La Guerra Finnico –
Russa
12/1939 – 3/1940
Una lezione ancora attuale
Ten. Cpl. Art. Pe. Sergio
Benedetto Sabetta
In questa
rideterminazione delle aree di influenza che la guerra in Ucraina contribuisce
a delineare, nell’evidenziare una crisi di sistema iniziata nel 2001 ed esplosa
nel secondo decennio del nuovo millennio, gli USA si appoggiano sulla
resistenza dell’Ucraina per logorare i Russi senza scendere direttamente in
campo, non potendo sostenere i costi umani di fronte ad una opinione interna divisa,
che non vuole impegnarsi su un teatro lontano e non sentito come essenziale.
I costi
economici vengono sostanzialmente scaricati sull’U.E., per altro divisa al suo
interno tra coloro ad Est coinvolti in prima persona e gli Stati ad Ovest, in
primis Francia e Germania, più sensibili alle relazioni economiche e ai suoi
riflessi sociali, ottenendo comunque gli USA una ricompattazione della NATO
negli ultimi tempi piuttosto sfilacciata, anche per una serie di errori e
ritirate da settori fuori area.
Tutto questo
sotto lo sguardo interessato e le autonome manovre della Cina ma anche
dell’India, della Turchia e di altre potenze regionali.
La Russia
appare a sua volta impantanata, ripiegata su obiettivi minori, tanto che si
parla di sconfiggerla, ma questo oltre che dubbio non sembra essere il vero
obiettivo degli USA e degli Anglosassoni, oltre che dispendioso e logorante
sarebbe anche controproducente creando un pericolosissimo vuoto di potere, con
una instabilità dagli scenari imprevedibili, si dovrà quindi, prima o poi,
trattare.
Interessante
al riguardo l’insegnamento della guerra Finnico-Russa del 1939/1940, dove la
guerra si concluse con l’accettazione di alcune condizioni, ma da una posizione
di forza a seguito di una serie di vittorie tattiche.
La guerra si
sviluppò dai primi del dicembre 1939 a metà marzo 1940 e costò ai Russi uomini
e materiali, tuttavia ai primi di marzo il Maresciallo Gustav Mannerheim chiese
al governo finnico di accettare le condizioni russe intavolando le trattative.
Anche allora
il 30.11.1939, quando i negoziati sembravano ancora possibili, la Russia
bombardò Helsinki iniziando le ostilità, così come avvenuto il 24 febbraio 2022
a Kiev.
Alla massa
di circa mezzo milione di uomini i finnici non potevano che opporre 9 divisioni
di 15 mila uomini ciascuna, con in più una netta superiorità russa in
artiglieria e carri d’assalto.
Nonostante
questa sproporzione, conoscendo il terreno e con una alta flessibilità, una
serie di imboscate bloccò le colonne russe, le quali non riuscirono a
dispiegarsi per mancato coordinamento, non conoscenza del territorio e una
massa di neve e boschi tale da impedire la manovrabilità.
A differenza
della situazione nell’Ucraina attuale, gli aiuti di Francia e Inghilterra
furono contenuti nonostante le promesse, si era già in guerra con la Germania
nazista ed emergevano tutte le mancanze tecniche e teoriche da parte degli
alleati.
Tuttavia i
finnici, guidati abilmente dal Maresciallo Mannerheim, inflissero notevoli
sconfitte ai Russi ma la sproporzione alla lunga pesava.
La lotta
durò dal dicembre 1939 alla metà del marzo 1940 quando, a seguito di trattative
di pace, il 13 marzo alle ore 11 i combattimenti cessarono.
L’abilità
del Maresciallo Mannerheim fu di vincere sul piano tattico ma nel momento del
massimo successo di intavolare le trattative per ottenere una pace con perdite
territoriali minime, evitando in tal modo tra l’altro la devastazione del
Paese, forse utile a qualcuno ma certamente non per i finnici, una lezione di
uno stretto e intelligente rapporto tra politica, diplomazia e guerra.
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