L’entrata in guerra e
le prime quattro battaglie dell’Isonzo
24 maggio 8 dicembre 1915
Gen. Massimo Coltrinari
Abstrac
La conferenza, che si ricollega ad analoga tenuta in
precedenza presso la Mediateca di Polverigi Ancona, ed a quella alla Polveriera
del Cardeto di Ancona, nel quadro del Programma “La Grande Guerra ”,
intende illustrare alcuni aspetti del nostro primo anno di guerra.
Dopo aver fatto cenno alla settimana terribile di maggio in
cui l’Italia si vide dilaniata dallo scontro tra interventisti, con capofila
personaggi noti alla Storia d’Italia come Nenni, Mussolini, Cesare Battisti,
Filippo Corridoni, de Ambris ed altri, ed neutralisti, con capofila Giolitti il
mondo socialista ed il Vaticano con i cattolici allineati alle gerarchie ecclesiastiche,
scontro che si risolse con la decisone del Re, che respinse le dimissioni del
Governo Salandra e quindi fu la dichiarazione di guerra.
Tutto sembrava logico, con una volontà popolare che si era
sempre più orientata verso l’interventismo per concludere il Risorgimento
Italiano, iniziato cinquanta anni primi e portare i confini nazionali su quello
etnico-geografici della Nazione Italiana. Tutto sembra essere “radioso”, ma la
realtà era ben altra. E ben preso si palesò in tutta la sua crudezza, appunto
nello svolgersi delle prime quattro battaglie dell’Isonzo.
Quello che oggi possiamo considerare un grossolano errore
strategico fu, appunto la dichiarazione di guerra il 24 maggio 1915. Nella conferenza
si illustrerà perché fu un errore strategico che porto a delle conseguenze
veramente gravi: la perdita del vantaggio della sorpresa, il fallimento
integrale del primo sbalzo offensivo e la mancata difesa delle coste da Venezia
a Brindisi, con la Regia
Marina che teneva la flotta chiusa e rinserrata a Taranto. Si
illustreranno le azioni a difesa delle coste nel maggio e nel giugno 1915,
utilizzando quell’arma aerea, il dirigibile, che tanto prometteva e che si
rilevò, alla prova operativa, un inaspettato fallimento.
Il mancato sbalzo in avanti della 4a Armata nell’area
dolomitica e la non conquista di Dobbiaco e la valle Pusteria.
Si descriveranno i presupposti concettuali della prima battaglia dell’Isonzo (23 giugno-luglio
1915) e di quelle seguenti, che ancora vengono condotte senza tenere presente
l’anno di esperienza che gli altri Stati Maggiori Alleati hanno acquisto sul
campo. Considerazioni in merito verranno fatto in relazione a quello che, nel
prosieguo della guerra sarà definito lo Stallo tattico, cioè l’incapacità di
conseguire la vittoria oltre che sul campo tattico soprattutto su quello
strategico
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