Il Patto di Londra Marzo 1915
Testo
«I - Dichiarata la guerra tra l'Italia e l'Austria-Ungheria, Italia,
Inghilterra, Francia e Russia si obbligano a vicenda di non concludere pace
separata né armistizio separato.
«II - Sarà stipulata fin da ora una convenzione militare allo scopo di
stabilire la quantità minima di forze che la Russia deve mantenere impegnata
contro l'Austria-Ungheria, per evitare che quest'ultima concentri tutto il suo sforzo contro l’Italia qualora la
Russia intenda rivolgersi principalmente contro la Germania.
«L'Italia da parte sua si impegna
a fare ogni maggiore sforzo per combattere l'Austria-Ungheria e la Turchia e
chi loro venga in aiuto, in terra come in mare.
«III - Sarà stipulata fin da ora una convenzione navale che assicuri all'Italia la cooperazione
attiva e permanente della flotta
anglo-francese fino alla distruzione della flotta austro-ungarica o alla
conclusione della pace.
«IV - Nel trattato di pace l'Italia dovrà ottenere il Trentino e il Tirolo
Cisalpino seguendo il confine geografico e naturale (confine del Brennero),
nonché Trieste, le Contee di Gorizia e di Gradisca e l'Istria intera fino al
Quarnero inclusa Volosca (1), oltre le isole Istriane di Cherso, Lussin, e
quelle minori di Plavnik, Unie, le Canidole, Sansego, le Oriole, Palazzuoli, S.
Pietro di Nembi, Asinello, Gruica e isolotti vicini.
«V - Spetterà pure all'Italia la provincia di Dalmazia secondo l'attuale
sua delimitazione amministrativa, comprendente al Nord Lisarica e Tribanj , e
giungendo al Sud fino al fiume Narenta, con inoltre la penisola di
Sabbioncello, e tutte le isole giacenti al Nord e a Ovest della Dalmazia
stessa, da Premuda, Selve, Ulbo, Maon, Pago •e Puntadura al Nord, fino a Meleda
al Sud, compresevi S. Andrea, Busi, Lissa, Lesina, Curzola, Cazza e Lagosta con
scogli vicini, oltreché Pelagosa (2).
«VI - Valona con l'intera costa circondante la baia, con l'isola di
Saseno e con territorio idoneo alla loro difesa saranno devolute all'Italia in
piena sovranità (dalla VoiuŠsa al Nord e a oriente fino approssimativamente a
Chimara al sud).
«VII - L'Italia, qualora ottenga il Trentino e l'Istria, ai termini
dell'art. 4, la Dalmazia e le isole Adriatiche ai termini dell'art. 5, e la
baia di Valona (art. 6) e riservata la parte centrale dell'Albania
per la costituzione di un piccolo
Stato autonomo musulmano neutralizzato, non si
opporrà a che il resto dell'Albania settentrionale e meridionale, se
Inghilterra, Francia e Russia lo desiderino, venga diviso tra Montenegro,
Serbia e Gre•cia, purché la costa, a cominciare dalle Bocche di Cattaro
inclusive fino alla foce della Vojussa, e quella da Chimara fino al Capo Stylos
siano neutralizzate.
(1) «La frontiera sarebbe la seguente: Dal Pizzo Umbrail a
Nord dello Stelvio, spingesi lungo la cresta delle Retìche alla testata
dell'Adige e dell'Eisach, passando pei colli di Reschen e Brennero e sugli alti
massicci dell'Oetz e dello Ziller, da questo scendendo a Sud e tagliando la
sella di Toblach raggiunge l'attuale confine delle Carniche. Poi segue questo
fino alla sella di Tarvis e di qui la linea di displuvio delle Alpi Giulie per
il passo del Predil, il Monte Maugart, il Tricorno (Terglou) e la linea
displuviale dei paesi di •Podberdo, Podlanischam, Idria. Da questo punto verso
Sud corre con andamento generale di Sud Est verso lo Schneeberg, lasciando
oltre il confine tutto il bacino dellå Sava e dei suoi affluenti; dallo
Schneeberg scenderebbe verso la costa, includendo nel territorio italiano
Castua, Mattuglie e Volosca. »
(2) «Le assegnazioni di cui negli art. 4 e 5 lasciano
impregiudicate le decisioni dell'Europa, a guerra finita, riguardo ai seguenti
territorii Adriatici:
Nell’Alto Adriatico (nell'interesse pure dell'Ungheria
e della Croazia) tutta la costa dalla baia di Volosca sui confini dell'Istria
fino al confine settentrionale della Dalmazia, comprendente l'attuale littorale
Ungarico e tutta la costa della Croazia, col porto di Fiume e con•quelli minori
di Novi e Carlopago, oltre le isole di Veglia, PervicChio, Gregorio, Goli e
Arbe.
E nell'Adriatico Inferiore (nell'interesse anche della
Serbia e del Montenegro) tutta la costa dal fiume Narenta in giú (compreso un
lungo tratto ora ascritto alla Dalmazia) fino al fiume Drin, con gl'importanti
porti di Ragusa, di Cattaro, di Antivari, di Dulcigno e di S. Giovanni di
Medua, e le isole di Jaklian, Ciuppana, Mezzo, Calamotta. II porto di Durazzo
resterebbe da assegnarsi allo Stato del'Albania Centrale, musulmano
indipendente »
«VIII - Resteranno acquisite all'Italia le isole del Dodecaneso da lei
ora occupate.
IX - ln generale le parti si accordano nel riconoscere che
l'Italia ha un interesse di equilibrio nel Mediterraneo da tutelare, onde
nel caso di spartizione in tutto o in parte dell'Impero Ottomano, l'Italia
dovrà avervi la sua congrua parte.
«Analogo conto verrà tenuto degl'interessi dell'Italia anche
nell'ipotesi che permanga l'integrità territoriale Ottomana, alterandosi
soltanto le presenti zone d'interesse
delle varie Potenze.
«L'Italia succederà a tutti i diritti
e privilegi spettanti ora al Sultano in Libia in virtú del Trattato di Losanna.
«XI - L'Italia avrà una parte delle eventuali indennità di guerra
corrispondente ai suoi sforzi e sacrifici.
«XII - L'Inghilterra e l'Italia si obbligano alla reciproca garanzia
dell'indipendenza dell'Yemen; e, lasciando in libere mani i Luoghi Santi, s'
impegnano a non procedere alla annessione di alcuna parte dell'Arabia
occidentale e a non imporle qualsiasi altra forma di dominio; senza rinunziare
al diritto di opporsi a che un'altra Potenza acquisti o si attribuisca diritti
sul territorio dell'Arabia medesima.
«XIII - Qualora le altre Potenze aumentassero le loro colonie africane a
spese della Germania, si farà luogo ad un apposito accordo per assicurare
all'Italia qualche corrispondente equo compenso, e ciò specialmente nel
regolamento a suo favore delle questioni di confine tra le sue colonie
dell'Eritrea, della Somalia e della Libia e le Colonie attigue francesi e
inglesi.
«XIV - L'Inghilterra s'impegna ad agevolare l'immediata conclusione ad
eque condizioni di un prestito di non meno di cinquanta milioni di sterline da
concludersi sul mercato di Londra.
«XV - Inghilterra, Francia e Russia s'impegnano ad appoggiare l'Italia
nell' opporsi ad ogni eventuale proposta di ammissione di un rappresentante del
Pontefice nella Conferenza per la pace al termine della presente guerra.
«XVI - Il presente accordo dovrà restare, segreto. Appena sarà stata
dichiarata 1a guerra dall'Italia o all'Italia si pubblicherà 1a sola clausola
relativa all'obbligo di non conchiudere pace separata. »
Sonnino non cessava d'insistere presso Grey per l'osservanza del piú
rigoroso segreto anche sull'esistenza del negoziato. Ogni divulgazione poteva
metterci nella condizione d'interromperlo, anche perché il saperlo cosí
concretamente iniziato avrebbe potuto precipitare le ostilità, esponendoci ad
offensive nemiche mentre eravamo ancora militarmente impreparati.
Massimo Coltrinari
(massimo.coltrinari@libero.it)
Nessun commento:
Posta un commento