal, nelle sue memorie, sta cercando di ricostruire gli
eventi per comprendere i fattori di insuccesso. È infatti difficile fissare un
paradigma in quanto è già obsoleto nel momento in cui viene esplicitato. Ad
esempio attribuire tutte le responsabilità dei problemi di instabilità odierni
ad Al Qaida e all’integralismo islamico è un’eccessiva semplificazione.
In
questo contesto le capacità di previsione delle possibili minacce future hanno
perso di efficacia o addirittura forniscono dati ingannevoli (tutte le
previsioni dei potenziali failing states prodotte negli ultimi anni si sono
rilevate inattendibili). Contemporaneamente la dinamicità portata dalla
globalizzazione ha introdotto nuovi elementi di indeterminatezza che rendono
ancora più complessa la situazione mondiale. Gli stati più evoluti che hanno
basato il proprio sviluppo e benessere sullo sfruttamento delle risorse dei
paesi più poveri si trovano oggi a dover sopportare uno squilibrio demografico
che sarà negli anni a venire sempre più forte. Questa tendenza non potrà
continuare a lungo e i paesi in via di sviluppo, in particolare la Cina,
sembrano averlo capito meglio delle potenze occidentali. La Cina, infatti, sta
effettuando forti investimenti economici in Africa, continente a rischio
depauperamento, senza porre alcun
vincolo sociale. Al contrario i paesi occidentali impostano un tipo di
collaborazione militare e di gestione politico sociale (esempio è la recente
istituzione di Africom che ingloba una componente civile a fianco di quella
militare).
Le
nuove criticità del mondo globale (megalopoli caotiche, campi profughi oramai
diventati permanenti tipo Laore, Gaza, Mumbai, il traffico di esseri umani, la
pirateria alimentata dalla connivenza di attori istituzionali, il traffico di rifiuti
speciali, il traffico di droga) hanno fatto emergere dei nuovi attori, vere e
proprie bande.
6^ GENERAZIONE:
GUERRA PER BANDE
· Obiettivo:
distruggere INTEGRITA’ ISTITUZIONALE
· Abbattere o Asservire
il sistema di Westfalia
· Scopo: Interesse
privato e nuovo sistema di potere
· Metodo: Delegittimare
le istituzioni. Degradare il sistema pubblico con l’inefficienza, la paura, la
corruzione, la manipolazione del consenso.
· Personalizzare lo
scontro e delegittimare l’avversario: avere un interlocutore fisico e diretto e
delegittimarlo.
· Guerra permanente ed
evidente, queste bande hanno sempre un nemico
· Sfruttamento delle
informazioni private e classificate.
· Accentuare le
sperequazioni.
· Fine dell’uso della
forza come monopolio degli stati.
· Fine del Bene Pubblico:
appropriazione e spoliazione del patrimonio.
· Bande slegate da
vincoli ISTITUZIONALI (strutture statali, organizzazioni internazionali,
alleanze formali).
· Bande unite da
vincoli di famiglia, clan, tribù, etnia, ideologia, religione o soltanto da
interesse personale da conseguire con un progetto associativo anche
transitorio.
· Prevalenza della
Banda più grossa o di quella al potere.
· Struttura gerarchica
attorno ad un leader in grado di accedere al potere e di proteggere
l’associazione.
· Assalto al POTERE con
infiltrazione, corruzione, intrusione, mercenari, sicari, proxies e milizie.
· Gli strumenti
istituzionali (Organi Intelligence, eserciti, polizie), consapevoli o ignari,
servono le bande al potere e sono sfruttati per interessi particolari fino alla
loro consunzione.
· Richiede INTELLIGENCE
rivolta a sostenere.
· Costruzione di un
NEMICO ideologico e politico,
· Cospirazione,
pianificazione segreta, accesso ai sistemi di controllo, eliminazione degli
avversari (virtuale o fisica), collusione dei vertici istituzionali
internazionali e nazionali, indifferenza e ignoranza dell’opinione pubblica.
· Non si contrasta con
Forza Fisica o Resistenza ma con Legalità e Condivisione Conoscenza.
· Genera RESILIENZA e nel
lungo termine favorisce la RIBELLIONE.
Resilienza
Capacità
di sopportare le sollecitazioni assorbendo energia senza deformarsi per poi restituire
energia positiva al cessare della sollecitazione.
E’
il contrario della Fragilità.
Non
è la flessibilità che comunque permette la deformazione, la perdita d’iniziativa,
d’autonomia, d’autostima, di motivazione.
Non
è l’accettazione fatalistica delle avversità,
Non
implica forza fisica,ma Fortezza.
Non
ricorre alle vecchie soluzioni ma richiede la capacità di capire il nuovo e sviluppare nuove
potenzialità.
La
gente che è sottoposta a questi ambienti si abitua a sopportare questa energia
ma prima o poi si ribella e restituisce tutta l’energia, anche in maniera esplosiva.
Der Waldgang (Ernst
Junger)
· Prima fase dell’eroe
militare: suo fallimento poiché trasformato in vittima dello scannatoio.
· Passaggio all’’Eroe
Operaio strumentalizzato e trasformato dal Nazismo in un «cupo» esercito di
schiavi.
· Dall’eroe operaio,
dopo la II GM nel 1951, fa nascere l’eroe Ribelle (lo paragona al lupo), l’eroe
che si riappropria del valore umano. Egli vive nella massa ma conserva la
capacità di decidere da solo e di opporsi.
I
tiranni controllano un mondo fatto di pecore con quattro cani. Se i lupi
fossero soltanto all’esterno del gregge e vedessero solo le pecore come prede,
basterebbero i cani a rassicurare i tiranni. Ma se i lupi si confondessero con
la massa grigia delle greggi e fossero pronti a colpire i pastori piuttosto che
le pecore i tiranni dovrebbero cominciare a preoccuparsi non tanto del singolo
lupo ma anche del gregge che i lupi possono trasformare in branco.
I cani
diventerebbero impotenti a meno di non unirsi ai lupi.
(sintesi di una lezione di Fabio Mini)
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