Koniggratz. Il campo
di battaglia la sera del 3 luglio 1866.
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sabato 31 dicembre 2016
venerdì 30 dicembre 2016
La Battaglia di Sedowa. Fanteria.
Fucile ad ago
prussiano Dreyse mod. 1841 e relativo schema del munizionamento. Da evidenziare
che l’innesco si trova all’interno della cartuccia e pertanto l’ago viene
sottoposto a notevoli pressioni e temperature
giovedì 29 dicembre 2016
La Battaglia di Sedowa. Artiglieria
Gli shrapnels a carica centrale, sono internamente
conformati come all'esterno per cui non differiscono dalle granate ordinarie,
che per una minor grossezza di pareti e per avere un tubo sottile interno, per
la carica di scoppio. appoggiata da una parte al fondo piano della cavità
interna, dall'altra alla spoletta avvitata nel bocchino. Attorno al tubo si
dispongono le pallottole tenute aderenti con colofonia od altra materia, coree
resina, zolfo fuso, ecc.
giovedì 22 dicembre 2016
La Battaglia di Sedowa. 1 Quadri e Stati Maggiori
1.
SITUAZIONE
GENERALE
a.
Situazione
generale militare
(1)
I quadri – le
forze – i mezzi
(a)
I capi:
organizzazione del vertice operativo
In
entrambi gli schieramenti i comandanti in capo delle Forze Armate sono i
sovrani ovvero il Kaiser Wilhelm e l’Imperatore Franz Joseph che a loro volta
hanno ceduto il comando a:
-
Comandanti
prussiani:
·
Helmut
von Moltke, Comandante in Capo di Stato Maggiore;
·
Karl
Herwarth von Bittenfeld, Comandante dell’Armata dell’Elba;
·
Principe
Federico Carlo, Comandante Prima Armata;
·
Principe
Federico III, Comandante Seconda Armata;
-
Comandanti
Austriaci:
·
Eduard
Clam Gallas, Comandante dell’Armata dell’Iser;
·
Ludwig
von Benedek, Comandante dell’Armata del Nord.
(b)
Gli SM: la loro
organizzazione ordinativa
Nel
1857 Helmuth Karl Bernhard von Moltke, ufficiale di ampie vedute e consigliere
di Guglielmo I, fu nominato capo dello Stato Maggiore. Sotto la sua guida il
sistema fu ingrandito e consolidato.
Ogni
anno i migliori 120 ufficiali inferiori dell'esercito venivano selezionati con
un difficile esame per accedere alla Kriegsakademie. Gli standard
accademici erano sufficientemente rigorosi per escludere oltre metà degli
ammessi. Dall'élite risultante von Moltke selezionava i migliori dodici
elementi per istruirli personalmente: essi seguivano studi teorici, manovre
annuali, simulazioni ed esercizi di topografia noti come Kriegsspiele (wargame
nella terminologia odierna).
Sebbene questi ufficiali alternassero periodi di servizio
reggimentale ed altri presso il comando, si poteva essere certi che agissero e
pensassero secondo gli insegnamenti di von Moltke, una volta giunti a capo
dello Stato Maggiore delle grandi unità. Von Moltke stesso si riferiva ad essi
come il "sistema nervoso" dell'esercito prussiano[i].
Di
contro, l’Imperatore Francesco Giuseppe dimette nel 1860 il Maresciallo di
Campo Hinrich Hess per sostituirlo con il più popolare ma meno qualificato eroe
di Solferino, il Feldzeugmeister[ii] Ludwig
von Benedek. La mossa era estremamente politica tanto da mettere in difficoltà
lo stesso Benedek che si trovava proiettato alle più alte sfere dell’Armata
Imperiale sorpassando dozzine di generali più anziani e titolati.
In
questo periodo Benedek si manifesta riluttante al posto assegnatogli tanto da
additare gli ufficiali dello SM quali “babbuini dal sangue blu” e suggerisce al
debole e accondiscendente Francesco Giuseppe di essere sostituito dal suo amico
Generale Alfred Henikstein. Così quest’ultimo, che lo stesso Benedek apprezza
per le qualità di “padre di famiglia, gigolò, buongustaio, giocatore d’azzardo
e cacciatore di cervi”, diviene Capo di SM dell’Impero Austriaco nel 1864 e che
non farà praticamente nulla per ristrutturare l’esercito.
lunedì 19 dicembre 2016
La Battaglia di Sedowa. 2.0 La Situazione generale. Le forze
(a)
Le forze
terrestri: unità in genere, di pronto impiego, di riserva
All’inizio
del conflitto la Prussia
mobilita 4 differenti armate per un totale di 294.000 uomini e più
precisamente:
-
l’Armata
dell’Ovest, che in verità è poco più di un Corpo rinforzato di tre Divisioni
per circa 40.000 uomini;
-
l’Armata
dell’Elba, composta anche essa da tre Divisioni di fanteria ma contante 46.000
uomini;
-
la
Prima Armata , composta da 3 Corpi e da 2 Divisioni di Cavalleria
per un totale di 93.000 uomini;
-
la
Seconda Armata , composta da 4 Corpi e una Divisione di
cavalleria tale da raggiungere i 115.000 uomini.
Nella battaglia di Sadowa saranno coinvolte tutte le
armate tranne l’Armata dell’Ovest che verrà impiegata contro gli stati minori
tedeschi.
Per quanto riguarda l’Austria sappiamo che l’Esercito
viene diviso in due grandi armate una rivolta contro la minaccia italiana
(l’Armata del Sud) ed una rivolta contro la minaccia prussiana (l’Armata del
Nord).
L’Armata Austriaca del Nord conta 185.000 uomini ed è
composta da 6 Corpi e 4 Divisioni di Cavalleria. In verità nello schieramento
c’è un’altra armata che è quella che si viene a costituire con le cinque
Brigate della Sassonia in ritirata dall’invasione prussiana insieme ad un Corpo
austriaco e una Divisione di Cavalleria. Queste danno origine all’Armata
dell’Iser al comando del Generale Eduard Clam-Gallas.
giovedì 8 dicembre 2016
La Battaglia di Sedowa. 2.1 Situazione Generale
(2)
Le dottrine
operative:
la loro definizione in base
agli intendimenti politici, di ordine strategico, tattico e potenziale
Moltke
prese i precetti offensivi di Clausewitz e, nella decade che va dalla sua
promozione a Capo di stato Maggiore (1858) alla guerra austro-prussiana, li elabora
in piani di guerra aggressivi che è riuscito a trasmettere alla maggior parte
degli ufficiali prussiani.
Moltke
ritiene necessario sopraffare immediatamente l’avversario prima che questo
possa completare la mobilitazione sfruttando le proprie ferrovie. Pertanto
l’idea è quella di muovere sino in territorio nemico prima che questo sia in
grado di organizzarsi e, mentre imperversa la confusione, le proprie forze
possono facilmente manovrare e annientare il nemico con un attacco al fianco.
Questo tipo di manovra precorritrice della Blitzkrieg,
fu battezzata Kesselschlacht
“battaglia di sacca”. In altre parole, le forze nemiche vengono portate in una
sacca stretta dalle ali mobili dell’esercito prussiano.
Altro
elemento importante è che Moltke era pienamente cosciente delle problematiche
che implicava avere una esercito grosso, conscio della disfatta austriaca a
Solferino, Moltke ritenne opportuno dividere le sue armate farle viaggiare
separatamente e farle convergere nel punto desiderato al momento opportuno. Per
la maggior parte dell’estabilishment militare
del tempo la dottrina di Moltke era eretica poiché contraddiceva i precetti di Jomini, che insisteva molto sul
fatto che le vittorie di Napoleone erano dovute alla sua strategia della
posizione centrale, ossia la sua capacità di ammassare truppe sulle “linee
interne” tra le armate nemiche che convergono, per poterle battere
separatamente.
Altra
innovazione fu che lo sviluppo delle armate comportava una demoltiplicazione
decisionale dai quartier generali agli ufficiali al fronte. Questa vera e
propria rivoluzione è la “Auftragstaktik”,
ossia la consuetudine di dare istruzioni limitate ai comandanti subordinati,
dove vengano specificati solo gli obiettivi strategici e lasciare la pianificazione
e la condotta della battaglia agli ufficiali subalterni sul terreno,
valorizzando l’iniziativa.
Di
contro, lo Stato Maggiore Austriaco fa riferimento alle prescrizioni della
restaurazione di Jomini e dell’Arciduca Carlo d’Asburgo. Quest’ultimo aveva
battuto Napoleone ad Aspen nel 1809 ed aveva scritto molto ma non fu pubblicato
che postumo nel 1862 e venne assunto quale base per lo sviluppo del pensiero
strategico nello Stato Maggiore austriaco.
La
scuola dell’Arciduca Carlo non poteva essere più differente da quella
prettamente clausewitziana[i], era
un’idea molto più prudente e difensiva basata sul fatto che Napoleone aveva
esteso troppo le sue armate contestando il fatto che la vittoria si potesse
raggiungere con la distruzione dell’esercito avversario. L’Arciduca riteneva
che il governo dell’esercito fosse più complesso del semplice principio
napoleonico di “marciare, combattere ed accamparsi”.
Secondo
l’Arciduca, Napoleone ha vinto spesso ignorando le regole della guerra quali la
cura delle linee di rifornimento e la possibilità di vie di fuga conseguendo le
vittorie grazie alla sorpresa ed alla improvvisazione. Inoltre l’Arciduca
riteneva che le continue offensive senza pausa abbiano consumato le risorse
della madrepatria. Pertanto l’Arciduca era dell’opinione di mantenere un
profilo difensivo ben organizzato dove l’occupazione di punti strategici
sarebbe stato fattore decisivo in una guerra.
[i] Ad esempio, a differenza della famosa
affermazione del Claudewitz che definisce la guerra come la prosecuzione della
politica con altri strumenti l’Arciduca Carlo la rifiuta come elemento di grand strategy considerandola una circostanza
disperata.
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