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martedì 28 febbraio 2023

Massimo Iacopi. Custodia 2023 Gennaio

  RIVISTA MILITARE di CAVALLERIA, n. 5/2022, del mese di dicembre 2022 

- “CAVALLERIA PESANTE, dai CATAFRATTI ai CAVALIERI MEDIEVALI”. Questo saggio preparato per la Rivista di Cavalleria prende in esame la specialità della cavalleria pesante. Questa, nata nella steppa nel crocevia fra la Persia e l’Asia centrale, arriva successivamente in Occidente e conosce un grande sviluppo nel corso del Medioevo.Macedoni, Romani e Bizantini concorrono a porre le basi di una lunga evoluzione sociale e tecnica che porterà, agli inizi dell’epoca medievale, ad un nuovo modello militare, politico e sociale: dove la Cavalleria diventa la pietra angolare della nobiltà. Sul piano pratico, la cavalleria pesante non é altro che la fusione della fanteria pesante con la cavalleria leggera, ovvero uno strumento destinato a coniugare la forza d'urto (fanteria pesante) con la mobilità (cavalleria). La sua gestazione presentava all'epoca gravi difficoltà, in quanto specialità cara (allevamento e selezione di razze di cavalli potenti e mobili in grado di sostenere il peso del cavaliere corazzato e delle sue stesse protezioni), bisognosa di innovazioni tecnologiche idonee al suo efficace impiego sul campo di battaglia (coltura dell'erba medica, che consente la disponibilità di un maggior numero di monture; corazzatura di metallo a placchesella imbottita, rinforzata da un fondamentale pezzo di legno l'arcione, che serve a distribuire meglio il peso sulla schiena del cavallo; infine le staffe, che contribuiscono, definitivamente, alla stabilità del cavaliere in battaglia). La cavalleria pesante, però, non avrebbe potuto incontrare il successo storico che tutti conoscono, se non avesse potuto integrarsi e fondersi strettamente con il sistema sociale, economico e politico che gli storici hanno denominato feudalità. Questa osmosi sociale politica avviene sotto i Carolingi dove appaiono nettamente le due componenti: una potente cavalleria pesante, ma anche una nuova aristocrazia, frutto ibridato di istituzioni romane e di costumi germanici. Questa osmosi viene controllata e benedetta dalla Chiesa, che intendeva orientare il nuovo fenomeno della cavalleria a vantaggio di interessi superiori, come quelli della monarchia, del Papato e del Sacro Romano Impero Germanico. E’ in questo modo che le strutture in atto della cavalleria e della feudalità vengono coronate da sovrastrutture ideologiche. Questa nuova direzione imposta alla Cavalleria determina anche la morte temporanea della tattica di impiego, a causa della frammentazione dei poteri, conseguente all'autonomie locali, conquistate a seguito della rinascita delle colture nelle campagne e delle attività economiche urbane e suburbane. Queste nuove realtà orientano la feudalità ed i cavalieri alla difesa delle attività locali, portando, inevitabilmente, al frazionamento degli scontri fra i pochi cavalieri pesanti disponibili (poco numerosi, in conseguenza del costo del loro equipaggiamento e del loro costo di manutenzione) ed alla diffusione ovunque dei castelli fortificati, il tutto in una assenza, ormai generalizzata, della fanteria pesante.

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