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mercoledì 20 luglio 2022

L'aereonautica nella Prima Guerra Mondiale

 

Allegri Girolamo: il “frate” pilota

di

Osvaldo Biribicchi

 

Il Sottotenente di complemento pilota Girolamo Allegri, asso della giovane aviazione militare italiana, ha avuto un posto d’onore nella produzione letteraria dannunziana con il libro Morte di frate Ginepro. Un frate pilota? Quale relazione lega il libro al valoroso aviatore? Allegri, nato a Venezia il 25 marzo 1893, dopo aver compiuto il servizio militare nel 5o Reggimento Artiglieria viene richiamato, a seguito della mobilitazione, con il grado di sergente d’artiglieria. L’Italia è ormai prossima ad entrare in guerra, Allegri chiede di passare in aviazione e, dopo aver conseguito il brevetto di pilota, inizia i voli di guerra mentre l’esercito italiano, dopo Caporetto, è fermo sul Piave.                Fra Ginepro si mette subito in luce per le sue qualità acrobatiche, per la sua audacia e coraggio. Compie ben 119 voli in undici mesi, celebre è rimasta la cosiddetta beffa di Feltre; il 7 giugno 1918 compare all’improvviso a volo radente sul campo d’aviazione austriaco di Feltre bombardando e mitragliando, fra un looping ed un tonneau, tutto ciò che gli capita a tiro. Così come è comparso sparisce tra lo smarrimento, la paura e la malcelata ammirazione del nemico. Due mesi dopo, in servizio presso la leggendaria 87a Squadriglia “La Serenissima” (costituita in gran parte da piloti veneti), conosce Gabriele d’Annunzio che rimane affascinato dalla figura di questo simpatico pilota veneziano con una lunga barba che lo fa assomigliare più ad un monaco guerriero, da cui il soprannome di Fra Ginepro coniato dal Vate, che ad un freddo pilota da caccia. È con d’Annunzio nello storico volo su Vienna, il 9 agosto 1918, quando sette velivoli della 87a Squadriglia si presentano in perfetta formazione sul cielo della capitale austriaca per lanciare migliaia di volantini propagandistici. L’impresa vale ad Allegri la promozione a sottotenente. Una gioia di breve durata; il pilota veneziano, dopo tanti temerari e rischiosi voli di guerra, muore a soli venticinque anni il 5 ottobre 1918 dopo essere entrato in collisione, poco prima di atterrare sul campo volo di San Pelagio, con l’aereo del compagno di squadriglia Guglielmo Vianini che riesce a salvarsi. Il Poeta, addolorato per la perdita dell’amico e valoroso pilota, scrive in sua memoria lo struggente libro Morte di frate Ginepro.                                                                                                                                                  A Girolamo Allegri, il 19 agosto 1921, è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione: Pilota di raro ardire e di virtù eccezionali iniziava, per primo, una serie di bombardamenti e mitragliamenti di grande efficacia, eseguiti tutti a quota bassissima su importanti centri di vita del nemico, alcuni dei quali nelle più remote retrovie avversarie. Non ancora ristabilito da recente malattia, pur di partecipare ad una di queste importantissime azioni sopra scalo ferroviario importante, partiva in volo di propria iniziativa, e con audacia e perizia effettuava il bombardamento riuscito efficacissimo. Al ritorno, per causa accidentale, precipitava al suolo sullo stesso campo di partenza, chiudendo così il servizio di magnifico soldato dell’aria con olocausto della sua valorosa esistenza. Già decorato di tre medaglie d’argento ed una di bronzo al valore militare. Cielo di La Comina - Franzensfeste, Casarsa, Portogruaro, agosto - ottobre 1918.

domenica 10 luglio 2022

Antonio Trogu. La difesa della Tunisia. 1943

 

 Battaglia di Takrouna (Tunisia) condotta dai fanti del 66° Reggimento nelle fasi finali del ripiegamento italiano in Africa Settentrionale nel corso della II Guerra Mondiale (Aprile-Maggio 1943)

 

Solo Enfidaville separa l’8a armata da Tunisi. Si sta avvicinando l’ora dell’offensiva finale. Alle 21.30 del 19 aprile, un tremendo tambureggiamento annuncia un nuovo attacco. Il I° Btg. del 66° Rgt. fanteria (Cap. Politi), rinforzato da 2 Compagnie di “Folgorini”, un reparto di granatieri e una ventina di tedeschi, resiste superbamente per due giorni a una Divisione neozelandese sull’impervio pilastro di Takrouna, facendo fallire il piano di sfondamento di Montgomery che è rimandato solo di qualche giorno. 

Il 20 aprile 1943, il Comandante della Divisione “Trieste”, Generale La Ferla, affidò ad alcuni reparti di formazione, tra cui i resti della Divisione Paracadutisti Folgore, il compito di prestare man forte al 66° Reggimento Fanteria che rischiava di perdere il controllo del villaggio di Takrouna situato su un picco roccioso che si erge in mezzo alla piana di Enfidhaville. Nel villaggio infuriava il combattimento tra gli italiani e le truppe anglo-neozelandesi. Riconquistato il villaggio, oramai decimati dall'incessante fuoco nemico, i fanti del 66° Reggimento, i Paracadutisti ed un’ultima compagnia di Granatieri giunta in rinforzo, riuscirono a resistere fino alla sera del 21 aprile. La mattina del 22 aprile, dovettero tuttavia soccombere per mancanza di rifornimenti.

Radio Londra, per giustificare il ritardo dell’avanzata verso Tunisi, affermò che l’Italia aveva schierato laggiù i suoi migliori soldati.

Durante la 2^ Guerra Mondiale, inquadrato nella 101^ divisione "Trieste", 66° Reggimento Fanteria partecipa alla campagna in Africa settentrionale, contendendo il terreno all'8^ armata da El Alamein alla Tunisia dove, durante la battaglia di Takrouna, il 1° Battaglione al comando del Capitano Mario Politi, si copre di gloria tenendo in scacco una divisione nemica per diversi giorni e cedendo soltanto dopo aver terminato le munizioni, meritando così la Medaglia d'Oro al Valore Militare.

Oggi il 66° e’ il primo ed unico Rgt. f. Aeromobile della Forza Armata.