Il 22 giugno 1941, dopo che le ultime speranze di evitare il conflitto, legate prevalentemente al cedimento politico - diplomatico dell’URSS, erano andate disattese, la Germania comunicava per le vie ufficiali all’alleato italiano l’avvio delle operazioni belliche contro l’URSS.
Nel frattempo le unità militari italiane del Corpo di Spedizione erano in fase di approntamento presso i rispettivi centri di mobilitazione.
In conclusione, nel giugno 1941 i russi ponevano in campo un grande esercito ben addestrato, appoggiato da parecchie migliaia di aerei e sebbene non fosse stata proclamata la mobilitazione generale, di mese in mese gli effettivi dell'esercito erano andati aumentando, tanto che verso la metà del 1941 ammontassero a 230 / 240 divisioni, anche se non tutte a organici completi circa 170 di esse potevano essere impiegate in operazioni belliche nella Russia occidentale. Il maggior punto di forza dei russi risiedeva nel numero, nel coraggio e nella resistenza fisica dei soldati, nonché negli ampi spazi di cui potevano disporre a scopo di manovra e le condizioni climatiche ben conosciute.
Non meno importante era poi il fatto che la maggior parte del territorio sovietico dove erano dislocate alcune delle loro industrie belliche non poteva essere raggiunta dai bombardieri del nemico d'occidente.
Sul campo tattico il punto più debole dei russi era rappresentato dal fatto che le loro forze armate stavano subendo una radicale riorganizzazione, e relativamente pochi erano i comandanti che avessero avuto esperienze dirette della guerra moderna e specialmente del modo in cui essa era combattuta dall'esercito e dall'aviazione tedeschi.
Su tale base l’apparato militare russo era senza dubbio ben organizzato ad una lunga guerra difensiva e di logoramento sul terreno, cosa che tradizionalmente costituiva il punto forte di tutte le guerre che si erano tenute nei territori dell’URSS.
Tale situazione era stata considerata dagli ufficiali dello stato maggiore generale tedesco che si impegnarono nella compilazione di dettagliati rapporti in merito alle prevalenti condizioni climatiche esistenti in Russia, e fu sollevata la questione dello speciale equipaggiamento invernale individuale di cui avrebbero dovuto essere dotate le truppe tedesche per fronteggiare il terribile inverno russo, ma poiché si prevedeva ed organizzava una campagna rapida, questo problema fu accantonato.
Su questo punto Hitler ravvisò una soluzione in uno spiegamento di tutte le forze disponibili destinato a durare soltanto da quattro a sei settimane e seguito poi da una campagna volta ad annientare l'esercito russo, o, almeno, ad occupare una porzione di territorio sovietico sufficiente a rendere impossibile qualsiasi attacco aereo su Berlino e sulle regioni industriali della Slesia. A sua volta, la Luftwaffe avrebbe potuto colpire i più importanti bersagli sovietici.
Sui problemi relativi a dove e con quale tipo di concentrazione sarebbe stato più opportuno impiegare l’apparato militare tedesco e quali sarebbero stati i limiti di tempo e di spazio delle operazioni militari le decisioni dei vertici militari erano tutt’altro che definite ed al tempo dell’avvio della campagna bellica furono formulate soltanto le direttive di carattere generale.
Era evidente, quindi, che le possibilità di riuscita della campagna militare scatenata dalla Germania erano legate a doppio filo allo sfruttamento del fattore sorpresa ed alla capacità di ottenere il risultato finale nel più breve tempo possibile.
(a cura di massimo coltrinar - ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org
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