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venerdì 30 dicembre 2016

La Battaglia di Sedowa. Fanteria.







Fucile ad ago prussiano Dreyse mod. 1841 e relativo schema del munizionamento. Da evidenziare che l’innesco si trova all’interno della cartuccia e pertanto l’ago viene sottoposto a notevoli pressioni e temperature

giovedì 29 dicembre 2016

La Battaglia di Sedowa. Artiglieria
















Gli shrapnels a carica centrale, sono internamente conformati come all'esterno per cui non differiscono dalle granate ordinarie, che per una minor grossezza di pareti e per avere un tubo sottile interno, per la carica di scoppio. appoggiata da una parte al fondo piano della cavità interna, dall'altra alla spoletta avvitata nel bocchino. Attorno al tubo si dispongono le pallottole tenute aderenti con colofonia od altra materia, coree resina, zolfo fuso, ecc.

giovedì 22 dicembre 2016

La Battaglia di Sedowa. 1 Quadri e Stati Maggiori

1.       SITUAZIONE GENERALE
a.       Situazione generale militare
(1)    I quadri – le forze – i mezzi
(a)     I capi: organizzazione del vertice operativo
In entrambi gli schieramenti i comandanti in capo delle Forze Armate sono i sovrani ovvero il Kaiser Wilhelm e l’Imperatore Franz Joseph che a loro volta hanno ceduto il comando a:
-        Comandanti prussiani:
·         Helmut von Moltke, Comandante in Capo di Stato Maggiore;
·         Karl Herwarth von Bittenfeld, Comandante dell’Armata dell’Elba;
·         Principe Federico Carlo, Comandante Prima Armata;
·         Principe Federico III, Comandante Seconda Armata;
-        Comandanti Austriaci:
·         Eduard Clam Gallas, Comandante dell’Armata dell’Iser;
·         Ludwig von Benedek, Comandante dell’Armata del Nord.
(b)     Gli SM: la loro organizzazione ordinativa
Nel 1857 Helmuth Karl Bernhard von Moltke, ufficiale di ampie vedute e consigliere di Guglielmo I, fu nominato capo dello Stato Maggiore. Sotto la sua guida il sistema fu ingrandito e consolidato.
Ogni anno i migliori 120 ufficiali inferiori dell'esercito venivano selezionati con un difficile esame per accedere alla Kriegsakademie. Gli standard accademici erano sufficientemente rigorosi per escludere oltre metà degli ammessi. Dall'élite risultante von Moltke selezionava i migliori dodici elementi per istruirli personalmente: essi seguivano studi teorici, manovre annuali, simulazioni ed esercizi di topografia noti come Kriegsspiele (wargame nella terminologia odierna).
Sebbene questi ufficiali alternassero periodi di servizio reggimentale ed altri presso il comando, si poteva essere certi che agissero e pensassero secondo gli insegnamenti di von Moltke, una volta giunti a capo dello Stato Maggiore delle grandi unità. Von Moltke stesso si riferiva ad essi come il "sistema nervoso" dell'esercito prussiano[i].
Di contro, l’Imperatore Francesco Giuseppe dimette nel 1860 il Maresciallo di Campo Hinrich Hess per sostituirlo con il più popolare ma meno qualificato eroe di Solferino, il Feldzeugmeister[ii] Ludwig von Benedek. La mossa era estremamente politica tanto da mettere in difficoltà lo stesso Benedek che si trovava proiettato alle più alte sfere dell’Armata Imperiale sorpassando dozzine di generali più anziani e titolati.
In questo periodo Benedek si manifesta riluttante al posto assegnatogli tanto da additare gli ufficiali dello SM quali “babbuini dal sangue blu” e suggerisce al debole e accondiscendente Francesco Giuseppe di essere sostituito dal suo amico Generale Alfred Henikstein. Così quest’ultimo, che lo stesso Benedek apprezza per le qualità di “padre di famiglia, gigolò, buongustaio, giocatore d’azzardo e cacciatore di cervi”, diviene Capo di SM dell’Impero Austriaco nel 1864 e che non farà praticamente nulla per ristrutturare l’esercito.



[i] http://it.wikipedia.org/wiki/Stato_Maggiore_generale_tedesco.
[ii] Tenente Generale.

lunedì 19 dicembre 2016

La Battaglia di Sedowa. 2.0 La Situazione generale. Le forze

(a)     Le forze terrestri: unità in genere, di pronto impiego, di riserva
All’inizio del conflitto la Prussia mobilita 4 differenti armate per un totale di 294.000 uomini e più precisamente:
-        l’Armata dell’Ovest, che in verità è poco più di un Corpo rinforzato di tre Divisioni per circa 40.000 uomini;
-        l’Armata dell’Elba, composta anche essa da tre Divisioni di fanteria ma contante 46.000 uomini;
-        la Prima Armata, composta da 3 Corpi e da 2 Divisioni di Cavalleria per  un totale di 93.000 uomini;
-        la Seconda Armata, composta da 4 Corpi e una Divisione di cavalleria tale da raggiungere i 115.000 uomini.
Nella battaglia di Sadowa saranno coinvolte tutte le armate tranne l’Armata dell’Ovest che verrà impiegata contro gli stati minori tedeschi.
Per quanto riguarda l’Austria sappiamo che l’Esercito viene diviso in due grandi armate una rivolta contro la minaccia italiana (l’Armata del Sud) ed una rivolta contro la minaccia prussiana (l’Armata del Nord).

L’Armata Austriaca del Nord conta 185.000 uomini ed è composta da 6 Corpi e 4 Divisioni di Cavalleria. In verità nello schieramento c’è un’altra armata che è quella che si viene a costituire con le cinque Brigate della Sassonia in ritirata dall’invasione prussiana insieme ad un Corpo austriaco e una Divisione di Cavalleria. Queste danno origine all’Armata dell’Iser al comando del Generale Eduard Clam-Gallas.

giovedì 8 dicembre 2016

La Battaglia di Sedowa. 2.1 Situazione Generale

(2)    Le dottrine operative:
        la loro definizione in base agli intendimenti politici, di ordine strategico, tattico e potenziale
Moltke prese i precetti offensivi di Clausewitz e, nella decade che va dalla sua promozione a Capo di stato Maggiore (1858) alla guerra austro-prussiana, li elabora in piani di guerra aggressivi che è riuscito a trasmettere alla maggior parte degli ufficiali prussiani.
Moltke ritiene necessario sopraffare immediatamente l’avversario prima che questo possa completare la mobilitazione sfruttando le proprie ferrovie. Pertanto l’idea è quella di muovere sino in territorio nemico prima che questo sia in grado di organizzarsi e, mentre imperversa la confusione, le proprie forze possono facilmente manovrare e annientare il nemico con un attacco al fianco. Questo tipo di manovra precorritrice della Blitzkrieg, fu battezzata Kesselschlacht “battaglia di sacca”. In altre parole, le forze nemiche vengono portate in una sacca stretta dalle ali mobili dell’esercito prussiano.
Altro elemento importante è che Moltke era pienamente cosciente delle problematiche che implicava avere una esercito grosso, conscio della disfatta austriaca a Solferino, Moltke ritenne opportuno dividere le sue armate farle viaggiare separatamente e farle convergere nel punto desiderato al momento opportuno. Per la maggior parte dell’estabilishment militare del tempo la dottrina di Moltke era eretica poiché contraddiceva  i precetti di Jomini, che insisteva molto sul fatto che le vittorie di Napoleone erano dovute alla sua strategia della posizione centrale, ossia la sua capacità di ammassare truppe sulle “linee interne” tra le armate nemiche che convergono, per poterle battere separatamente.
Altra innovazione fu che lo sviluppo delle armate comportava una demoltiplicazione decisionale dai quartier generali agli ufficiali al fronte. Questa vera e propria rivoluzione è la “Auftragstaktik”, ossia la consuetudine di dare istruzioni limitate ai comandanti subordinati, dove vengano specificati solo gli obiettivi strategici e lasciare la pianificazione e la condotta della battaglia agli ufficiali subalterni sul terreno, valorizzando l’iniziativa.
Di contro, lo Stato Maggiore Austriaco fa riferimento alle prescrizioni della restaurazione di Jomini e dell’Arciduca Carlo d’Asburgo. Quest’ultimo aveva battuto Napoleone ad Aspen nel 1809 ed aveva scritto molto ma non fu pubblicato che postumo nel 1862 e venne assunto quale base per lo sviluppo del pensiero strategico nello Stato Maggiore austriaco.
La scuola dell’Arciduca Carlo non poteva essere più differente da quella prettamente clausewitziana[i], era un’idea molto più prudente e difensiva basata sul fatto che Napoleone aveva esteso troppo le sue armate contestando il fatto che la vittoria si potesse raggiungere con la distruzione dell’esercito avversario. L’Arciduca riteneva che il governo dell’esercito fosse più complesso del semplice principio napoleonico di “marciare, combattere ed accamparsi”.
Secondo l’Arciduca, Napoleone ha vinto spesso ignorando le regole della guerra quali la cura delle linee di rifornimento e la possibilità di vie di fuga conseguendo le vittorie grazie alla sorpresa ed alla improvvisazione. Inoltre l’Arciduca riteneva che le continue offensive senza pausa abbiano consumato le risorse della madrepatria. Pertanto l’Arciduca era dell’opinione di mantenere un profilo difensivo ben organizzato dove l’occupazione di punti strategici sarebbe stato fattore decisivo in una guerra.



[i]  Ad esempio, a differenza della famosa affermazione del Claudewitz che definisce la guerra come la prosecuzione della politica con altri strumenti l’Arciduca Carlo la rifiuta come elemento di grand strategy considerandola una circostanza disperata.