Dieppe fu
un fallimento totale. Le perdite furono pesanti per gli alleati 4384 tra morti
feriti dispersi prigionieri tra le forze sbarcate, 555 marinai e si dovette
lamentare anche la perdita di 119 aerei persi durante quella che fu poi
definita la battaglia era di Dieppe; i tedeschi ebbero 311 morti e qualche
centinaia di feriti.
L'operazione
non portò a nessun ritiro di forze tedesche dal fronte russo alla Normandia e
provocò, invece, un rafforzamento delle fortificazioni lungo il litorale sia
olandese che francese.
Nel 2012
sono state avanzate ipotesi che stanno ad indicare che le reali intenzioni del
raid fossero quelle di penetrare nelle strutture di comando tedesche presenti a
Dieppe per impossessarsi di codici cifrati e macchinari Enigma che si riteneva
fossero presenti in loco. In sostanza il grosso dell'attacco sarebbe stata un'operazione
di copertura a una più piccola e mirata operazione di spionaggio. Tale chiave
di lettura restituirebbe all'intera operazione un senso tattico e strategico
che per decenni si è faticato a trovare.
Effettivamente riuscire la vita di oltre 7000 uomini, con perdite così
alte sembra una ipotesi poco plausibile.
Dieppe fu
in tentativo inziale per comprendere come ci si doveva muovere per sbarcare in Francia.
Il suo fallimento portò alla conclusione che i tedeschi erano fortemente
organizzati e le loro difese efficienti. Dal mare era difficilissimo attaccare
zone presidiate. La necessità di avere un porto per sostenere nel tempo le
forze sbarcate era noto a tutti, compresi i tedeschi. Nessuno sbarco sopravvive a se stesso se non
dispone di un porto. Questo fa si che nello sbarcare sul litorale laziale, la
scelta cadde sul porto più importante, Anzio. Sbarcare altrove senza aver la
disponibilità di Anzio significava il suicidio.
La lezione
subita, tuttavia, fu un'ottima fonte d'informazioni per le future operazioni
anfibie in Europa, prima fra tutte la operazione Overlord. La decisione di
sbarcare in Normandia, discende dalla esperienza di Dieppe: attaccare Calais o
altri punti fortificati della costa francese significava andare incontro a
disastri. I tedeschi questo lo sapevano e quindi, non avendo una ricognizione
adeguata, non si accorsero della costruzione di due porti artificiali davanti
alle coste normanne, versa sorpresa strategica che gli alleati riuscirono a
realizzare. I tedeschi considerarono lo sbarco in Normandia un semplice sbarco
secondario e diversivo, attuato con lo scopo di attirare le loro riserve; il
vero sbarco si sarebbe effettuato a Calias
e dintorni. In questa convinzione permisero agli alleati di sbarcare
oltre 250mila uomini e tutto l’armamento e l’equipaggiamento necessario. Quando
ebbero contezza di tutto questo la loro reazione fu immediata, ma ormai era
troppo tardi. Il primo attacco delle forze corazzate tedesche in Normandi fu il
21 giugno, quasi con tre settimane di ritardo rispetto alla realtà operativa. Ormai
gli alleati erano saldamente sul suolo francese. La lezione di Dieppe fu
significativa ed incisiva sia per i tedeschi, che trassero indicazioni troppo
ottimistiche dalla loro vittoria sia per gli alleati che trassero lezioni che
furono da guida nell’approntamento delle loro future operazioni anfibie, sia
con “Torch” che con gli sbarchi in Sicilia e a Salerno.