CAPITOLO 1
2.
I BELLIGERANTI
LE ORIGINI DEL CONFLITTO
a.
I belligeranti
Nel
nostro studio i belligeranti maggiori (non andremo a parlare compiutamente
degli alleati minori[1])
sono il Regno d’Italia, l’Impero Austriaco, ed il Regno di Prussia.
(1)
Il territorio:
frontiere naturali e politiche. Posizione geografica
Di contro, l'Impero austriaco si sviluppava principalmente
nell'Europa centrale e nei Balcani, confinava a nord con la Germania e la
Russia, a sud con l'Impero ottomano e l'Italia, a ovest con la Germania e la
Svizzera e ad est con la Romania; le province più lontane dell'Impero erano il
Vorarlberg ad ovest e la Transilvania ad est. L'Impero comprendeva varie catene
montuose: le Alpi orientali,le Alpi dinariche, le Alpi transilvaniche, i
Carpazi e i Sudeti.
Le pianure più estese si trovavano in Ungheria e in Italia
(Pianura veneta e Pianura Padana). I principali laghi erano il Lago Balaton e
Lago di Costanza; l'unico sbocco sul mare che lo stato asburgico possedeva era
costituito dal Mar Adriatico. L'Impero era attraversato da numerosi corsi
d'acqua, i principali dei quali erano il Danubio con i suoi affluenti, e i
lunghi fiumi che dalla Boemia scendevano fino al Mare del Nord.
L’Italia,
invece, a parte la lunghissima costa e le isole maggiori ha confini terrestri
solo verso nord con la Francia, la Svizzera e l’Impero Austriaco. Geograficamente
il Regno d’Italia è particolarmente vario parte montuoso, in parte collinare,
in parte vulcanico, in parte endolagunare. In particolare, il Veneto è
attraversato da una fitta rete idrica e tutta l’area compresa tra il basso Po e
l’Adige è paludoso, caratterizzato da numerosi canali di irrigazione che la
rendono assai poco praticabile.
(2)
La storia:
profilo della evoluzione della Nazione
Il nome Prussia
si riferisce in origine al territorio occupato dall'antica tribù baltica dei
Pruzzi o Prussiani corrispondente all'attuale Lituania meridionale, all'exclave
russa della regione di Kaliningrad e alla Polonia nord orientale; in seguito il
nome Prussia identificò una delle regioni dell'Ordine Teutonico e dal XVI
secolo un ducato degli Hohenzollern, il feudo polacco-lituano, chiamato anche
Prussia Ducale e unito dal 1618 alla marca del Brandeburgo.
In seguito al Trattato di Oliva (1660) alcune aree della
Prussia ottennero la sovranità e nel 1701 si costituì il regno di Prussia,
comprendente tutti i territori degli Hohenzollern, che dal 1815 al 1866 fecero
parte (tranne le province di Posen, della Prussia Orientale e della Prussia
Occidentale) della Confederazione tedesca; dal 1867 fino al 1871 l'intero
territorio entrò a far parte della Confederazione della Germania del nord. Dal
1871 al 1945 fu uno stato dell'Impero tedesco, della successiva Repubblica di
Weimar e del Terzo Reich.
L’impero austriaco deriva dalla Marca di confine
Orientale Carolingia che viene inglobata nel Sacro Romano impero sotto gli
Asburgo. Nel 1806, con la formazione della Confederazione del Reno sotto il protettorato
francese, si giunge allo scioglimento del sacro Romano Impero, in
quell’occasione Francesco II d'Asburgo rinunciò alla corona imperiale e
continuò a regnare in qualità di imperatore d'Austria con il nome di Francesco
I.
L'Impero Austriaco inizia a "scricchiolare"
nel 1848, con il propagarsi delle idee della rivoluzione borghese. Anche in
conseguenza alla sua politica di neutralità l'Austria si trova isolata in
Europa e in seguito alla sconfitta nella battaglia di Königgrätz del 1866, la
Prussia riesce ad escludere l'Impero Austriaco dalla Confederazione Germanica.
L’Italia è un paese giovane, il Regno viene proclamato pochi
anni prima della Terza Guerra di Indipendenza (1861). Infatti, nel 1860 il
Ducato di Parma, il Ducato di Modena ed il Granducato di Toscana votano dei
plebisciti per l'unione con il Regno. Nello stesso anno vengono conquistati dai
piemontesi il Regno delle Due Sicilie, tramite la Spedizione dei Mille, la
Romagna, le Marche e l'Umbria, tolte allo Stato della Chiesa. Tutti questi territori
vengono annessi ufficialmente al regno tramite plebisciti.
Con la prima convocazione del Parlamento italiano del 18
febbraio 1861 e la successiva proclamazione del 17 marzo, Vittorio Emanuele II
è il primo re d'Italia nel periodo 1861-1878. Nel 1866, a seguito della terza
guerra di indipendenza, vengono annessi al regno il Veneto e Mantova sottratti
all'Impero Austriaco.
(3)
Il potenziamento
economico: produzione agricola, industriale e risorse; reti di trasporto e di
comunicazione; potenzialità finanziaria; ogni altro tipo di risorse
A
differenza dell’Austria, che esce fuori dalla seconda guerra di indipendenza al
limite della bancarotta, la
Prussia nel 1860 vede un elevato sviluppo economico stimolato
dalla Zollverein o Unione Prussiana
delle Dogane che fu fondata a Berlino nel 1834. Nonostante l’opposizione del
Metternich che la vedeva come un cavallo di troia per l’espansione della
Prussia, la Zollverein si espande
progressivamente negli anni 40 del diciannovesimo secolo da comprendere la
maggior parte degli stati tedeschi con la deliberata eccezione dell’Austria.
In
tal modo l’economia prussiana diviene il legame tra gli stati tedeschi
protestanti del nord con quelli cattolici del sud. Inoltre, i maggiori
giacimenti di carbone e ferro di tutta la confederazione, elementi base
dell’industrializzazione, sono proprio sotto il suolo Prussiano nella Ruhr,
Saar, Lusatia e Silesia Superiore. Pertanto, nel 1860, la Prussia diviene il motore
dell’economia tedesca producendo circa l’80 per cento del carbone e del ferro
portando tutta la Germania
nella zona economica Anglo-Franco-Prussiana.
L'economia
dell'Impero austriaco si basava sul commercio che scorreva lungo il Danubio,
sulla fiorente agricoltura delle pianure ungheresi, della pianura padana e
della valle del Danubio e sulle grandi industrie che si trovavano per la
maggior parte nelle grandi città. L'agricoltura era ancora l'attività
prevalente in tutto l'Impero, e ne era la spina dorsale dalla quale dipendeva
il rifornimento dell'esercito. Le più vaste zone agricole dello stato asburgico
si trovavano nella Valle del Danubio e nella vasta pianura ungherese. Sui monti
e sulle colline veniva praticato l'allevamento e la pastorizia, di cui vivevano
principalmente gli abitanti del luogo.
L’Italia,
nonostante nel 1861 si configurasse come una delle maggiori nazioni d’Europa,
almeno a livello di popolazione e di superficie non poteva considerarsi una
grande potenza, a causa soprattutto della sua debolezza economica e politica.
Le differenze economiche, sociali e culturali ereditate dal passato
ostacolavano la costruzione di uno stato unitario. Accanto ad aree
tradizionalmente industrializzate coinvolte in processi di rapida
modernizzazione (soprattutto le grandi città e le ex capitali), esistevano
situazioni statiche ed arcaiche riguardanti soprattutto l'estesissimo mondo
agricolo e rurale italiano.
In modo particolare è necessario accennare alle forti
disparità socioeconomiche fra il settentrione e il meridione del paese,
esemplificate nella cosidetta questione meridionale, eredità tutt’oggi
esistente.
(4)
Gli ordinamenti
civili: istituzioni, partiti; classe politica, lineamenti politica interna;
preparazione psicologica alla guerra
La
Nuova Era Prussiana inizia con Guglielmo I reggente dal 1858 per Federico
Guglielmo IV, infermo di mente, che mette in carica un ministro liberale e
tenta una riforma dell’esercito, respinta dalla maggioranza parlamentare
liberale timorosa di un rafforzamento della Corona. La lotta fra liberali e
sovrano, acuita dalla formazione del partito progressista di Waldeck (1861),
termina con la nomina nel 1862 a primo ministro di Otto von Bismarck (1815-98),
che, pronto a governare anche contro la Costituzione ed il Parlamento, potenzia
l’Esercito facendone una forza preminente che impronta anche la vita civile.
L'Impero austriaco era diviso in vari organi amministrativi
chiamati diete. Queste potevano riunirsi in consiglio nella capitale per
discutere di problemi e questioni. Ogni dieta eleggeva i propri rappresentanti,
che avevano il compito di illustrare e discutere degli avvenimenti dinnanzi al
governo centrale di Vienna. Le diete perlopiù servivano da intermediario fra le
varie etnie dell'Impero e la dominante maggioranza tedesca. A capo dello
stato vi era l'Imperatore, che dal 1867 assunse anche il titolo di Re
d'Ungheria, le sue decisioni dovevano rispettare le norme della
Costituzione, che poteva essere a sua volta discussa e cambiata.
All'inizio della sua costituzione, l'Impero guidato da
Metternich assunse un aspetto conservatore e reazionario, ma dopo le sconfitte
subite nelle guerre di indipendenza italiane e nella guerra austro-prussiana
l'Imperatore Francesco Giuseppe fu "costretto" dalle circostanze ad
attuare riforme liberali con aria democratica, concedendo ai sudditi una costituzione
e un parlamento.
Istituzionalmente
e giuridicamente, il Regno d'Italia venne configurandosi come un ingrandimento
del Regno di Sardegna. Esso fu infatti una monarchia costituzionale, secondo la
lettera dello statuto albertino concesso a Torino nel 1848. Il Re nominava il
governo, che era responsabile di fronte al sovrano e non al parlamento,
manteneva inoltre prerogative in politica estera e, per consuetudine, sceglieva
i ministri militari (Guerra e Marina). Il diritto di voto era attribuito,
secondo la legge elettorale piemontese del 1848, in base al censo; in questo
modo gli aventi diritto al voto costituivano appena il 2% della popolazione. Le
basi del nuovo regime erano quindi estremamente ristrette, conferendogli una
grande fragilità.
b.
Le origini del
conflitto
(1)
Gli antefatti:
avvenimenti che hanno influito sulla recente politica interna ed esterna; stato
di tensione fra le parti avverse
La
crisi austro prussiana ha origine dalla disputa riguardo i così detti ducati
dell’Elba di origine tedesca, ma parte del Regno di Danimarca sin dal 1460. Nel
1847 i nazionalisti tedeschi approfittarono della crisi per la successione di
Cristiano VIII per unirsi e dichiarare la secessione dalla Danimarca.
Il
governo danese offrì l’indipendenza all’Holstein ma invece di concedere analoga
sorte allo Schleswig decise di annullare ogni privilegio legale e linguistico e
riannetterlo completamente al Regno di Danimarca[2]. La Dieta Federale
Tedesca chiese alla Prussia di intervenire e così fece e con una breve campagna
vittoriosa imponendo la riaffermazione dello status quo ante.
Negli
anni seguenti si succedettero ulteriori scontri e contrasti che sfociarono
nella guerra tedesco-danese del 1864 dovuta alla promulgazione della nuova
costituzione da parte di Re Federico VII di Danimarca dove lo Schleswig veniva
annesso allo stato danese.
Di
nuovo la Dieta Federale
Tedesca chiese l’intervento delle due potenze germaniche ossia della Prussia e
dell’Austria. Queste invasero la
Danimarca nel febbraio del 1864 ed in quattro mesi di combattimenti
allontanarono i danesi dai due ducati.
Quando
la Danimarca
accettò la sconfitta cedette i due ducati congiuntamente alla Prussia e
all’Austria che avevano due obiettivi completamente differenti. La Prussia avrebbe voluto
vedere i due ducati annessi al proprio territorio per rafforzare il controllo
del Mar Baltico mentre l’Austria li avrebbe voluti riunire e farli governare
dal Duca Friedrich von Augustenburg nobile tedesco di chiare tendenze filo
austriache.
Ci
volle più di un anno per arrivare ad un compromesso che vide l’Austria
amministrare l’Holstein e la
Prussia lo Schleswig.
Per
quanto riguarda il rapporto tra Italia e Austria, questo si inquadra nel
processo di unificazione italiano ossia il Risorgimento. La prima fase del
Risorgimento (1847-1849) vede lo sviluppo di vari movimenti rivoluzionari e di
una guerra anti austriaca, sviluppatasi in occasione della rivolta delle Cinque
giornate di Milano (1848) condotta e persa da Carlo Alberto, conclusasi con un
sostanziale ritorno allo "statu quo ante". La seconda fase,
maturata nel biennio 1859-1860, fu quella decisiva per il processo
d'unificazione italiano. Grazie all'alleanza con la Francia di Napoleone III il
Piemonte di Cavour e Vittorio Emanuele II affrontò di nuovo l’Impero Austriaco
e riuscì, anche per la circostanza imprevista delle annessioni di Toscana,
Emilia e Romagna, che si erano nel frattempo liberate, a raggiungere l'unità
che sarà infine completata dalla Spedizione dei Mille garibaldina
(2)
Le cause reali,
remote e prossime: questioni di natura territoriale, economica, spirito di
rivincita, mire espansionistiche, aspirazioni di supremazia, mantenimento della
supremazia
Nel
1862 divenne primo ministro della Prussia Otto von Bismark, il quale in un
celebre discorso annunciò le sue intenzioni di riorganizzare e consolidare la Confederazione Germanica
con “sangue e ferro” qualora necessario. Bismark era senza dubbio un
nazionalista convenzionale. Egli accompagnò il suo noto discorso “sangue e
ferro” con un promemoria che sottolineava che il suo obiettivo non era di
unificare la Germania
bensì di liberare la Prussia
dalla rete dei trattati federali intessuti dal Metternich nel 1815 e di
“esercitare l’intera forza del peso prussiano in Germania”. Quello che
caratterizzò il Bismark fu la capacità di far ricorso a linguaggi e slogan
caratteristici dei nazionalisti liberali tedeschi per raggiungere quanto voleva
il suo sovrano Guglielmo I, un allargamento della Prussia che sarebbe diventata
egemonica con l’abolizione della Confederazione del 1815 guidata dall’Austria.
Come
Federico il Grande, Bismark credeva che il primo obiettivo per la Prussia fosse l’espansione
territoriale al fine di sopperire alle indifendibili frontiere naturali. Ma a
differenza dell’illustre predecessore, invece di volgersi ad est Bismark guardò
dalla parte opposta annettendo i ducati di Holstein e Schleswig e unificando le
due parti della Prussia, conquistando i vari principati e città libere tra essi
frapposti[3].
Sul
fronte italiano la problematica alla base del confronto era sempre la stessa
ossia completare il processo di unificazione iniziato con la prima guerra di
Indipendenza a scapito dei territori della penisola sotto controllo austriaco.
(3)
Le cause
apparenti: le cause gli scopi conclamati dalle parti: provocazioni, incidenti
diplomatici, di frontiera, liberazioni di territori o di minoranze “oppresse”
Dopo
una serie di incontri per assicurarsi la neutralità in caso di conflitto da
parte di Francia e Russia ed una eventuale alleanza offensiva con l’Italia il
Primo Ministro prussiano aumenta la pressione verso l’Austria proponendo
l’abolizione della Confederazione Germanica dominata da una dieta di principi
per sostituirla con un parlamento di elezione popolare.
L’Austria
rispose con una mossa azzardata ossia rimettere la decisione sulla sorte dei
due ducati dell’Elba alla Confederazione Germanica con la speranza di ottenere
l’appoggio degli stati medi tedeschi. Il risultato fu che ciò offrì a Bismark
il casus belli che attendeva poiché a
seconda dei precedenti accordi la questione dei ducati dell’Elba era di
esclusiva competenza della Prussia e dell’Austria.
Per
l’Italia la liberazione del Veneto era di primaria importanza e aveva una
enorme legittimazione da parte dell’opinione pubblica. Infatti non era altro
che la prosecuzione di un processo iniziato circa venti anni prima. In questa circostanza,
alleata alla Prussia, attendeva nella speranza di avere l’occasione per poter
rivendicare il territorio sotto dominazione austriaca con il supporto di un
potente alleato che avrebbe potuto distogliere enormi risorse dal fronte del
Sud.
info e note: studentiecultori2009@libero.it
[1] Austria, Saxony, Bavaria, Baden, Württemberg, Hanover, Hesse-Darmstadt, Hesse-Kassel, Reuss
Elder Line, Saxe-Meiningen, Schaumburg-Lippe, Nassau.
Prussia, Italia, Mecklenburg-Schwerin, Mecklenburg-Strelitz,
Oldenburg, Anhalt, Brunswick, Saxe-Altenburg, Saxe-Coburg and Gotha, Lippe,
Schwarzburg, Waldeck, Bremen, Hamburg, Lübeck.
[2] A differenza dell’Holstein che nel 1815 era
stato ammesso alla confederazione germanica ed aveva la maggioranza della
popolazione di lingua tedesca lo Schleswig contava almeno il 50% di popolazione
danese.
[3] Hanover, Hessia-Kassel, Hamburg ed altri
minori.