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domenica 10 novembre 2024

Il Sonno della Ragione che può sempre ripetersi

 

LA VIA SACRA

Verdun 1916

Ten. cpl. Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta



La battaglia di Verdun è stata la più distruttiva battaglia che si ricordi, una guerra di materiali (material – schlacht) che assorbì una enorme quantità di vite umane, una “guerra totale” che costituì una cesura tra la precedente era ottocentesca e l’età moderna, dove l’uomo trasformato in un numero è schiacciato dalla produzione industriale in serie.

La battaglia iniziata il 21 febbraio finì solo nel dicembre dello stesso 1916 con un primato mai più raggiunto di 700.000 vittime se non, da recenti calcoli francesi, 1.246.025 tra caduti, dispersi e feriti su un territorio ristretto di appena 9 Km quadrati, il generale Rouquerol parla addirittura di un totale di 2.000.000 uomini se si fa riferimento al periodo che precedette la battaglia e seguì nei primi mesi del 1917 la fine, considerando anche i prigionieri, un “sonno della ragione” che può sempre ripetersi.

Nella guerra tecnologica totale le vittime scompaiono nella massa impiegata, nell’indifferenza determinata dalla lontananza dei Comandi Generali e dalla distanza nell’uso delle armi, venivano meno gli ultimi aspetti aristocratici delle guerre settecentesche, in cui erano coinvolti principalmente dei professionisti, che in parte si erano protratte anche nell’ Ottocento, nonostante le riforme della Rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche con l’introduzione della coscrizione obbligatoria e del nazionalismo.

L’uso dei gas e dei lanciafiamme, la distruzione industriale in serie di vite umane furono la premessa per la ferocia dei campi di sterminio nazisti della Seconda Guerra Mondiale, dei Gulag Sovietici e dei campi giapponesi, tutto fu sperimentato nelle trincee della Grande Guerra, dove gli uomini letteralmente sparivano sotto la pioggia di granate, soffocavano inebetiti, ansimando, nei gas, l’odore della carne umana bruciata ammorbava l’aria e molti soldati impazzivano nel fango o per sete, bevendo l’acqua marcia delle pozze nelle trincee.

La guerra da movimento diventò di posizione, di attrito, fino a trasformarsi in un lungo scontro di logoramento, un accordo diplomatico non poteva essere accettato in quanto la retorica dei decenni precedenti, incardinata nella crescente potenza tecnologica, creava l’illusione di una potenza infinita che raccoglieva in sé l’intero globo, la politica quale capacità di un compromesso accettabile fra le parti perdeva ogni possibilità d’azione, solo l’espansione economica illimitata ne diveniva l’unico punto di riferimento.

A Verdun non si cadeva in battaglia, si veniva più semplicemente sbriciolati, polverizzati, carbonizzati dall’artiglieria e dai lanciafiamme, se si pensa che i soli francesi nei sette mesi di battaglia tra febbraio e ottobre usarono 23.000.000 di granate, per arrivare negli ultimi due mesi a spararne 240.000 al giorno.

Le testimonianze della battaglia indicano chiaramente il livello di violenza raggiunto:

Sono appena tornato dall’esperienza più terribile di tutta la mia vita. Ho passato quattro giorni e quattro notti – 96 ore in totale – nel fango semi-ghiacciato delle trincee e costantemente sotto il fuoco nemico, senza alcun tipo di protezione o di riparo. Giunsi in trincea con 175 uomini … solo 34 hanno fatto ritorno, ma la maggior parte completamente impazziti …” ( Ufficiale francese – 1916).

Un capitano condusse una sparuta pattuglia di soldati verso di noi. Giunti a pochi passi ci chiese di che unità eravamo e, senza attendere risposta, scoppiò a piangere. Era probabilmente impazzito durante i bombardamenti. Guardammo sfilare i suoi uomini, ridotti a mummie rinsecchite, con gli occhi incollati ai loro, così grandi e così persi nel vuoto …” ( Ufficiale tedesco -1916).

Era impossibile liberarsi del tanfo dei cadaveri. Ovunque andassimo lontano dal fronte, persino nelle locande, dopo qualche minuto gli avventori si alzavano, allontanandosi da tutti noi : il lezzo di morte di Verdun era impossibile da sopportare! ” ( Soldato francese - 1916 ).

( 21 – 26, A. Gualtieri, Verdun 1916. Il fuoco, il sangue, il dovere, Mattioli 1885)

Nella volontà di superare la stasi sul fronte occidentale, determinata dal fallimento della guerra di manovra prevista dal “Piano Schlieffen” con l’invasione del Belgio nel 1914, von Falkenhayn pianificò una battaglia di attrito fondata sui materiali, attaccando un punto sensibile del fronte in cui i francesi non avrebbero potuto ripiegare sia per motivi strategici che psicologici quale era Verdun.

L’idea base era di logorare in uomini e mezzi l’esercito francese fino a fargli perdere la resistenza e la coesione psicologica, sfruttando la superiorità tecnica in mezzi e in particolare nell’artiglieria pesante, ma anche l’esercito tedesco venne a logorarsi, come ammise lo stesso Kronprinz: “il mulino sulla Mosa ha macinato fino a ridurre in polvere i cuori e i corpi delle truppe”.

Nonostante l’insuccesso del “Piano XVII” in Alsazia – Lorena del 1914, la battaglia della Mosa e i successivi sanguinosi e fallimentari attacchi frontali nel corso del 1915, i francesi, guidati da Joffre, mantennero una cieca fiducia sull’attacco frontale alla baionetta, secondo la teoria dello “slancio vitale” ( Elan Vitale) elaborata nel primo decennio del ‘900 e codificata nel Regolamento dell’ottobre 1913, tutti coloro che si opponevano a tale teoria, quali i generali Petain e Michel, furono emarginati.

Von Falkenhayn riteneva che i nemici da battere per risolvere la guerra erano i francesi, gli inglesi erano semplicemente di supporto, per ottenere la vittoria era necessario “dissanguarli”, all’obbiezione che questo poteva comportare forti perdite anche ai tedeschi rispondeva che essendo all’attacco poteva sempre interrompere l’azione al momento opportuno, sottovalutando la difficoltà dello sganciamento una volta iniziata l’azione, sia relativamente al fronte che di fronte alle attese imperiali.

Attorno a Verdun non erano state ancora scavate le trincee che si potevano vedere nelle altre parti del fronte, la difesa era affidata ai forti costruiti alla fine ‘800, ma questi erano stati a loro volta privati delle artiglierie poche settimane prima al fine di rafforzare altre parti del fronte.

L’offensiva iniziata il 21 febbraio preceduta da un intenso fuoco d’artiglieria, mai prima visto per la sua violenza, preparò il terreno all’attacco nel tardo pomeriggio della fanteria, la resistenza francese riuscì a respingere l’attacco ma portò a perdite enormi tra i difensori, il giorno successivo fu ripetuto l’attacco e la prima linea crollò, anche sulla seconda vennero aperti dei varchi, il terzo giorno la 37^ divisione coloniale francese fu completamente annientata, il morale dei difensori era al minimo.

Si deve considerare che furono schierate dai tedeschi un’ artiglieria da assedio costituita da 1.200 bocche da fuoco, con una riserva di circa 2.500.000 di granate, grazie al lavoro di 1.300 convogli ferroviari, con l’evacuazione dell’intera popolazione dei villaggi nelle vicinanze, questo anche per fare posto a circa 150.000 “Sturmtruppen d’assalto”, furono inoltre realizzati appositi ricoveri perfettamente mimetizzati, detti “Stollen”, in grado di resistere ai tiri di interdizione dell’artiglieria francese prima che scattasse l’assalto da parte delle truppe tedesche, 34 battaglioni francesi contro 72 battaglioni tedeschi.

Il generale Langle de Cary decise di abbandonare la riva destra della Mosa ma il generale De Castelnau, vice-comandante di Joffre, si precipitò a Verdun e revocato l’ordine ordinò di difendere la riva destra, non solo un motivo psicologico impediva di abbandonare la città ma anche il timore di non riuscire ad effettuare una ritirata ordinata, che non si trasformasse in rotta.

Fort Douaumont il 25 febbraio e Fort Vaux il 27 giugno furono espugnati dai tedeschi , il 23 giugno anche il piccolo Fort Thiaumont venne catturato dai tedeschi e parzialmente ripreso dai francesi il successivo 25 giugno, in un alternarsi continuo nelle settimane successive, tra ottobre e novembre i due forti principali vennero rioccupati dai francesi nella loro controffensiva che terminò il 19 dicembre.

Pétain, nel momento in cui necessitava la capacità organizzativa per una valida difesa e non il tanto decantato Elan Vitale, sostituì a mezzanotte del 25 febbraio il demotivato Langle de Cary, al Gran Quartiere Generale era giunta nel frattempo la notizia della cattura di 25.000 prigionieri francesi e la perdita di 800 cannoni, Joffre chiese a Pétain di assumere immediatamente il comando.

Nell’assumere il comando ordinò immediatamente una serie di contrattacchi per rallentare l’avanzata tedesca, ma al contempo si rese conto che essendo una battaglia di mezzi occorreva riorganizzare la logistica, facendo affluire un flusso continuo di uomini e risorse.

Creò quindi la “Via Sacra” ( Voie Sacrée) al fine di collegare Verdun con il centro logistico e comando a Bar-Le-Duc posto a sud, non essendo la linea ferroviaria in grado di garantire più di 800 tonnellate di rifornimenti al giorno, il capitano Doumenc provvide ad allargare la strada esistente suddividendola in sei “cantoni” con a capo un responsabile per cantone al fine di mantenerla efficiente.

Si calcola che nei dieci mesi dello scontro sulla Via Sacra passò un camion ogni 14 secondi, con un utilizzo di 8.000 veicoli che assicurarono al fronte 500.000 tonnellate di materiali e 400.000 uomini, riportando nelle retrovie 200.000 feriti.

Von Falkenhayn il 30 marzo cercò di porre fine ai combattimenti non ritenendo più possibile raggiungere gli obbiettivi previsti , tuttavia ormai le grandi aspettative avevano preso il sopravvento nei Comando Imperiale, tanto che il Kronprinz insistette nel continuare l’offensiva.

Pétain previde anche un avvicendamento breve di pochi giorni per i fanti francesi (Poilus), cosa che coinvolse circa il 70% dell’esercito francese, riconoscendo il logoramento a cui erano sottoposti dalla ferocia della lotta in campo aperto senza adeguati rifugi.

Il 1° luglio, ristabilito il fronte, Pétain fu sostituito da Nivelle con l’intento di riprendere l’offensiva secondo la concezione dello “slancio vitale”, nel frattempo i tedeschi avevano subito notevoli perdite sia a Vardun che nella battaglia di alleggerimento ingaggiata dagli inglesi sulla Somme, i rincalzi non avevano l’esperienza delle truppe precedenti così che i francesi organizzarono una serie di offensive al comando di Mangin, soprannominato per la sua durezza “il macellaio”, che portarono ad ottobre alla ripresa del Fort Douaumont con 6.700 prigionieri tedeschi.

Dopo avere ripreso Fort Vaux a novembre, il 15 dicembre Nivelle organizzò un ultimo assalto con 8 divisioni, che fece arretrare il fronte tedesco di 5 Km con 9.000 prigionieri, nell’anno successivo nei primi mesi Nivelle riprese l’offensiva sul Chemin-des-Dames con esiti disastrosi, venne palesemente a galla l’usura dell’esercito francese, circostanze e violenze che possono ripetersi anche nel XXI Secolo.



A ricordo del nonno materno Raimondo Mattiuzzo, artigliere in Libia e nella Grande Guerra.

Bibliografia

  • Alessandro Gualtieri, Verdun 1916. Il fuoco, il sangue, il dovere, Mattioli 1885.



giovedì 31 ottobre 2024

Uniformologia. Le Uniformi del Patto di Varsavia


il blog riporta schede delle uniformi degli Eserciti del Patto di Varsavia oltre a quelle di distintivi, insegne, medaglie ed equipaggiamenti individuali. 
 

giovedì 17 ottobre 2024

Rivista QUADERNI N. 3 DEL 2024 Luglio Settembre 2024

 


info:quaderni.cesvam@istitutonastorazzurro.org

Numero dedicato nella sua apertura alla Sentenza della Corte di Cassazione, terzo grado di giudizio, in merito alla vicenda di Redipuglia. Grazie a Laura Ferretti, avvocato e socia della Federazione Provinciale di Pordenone, è stato messo un punto fermo su andazzi che cozzano contro lo spirito statutario dell’Istituto. Come sottolineato nell’editoriale del Presidente, si invitano tutti i Soci dell’Istituto ad una riflessione su “che cosa fa e deve fare” l’Istituto del Nastro Azzurro”, anche con una lettura attenta della Sentenza della massima Corte di giudizio.

Approfondimenti dedica spazio alla vicende della Divisione “Emilia” ed ad un episodio della “battaglia in porto” della guerra marittima della Prima guerra mondiale con la ricostruzione dell’affondamento, da parte di sabotatori italiani al soldo degli austriaci, della corazzata “Leonardo da Vinci”. Dibattiti porta due contributi di “alumni” dei Master, uno dedicato alla triste vicenda della dittatura militare in Argentina degli anni ‘80 del secolo scorso, vicenda quando mai emblematica in tema di libertà e cultura e l’altro alle vicende a Polcenico (Pordenone) della formazione partigiana “Ciro Menotti”, così come Archivio porta il contributo della neolaureata Elda Franchi su un tema veramente originale: potere e violenza di Stato, con approfondimenti sui Laogai cinesi e la loro funzione. Nonostante la linea che questa rivista ha sempre adottato di non pubblicare articoli già pubblicati, si fa un eccezione, in Musei, Archivi e Biblioteche, con la pubblicazione di un contributo di Alessandro Gentili dedicato alla figura del Maggiore Infelisi ed al recupero della sua memoria. Nel centenario della morte di Giacomo Matteotti, due contributi, uno di ricostruzione della nota vicenda dell’assassinio politico, eccezione nella storia parlamentare italiana, di Alessia Biasiolo, mentre Stefano Bodini ci pone alla attenzione l’ultimo scritto edito di Giacomo Matteotti, che si spera pubblicare nei CESVAM Papers nella sua integrità, che riporta in diverse pagine le violenze che si perpetuarono nel 1924 nell’ambito del confronto politico del tempo, preludio alla dittatura.


Nella seconda parte della Rivista, Una Finestra sul mondo ci apre alla questione dei BRICS, mentre Geografia delle Prossime Sfide cii porta nel mondo latino-americano e e sue dinamiche di caoslandia e colpi di stato, nel caso in ispecie, la Bolivia; infine una scheda su le sanzioni che la UE ha imposto alla Russia in conseguenza alla aggressione alla Ucraina.


Nelle consuete rubriche, segnalato l’inizio dell’anno accademico universitario e l’attività che si programma per la maggiore diffusione, oltre l’approccio associativo ludico-rievocativo, dei Master con i risvolti non solo di diffusione culturale ma anche economico-finanziari; altra attività posto in evidenza, la ricerche, già inizia un anno fa, della individuazione di materiale materico afferente la Storia dell’Istituto del Nastro Azzurro. Infine il rinvio alle filiere attivate nella rete, che ampliano la capacità di diffusione del CESVAM, che vede in nuce lo studio di nuove iniziative.


Infine da segnalare la edizione del N.2 del 2024, (N. 32 della Rivista Aprile Giugno 2024) di QUADERNI in versione “elettronica” completa che è in corso a titolo gratuito nell’ambito della campagna di abbonamento 2024 - 2025





I Copertina: Fotografia del Sacrario Militare di Redipuglia

IV Copertina: Locandina Master in Politica Militare Comparata. Dal 1960 ad oggi


lunedì 30 settembre 2024

INFOCESVAM N. 4 DEL 2024 Luglio Agosto 2024

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO XI, 55/56, N. 4, Luglio - Agosto 2024, 1 settembre 2024

XI/4/876 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XI anno di edizione, 4 il bimestre di edizione di INFOCESVAM, 876 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento. Anche questo numero è principalmente dedicato alle attività connesse con il Progetto 2023/Divulgazione e Testimonianza dei Valori del Nastro Azzurro nei confronti delle Scuole, Istituto di Formazione ed Università degli Studi e della realizzazione dei volumi dedicati alla data centenaria del 2023.

XI/4/877 – Da 1 gennaio 2024 la pubblicazione dell’ANNESSO dedicato allo stato di sviluppo dell’Albo d’Oro Nazionale dei Decorati Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, da cadenza bimestrale passa a cadenza mensile, dato il numero di comunicazioni e note da pubblicare. Alla data del 1 maggio 2024 sono stati pubblicati i primi quattro numero del 2024. Il numero 5 (maggio 2024) e il n. 6 (giugno 2024) mentre i numeri di luglio ed agosto non sono stati divulgati fino alla data del 30 luglio in quanto vi era solo la situazione relativa agli inserimenti.

XI/4/878 – Il numero di questo Bollettino è dedicato alla divulgazione delle edizioni a stampa ed informatiche del CESVAM riportando i dati statistici relativi. Come noto i blog sono attivi dal 2008 e riportano in media ciascuno oltre 500 post. Pertanto rappresentato anche una fonte di archivio da poter utilizzare per ricerche, tesi di laurea e riferimenti. Email:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/4/879 - Storico. Blog sulla Grande Guerra. Dedicato alle tematiche del primo conflitto mondiale. Riferimento del Dizionario minimo della Grande Guerra 12. vol. Contatti: Luglio 6, Agosto 28 (Totali 2148). www.lagrandeguerra.blogspot.com

XI/4/880. Incontro. Il 13 luglio 2024 a Castelferretti, presso l’Auditorium “O. Fallaci” si è tenuto un incontro, in sinergia con l’Associazione Pro Castelferretti, presieduta da Marina Fiorani, sul tema “80° Passaggio del Fronte 1944 -2024”. Hanno parlato Massimo Coltrinari, Giovanni Riccardo Baldelli, Claudio Fiori, MAVM, e Marco Barletta. Nell’occasione è stata illustrata l’attività del CESVAM e quella dell’Istituto del Nastro Azzurro.

XI/4/881 Aggiornamento Contributi Master. Geostrategico. Argomenti di carattere generale, grande strategia e approcci complessi di politica militare. Contatti: Luglio 1830, Agosto 371 (Totali 44600). www.geostrategico.blogspot.com

XI/4/882 Divulgazione. Blog di Uniformologia. Argomenti relativi al costume militare. Contatti: Luglio 1496, Agosto 503 (Totali 113.762). www.uniformologia.blogspot.com

XI/4/883 - Aggiornamento Contributi Master. Asia Argomenti di carattere generale, riguardanti le tematiche asiatiche e argomenti di politica militare della Cina e dell’India e delle varie potenze regionali e minori. Contatti: Luglio 1392, Agosto 394 (Totali 45791). www.atlanteasia.blogspot.com

XI/4/884 La sessione di Laurea invernale per i Master di 1° livello si terrà presumibilmente nella ultima settimana di novembre 2024. Consegna della tesi entro la metà di ottobre 2024. Per ogni chiarimento o delucidazione contattare l’Ufficio Master della Università.

XI/4/855 - QUADERNI ON LINE, espressione in rete della rivista QUADERNI, edizione a stampa, ospitata su www.valoremilitare.blogspot.com. Alla data del 30 agosto 2024 i contatti totali sono stati 185957 (al 29 febbraio 2008 erano 163955 dall’apertura del blog), quelli dell’ultimo mese, sono 3390 (mese di luglio 5853)

XI/4/886 - Aggiornamento Contributi Master. Geostrategico. Argomenti di carattere generale, grande strategia e approcci complessi di politica militare. Contatti Luglio 1830, Agosto 371 (Totali 44600). www.atlantegeostrategico.blogspot.com

XI/4/887 - Grazie alla collaborazione di Diego Dall’Acqua d’Industria è stato posto in essere uno studio per la edizione E PUB (Elettronic Pubblication) delle edizioni del CESVAM. Primo esperimento in corso. Edizione E PUB del N: 1 del CESVAM Papers (Gennaio Febbraio 2019) dedicato al metodo Storico. Edizione pronta per il mese di settembre

XI/4/888 - Divulgazione. Blog Storia Militare. Argomenti di storia militare contemporanea. Contatti: Luglio 2472, Agosto 1053 (Totali 111.341). www.storiamilitare.blogspot.com

XI/4/889 - Aggiornamento Contributi Master. Medio Oriente. Conflitto israelo-palestinese, dinamiche e ruolo dei grandi attori internazionali nell’area; politica militare italiana e presenza nazionale. Carte. Contatti: Luglio 1399, Agosto 213 (Totali 19712). www.atlantemediooriente.blogspot.com

XI/4/890 Aggiornamento Contributi Master. Europa Argomenti di carattere generale, problematiche unitarie e tematiche inerenti al contesto europeo. Contatti Luglio 1922, Agosto 388 (Totali 33512). www.europaatlante.blogspot.com

XI/4/891 Divulgazione. Blog Studenti e Cultori. Dedicato agli ex frequentatori dei master (Alumni) Contatti: Luglio 1517, Agosto 438 (Totali 73424). www.studentiecultori.blogspot.com

XI/4/892 Aggiornamento Contributi Master. Oceania Argomenti di carattere generale, grande strategia e approcci militari dell’area dell’indopacifico ed australe. Contatti Luglio 700, Agosto 175 (Totali 19160). www.atlanteoceania.blogspot.com

XI/4/893 Aggiornamento Contributi Master. Italia Argomenti di carattere generale, sulle problematiche generali e risvolti di politica militare italiana. Carte. Contatti Luglio 54, Agosto 52 (Totali 3341). www.atlanteitalia.blogspot.com

XI/4/894 - Aggiornamento Contributi Master. Americhe. Argomenti di carattere generale del Caraibe, America latina e politica degli Usa, Relazioni con il resto del mondo in chiave di politica militare. Contatti: Luglio 3143, Agosto 396 (Totali 44600). www.atlanteameerica.blogspot.com

XI/4/895 Divulgazione. Blog Seniores IASD. Sinergia con gli ex frequentatori IASD e ISSMI in tema di formazione e ricerca. Formazione e Didattica. Contatti Luglio 1560, Agosto 495 (Totali 57638). www.senioresiasd.blogspot.com

XI/4/896 Per mancanza di spazio gli Aggiornamenti di Terre Polari, e i riferimenti dei blog storici sono inviati al prossimo numero, come, peraltro, i dati dell’analisi parametrale ed indicatori di sistema elaborati in questo trimestre

XI/4/897 - Aggiornamento Contributi Master. Africa. Argomenti di carattere generale riferenti al continente, conflitti e situazioni generali dei 53 stati africani. Analisi di politica militare e delle attività dei grandi attori esterni. Contatti Luglio 1147, Agosto 277 (Totali 31882). www.atlanteafrica.blogspot.com

XI/4/898 Divulgazione. Blog Club Ufficiali Marchigiani. Sinergia per la storia militare la formazione e la militarità. Contatti_ Luglio 382, Agosto 90 (Totali 111.341). www.cluufficialimarchigiani.blogspot.com

XI/4/899 Rivista QUADERNI. Edizione E.PUB/PDF n. 2 del 2024 n.32° della Rivista (Aprile - Giugno 2024) con copertina di colore azzurro. Tale edizione è stata inviata tramite la Main List Comparata che conta alla data del 30 agosto 2024 500 email. Informazioni presso la Segreteria Generale (email: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org). Telefono 06 4402676.

XI/4/900. - Prossimo INFOCESVAM (settembre - ottobre) sarà pubblicato il 1 novembre 2024. I precedenti numeri di INFOCESVAM (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. E sui vari blog sia storici e che geografici.

(a cura di Massimo Coltrinari)

venerdì 20 settembre 2024

Master 1° Liv. Politica Militare Comparata dal 1945 ad oggi. Dottrina, Strategia Armamenti. Anno Accademico 2024 2025 Aperte le Iscrizioni

 


MASTER DI I LIVELLO

POLITICA MILITARE COMPARATA DAL 1945 AD OGGI

Dottrina, Strategia, Armamenti

Obiettivi e sbocchi professionali

Approfondimenti specifici caratterizzanti le peculiari situazioni al fine di fornire un approccio interdisciplinare alle relazioni internazionali dal punto di vista della politica militare, sia nazionale che comparata. Integrazione e perfezionamento della propria preparazione sia generale che professionale dal punto di vista culturale, scientifico e tecnico per l’area di interesse.

Destinatari e Requisiti

Appartenenti alle Forze Armate, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Insegnanti di Scuola Media Superiore, Funzionari Pubblici e del Ministero degli Esteri, Funzionari della Industria della Difesa, Soci e simpatizzanti dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’UNUCI, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, Cultori della Materia (Strategia, Arte Militare, Armamenti), giovani analisti specializzandi comparto geostrategico, procurement ed industria della Difesa.

Durata e CFU

1500 – 60 CFU. Seminari facoltativi extra Master. Conferenze facoltative su materie di indirizzo. Visite facoltative a industrie della Difesa. Case Study. Elettronic Warfare (a cura di Eletronic Goup –Roma). Attività facoltativa post master

Durata e CFU

Il Master si svolgerà in modalità e-learnig con Piattaforma 24h/24h

Costi ed agevolazioni

Euro 1500 (suddivise in due rate); Euro 1100 per le seguenti categorie:

Laureati UNICUSANO, Militari, Insegnanti, Funzionari Pubblici, Forze dell’Ordine

Soci dell’Istituto del Nastro Azzurro.

Possibilità postmaster

La sintesi delle tesi meritevoli saranno pubblicate sulla rivista

QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO”

Possibilità di collaborazione e ricerca presso il CESVAM.

Conferimento ai Decorati dell’Emblema Araldico e ai più meritevoli dell’Attestato di Benemerenza

Possibilità di partecipazione, a convenzione, ed progetti del CESVAM

Accredito presso i principali Istituti ed Enti con cui il CESVAM collabora

Contatti:06 456 783 dal lunedi al venerdi 09,30 – 17,30 unicusano@master

ISTITUTO DEL NASTROAZZURRO - UNIVERSITA’ NICCOL0’ CUSANO

CESVAM – Centro Studi sul Valore Militare www.unicusano.it/master

www.cesvam.org - email:didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org



martedì 10 settembre 2024

Bibliografia Per Storia Militare I Parte

 


 Materia. Bibliografia di Base

 

Bibliografia di Base.

1.       Busetto R., Il dizionario enciclopedico del Lessico Militare, Bologna, Zanichelli, 2004

2.       Fuller J,F.C., Le battaglie decisive del mondo occidentale e la loro influenza sulla storia, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1988, Vol. 1, Vol. II, Vol.III

3.       Maravigna P., Storia dell’Arte Militare Moderna, , Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 19

 

Bibliografia Generale

Biagini A., Documenti italiani sulla guerra russo-giapponese (1904 -1905), Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1997

Bovio O., L’Ufficio Storico dell’Esercito. Un secolo di storiografia militare, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico,,                                                                                                                                                               1987

Luraghi R., Le opere di Raimondo Montecuccoli, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 2000, Vol 1, Vol II.

Moscardelli G., Cesare dice. Una lettura del Bellum Gallicum, Roma, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1996

Panetta R., L’Esercito per il Paese 1861 -1975, Roma, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1997

Rovighi A. Stefani F., La partecipazione italiana alla Guerra Cvile Spagnola (1936-1939) Roma, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1992  Vol I, Vol. II

 

 

Sun Zu, L’arte della Guerra, Roma, 2m edizioni, SRL, 2024

 

Bibliografia di Pertinenza

Nuti L. L’Esercito italiano nel secondo dopoguerra. (1945-1950), Roma, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1989

Biagini A., L’Italia e le guerre Balcaniche, Roma, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1996

 

 

sabato 31 agosto 2024

La Divisione Nembo Sardegna Primavera 1944

 





La foto avuta per la gentile disponibilità da Giulio Morigi, figlio del Generale Morigi che comandò i Paracadutisti durante la Guerra di Liberazione, scattata in Sardegna nella primavera del 1944, nella pianura del Campidano, mostra Ufficiali della Commissione Alleata  che ispezionano la Divisione Nembo.

Si riconoscono: Il Gen, Morigi, Il Cap. dei Carabinieri reali Capello, L'Ufficiale d'Ordinanza Ten. Bianchetti, ed il Col Quaroni.

martedì 20 agosto 2024

Dal Diario di un Ardito Eleuterio Pescosolido XX Reparto d'Assalto

 

Da Caporetto a Vittorio Veneto, dalla Libia all’Albania.

Ten cpl. Art. Pe. Sergio  Benedetto  Sabetta

 

“ L’ 11 settembre partimmo a piedi da Cormòs ed arrivammo a Manzoni la sera.

La Scuola degli Arditi della seconda armata era comandata del Generale Cappello. Ci assegnarono alla 1^ Compagnia comandata dal Tenente Cava. Incominciammo così a frequentare la Scuola in cui si facevano lezioni di ginnastica, salti, ecc., ecc..

Il 24 ottobre 1917 il nemico incominciò l’offensiva.

Gli austriaci all’improvviso iniziarono un fuoco di batteria. Noi temevamo di essere chiamati per rintuzzare quell’attacco.

A noi arditi venne affidato il compito di proteggere la ritirata.

La mattina de 25 con dei camions ci condussero sul monte Corrado.

Ci fecero scendere nelle vallate e restammo fermi attendendo ordini.

Ci diedero le bombe a mano e ci condussero sul monte lasciando due arditi ogni dieci metri.

Non avevamo ancora raggiunta la cima quando giunse il portaordini che ci additava in nemico avanzante alla nostra destra.

Ci fecero scendere dal monte Corrado e ci portarono sul monte Chonina, ivi rimanemmo il giorno 26.

La sera ci diedero una scatola di salmone e una galletta per ogni due arditi, ci misero di vedetta. Durante la notte il nemico avanzò alla nostra sinistra, proprio dove lo aspettavamo.

Pioveva a dirotto. Il nostro tenente ci fece sganciare la mantellina per innestare la baionetta. Eravamo tutti all’erta per essere pronti a rintuzzare qualsiasi attacco.

 Ci mettemmo in cammino per guadare un piccolo fiume e vi riuscimmo senza  a combattere, non tutti, però poiché arrivarono le truppe nemiche ed il genio militare fece saltare il ponte con un deposito di munizioni.

Passato il fiume si camminava inquadrati per non essere presi a tradimento. Trascorse così la notte, camminando per tornare a Manzano. Arrivati al ponte di Manzano non si poteva passare per la folla. Vi erano molti soldati e civili che fuggivano.

Il Capitano Caffaro ci fece fermare su un prato vicino al ponte. Prelevò qualche ardito ed andò a prendere qualcosa da mangiare. Rimasti soli ci recammo al paese dove trovammo vino, liquori ed altra roba poiché i padroni erano fuggiti.

La sera partimmo per Villanova. La notte dal 27 al 28 ottobre dormimmo nelle baracche vicino Palmanova, vestiti ed armati e sempre pronti.

Dopo mezzanotte dovemmo sloggiare di novo a Manzano le case bruciavano e si sentiva un acre odore di fumo. I civili erano fuggiti lasciando tra le fiamme tutto il loro avere.

Prendemmo tanta roba per non lasciarla bruciare.

Prendemmo la strada per Udine però fummo preceduti degli Austriaci. Traversammo un campo passando su un ponte della ferrovia e ci fermammo vicino Codroipo.

La mattina del 29, una pattuglia d’Arditi andò in paese ma prima di arrivare dovette sostenere un combattimento poiché il nemico cercava di venire avanti.

Esso fu costretto a ritirarsi entro Codroipo, ci furono alcuni morti e feriti, e noi rimasti in pochi dovemmo desistere. Dietro Codroipo c’era un fiumicello che il nemico pattugliava a cavallo e appena noi vi arrivammo fummo accolti da raffiche di mitragliatrice.

Noi, in pochi e senza Comandante, cercammo di arrivare al Tagliamento.

Io saltai alla sinistra del ponte, le pallottole fischiavano sulla mia testa, camminavo curvo per non essere colpito. Avevo uno zaino pieno di scatolame e per essere più svelto tagliai la cinta col pugnale.

Libero, potei passare il fiume e cercai di raggiungere il Tagliamento. Vi furono altri scontri ma si trattò sempre di cose lievi. Dopo tanti sacrifici, arrivai al ponte la sera del 30 ottobre; su di esso vi era gran confusione.

I carabinieri avevano fatto formare tre colonne per poter mantenere l’ordine. Impiegammo molto tempo per passare il ponte e dopo passato ci gettammo a terra vinti dalla stanchezza.

La mattina del 1 novembre il Capitano Caffaro venne a cercarci, ci riunì e ci condusse ad una sussistenza, ci fece rifornir di viveri poiché eravamo stanchi, affamati, avviliti e ci portò a San Vito sul Tagliamento dove dormimmo nella casa del Sindaco, rimasta abbandonata.

Dopo i combattimenti di Codroipo il 2 e il 3 dovemmo combattere a Cosarsa infliggendo gravi perdite al nemico.

Il 7 ci battemmo sulle colline di Vittorio Veneto ed il 9 ci battemmo al fiume di Pieve.

Gli Austriaci aprirono un nutrito fuoco con autoblinde.

La sera ci fermammo a Sernaglia formando una linea di resistenza. La mattina del 10 il Tenente Cao andava avanti e indietro in bici dicendo di tenersi pronti a rintuzzare un eventuale attacco della cavalleria, poiché si udiva il calpestio dei cavalli.

Dopo pochi minuti cominciarono ad arrivare le granate e il nemico giungeva con l’Artiglieria da Campagna. Combattemmo per circa mezz’ora poi fummo costretti a sloggiare.

Arrivati al ponte di Vidore combattemmo ancora, il nemico vi era già ed era più forte di noi.

Dopo una strenua battaglia fummo costretti a passare il Piave  a piedi per non essere presi prigionieri.

Il Piave dove fu guadato era diviso in tanti bracci ed in qualcuno di essi l’acqua era alta perciò il Tenente Cao ci raccomandava, a ben ragione, di tenerci stretti per mano perché la corrente non ci portasse via. La forte corrente tentò di portarmi via e mi distese sull’acqua, ma io mi tenevo sempre stretto ai miei compagni. La corrente era rapidissima e si doveva camminare nello stesso verso della corrente; percorremmo così alcuni chilometri nel letto del fiume.

Usciti dall’acqua, i nostri ci dissero che avevano avuta la brutta notizia: tutti gli italiani al di là del Piave erano stati fatti prigionieri, se non avessimo alzato i fazzoletti ci avrebbero sparato addosso.

I pochi borghesi rimasti ci davano volentieri da mangiare e ci accendevano il fuoco per farci asciugare. Ci riunimmo poi in un prato vicino al Piave ed ivi rimanemmo fino al 12.

IL 13 ci condussero a Crespignano e il 17 ai Castelli Monfumo dove scavammo delle trincee.

La sera del 21 novembre sul Monfenera ricacciammo il nemico che era riuscito ad attraversare il fiume e tentava di venire avanti.

Camminammo di notte sulla montagna,  trovai tanti soldati italiani per terra; sembravano che dormissero invece erano tutti morti, donarono così la loro vita alla Patria.

Ciò mi spronò a battermi con più ardore per vendicare quei ragazzi. Prima di arrivare alla linea nemica rimanemmo sorpresi poiché il nemico era uscito e veniva all’arma bianca.

Molti dei nostri morirono ed altri rimasero feriti, però la vittoria fu nostra. Il nemico abbandonò la posizione lasciando sul campo centinaia di morti e feriti.

La sera del 22 vennero i bersaglieri ad occupare la posizione e noi ritornammo ai castelli.

IL 25 ci portarono di rincalzo al Vallone di Tromba dove il giorno dopo arrivarono delle granate di gas asfissiante, che per fortuna non scoppiarono tutte, poiché eravamo senza maschere, saremmo morti tutti.

Gli Ufficiali ci consigliavano di accendere le sigarette.

Nei giorni che seguivano non fummo disturbati; solo si sentiva freddo poiché eravamo rimasti senza coperte e mantelline. Non ci cambiavamo dal 24 ottobre, quindi, eravamo sporchi e pieni di insetti.

La sera del 4 dicembre arrivò una Brigata di soldati francesi, che occupò il nostro posto. Ci condussero a Castiglione del Brenta arrivandovi il giorno seguente.

Il 9 ci condussero a Debba. L’11 a Longara ci concessero un breve riposo e ci fecero dormire in un edificio scolastico.

Il 16 dicembre ci condussero a Vicenza dove facemmo il bagno. Ci spogliavamo sei alla volta, entravamo in sala da bagno ed uscivamo dalla parte opposta munendoci di panni nuovi. Anche a Longara erano stati cambiati i letti al completo.

Siccome noi Arditi per proteggere la ritirata eravamo rimasti in pochi dovemmo riordinare le compagnie; io entrai a far parte della seconda che era comandata dal Capitano Caffaro.

Il 1° Reparto d’Assalto era stato formato il 29 luglio 1917, si era coperto di gloria sul monte Fratta, sul Semmer a Belpoggio, a San Marco.

Il 4 settembre sul San Gabriele aveva conquistato con solo 45 minuti il difficilissimo monte attaccando alla baionetta anche i mitraglieri accanto alla loro arma.

Il 5 si coperse di gloria ad Annover ed il 6 a Sella di Doi.

Di battaglia in battaglia si arrivò al 25 dicembre ed io trascorsi il S. Natale ospite di una famiglia. Anche per il giorno di capodanno fui ospite di quella famiglia.   

Il 5 gennaio 1918 venne un Ufficiale e prese una decina di Arditi che occorrevano per togliere due postazioni di mitraglieri austriache che davano fastidio alla nostra linea.

Io mi trovavo in camerata e non mi potetti offrire in tempo per l’impresa.

Partirono con degli autobus cantando allegri per la contentezza di battersi. Spararono in aria alcuni colpi di pistola.

Il Generale Vaccari l’ebbe a male ed il 6 venne a Longara e ci rimproverò dicendoci che gli Arditi non stavano facendo nulla e per i più si ammutinavano quando si doveva combattere. Minacciò di fare la decimazione per insegnarci il modo di comportarci.

L’Aiutante Maggiore però ci rassicurò dicendoci che avrebbe fatto un rapporto al Generale in cui avrebbe detto che gli Arditi erano partiti volontari ed avevano sparato in aria per la contentezza.

Gli Arditi partirono attaccarono le postazioni nemiche prendendo prigionieri i soldati con le armi.

Non vi furono perdite in battaglia ma nel rientrare un Ardito siciliano non rispondendo alla parola d’ordine fu ucciso da una sentinella.

Il 7 gennaio 1918 venne un’autocolonna di camions che ci portò a Vidarolo; colà dormimmo in baracche. Non vi era nulla: solo neve. Noi scherzavamo con le palle di neve.

La sera del 26 gennaio partimmo a piedi e la mattina del 27 arrivammo sull’altipiano di Asiago.

Ci mandarono in trincea affinché potessimo osservare la posizione che si doveva riconquistare il 28 , cioè Col del Rosso.

La mattina del 28 gennaio, alle 6 la nostra Artiglieria incominciò un rapido e intenso bombardamento.

Il tiro, però, non era stato ben regolato e delle granate causarono diversi morti nelle nostre linee.

L’ora fissata per l’attacco erano le 8, ma il Capitano vedendoci massacrati dalla nostra Artiglieria non potendo telefonare, inviò un porta-ordini  al Comando di Artiglieria affinché allungasse il tiro.

Intanto alle sette e mezza ci fece uscire all’attacco. I nemici martellati dall’Artiglieria e incalzati da noi che correvamo all’assalto lanciando bombe a mano non oppose resistenza.

Conquistammo la 1^ e 2^ e  3^ linea uccidendo molti nemici e facendo molti prigionieri che venivano inviati nelle retrovie.

Alla 3^ linea eravamo arrivati i primi, io in tutto. Il Tenente Gatta ed il suo Attendente fecero circa 60 prigionieri che erano nascosti nel burrone.

Ebbi l’ordine di accompagnarli al campo di concentramento.

Un altro Ardito venne con me e man mano che si camminava vedevamo il gruppo dei prigionieri ingrossarsi tanto che appena arrivammo al campo erano 155.

Ritornammo sul monte ma la battaglia era finita e il Col del Rosso era nostro.

Riprendemmo la nostra roba e andammo via lasciando la Fanteria di presidio. Il rancio era stato servito, lo consumammo e ci incamminammo per riunirci a Vitarolo, poiché noi Arditi facevamo l’adunata al posto dove eravamo partiti.

Ivi arrivammo il 29 verso le 10. All’appello mancavano 102 soldati che si erano immolati per riprendere la posizione.

Il 31 gennaio 1918 ci caricarono sui camions e ci portarono a Tormento vicino a Vicenza.

Mi fu proposto il grado di Caporale ma io rifiutai.

Il 22 febbraio, vestito a nuovo mi mandarono in licenza premio per dieci giorni più il viaggio.

La mattina del 23 partii da Vicenza alle 8.

Il 10 marzo ripartii da casa per raggiungere il Reparto.

Arrivai a Tormeno e trovai i miei compagni che facevano istruzione mi fu reso noto che durante il combattimento al Col di Rosso il Capitano Caffaro era stato ferito e il Tenente Bertoni risultava disperso.

Era passato a  Comandare la Compagnia il Capitano medico Merco Mario.

Il 7 aprile ci portarono di nuovo a Longara e vi rimanemmo parecchi giorni.

L’8 maggio partimmo da Longara a piedi diretti a Marsan; percorremmo 48 km ed arrivammo alla sera.

Il 12 maggio partii con la licenza ordinaria di 20 giorni dovetti andare alla stazione di Padova per prendere il treno. Dovevo percorrere tutta la strada a piedi; ma   una macchina mi evitò tale fastidio portandomi per molti chilometri.

Ma non era finito: dovevo continuare a piedi. Giunse però una macchina francese e siccome era proibito fermare macchine vi montai con un balzo d’ardito.

Arrivai così alla stazione di Padova. La tradotta era in moto e subito partì per Bologna dove presi la coincidenza per Isoletta.

Il 1 giugno 1918 partii da casa e tornai di nuovo a Marzan. Ivi trovai che il I Reparto aveva cambiato nome ed era diventato il XX Reparto.

Il 7 ci portarono a Veggiano.

L’11 giugno fu formata la 1^ Divisione d’Assalto, di cui assunse il comando il Generale Zoppi. Quel giorno per noi fu festa, ci diedero il rancio speciale , doppia razione di vino, viveri di conforto.

La cosa più bella fu la visita di Sua Maestà il Re.

Il 15 ci portarono alle fornaci del basso Piave, dove il 16 iniziò la controffensiva che durò 4 giorni. In questa battaglia morì sotto i nostri occhi il valoroso Maggiore pilota Francesco Baracca.

Il 17 giugno, proprio quando dovevamo uscire all’assalto, cominciò a piovere. Noi ci gettammo la mantellina addosso che poi fu gettata al sibilo di un fischietto, smise di piovere e noi potemmo portare a termine una brillante azione.

Il nemico era forte e ci diede filo da torcere, ma noi Arditi lo ricacciammo al di là del Piave catturando molti prigionieri.

Una postazione di mitragliatrice oppose una strenua resistenza impedendoci il passaggio. Si era in pianura e non si poteva girare, quindi io e il Tenente Gatta e due Arditi facendo un lungo giro sul lato sinistro arrivammo a tiro, allora un Ardito lanciò una bomba che colpì alla testa un mitragliere e lo freddò sull’arma. Gli due austriaci alzarono le mani.

Il Tenente mi ordinò di portare la mitraglia al comando, io la presi sulle spalle ed andando incoraggiavo i commilitoni. Consegnai l’arma e cercai di raggiungere la mia Compagnia ma ciò mi fu difficile poiché essa era sempre in movimento combattendo di qua e di là.

Dovemmo combattere quattro giorni per abbattere il nemico poiché la sua posizione era difficile.

La sera del 20 ci portarono a San Michele dove prendemmo il treno per Lonigo. Arrivati ci fecero scendere e ci condussero a Varbarano a piedi.

La popolazione ci accolse festosamente e mentre camminavamo per le vie del paese ci lanciavano fiori e sigarette.

Il 25 il nemico tentò di ripassare il Piave e per questo ci trasportarono a Selva con i camions dove restammo due giorni dopo i quali il combattimento terminò.

La sera del 27 prendemmo il treno alla stazione di Montebelluno e tornammo a Lonigo dove ci accampammo a poca distanza dal paese.

Il 30 giugno ci passò la rivista Sua Maestà il Re con tutto lo Stato Maggiore; avemmo così l’alto onore di vedere il Re in uniforme che si trattenne con noi.

Eravamo vestiti di tela ed avevamo un fiore all’occhiello. Quel giorno all’accampamento ci diedero rancio speciale e gran quantità di viveri di conforto.

Sua Maestà era contento degli Arditi e ci voleva bene.

Restammo colà oltre un mese. Un giorno mentre facevamo i tiri col moschetto al mio si ruppe una molla dell’elevatore ed il Comandante mi dette tre giorni di prigione di rigore.

Il 3 agosto partimmo con il treno da Lonigo ed andammo ad Edolo; il 4 a Cordenedolo.

Il 7 ci condussero sul Tonale, quivi si doveva fare un combattimento ma il terreno non permetteva e il combattimento fu sospeso.

La mattina dell’ 8 ci condussero a Ponte di Legno e poi con i camion ci riportarono a Cordenedolo, il 13 ci condussero di nuovo sul Tonale, ma neanche questa volta si poté combattere.

Vista l’impossibilità di poter fare l’azione la mattina del 15 ci condussero a Cordenedolo e il 18 a Bastia.

Il 21 fu la festa degli Arditi e ci fu la consegna delle Medaglie al Valore dei Gagliardetti ai Reparti che ne erano sprovvisti.

Il 23 ci portarono a Lonigo, il 6 settembre a Barbarano. Il 12 a Bastia ci diedero un sacco tirolese che dovevamo portare sempre. Si camminava di notte per far sì che si arrivasse di giorno.

Il 13 ci portarono ad Aranchi, il 14 a Borgorgo, il 27 a Vedelago, il 28 a Selva e da qui si doveva andare in linea ma il combattimento fu sospeso.

Il 30 tornammo a Vedelago e il 22 ottobre ci portarono a Montello. Il 26 ottobre ci condussero sul Piave per incominciare l’offensiva che fu la definitiva.

La notte dal 26 al 27 passammo il Piave su un ponte di barche. Ci dirigemmo vero il caposaldo di Collalto ed ivi trovarono il nemico molto superiore in numero che ci oppose una accanita resistenza ma noi vincemmo strappandogli anche Molino di Frezze, Fondigo, Sernaglia, Casamura e Casacampagna, infliggendo al nemico gravi perdite.

Dopo due giorni di aspro combattimento avevamo deciso le sorti della Patria.

Il nemico con l’Artiglieria aveva rotto il ponte per togliersi i rinforzi e noi essendo rimasti in pochi, formammo una linea di difesa a quadrato. Durante la notte fu ricostruito il ponte ne poterono affluire rinforzi.

La mattina del 29 riprendemmo il combattimento, disperdemmo i “tognitti”.

La sera arrivammo a Santa Maria e ci mettemmo a dormire all’aria aperta.

La mattina del 30 ottobre ci diedero dell’anice, una galletta e cinque sigarette e riprendemmo la marcia.

Si camminava a plotoni affiancati. Il Colonnello veniva con noi a cavallo  ma non ci fu possibile raggiungere il nemico perché camminava più i noi.

 La sera arrivammo a Cozzuolo vicino a Vittorio Veneto, ci riposammo in una villa, entrò in linea, quindi la 2^Divisione d’Assalto.

A Cozzuolo dovemmo soffrire la fame poiché non si trovava nulla da mangiare. Le tre razioni del 26 ottobre erano finite e le castagne costavano 4 lire al chilo.

Il 2 novembre arrivarono le cucine ed incominciarono a darci da mangiare mezza razione al giorno.

La notte tra il 3 al 4 suonarono le campane a festa si sentirono colpi di cannone.

La mattina del 4 novembre ci riunirono tutti ed il Tenente Giudice lesse il Bollettino della Vittoria, e disse che la guerra era finita.

Sentendo ciò noi non credevamo a noi stessi. Ci sembrava una cosa strana, come se, la guerra una volta incominciata non dovesse più finire. Ognuno di noi metteva in dubbio la notizia.

Il Tenente si inquietò rimproverandoci e dicendoci che gli Arditi, consci dell’eroismo con cui combatteva, non dovevano mettere in dubbio una notizia simile.

L’11 novembre ci passarono in rivista a Vittorio Veneto, ci fu  la sfilata ed ascoltando la Santa Messa.

Il 12 ci fecero partire assicurandoci che saremo andati a Roma per una sfilata invece il convoglio prese la via della Francia che ancora combatteva contro la Germania.

Strada facendo ci fu comunicato che la Germania era stata costretta a firmare l’armistizio in virtù del quale potemmo tornare indietro. Tornammo quindi a Cozzuolo dove il 23   facemmo una marcia portando con noi il rancio fino al Lago Morto.

Il 24 ci portarono a Vittorio Veneto per la consegna delle Medaglie al Valore.

Il 27 arrivò l’ordine che la 1^ Divisione d’Assalto doveva andare in Africa e precisamente a Tripoli per fronteggiare la guerriglia dei ribelli.

Il 7 dicembre venne l’ordine dal Generale Zoppi Comandante della Divisione d’Assalto di mandare in licenza 57 Arditi per ogni Compagnia: questi a loro volta si sarebbero impegnati a presentarsi a Napoli alla Caserma Granili.

Il 9 ci fecero indossare la divisa nuova. La mattina del 10 partimmo con l’autocarro ed arrivammo a Treviso dove prendemmo la tradotta alle 10,30 con la quale arrivammo a casa la sera del 12 alle 18,00.

La mattina del 31 dicembre partii alle ore 8,00 dalla stazione di Arce ed arrivai a Napoli alle ore 11,30, scesi dal treno ed incontrai il Comandante della Compagnia, Capitano Alene, che mi disse che la partenza per Tripoli era sospesa. Mi ritirò la licenza e mi fece salire su una tradotta che subito dopo partì per Mestre.

Arrivai a Mestre il 2 gennaio 1919 ; da qui andammo a Mogliano. Il 3 a Zuro Branco. Il 4 a Quinto di Treviso dove si trovava il Reparto. Ci riunimmo e nei giorni che seguirono facemmo istruzioni.

Il 28 gennaio, 1° anniversario per il XX Reparto della conquista del Col del Rosso, facemmo festa.

Il 21 febbraio alle 2,00 partimmo da Quinto di Treviso diretti in Libia. Ci imbarcammo a Venezia sulla Nave “Sofia” che a causa della nebbia dovette fermarsi a poca distanza dal porto.

La mattina del 24 il cielo era sereno perciò la nave si rimise in navigazione. Arrivammo a Gallipoli il 26 alle ore 8,00 dove facemmo 5 ore di sosta. Quindi alle 13,00 ripartimmo per compiere la traversata. Il mare era in tempesta. Io mi divertii tanto a guardare i grossi pesci che filavano al fianco della nave.

Il 28 arrivammo a Tripoli e sbarcammo dalla nave alle ore 14,00 e subito andammo al confine di Gargaresch. Per giungervi percorremmo 8 Km. a piedi; quivi giunti facemmo le nostre tende vicino al mare.

Il 3 marzo incominciammo a fare istruzione ed il 5 cominciammo tattica di gruppo nel deserto. Il 12 fui di servizio come Caporale di giornata.

Il 15 andai a Tripoli con il permesso del Comandante. Il 18 di nuovo montai di servizio come Caporale di giornata. Il 19 facemmo i tiri col moschetto, pistola mitragliatrice e lancio di bombe.

Il 26 sera mi recai a teatro con biglietto gratuito. Il 28 fui di ronda a Tripoli in compagnia dei Carabinieri.   Il 31 facemmo di nuovo i tiri.

Il 4 aprile fummo passati in rivista dal Generale Carioni, Governatore della Libia, e dal nostro Comandante Generale Zoppi.

 L’ 8 ci portarono a Fonduca Togas. La notte pattugliavamo i posti avanzati per impedire ai ribelli di entrare in Tripoli. Il 14 ritornammo a Gargaresch.

Il 17 dovevamo andare a combattere contro i ribelli, ma il combattimento fu sospeso perché nelle casse di munizioni italiane furono trovate cartucce austriache.

Il 18 andai con il permesso a Tripoli. Il 26 mi recai a Zanzuch per far visita ad un mio compaesano e con lui passai una giornata veramente allegra.

Il 1° maggio andai di nuovo a Tripoli. Il 6 fui di guardia alla porta di Gargaresch.

Il 27 maggio la Divisione di Assalto doveva tornare in Italia ma quando eravamo tutti pronti per la partenza essa fu sospesa. Avevamo avuto spesso delle visite del Generale Zoppi durante le quali egli si intratteneva affabilmente con noi.

Ci fecero partire il 9 giugno alle ore 14.00, arrivammo a Tripoli alle ore 18.00 e ci imbarcammo alle ore 22.00 sul Piroscafo “Brasile” che partì immediatamente da Tripoli.

Il 13 arrivammo a Lusin Piccolo e ci fermammo per tutta la notte. La mattina del 14 alle ore 4.00 partimmo ed arrivammo a Venezia alle ore 16.00. Il 15 scendemmo dalla nave alle ore 18.00 e alle ore 22.00 partì la tradotta che ci portò a Campagnola Emilia.

Il 26 andai a Novellara di rinforzo alla sussistenza. Il 10 luglio andai a Reggio Emilia per acquistare ciò che occorreva al Reparto per la festa dell’anniversario.

Il 18 andammo a Reggio Emilia per servizio d’ordine pubblico, si prevedeva uno sciopero.

Il 19 partimmo per destinazione ignota: ci portarono a Postumia da dove andammo fino a Plamina a piedi. Il 26 ripartimmo e sempre a piedi raggiungemmo  Lovandi.

Nello stesso giorno ci recammo a Sesana, pioveva da tempo e proprio al nostro servizio arrivò, sembrava che ci stava aspettando per piovere come non era piovuto mai.

Alla stazione di Divoggia prendemmo il treno ed andammo ad Opicina. Scendemmo dal treno e andammo a piedi fino a Croce.

Dovemmo attendere la sera e fu là che dormimmo saporitamente per tutta la notte e senza essere disturbati. Quello che maggiormente fa sì che possa essere ricordata quella notte trascorsa a Croce, abbandonati per troppa stanchezza, fu proprio la pioggia che scrosciava e noi eravamo senza coperte per cui non ci demmo affatto peso.

Il 30 andammo in distaccamento a Sepuglia. Fu lì che ci rifocillarono e rimanemmo fino al 9 agosto.  

Il 10 agosto partii per casa in licenza ordinaria i giorni 20.

Il 7 settembre 1919 partii da casa alle ore 18 per tornare nuovamente a servire la Patria e difenderla.”

 

Il Diario termina qui, sappiamo che la 1^ Divisione fu chiamata a combattere in Albania, Eleuterio verrà decorato con Medaglia di Bronzo al Valore Militare, ma non possiamo saperne di più su queste vicende ….

 

 

                                                                 Nota  biografica        

 

Nato ad Arce il 16 aprile 1898 da Rocco e da Lucia Corsetti. Era il terzo figlio , aveva un fratello e due sorelle, passa la giovinezza a Colleone, appena ventenne parte per la guerra, combatte sul fronte austriaco, dopo l’armistizio del 4 novembre parte per la Libia e successivamente per l’Albania.

Su quest’ultimo fronte viene decorato con Medaglia di Bronzo al Valore Militare con la seguente motivazione: Con audacia, attaccava, alla testa di pochi uomini, una posizione presidiata dai ribelli, e l’occupava, dopo avere inseguito il nemico alla baionetta. Valina ( quota 203), 23 luglio 1920.

Decorazioni : Medaglia Interalleato della Vittoria, di due Croci al merito di Guerra, Medaglia commemorativa della guerra Italo - Austriaca con nastrino della Campagna d’Albania.

Rientrato dalla guerra il 13 settembre 1923 sposa Luisa Polselli, nascono otto figli, cinque maschi e tre femmine.

Il 21 aprile 1970 è nominato Cavaliere dell’ordine di Vittorio Veneto.

La sua principal