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domenica 4 agosto 2019

Napoleone 1800 La Seconda Campagna d'Italia 2


Premessa

Napoleone è stato definito dall’avversario che l’ha battuto a Waterloo (il duca di Wellington) "il più grande generale del suo tempo e forse il più grande generale di tutti i tempi”. Come tale merita quindi di essere studiato anche se, come affermò Gramsci, “la storia insegna ma non ha scolari.

In effetti, i suoi successi sul campo di battaglia hanno messo in luce un genio nell’arte della guerra; la sua carriera politica e di governo ha rivelato un brillante uomo di Stato e un eccezionale organizzatore.

La teoria ha codificato i principi dell’arte della guerra sostenendo che essi sono immutabili nel tempo. Nella storia moderna i maestri in materia sono stati, indubbiamente, Machiavelli e Clausewitz. Nei testi didattici delle scuole militari moderne sono ormai consolidati alcuni principi fondamentali che tutti conosciamo, come la massa, la velocità, la sorpresa.

Napoleone Bonaparte durante le sue campagne, sia come giovane Generale, sia come Primo Console e anche come Imperatore, ha applicato i principi dell'arte della guerra in maniera intuitiva e pragmatica, riservando un posto, non secondario,  anche all’audacia e allo sfruttamento della fortuna, che spesso è una imponderabile conseguenza delle iniziative audaci.

“L’audacia è il più bel calcolo del Genio” fu sempre sua ferma convinzione e questo principio contraddistinse la sua strategia fin dalla prima campagna d’Italia nel 1796.

Per quanto riguarda la fortuna, egli stesso sosteneva che “nessuna battaglia è uguale alla successive, nessuna battaglia è condotta e terminata come era stata pianificata e un ruolo fondamentale è giocato dalla  fortuna”.
Inoltre: ”Il piano strategico-tattico preventivo è indubbiamente necessario ma è ancor più necessario avere il coraggio e la capacità di adattarlo alla situazione del momento e all'evolvere del conflitto e della fortuna”.

In altri termini, Napoleone non è meno grande perché fu in molte occasioni fortunato ma è grande perché, a differenza degli avversari, agì costantemente con audacia e seppe valorizzare magistralmente I colpi di fortuna.

Il binomio audacia e fortuna è il filo conduttore dell’analisi che oggi propongo. Per mettere in evidenza questo principio ho scelto, non a caso, la fase iniziale della 2^ campagna d'Italia del 1800, perché come in nessuna altra, Napoleone agì con audacia e seppe sfruttare con grande abilità strategica e politica eventi che furono provocati dagli errori degli avversari e dalla fortuna.


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