Cerca nel blog

mercoledì 31 agosto 2016

Il 1866. la terza Guerra d'Indipendenza. II Parte

CAPITOLO 1
2.       I BELLIGERANTI LE ORIGINI DEL CONFLITTO
a.       I belligeranti
Nel nostro studio i belligeranti maggiori (non andremo a parlare compiutamente degli alleati minori[1]) sono il Regno d’Italia, l’Impero Austriaco, ed il Regno di Prussia.
(1)    Il territorio: frontiere naturali e politiche. Posizione geografica
La Prussia era stata definita da Voltaire, al tempo di Federico il Grande (1740-86), come il Regno dalle strisce di confine, a significare la notevole vulnerabilità del paese alle invasioni. Si trattava di un regno “sottile” stretto tra l’Impero Russo e l’Impero Austroungarico prevalentemente pianeggiante e senza ostacoli naturali di rilievo.
Di contro, l'Impero austriaco si sviluppava principalmente nell'Europa centrale e nei Balcani, confinava a nord con la Germania e la Russia, a sud con l'Impero ottomano e l'Italia, a ovest con la Germania e la Svizzera e ad est con la Romania; le province più lontane dell'Impero erano il Vorarlberg ad ovest e la Transilvania ad est. L'Impero comprendeva varie catene montuose: le Alpi orientali,le Alpi dinariche, le Alpi transilvaniche, i Carpazi e i Sudeti.
Le pianure più estese si trovavano in Ungheria e in Italia (Pianura veneta e Pianura Padana). I principali laghi erano il Lago Balaton e Lago di Costanza; l'unico sbocco sul mare che lo stato asburgico possedeva era costituito dal Mar Adriatico. L'Impero era attraversato da numerosi corsi d'acqua, i principali dei quali erano il Danubio con i suoi affluenti, e i lunghi fiumi che dalla Boemia scendevano fino al Mare del Nord.
L’Italia, invece, a parte la lunghissima costa e le isole maggiori ha confini terrestri solo verso nord con la Francia, la Svizzera e l’Impero Austriaco. Geograficamente il Regno d’Italia è particolarmente vario parte montuoso, in parte collinare, in parte vulcanico, in parte endolagunare. In particolare, il Veneto è attraversato da una fitta rete idrica e tutta l’area compresa tra il basso Po e l’Adige è paludoso, caratterizzato da numerosi canali di irrigazione che la rendono assai poco praticabile.

(2)    La storia: profilo della evoluzione della Nazione
Il nome Prussia si riferisce in origine al territorio occupato dall'antica tribù baltica dei Pruzzi o Prussiani corrispondente all'attuale Lituania meridionale, all'exclave russa della regione di Kaliningrad e alla Polonia nord orientale; in seguito il nome Prussia identificò una delle regioni dell'Ordine Teutonico e dal XVI secolo un ducato degli Hohenzollern, il feudo polacco-lituano, chiamato anche Prussia Ducale e unito dal 1618 alla marca del Brandeburgo.
In seguito al Trattato di Oliva (1660) alcune aree della Prussia ottennero la sovranità e nel 1701 si costituì il regno di Prussia, comprendente tutti i territori degli Hohenzollern, che dal 1815 al 1866 fecero parte (tranne le province di Posen, della Prussia Orientale e della Prussia Occidentale) della Confederazione tedesca; dal 1867 fino al 1871 l'intero territorio entrò a far parte della Confederazione della Germania del nord. Dal 1871 al 1945 fu uno stato dell'Impero tedesco, della successiva Repubblica di Weimar e del Terzo Reich.
L’impero austriaco deriva dalla Marca di confine Orientale Carolingia che viene inglobata nel Sacro Romano impero sotto gli Asburgo. Nel 1806, con la formazione della Confederazione del Reno sotto il protettorato francese, si giunge allo scioglimento del sacro Romano Impero, in quell’occasione Francesco II d'Asburgo rinunciò alla corona imperiale e continuò a regnare in qualità di imperatore d'Austria con il nome di Francesco I.
L'Impero Austriaco inizia a "scricchiolare" nel 1848, con il propagarsi delle idee della rivoluzione borghese. Anche in conseguenza alla sua politica di neutralità l'Austria si trova isolata in Europa e in seguito alla sconfitta nella battaglia di Königgrätz del 1866, la Prussia riesce ad escludere l'Impero Austriaco dalla Confederazione Germanica.
L’Italia è un paese giovane, il Regno viene proclamato pochi anni prima della Terza Guerra di Indipendenza (1861). Infatti, nel 1860 il Ducato di Parma, il Ducato di Modena ed il Granducato di Toscana votano dei plebisciti per l'unione con il Regno. Nello stesso anno vengono conquistati dai piemontesi il Regno delle Due Sicilie, tramite la Spedizione dei Mille, la Romagna, le Marche e l'Umbria, tolte allo Stato della Chiesa. Tutti questi territori vengono annessi ufficialmente al regno tramite plebisciti.
Con la prima convocazione del Parlamento italiano del 18 febbraio 1861 e la successiva proclamazione del 17 marzo, Vittorio Emanuele II è il primo re d'Italia nel periodo 1861-1878. Nel 1866, a seguito della terza guerra di indipendenza, vengono annessi al regno il Veneto e Mantova sottratti all'Impero Austriaco.
(3)    Il potenziamento economico: produzione agricola, industriale e risorse; reti di trasporto e di comunicazione; potenzialità finanziaria; ogni altro tipo di risorse
A differenza dell’Austria, che esce fuori dalla seconda guerra di indipendenza al limite della bancarotta, la Prussia nel 1860 vede un elevato sviluppo economico stimolato dalla Zollverein o Unione Prussiana delle Dogane che fu fondata a Berlino nel 1834. Nonostante l’opposizione del Metternich che la vedeva come un cavallo di troia per l’espansione della Prussia, la Zollverein si espande progressivamente negli anni 40 del diciannovesimo secolo da comprendere la maggior parte degli stati tedeschi con la deliberata eccezione dell’Austria.
In tal modo l’economia prussiana diviene il legame tra gli stati tedeschi protestanti del nord con quelli cattolici del sud. Inoltre, i maggiori giacimenti di carbone e ferro di tutta la confederazione, elementi base dell’industrializzazione, sono proprio sotto il suolo Prussiano nella Ruhr, Saar, Lusatia e Silesia Superiore. Pertanto, nel 1860, la Prussia diviene il motore dell’economia tedesca producendo circa l’80 per cento del carbone e del ferro portando tutta la Germania nella zona economica Anglo-Franco-Prussiana.
L'economia dell'Impero austriaco si basava sul commercio che scorreva lungo il Danubio, sulla fiorente agricoltura delle pianure ungheresi, della pianura padana e della valle del Danubio e sulle grandi industrie che si trovavano per la maggior parte nelle grandi città. L'agricoltura era ancora l'attività prevalente in tutto l'Impero, e ne era la spina dorsale dalla quale dipendeva il rifornimento dell'esercito. Le più vaste zone agricole dello stato asburgico si trovavano nella Valle del Danubio e nella vasta pianura ungherese. Sui monti e sulle colline veniva praticato l'allevamento e la pastorizia, di cui vivevano principalmente gli abitanti del luogo.
L’Italia, nonostante nel 1861 si configurasse come una delle maggiori nazioni d’Europa, almeno a livello di popolazione e di superficie non poteva considerarsi una grande potenza, a causa soprattutto della sua debolezza economica e politica. Le differenze economiche, sociali e culturali ereditate dal passato ostacolavano la costruzione di uno stato unitario. Accanto ad aree tradizionalmente industrializzate coinvolte in processi di rapida modernizzazione (soprattutto le grandi città e le ex capitali), esistevano situazioni statiche ed arcaiche riguardanti soprattutto l'estesissimo mondo agricolo e rurale italiano.
In modo particolare è necessario accennare alle forti disparità socioeconomiche fra il settentrione e il meridione del paese, esemplificate nella cosidetta questione meridionale, eredità tutt’oggi esistente.

(4)    Gli ordinamenti civili: istituzioni, partiti; classe politica, lineamenti politica interna; preparazione psicologica alla guerra
La Nuova Era Prussiana inizia con Guglielmo I reggente dal 1858 per Federico Guglielmo IV, infermo di mente, che mette in carica un ministro liberale e tenta una riforma dell’esercito, respinta dalla maggioranza parlamentare liberale timorosa di un rafforzamento della Corona. La lotta fra liberali e sovrano, acuita dalla formazione del partito progressista di Waldeck (1861), termina con la nomina nel 1862 a primo ministro di Otto von Bismarck (1815-98), che, pronto a governare anche contro la Costituzione ed il Parlamento, potenzia l’Esercito facendone una forza preminente che impronta anche la vita civile.
L'Impero austriaco era diviso in vari organi amministrativi chiamati diete. Queste potevano riunirsi in consiglio nella capitale per discutere di problemi e questioni. Ogni dieta eleggeva i propri rappresentanti, che avevano il compito di illustrare e discutere degli avvenimenti dinnanzi al governo centrale di Vienna. Le diete perlopiù servivano da intermediario fra le varie etnie dell'Impero e la dominante maggioranza tedesca. A capo dello stato vi era l'Imperatore, che dal 1867 assunse anche il titolo di Re d'Ungheria, le sue decisioni dovevano rispettare le norme della Costituzione, che poteva essere a sua volta discussa e cambiata.
All'inizio della sua costituzione, l'Impero guidato da Metternich assunse un aspetto conservatore e reazionario, ma dopo le sconfitte subite nelle guerre di indipendenza italiane e nella guerra austro-prussiana l'Imperatore Francesco Giuseppe fu "costretto" dalle circostanze ad attuare riforme liberali con aria democratica, concedendo ai sudditi una costituzione e un parlamento.
Istituzionalmente e giuridicamente, il Regno d'Italia venne configurandosi come un ingrandimento del Regno di Sardegna. Esso fu infatti una monarchia costituzionale, secondo la lettera dello statuto albertino concesso a Torino nel 1848. Il Re nominava il governo, che era responsabile di fronte al sovrano e non al parlamento, manteneva inoltre prerogative in politica estera e, per consuetudine, sceglieva i ministri militari (Guerra e Marina). Il diritto di voto era attribuito, secondo la legge elettorale piemontese del 1848, in base al censo; in questo modo gli aventi diritto al voto costituivano appena il 2% della popolazione. Le basi del nuovo regime erano quindi estremamente ristrette, conferendogli una grande fragilità.
b.       Le origini del conflitto
(1)    Gli antefatti: avvenimenti che hanno influito sulla recente politica interna ed esterna; stato di tensione fra le parti avverse
La crisi austro prussiana ha origine dalla disputa riguardo i così detti ducati dell’Elba di origine tedesca, ma parte del Regno di Danimarca sin dal 1460. Nel 1847 i nazionalisti tedeschi approfittarono della crisi per la successione di Cristiano VIII per unirsi e dichiarare la secessione dalla Danimarca.
Il governo danese offrì l’indipendenza all’Holstein ma invece di concedere analoga sorte allo Schleswig decise di annullare ogni privilegio legale e linguistico e riannetterlo completamente al Regno di Danimarca[2]. La Dieta Federale Tedesca chiese alla Prussia di intervenire e così fece e con una breve campagna vittoriosa imponendo la riaffermazione dello status quo ante.
Negli anni seguenti si succedettero ulteriori scontri e contrasti che sfociarono nella guerra tedesco-danese del 1864 dovuta alla promulgazione della nuova costituzione da parte di Re Federico VII di Danimarca dove lo Schleswig veniva annesso allo stato danese.
Di nuovo la Dieta Federale Tedesca chiese l’intervento delle due potenze germaniche ossia della Prussia e dell’Austria. Queste invasero la Danimarca nel febbraio del 1864 ed in quattro mesi di combattimenti allontanarono i danesi dai due ducati.
Quando la Danimarca accettò la sconfitta cedette i due ducati congiuntamente alla Prussia e all’Austria che avevano due obiettivi completamente differenti. La Prussia avrebbe voluto vedere i due ducati annessi al proprio territorio per rafforzare il controllo del Mar Baltico mentre l’Austria li avrebbe voluti riunire e farli governare dal Duca Friedrich von Augustenburg nobile tedesco di chiare tendenze filo austriache.
Ci volle più di un anno per arrivare ad un compromesso che vide l’Austria amministrare l’Holstein e la Prussia lo Schleswig.
Per quanto riguarda il rapporto tra Italia e Austria, questo si inquadra nel processo di unificazione italiano ossia il Risorgimento. La prima fase del Risorgimento (1847-1849) vede lo sviluppo di vari movimenti rivoluzionari e di una guerra anti austriaca, sviluppatasi in occasione della rivolta delle Cinque giornate di Milano (1848) condotta e persa da Carlo Alberto, conclusasi con un sostanziale ritorno allo "statu quo ante". La seconda fase, maturata nel biennio 1859-1860, fu quella decisiva per il processo d'unificazione italiano. Grazie all'alleanza con la Francia di Napoleone III il Piemonte di Cavour e Vittorio Emanuele II affrontò di nuovo l’Impero Austriaco e riuscì, anche per la circostanza imprevista delle annessioni di Toscana, Emilia e Romagna, che si erano nel frattempo liberate, a raggiungere l'unità che sarà infine completata dalla Spedizione dei Mille garibaldina
(2)    Le cause reali, remote e prossime: questioni di natura territoriale, economica, spirito di rivincita, mire espansionistiche, aspirazioni di supremazia, mantenimento della supremazia
Nel 1862 divenne primo ministro della Prussia Otto von Bismark, il quale in un celebre discorso annunciò le sue intenzioni di riorganizzare e consolidare la Confederazione Germanica con “sangue e ferro” qualora necessario. Bismark era senza dubbio un nazionalista convenzionale. Egli accompagnò il suo noto discorso “sangue e ferro” con un promemoria che sottolineava che il suo obiettivo non era di unificare la Germania bensì di liberare la Prussia dalla rete dei trattati federali intessuti dal Metternich nel 1815 e di “esercitare l’intera forza del peso prussiano in Germania”. Quello che caratterizzò il Bismark fu la capacità di far ricorso a linguaggi e slogan caratteristici dei nazionalisti liberali tedeschi per raggiungere quanto voleva il suo sovrano Guglielmo I, un allargamento della Prussia che sarebbe diventata egemonica con l’abolizione della Confederazione del 1815 guidata dall’Austria.
Come Federico il Grande, Bismark credeva che il primo obiettivo per la Prussia fosse l’espansione territoriale al fine di sopperire alle indifendibili frontiere naturali. Ma a differenza dell’illustre predecessore, invece di volgersi ad est Bismark guardò dalla parte opposta annettendo i ducati di Holstein e Schleswig e unificando le due parti della Prussia, conquistando i vari principati e città libere tra essi frapposti[3].
Sul fronte italiano la problematica alla base del confronto era sempre la stessa ossia completare il processo di unificazione iniziato con la prima guerra di Indipendenza a scapito dei territori della penisola sotto controllo austriaco.
(3)    Le cause apparenti: le cause gli scopi conclamati dalle parti: provocazioni, incidenti diplomatici, di frontiera, liberazioni di territori o di minoranze “oppresse”
Dopo una serie di incontri per assicurarsi la neutralità in caso di conflitto da parte di Francia e Russia ed una eventuale alleanza offensiva con l’Italia il Primo Ministro prussiano aumenta la pressione verso l’Austria proponendo l’abolizione della Confederazione Germanica dominata da una dieta di principi per sostituirla con un parlamento di elezione popolare.
L’Austria rispose con una mossa azzardata ossia rimettere la decisione sulla sorte dei due ducati dell’Elba alla Confederazione Germanica con la speranza di ottenere l’appoggio degli stati medi tedeschi. Il risultato fu che ciò offrì a Bismark il casus belli che attendeva poiché a seconda dei precedenti accordi la questione dei ducati dell’Elba era di esclusiva competenza della Prussia e dell’Austria.
Per l’Italia la liberazione del Veneto era di primaria importanza e aveva una enorme legittimazione da parte dell’opinione pubblica. Infatti non era altro che la prosecuzione di un processo iniziato circa venti anni prima. In questa circostanza, alleata alla Prussia, attendeva nella speranza di avere l’occasione per poter rivendicare il territorio sotto dominazione austriaca con il supporto di un potente alleato che avrebbe potuto distogliere enormi risorse dal fronte del Sud.

info e note: studentiecultori2009@libero.it


[1] Austria, Saxony, Bavaria, Baden, Württemberg, Hanover, Hesse-Darmstadt, Hesse-Kassel, Reuss Elder Line, Saxe-Meiningen, Schaumburg-Lippe, Nassau.
   Prussia, Italia, Mecklenburg-Schwerin, Mecklenburg-Strelitz, Oldenburg, Anhalt, Brunswick, Saxe-Altenburg, Saxe-Coburg and Gotha, Lippe, Schwarzburg, Waldeck, Bremen, Hamburg, Lübeck.
[2] A differenza dell’Holstein che nel 1815 era stato ammesso alla confederazione germanica ed aveva la maggioranza della popolazione di lingua tedesca lo Schleswig contava almeno il 50% di popolazione danese.
[3] Hanover, Hessia-Kassel, Hamburg ed altri minori.

lunedì 22 agosto 2016

Il 1866. La Terza Guerra di indipendenza. I Parte

CAPITOLO I – LA GUERRA DEL 1866
1.       PREMESSA
a.       Avvenimento oggetto di studio
In questo studio andremo ad affrontare i fatti relativi a tre battaglie svoltesi nel 1866 nell’ambito di quella che in Italia viene chiamata la terza guerra di indipendenza ma che nel resto d’Europa è più comunemente conosciuta con il nome di guerra austro-prussiana del 1866. In particolare, i fatti d’arme che andremo ad analizzare sono la battaglia di Custoza, la battaglia di Sadowa e la battaglia navale di Lissa.
b.       Suoi limiti di tempo e di spazio
Tutta la guerra si svolge nell’arco di poche settimane[i] e, più precisamente, possiamo dire che tra Prussia e Austria inizia il 17 giugno quando la prima avvia le operazioni contro l’Hannover  e finisce con l’armistizio di Nikolsburg, mentre per quanto riguarda il fronte italiano, il conflitto inizia il 20 giugno e finisce il 12 agosto con la firma dell’armistizio di Cormons.
In particolare, dopo un inquadramento generale, ci occuperemo degli specifici avvenimenti, ovvero delle battaglie di:
-        Custoza, che si svolge il 24 giugno 1866, anche se l’insieme delle operazioni si sviluppano tra il 23 giugno, con l’attraversamento del Mincio, e la tarda sera del 24, con l’ordine di ritirarsi al di là dello stesso fiume;
-        Sadowa, più nota con il nome di battaglia di Koniggratz, evento cruciale dei successi Prussiani si svolge nella giornata del 3 luglio, ove ci concentreremo sulle operazioni della giornata;
-        Lissa, nome italiano dell’isola di Vis in Croazia, maggiore battaglia marina del conflitto, che si volge tra il 18 ed il 20 luglio.
c.        Scopi e criteri (eventuali) dello studio
Lo scopo del lavoro è quello di individuare le principali differenze che hanno determinato le sorti delle tre battaglie ed in particolare, quali possano essere gli elementi che hanno portato alla vittoria del Generale Von Moltke a Sadowa e la sconfitta (o percepita sconfitta) dei comandanti italiani di terra e di mare.
Al fine di raggiungere questo obiettivo vogliamo analizzare quali piani d’operazione sono stati preparati, messi in atto e quali siano stati i riferimenti dottrinali presi in considerazione dai differenti comandanti.
I
Note ed info: studentiecultori2009@libero.it

[i] Altrimenti nota, al di fuori dell’Italia, come “Guerra delle Sette Settimane”.