MANIFESTO
DEL COMITATO INTERVENTISTA MAGGIO 1915
L'anima
italiana non aspira alla guerra per la guerra, ma alla guerra contro la guerra.
Gli italiani vogliono intervenire nel conflitto europeo perché tanto è
necessario anche salvare la loro civiltà, la loro indipedenza, perché tanto è
necesario per riscatto dei fratelli soggetti allo straniero, perché tanto è
necessario che il conflito cessi.
Dobbiamo
porgere la mano al Belgio martoriato per non essere a nostra volta martoriati,
e per far sapere al mondo che l'Italia non è vile, perché la presente viltà
addensa vituperio e fame sui nostri figli che emigrano per necessità di lavoro.
Gli stessi partiti rivoluzionari facendo oggi transitorio sacrificio di ogni
diverso postulato accettano di marciare sotto la bandiera delle attuali
istituzioni per la necessità della patria.
Ebbene
la monarchia in Italia sorse perché dalla maggioranza della nazione ritenuta
necessaria per raggiungere l'unità, fatto questo necessario per la difesa degli
interessi morali e materiali d'Italia. Se quando l'Italia è al bivio, se quando
l'attitudine del suo governo determina o la sua prosperità o la sua gloria
nell'avvenire, o novella servitù agli stranieri la monarchia non sa prendere la
sua vita, ma si lasciasse arrestare da losche manovre di patteggiamenti collo
straniero essa fallirebbe alla sua missione.
In
nome di tutti coloro che oltre a sentire queste verità sentono il dovere di
dirle, oggi i gruppi interventisti che raccolgono uomini di tutti i partiti
proclamano altamente che il momento attuale pone il dilemma.
O
la monarchia indica guerra agli imperi od essa è virtualmente decaduta prima
che il popolo lo dichiari.
Per l'assembleadei comitati interventisti:
A.
Albasini Strosati,. F. Corridoni, Riccardo Luzzatto, Luigi Siciliani, Paolo
Taroni.
(Il
Popolo d'Italia del 14 maggio 1915).
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