IL
SALUTO AGLI ORGANIZZATI DELL'U.S.M.
Il
23 luglio 1915, il giorno prima di partire per il fronte, Corridoni indirizzò
ai compagni dell'U.S.M. questo suo saluto:
"Nel
momento della partenza per il campo dell'onore e della gloria sento l'imperioso
bisogno di rivolgere a voi, prodi compagni delle battaglie dell'ieri recente il
mio commosso e fervido saluto.
Esso
vuol dirvi il mio affetto immutato ed immutabile per la nostra amata
istituzione, baluardo infrangibile dei diritti operai, ed anche la certezza di
ritrovarci tutti saldi ed incrollabili attorno alla immacolata bandiera di
combattimento, il giorno in cui la fortuna mi concedesse di ritornare fra voi
sano e salvo a riprendere, con la vostra fiducia, il mio ambito posto di
battaglia.
Ché
io sono fiero ed orgoglioso di voi o compagni dell'Unione Sindacale! Voi primi
e quasi soli, comprendeste fin dai primi mesi di quest'anno di passione, quale
fosse il dovere dell'Italia, e frustaste colla vostra compattezza e saldezza di
propositi e di azioni, l'opera di pervertimento del nostro proletariato,
tentata ignobilmente dal socialismo ufficiale.
Voi
sentiste che la causa del Belgio martire, della Francia calpestata, della
Serbia agonizzante, dell'Inghilterra minacciata, era la nostra causa, e, da
internazionalisti attivi e fattivi, da antimilitaristi illuminati, voleste la guerra di nostra e di
altrui liberazione.
Ed
ora fate la guerra! La nostra gloriosa organizzazione ha l'onore ed il vanto di
avere nelle file dell'esercito l'80 per cento dei propri soci di cui ben 500
volontari.
Essi
combatteranno da prodi, ciò è indubitabile; ma esigono da voi compagni che
restate un contegno fermo e deciso tanto nella prospera come nell'avversa
fortuna. Esigono soprattutto che le vostre energie specialmente di voi, o
compagni metallurgici, siano utilizzate allo scopo supremo ed unico: la
vittoria.
Noi
al fronte, voi nelle officine, tutti abbiamo un grave e nobile dovere
d'assolvere, per la fortuna d'Italia, per la libertà d'Europa, per l'avvenire
dell'umanità.
Compagni
operai, fate che a vittoria copnseguita, quando riprenderemo la lotta per la
nostra fede – oggi più di ieri viva nel nostro cuore – possa dirsi dai nostri
stessi competitori di classe che voi meritaste la realizzazione dei vostri
sogni di miglior avvenire per la sincerità, l'entusiasmo, l'ardore con cui
combattete tutte le battaglie, siano esse per la patria, l'umanità o per i
santi diritti del vostro lavoro.
Viva
l'Italia! Viva L'Unione Sindacale!
FILIPPO CORRIDONI
(L'Internazionale,
21 ottobre 1922)
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